RedPill®

di Elena Casetta e Achille C. Varzi

red-pill.jpgblue-pill.jpgMorpheus lascia che sia Neo a decidere. Se ingerisce la pillola azzurra, la sua percezione del mondo non cambierà e la vita di Neo continuerà come sempre. Se ingerisce la pillola rossa, il mondo gli si manifesterà quale esso realmente è: una realtà che va ben al di là di quanto Neo possa anche solo lontanamente immaginare. «Pillola azzurra: fine della storia; pillola rossa: resti nel Paese delle Meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.» Neo fa la sua scelta e l’avventura comincia.

Per molti filosofi, Neo è come il prigioniero che decide di lasciare la caverna di Platone. Tra una vita tranquilla ma all’ombra dell’ignoranza e una vita dura ma integra, all’insegna del vero e del giusto, il virtuoso non ha indugi. Per parte nostra, non siamo certi di capire bene la portata dell’analogia, né la dinamica della scelta ci è mai stata chiara. Non è forse Neo, all’atto del deliberare, un soggetto in balia della Matrice? Donde la sua libertà di scelta? E donde la pillola, se il mondo di Neo è mera illusione? Per un lustro intero le nostre menti si sono arrovellate su questo dilemma, e lo spettro del paradosso ha perseguitato le nostre visioni notturne come una Sfinge che divora l’anima.

Ma non tutti i dubbi sono appannaggio del maligno, ci vien detto. La pillola, in effetti, è semplicemente un «tracer». Fa parte di un programma di ricerca che si inserisce nella Matrice e interrompe il segnale portante di Neo, permettendo ai nostri hackers (veri esseri umani) di localizzarlo e inducendo la Matrice stessa a disfarsi del suo corpo (quello vero). Niente di paradossale in tutto ciò. Crediamo tuttavia di aver finalmente messo le mani—ne abbiamo anzi convinzione certa—su un documento che non solo conferma la portata dei nostri dubbi, bensì solleva questioni impreviste e ancor più gravose. Si tratta né più né meno che del foglio illustrativo contenuto nella confezione di pillole rosse da cui Morpheus estrasse quella ingerita da Neo. Nel film non se ne vede traccia, né ci è consentito di rivelare il luogo e la data del nostro ritrovamento. Ma, come dicevamo, abbiamo motivi solidissimi di ritenere che il documento sia autentico, e il Lettore potrà appurare da sé come le informazioni ivi contenute accrescano irrimediabilmente l’ombra del dubbio.

Ecco dunque quanto recita il foglio illustrativo contenuto nella confezione di RedPill®, che riproduciamo nella sua interezza eccetto per i dati protetti da copyright.

* * *
Prima dell’uso leggere attentamente tutte le informazioni contenute nel presente foglio illustrativo. L’uso di RedPill® è strettamente individuale e non è consentita la somministrazione a terzi se non previa loro approvazione e con il benestare esplicito delle autorità. La Red&BluePill, Inc., declina ogni responsabilità per incidenti derivanti dall’uso improprio del prodotto.

Composizione

Una pillola contiene: Principio Attivo: [omissis] Eccipienti: [omissis]

Indicazioni terapeutiche

Trattamento sintomatico di stati acuti di curiosità epistemica e/o ontologica, soprattutto se indotti dalla sensazione di vivere all’interno della cosiddetta «Matrice».

Modalità d’uso e posologia

Il prodotto va somministrato per via orale e in dose unica. Poiché l’ingestione del prodotto determina un mutamento dello stato fisico-mentale e della percezione dell’ambiente pressoché irreversibile, si raccomanda la massima ponderazione prima della messa in atto della terapia. Ciò vale in particolar modo per i soggetti affetti da disfunzioni decisionali e inclini al ripensamento. In casi estremi, e previa approvazione delle autorità, è tuttavia possibile annullare l’effetto di RedPill® mediante assunzione di una dose di BluePill®, di nostra stessa produzione. Informazioni su questo prodotto possono essere richieste alla nostra affiliata, Dr. Cypher, Corp., Servizio Relazioni con il Pubblico.

