La via lattea
di Franco Arminio
Stanotte è la notte
più silenziosa dell’anno.
La via lattea
trascina le mie costole
come un fiume in piena.
Signori,
sono il capotreno.
Scendete!
Dopo questa fermata
viene il buco nero.
*
Quando andavo a dormire
sapevo di sognarla,
al più tardi verso le cinque del mattino
stavo insieme a lei.
Sognavo lungamente.
Poi il risveglio era un incubo,
alle sei.
*
Se tu fossi qui
se io fossi qui davvero
e se ci fosse la mia mano
quella che vent’anni fa
vagava inutilmente
in cerca del tuo seno.
*
Sa di erba selvatica e miele
la tua bocca che non conosco.
Hai lo stesso nome
di un mio grande amore
ma in un’altra lingua.
*
C’è stato un tempo
in cui i miei occhi erano lunari.
In quel tempo
c’era la fiamma del tuo viso.
*
Quando Manfredi mi ha chiesto di bere
l’altro figlio dormiva
mentre alla bocca gli avvicinavo il bicchiere.
*
Quando mi lamento di qualcosa
può essere che voglio farmi notare
può essere che vi voglio amare.
*
Era un po’ di tempo
che non m’intendevo
con l’essere
né con l’avere.
*
Mi lasciavo masturbare come una scimmia.
*
Il mio corpo dentro l’anima
ha paura.
Starne fuori
sarebbe un’avventura.
*
In un messaggio col telefonino
forse ti ho perduta.
Altre le ho perse in altri modi
e resto solo in croce
coi miei chiodi.
*
Stanotte mi sono svegliato
perché ieri sera ho mangiato
molto caciocavallo
e forse perché da tempo
non scrivevo poesie.
*
C’è una tomba aperta
in ogni cuore.
Aspettate me
come io aspetto voi
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Che dire? Franco è sempre bravo.
E’ eccezionale. Come quell’altra postata in dicembre.
parlare della via lattea come la strada di periferia di una città neanche troppo nota è fare i conti con l’incapacità di concepirsi al centro. Arminio viene da quella vis bruniana che fa del centro sempre la periferia, e della periferia sempre il centro.
Fulminanti, come al solito. Sempre più lucidi dei comizi che ci/ti imponi.
“Da tempo non scrivevo poesie”
confessa, svegliandosi dopo una cena a base di caciocavallo, l’autore.
E subito dopo si picca di folgorarci con il verso:
“Mi lasciavo masturbare come una scimmia”.
Imbarazzante, non trovate?
Mi è piaciuto il sito che raccoglie sue poesie e non solo, non so se è quello ufficiale.
Mi piacerebbe leggere qualcuno che parla della sua poetica.
Esiste ancora questo tipo di persone? Letterati o che so, “contemporaneisti” che mi facciano l’analisi di un suo scritto come in un’antologia scolastica? Al liceo mi divertivo da morire a leggere le boiate che riuscivano a tirare fuori (boiate per me, adolescente-postadolescente che credeva di poter interpretare tutto con la sua sola testa). E poi imparavo anche tante cose nuove e – a seconda del commento e dell’analisi del testo – rileggevo le poesie con occhi nuovi.
Ovviamente sempre DOPO averle lette con occhi profani (i miei, da soli, senza commento). Anche il lato emotivo ha un suo perché.
Ps: emotivamente (appunto), alla fine ci vedrei un bel rutto onomatopeico, tipo BUUURRRP!
Sito? Di cosa si sta parlando?
Questo?
http://www.paolobresciani.it/arminio/indexarm.htm
Non so, magari è un omonimo che “fa” anche lui poesia.
Qui le poesie:
http://www.paolobresciani.it/arminio/arpoesie.htm
e chi lo sa, se è un omonimo…
le poesiuole che ho letto sul sito mi hanno convinta un po’ più di questa su NI.
mah questo arminio èun poeta che non conosce metrica né stile, un poeta inutile e banale direi senz’altro, un poeta adolescenziale
…allora mi piace!
emmina, come volevasi dimostrare,
una ingenua bambina
(questa ti piace?)
O Giovanni tu sei un rompicoglioni, evvabene. Ma anche nu poco strunzo!!! (e questo va male!)
Sì, va bene Giovanni.
:P