Editori, scrittori, critici e librai a confronto
A cura di Nazione Indiana
Coordina: Benedetta Centovalli
Intervengono: Andrea Bajani, Carla Benedetti, Edoardo Brugnatelli, Sergio Fanucci, Loredana Lipperini, Marco Monina, Antonio Moresco, Antonio Scurati.
Saranno presenti: Silvia Ballestra, Gianni Biondillo, Mauro Covacich, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Massimiliano Parente, Tiziano Scarpa, Beppe Sebaste e altri indiani.
Torino, Fiera del Libro
Sala Rossa
Lunedi’ 9 maggio ore 16.30
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Bravi, andate avanti così, parlatevi addosso, indignatevi in coro, piangete la miseria del mondo, strepitate sull’industria editoriale, il genocidio, la restaurazione, il potere. Non guardatevi mai dentro, non chiedetevi mai che artisti e che intellettuali siete. Non guardatevi mai attorno, sopra o sotto. Rimanete ciechi e sordi. Parlavano di restaurazione e non sapevano più cosa era una poesia. Solo la vera arte fa la rivoluzione. Il resto è rumore di fondo. Anzi silenzio. E per favore non mi si venga a dire che anche questa è repressione: vi invito a creare e a pensare LIBERI
A parte gli interventi già previsti, ci sarà la possibilità di intervenire senza essere iscritti alla lista?
Grazie,
Ivan
No, Biondillo nooo! Quello mente spudoratamente! Racconterà, per l’ennesima volta, che non sono gli architetti a fare irruzione nella letteratura, ma la LETTERATURA, a volte aiutata dalla Lipperatura, a fare irruzione nella vita degli architetti:-/
P.S. Uno del Fronte Anti-Restaurazione, al solito, mi aveva imprudentemente invitato a venire a parlare della Fata Fatuccia (di Einaudi Ragazzi)e della Strega Forestana (di Mondadori Ragazzi) lì al convegno di Torino, però, dopo aver sentito gli altri, ha ritirato tutto e fatto marcia indietro.
Dice che ho rotto troppe palle (ora bisognose di restaurazione… ehm, di restauro):-/
Non che la cosa sposti il mondo, non sono nemmeno accessorio, ma per esserci dovrei prendere due giorni di ferie, quindi in bocca al lupo ai relatori, vi seguo per radio sempre che dicano qualcosa. Però dovrei fare un giretto sabato pomeriggio e domenica, se c’è qualcuno lo saluto volentieri. (Mado’ chissà quante ve ne diranno dietro lunedì).
E Angelini se ha delle cose da dire bisognerà fargliele dire.
Scherzavo, sciocco. A chi vuoi che interessi la mia personale restaurazione? Pensavo solo che, per curare l’edizione italiana di “Kun en Spillemand” di Andersen, ho dovuto rileggere anche la sua autobiografia (“La fiaba della mia vita”). In essa mi ha colpito, in particolare, la figura del preside MEISLING, che fece il possibile per ***ostacolare*** e ***irridere*** il talento di uno degli autori oggi più celebrati nel mondo.
Che c’entra?
Be’, dovendo recarmi domani come autore per ragazzi presso una quarta elementare del padovano, ho dovuto rileggere dopo tanti anni anche il mio “Grande, Grosso e Giuggiolone”, che la Fatucci ha crudelmente espunto dai suoi cataloghi. Come resistere alla tentazione di paragonarla (si parva licet comparare magnis, naturalmente) alla figura del preside Meisling?
A che serve che l’Orietta nazionale pubblichi Anna Frank e Margarete Buber-Neumann se, nella sostanza, si è dimostrata una tale spietata Meisling nei miei confronti?:-)
Non “comparare”, Angelini, ma “componere” magnis, etc.
Ciao.
GB
Non avete ancora cambiato il nome? Ancora restaurazione? Vi prego!
Uld
Avete pensato all’opportunità di distribuire al pubblico delle fotocopie, o dei fascicoli, della discussione avvenuta qui in NI?
GB, hai ragione. Ci casco sempre, quando cito Orazio a memoria, anziché consultare il mio prontuario delle frasi con cui fare bella figura:-)
Rompo le scatole:
1) libri cancellati dal catalogo Einaudi Ragazzi, sentenze di esclusione dal giro di responsabili di collane;
2) appiattimento dell’editoria per ragazzi sul modello Harry Potter;
3) censura nell’edit per bambini, buonismo, benpensantismo, politically correct.