Controindicazioni

Si sconsiglia l’uso del prodotto salvo rarissimi casi. Soprattutto nei soggetti in età adulta, convinti di avere trascorso la propria vita interamente all’interno della Matrice, l’ingestione della pillola potrebbe provocare gravi disturbi all’apparato percettivo (bruciore agli occhi, scombussolamento acustico, iperalgesia e iperestesia cutanea), all’apparato locomotorio (indolenzimento diffuso, dolori muscolari anche acuti, spossatezza), all’apparato respiratorio (difficoltà di respiro, squilibri asmatiformi) e all’apparato gastro-intestinale. In taluni casi si sono registrati anche scompensi di ordine psico-fisico quali: ansia, attacchi di panico, sensi di rimorso anche acuti, crisi epistemiche, dubbi cartesiani in senso lato.

Precauzioni d’uso

I suddetti effetti collaterali possono essere transitori e tendono generalmente ad affievolirsi col trascorrere del tempo. È nondimeno opportuno tenere presente quanto segue:

1. Considerata l’irreversibilità pressoché certa del processo indotto dall’ingestione del farmaco, il paziente è esortato a esaminare molto attentamente se i sintomi esperiti ne richiedano l’effettiva assunzione. La semplice sensazione di «qualcosa che non va» nel mondo circostante, o la sporadica impressione, non supportata da prove empiriche, di «vivere in un sogno» o di «essere prigionieri della Matrice», possono costituire sintomi rivelativi ma non sufficienti. Purtroppo, data l’impossibilità di descrivere accuratamente il senso del termine «Matrice», non è possibile fornire prove certe dell’esistenza di un suo referente né, tanto meno, della conduzione, da parte del paziente, di una esistenza al suo interno. Altri indizi indiretti dell’esistenza della Matrice, in quanto indicativi di imperfezioni nel suo presunto funzionamento, possono essere riscontrati nel ripetersi di sensazioni di déjà-vu, ma anche in questo caso non si tratta di prove definitive. Il paziente consideri il caso delle cosiddette «illusioni percettive»: si tratta di elementi inconfutabili a sancire l’irrealtà del mondo esterno ovvero, più semplicemente, di disfunzioni «economiche» del nostro sistema percettivo? Se per realtà si intende una realtà indipendente dalla mente, e se il nostro legame con tale realtà consiste—in ultima analisi—in una serie di impulsi elettrici codificati dal nostro cervello, è possibile determinare con certezza la provenienza di tali impulsi? Questi potrebbero derivare tanto da una realtà quale il cervello se la rappresenta, cioè conforme—se non identica—al contenuto di tale rappresentazione, quanto da sorgenti reali ma ingannevoli (siano esse un genio maligno o un sofisticato congegno elettronico) che trasmettono impulsi alle nostre terminazioni nervose in modo da generare l’illusione dell’esistenza di una realtà quale il cervello se la rappresenta. Il ripetersi di sensazioni di déjà-vu può suggerire un rafforzamento di questa seconda ipotesi, ma non ne costituisce prova inconfutabile.
Il paziente avrà l’accortezza di osservare che un modo ineccepibile per sapere se viviamo davvero in un mondo esterno quale il cervello se lo rappresenta, o se siamo vittime di una colossale illusione, consisterebbe proprio nell’ingerire una dose di RedPill®. È evidente, tuttavia, che il dubbio non può essere dissipato in questo modo prima di decidere se procedere all’ingestione del farmaco stesso.

