Il blogrodeo delle mutande

Avete ancora 40 minuti per partecipare al blogrodeo di oggi, fino alle 14.00 su blogrodeo.org. Il tema, ohibò, è preso da un racconto del sottoscritto (che onore, che vergogna).

13 COMMENTS

  1. NOOOO basta Scarpa basta co’ ‘sti blogrodeo basta… ma ti danno un tanto, per pubblicizzarli con quest’enfasi dilagante?

  2. In un blogrodeo magari, facendoti travolgere e spezzettare da blogstalloni imbizzarriti, impastato di letame, sbregato, inzaccherato lurido, Scarpazzo. E finché non metti l’accesso riservato a ‘st’arena di quotidiano scarico de li scazzi comuni, io qui ci vengo quanto voglio, e s’è il caso, t’a’ sboro, lemure illividito.

  3. D’accordo, calma. Però che tono da bullo di quartiere alla periferia di modem e scrivania, dai ( “gira al largo”, “faccio quello che voglio”…). Scarpa è da inserzione: 41enne calvo coi puffi in testa cerca gang violenta per spaccare il culo al mouse. Poi ti viene da sbroccare sulla falsariga, poche storie.

  4. Cari amici,

    che dire? Qualche giorno fa ho riportato in rete il comunicato stampa ricevuto da b.georg di “Falso idillio” sul blogrodeo che si terrà fra un mese. In più ho fatto due minuscoli richiami (da due righe ciascuno) a questa novità del “blogrodeo” in Rete, che a me sembra molto fresca e vitale.

    L’anonimo qui sopra mi ha accusato di essere enfatico e addirittura pagato. Per aver avvertito i visitatori della rete che è nata questa iniziativa del blogrodeo.

    Vi invito a rileggere il suo messaggio:

    “NOOOO basta Scarpa basta co’ ‘sti blogrodeo basta… ma ti danno un tanto, per pubblicizzarli con quest’enfasi dilagante?”

    “Enfasi dilagante” Per DUE righe, senza nemmeno un’immagine?

    Che cosa lo infastidisce? Che io riconosca che qualcuno sta facendo una cosa che a me sembra di valore? E’ suo questo blog, che viene a dirci che cosa fare o non fare?

    Accetto qualsiasi critica. Ma chi non si firma deve sapere che non si sta assumendo la responsabilità di ciò che dice. Non mi interessa nulla se questa è una abitudine ormai radicata in Rete (anche l’infibulazione, allora, è un’abitudine di molti paesi africani, con una sua radicata e secolare tradizione). Ognuno può fare la critica che vuole. E senza il mio permesso, ovvio. Ma per me la critica di chi non si firma è la critica di un Puffo: non ha peso.

    L’insofferenza di quel “NOOOO basta ecc.” è ingiustificata. Blog ce ne sono migliaia, ognuno fa quello che vuole nei propri blog. Non siamo un servizio pubblico pagato dalla collettività, che dobbiamo rendere conto delle nostre iniziative. Si può venir qui a dire: “guarda, secondo me hai esagerato, questa cosa del blogrodeo è una cosa da poco, non capisco perché la segnali”. Si può argomentare un’obiezione. Certe volte abbiamo addirittura rirperso certe cose postate nei commenti e le abbiamo messe in home page (chiedendo il permesso a chi le ha postate nei commenti, s’intende).

    Accetto qualsiasi critica, ma non sono un masochista che ama essere preso a strattonate. Che non si creda che, per risultare simpatico (o imperturbabile e olimpico che si toglie dalla mischia per superiorità), io mi trattenga dal rispondere a tono. Se mi si insulta, io rispondo.

    D’altronde, la caterva di offese successive si commenta da sola. Il bello è che il bullo sarei io…

    Mi stupisco di suscitare così tanta antipatia. Mi piacerebbe essere criticato nella sostanza, non per partito preso. E’ un po’ sconcertante dover giustificare qualsiasi cosa si faccia, soprattutto in una situazione culturale come quella italiana di oggi, dove il 98% è tivù e il resto è faticoso lavoro per creare nessi, segnalare cose belle, far conoscere persone che potrebbero creare qualcosa insieme, dare notizia di cose che nascono.

    Mi stupisce anche che ci siano persone che non siano in grado di concepire che se si segnala qualcosa lo si fa gratuitamente, perché si apprezza il valore delle cose fatte da altri, senza secondi fini.

    Ma, ripeto, tutto quel che è stato scritto – fin dal primo intervento e nei successivi – nella sequela di insulti violenti da questo signorile interlocutore si commenta da sé.

  5. ehi, pssss, psssss, Tiziano… “molti nemici molto onore”, ricorda…

    ora però vado a letto, sono distrutto dal viaggio di ritorno!
    ciao, Gianni

  6. Il “NOOOO basta” era blandamente provocatorio. Conteneva un’interrogativa, e non accusava nessuno – neppure insinuava. C’è un’attitudine paranoica di Scarpa, emerge talvolta nei post, che lo rende refrattario non solo alle critiche, più che lecite: dovute, a ciò che scrive, ma anche a sciocchezze canzonatorie come quel
    “Noo basta”, che non mirava a nulla, constatava giusto la ripresa martellante del tema blogrodeo (enfatica). Questo è quanto. La risposta successiva, come scritto, è sulla falsariga del messaggio bullo, inatteso e liquidatorio di Scarpa; un po’carica, ma ormai resta lì. Non me ne scuso, voglio dire. Ah: nemico e antipatico Scarpa? Ha la levatura, di un nemico, Scarpa?

  7. E lascia stare anche tu, puffouncazzo, ché Scarpa è un’eterna variazione sul tema del frustrato. Appena sente qualcosa che non gli torna dice sloggia, smamma, pussa via. E’ fatto così.

  8. G. C. e “puffouncazzo” scrivono dallo stesso IP address. Si tratta del medesimo inetto che si dà enfaticamente ragione da solo.

  9. Sparito il mio congedo per niente enfatico, per niente insofferente o accusatorio. Peccato. Dicevo qualcosa tipo: Ciao Scarpa. Salutami anche talsasabri e F.B.(anonimi in odor di scarpità). Goodbye sweet ladies, goodbye.

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andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.