Nel 2004 a Bologna c’è il primo incontro tra autori per parlare di questi problemi.
Scherzi o non scherzi perché non parlarne un po’ anche a Torino? Sono problemi che si riflettono sui lettori, e i lettori in Italia, dati alla mano, sono soprattutto ragazzi.
Il lettore adulto, come ripeto da anni, non si IMPROVVISA: VA COLTIVATO DA PICCOLO. Di qui l’importanza e la centralità della letteratura per ragazzi, che non è una sorta di letteratura MINORE, MINORILE o MINORATA, ma annovera capolavori letterari non meno nobili di quelli della letteratura per adulti. Ci sono libri, peraltro, che vanno bene sia per gli adulti, sia per i giovani, perché offrono piani di lettura differenti a seconda dell’età di chi li legge (si pensi ad ALICE).
Eppure ***le*** nostre editor (le donne sono al controllo assoluto nel settore) si ostinano – salvo eccezioni – a tempestare i libri per ragazzi di “uccellini e scoiattoli, cerbiatti e coniglietti”(Giovanna Zoboli), facendo presto venire il latte alle ginocchia anche ai più volonterosi neo-lettori. Ma scrivere per bambini non è “un’attività da vecchie signore, come fare torte di mele e ricamare centrini” (sempre Zoboli)…
Eccetera.
Be’ sul fatto di essere coltivati da piccoli io ho avuto parecchio culo, da nanetto facevo già indigestione di arte contemporanea. Chiedetevi cos’è per un bambino che legge e scrive da uno-due anni trovarsi in un mostra di Picabia e leggere i calligrammi: chi ti stana più dalla testa che si possono immaginare cose straordinarie e senza limiti? Non so se avrei trovato così “normale” “giusto” quello che scrive Moresco se non fosse andata così, sicuramente avrei fatto più fatica. E allora questo è un grande argomento di discussione: COME COLTIVARE I LETTORI DA PICCOLI affinché non diventino adulti culi quadri con l’integrità degli avvoltoi e, soprattutto, degli ex lettori.
Qui i calligrammi insegnati ai bambini, non so se per merito di Munari, ma sicuramente grazie a persone della sua statura.
http://www.rosicchialibri.it/racconti/calligramma/5.gif
“No, Biondillo nooo! Quello mente spudoratamente! Racconterà, per l’ennesima volta, che non sono gli architetti a fare irruzione nella letteratura, ma la LETTERATURA, a volte aiutata dalla Lipperatura, a fare irruzione nella vita degli architetti:-/”
E sarebbe una menzogna? Ma hai letto qualche nota biografica su qualche scrittore? Non so, cominciando da quelli banali, come Celine, come Primo Levi (devo proseguire l’elenco?).
Per tornare in tema “RESTAURAZIONE e conferenza”: ho fatto una domanda (sulla modalità degli interventi), mi piacerebbe avere una risposta.
Grazie,
Ivan
Scusa, Ivan Arillotta, nella foto del sito
http://www.equal.it/component/option,com_contact/task,view/contact_id,3/Itemid,3/
hai un piercing nel sopracciglio destro?
Cazzarola, sembri davvero pronto anche tu a ricevere un’irruzione senza preavviso da parte della letteratura…
E’ una cicatrice, cacasenno. A parte che pubblicare dati personali, anche se altrove disponibili, è ai limiti della legalità (mi chiedo se vi sia un amministratore, qui: se c’è, provveda), guarda che era sufficiente che mi chiedessi il cognome, per saperlo (ma si sa, gli stupidi si dimostrano provetti investigatori dell’inutile). Anche in pubblico. Se dovessi proseguire a comportarti come uno psicopatico non aspetterò certo l’intervento dell’amministratore, o di chi per lui.
E’ una richiesta ufficiale, smettila di molestare.
Copio-incollo dal blog Feltrinelli di Marco Drago:
“Purtroppo gli entusiasti [del suo ultimo libro “Zolle” ed Feltrinelli] scelgono di scrivermi all’indirizzo mail o di telefonarmi, lasciando il blog in mano – finora – solo alla sonora stroncatura di Chiara Manfrinato.
Nessuna recensione sui giornali (ai tempi dell’Amico del pazzo, ne avevo già mezza dozzina…). Bah. Ecco perché dico a volte – scandalizzando la platea un po’ ingenua che mi merito – che scrivere un libro ormai non ha più alcun significato.