2. Il paziente è altresì invitato a considerare che, nel caso in cui egli sia effettivamente all’interno della cosiddetta Matrice, la pillola stessa sarebbe parte del mondo virtuale da essa generato. In questo caso, il gruppo di ricerca impegnato nello studio di RedPill® ha riscontrato i seguenti effetti possibili:
(a) Individuazione del segnale portante e rinvenimento, senza consapevolezza da parte del paziente, della fonte degli impulsi. Fuoriuscita dalla Matrice. Effetti indesiderati (riscontrati su tempi piuttosto lunghi): rifiuto della nuova realtà, sensi di rimorso anche acuti (v. sezione Controindicazioni).
(b) Maggior capacità di individuazione, da parte del paziente, di anomalie all’interno della Matrice. Effetti indesiderati: irrefrenabile impulso allo studio di tali anomalie, con conseguente comportamento socialmente inadeguato (sovente accompagnato da incapacità a comunicare); violazione, anche involontaria, delle normative vigenti.
(c) Nessun mutamento reale. In questo caso è possibile che la pillola sia essa stessa un ritrovato della Matrice a fini di maggior controllo: la sua (virtuale) ingestione da parte del paziente conferirebbe a quest’ultimo la credenza illusoria in una fuoriuscita dalla Matrice e, conseguentemente, l’inconsapevole accettazione della vita all’interno della stessa. Effetti indesiderati: illusorio senso della libertà, sollievo ingiustificato; ma anche: sensazione di sdoppiamento, schizofrenia.
Una variante di (c), tuttora oggetto di indagine, è costituita da:
(d) Riconfigurazione dei dispositivi incaricati di infondere gli impulsi alle terminazioni nervose del paziente, con conseguente modifica del mondo rappresentato. (L’ingestione della pillola si risolverebbe cioè nello spostamento, per così dire, da una Matrice a un’altra, o da una parte a un’altra della medesima Matrice, dotata di uguali caratteri di verosimiglianza.) Effetti indesiderati: illusorio senso della libertà e sollievo ingiustificato (come sopra) ma anche: frustrazione, claustrofobia e, qualora la riconfigurazione includa effetti punitivi, come è probabile, peggioramento anche grave delle condizioni di vita (virtuale) del paziente.
Il paziente avrà la benevolenza di tener presente che purtroppo non ci è concesso di sapere se il gruppo di ricerca impegnato in questi studi operi esso stesso all’interno della Matrice ovvero al suo esterno (nel caso in cui si dia questa seconda possibilità). È evidente, del resto, che se anche ci fosse dato di sapere, potrebbe non esserci consentito di rivelare lo stato delle cose.

3. Infine, il paziente è invitato a considerare che, nell’ipotesi in cui egli non sia all’interno della Matrice (o nell’ipotesi che la Matrice stessa sia una semplice leggenda), l’ingestione del prodotto potrebbe avere conseguenze letali. Qualora detta ipotesi risultasse confermata, sarebbe piuttosto consigliata la somministrazione di una dose di BluePill® (v. sopra), il cui effetto è di rafforzare nel soggetto la convinzione che il mondo sia effettivamente quale lo percepisce e che la curiosità epistemica e/o ontologica cui va affetto è fondamentalmente ingiustificata. Purtroppo, stanti le caratteristiche attuali dei nostri prodotti, gli effetti derivanti dall’ingestione di BluePill® sono permanenti. Una successiva somministrazione di RedPill® non avrebbe alcuna conseguenza attiva.

A fronte di tali considerazioni, la Red&BluePill, Inc., ritiene pertanto di non poter fornire indicazioni definitive circa l’opportunità dell’ingestione del farmaco. La società si riserva nondimeno di sottoporre ai suoi clienti due ulteriori spunti di riflessione.

4. Il farmaco RedPill®, per sua natura, potrebbe indurre cambiamenti radicali nello stato fisico-mentale del paziente. Questo non solo nell’ipotesi in cui egli viva all’esterno della Matrice (v. sopra, punto 3); anche nell’ipotesi opposta, l’ingestione di RedPill® può risolversi in una condotta esistenziale ben più dura e infelice di quanto il paziente possa immaginare, sia essa derivante dal conseguimento di un’effettiva fuoriuscita dalla Matrice (v. punto 2(a)) ovvero un altro prodotto dell’azione ingannevole di quest’ultima (v. punto 2(d)).

