Confini: l’altra faccia della globalizzazione

Stefano Boeri a “99 – tutte le idee meno una”

La Biennale di Venezia
50. Esposizione Internazionale d’Arte
Archivio del Contemporaneo – ASAC
Venerdì 18 luglio, ore 17.00
Presso lo spazio Archivio del contemporaneo
Arsenale, Calle della Tana

Confini, barriere e check point
In un mondo globalizzato, percorso in lungo e in largo da flussi transnazionali di merci, uomini e informazioni; in un mondo dove il corpo è sempre più mobile ed il pensiero ha ampliato il suo raggio geografico di azione, pochi si preoccupano di guardarsi attorno. Di guardare lo spazio fisico, materiale, che ci circonda.
Pochi cercano di capire perché l’aumento vertiginoso delle possibilità di comunicazione wireless si accompagni -in ogni angolo del nostro pianeta- all’aumento vertiginoso di barriere fisiche, confini, muri, steccati, recinti, check point.

Il laboratorio del mondo
Per capire le ragioni di questa proliferazione di confini, siamo andati a vedere cosa sta succedendo nel territorio condiviso tra stato di Israele e autorità Palestinese. Siamo andati a guardare da vicino, seguendo il percorso di un gruppo di taxisti, le infinite varietà di recinti e dispositivi di controllo che suddividono questa regione controversa.
E abbiamo capito che il Medio Oriente è oggi una sorta di laboratorio del Mondo. Un luogo dove si concentrano dispositivi di confine che troviamo in molte altre parti del pianeta: dalla Colombia a Cipro, dalla Corea all’Irlanda, dal Marocco alla Nuova Guinea.

I confini della vita quotidiana
Ma questa proliferazione di confini, barriere e check point investe anche la nostra vita quotidiana, spezzetta il nostro territorio, frammenta il nostro tempo e i nostri movimenti. Carte di credito, tessere di riconoscimento, bedges, password, ma anche cancellate, video-citofoni, recinti stanno spezzettando il mondo in cui abitiamo e trasformandolo in un arcipelago di isole invalicabili, ad acceso controllato.

Flussi e confini: un paradosso
Perchè questa proliferazione di confini? Perchè proprio oggi? E’ proprio vero che la facilità delle comunicazioni a distanza, l’intensità degli scambi di popolazioni e stili di vita, acccrescono paradossalmente nelle nostre società il bisogno di protezione? Accrescono le richieste di confermare un’identità distintiva? Accresce il bisogno di riconoscersi e isolarsi da parte di individui e di gruppi?

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