5. È bene diffidare di chiunque si offra di somministrare il farmaco. È bene altresì diffidare di chi presenti argomentazioni a sostegno della tesi secondo cui l’idea che si viva dentro la Matrice sarebbe intrinsecamente incoerente (o auto-contraddittoria). In particolare, ci è stato fatto presente che alcuni filosofi hanno offerto l’argomentazione seguente:
(a) Se viviamo all’interno della Matrice, le parole del nostro linguaggio non si riferiscono alle entità del mondo reale. Quindi: (a’) Se viviamo all’interno della Matrice, la parola «Matrice» non si riferisce alla Matrice. Quindi: (a”) Se viviamo all’interno della Matrice, dicendo «Viviamo all’interno della Matrice» diremmo qualcosa di falso. D’altro canto:
(b) Se viviamo all’esterno della Matrice, le parole del nostro linguaggio si riferiscono alle entità del mondo reale. Quindi: (b’) Se viviamo all’esterno della Matrice, la parola «Matrice» si riferisce effettivamente alla Matrice. Quindi: (b”) Se viviamo all’esterno della Matrice, dicendo «Viviamo all’interno della Matrice» diremmo qualcosa di falso.
(c) Ne segue che comunque stiano le cose (che noi si viva all’interno della Matrice ovvero al suo esterno), dicendo «Viviamo all’interno della Matrice» diremmo qualcosa di falso (per (a”) e (b”)).
(d) Quindi l’asserzione «Non viviamo all’interno della Matrice» è necessariamente vera.
(e) Quindi non viviamo all’interno della Matrice.
La nostra società ritiene che l’argomentazione in oggetto contenga due gravi fallacie. In primo luogo, posto che l’inferenza da (a”) e (b”) a (c), e quindi a (d), sia corretta, non vi è motivo di ritenere corretta l’ulteriore inferenza da (d) a (e). Dimostrare la verità dell’asserzione «Non viviamo all’interno della Matrice» non costituisce ragione sufficiente per concludere che non viviamo all’interno della Matrice. Costituisce bensì ragione sufficiente per concludere che non viviamo all’interno del referente del termine «Matrice» in uso nel nostro linguaggio, e in virtù di (a’) tale referente potrebbe non coincidere con la Matrice reale. In secondo luogo, l’inferenza da (a”) e (b”) a (c), ancorché corretta, risulta infondata, poiché non vi è motivo di ritenere vere le premesse. In particolare, con riferimento a (b”), la verità di tale premessa viene fatta discendere da quella di (b’). Essendo tuttavia ignoto, allo stato attuale delle cose, il significato preciso del termine «Matrice», non è lecito affermare alcunché di definito in merito al suo riferimento, e risulta pertanto illecito determinare con certezza il valore di verità dell’asserzione «Viviamo all’interno della Matrice». Essendo tale valore indeterminato, è evidente che risulterà indeterminato anche il valore dell’asserzione negativa «Non viviamo all’interno della Matrice», ergo l’inconclusività dell’argomentazione. Che la nostra esistenza si conduca all’interno della Matrice costituisce una possibilità reale, donde la stessa ragion d’essere del nostro prodotto, di cui garantiamo l’efficacia e l’alta qualità.

Avvertenza

Conservare in luogo sicuro e lontano dalla portata degli adulti. Non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata sulla confezione esterna. La data di scadenza si intende riferita al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.

Data ultima revisione: [omissis]

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Elena Casetta, Università di Torino e Achille C. Varzi, Columbia University (New York), di prossima pubblicazione in: Massimiliano Cappuccio (ed.), Dentro la matrice. Filosofia, scienza e spiritualità in Matrix, Milano, Alboversorio

6 COMMENTS

  1. Estremamente istruttivo. Grazie di cuore per le avvertenze e le modalità d’uso.

  2. Marco, qual è l’articolo o il saggio di Putnam a cui ti riferisci? E’ reperibile forse in rete? Grazie.

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