Meditiamo insieme.”
OFF TOPIC
DISEGNI DI JOSÉ MUÑOZ
(dal comunicato stampa)
Alla galleria D406 arte contemporanea, in via Cardinal Morone 31-33, a Modena, da sabato 30 aprile a domenica 3 luglio verranno esposti oltre 150 disegni su carta dell’artista argentino Josè Muñoz (residente a Parigi da molti anni), presente all’inaugurazione di sabato 30 aprile a partire dalle ore 18.
Negli ampi spazi della Galleria verrà allestita una significativa rassegna (una delle più ampie mai presentate in Italia) del lavoro dell’artista argentino, riconosciuto come uno dei maestri internazionali del fumetto d’autore e dell’illustrazione, e le cui pubblicazioni sono lette, da oramai quasi 30 anni, in tutto il mondo. Verrà esposta una selezione di 34 tavole-pagine originali di fumetti a china disegnate a partire dai primi anni 70, tratte da “Sudor Sudaca”, dalla serie di “Alack Sinner” celebre investigatore privato (“La vita non è un fumetto”, “Nicaragua”, “Il ruffiano malinconico”); da “Viril “Convocatoria”; “Scintille”; “Billy Holiday”, dai più recenti lavori “Panna Maria” e “Il Morso del Serpente”, e dal recentissimo “Le Livre”, scritto con Sampayo (che segna il ritorno di una coppia “storica” del fumetto internazionale), pubblicato in Francia alla fine dello scorso anno e ancora inedito in Italia.
Verrà inoltre presentata una serie di bellissimi disegni a china, a pastelli colorati e a tempera di vari formati, con protagonisti i personaggi e i luoghi che da sempre ispirano il lavoro di Muñoz: musicisti e cantanti jazz, gauchos argentini, immigrati clienti di bar fumosi, ballerini/e di tango, donne sudamericane dai tratti marcati che
popolano una Buenos Aires degli anni passati, ed ancora paesaggi della pampas, indelebili nostalgici ricordi dell’artista.
In galleria saranno disponibili tutti i volumi del maestro editi in Italia e molti di quelli editi in Francia.
Sabato 4 giugno l’artista ritornerà a Modena per firmare e dedicare, dalle ore 17, i suoi libri a tutti coloro che vorranno intervenire. Orari di apertura della mostra: martedì 16,30-20; mercoledì 16,30-20 e 21-23; giovedì 10,30-13; venerdì 16,30-20 e 21-23; sabato e domenica 10,30-13 e 16- 20. Da sabato 30 aprile a domenica 3 luglio.
Per Arillotta-Roquentin: vedo che hai il sense of humour di un paracarro. Invoca pure l’amministratore (il moderatore?), ma non dimenticare che questo non è un niusgrup moderato: se comunque, dovesse risponderti, chiedigli di eliminare da google i dati e le foto da te stesso resi pubblici.
Io sarò anche “psicopatico”, ma tu di sicuro uno dei tanti tromboni che impazzano in rete.
Egregi, illustri e bella gente assortita, io credo che abbia molta importanza il discorso sul lavoro portato avanti da Aldo Nove anche qui su NI; mi pare che la generazione ora cinquanta-sessantenne stia scherzando col fuoco: a tenere i più giovani (e i non più troppo giovani) sotto schiaffo e senza prospettive, continuando ad abbarbicarsi ai privilegi di casta o di vecchie finte lotte, avranno una dura vecchiaia, oltre che continuare ad affossare il sistema-paese. Non credo infatti che chi riceve zero avrà voglia o cuore di restituire più che zero. La restaurazione non è altro che questo chiudersi a riccio, l’ennesima massimizzazione di un qualche profitto a breve termine sulle spalle di un mare di manodopera a costo quasi zero. Voi, per storia personale e attuale posizione sociale, cosa rappresentate o cosa e chi credete di rappresentare? A leggere molti degli interventi dei giorni passati, non l’ho ancora capito.
Speriamo che sia vero, che la fioritura ipotizzata da Moresco ci sia.E che possa esplodere. Fuori dal coro. Dal marketing. Io spero nelle voci giovani, non anestetizzate. Ma un po’ mi fa paura questo “unirsi” corporativista controcorrente degli scrittori. Dimenticavo sono una scrittora, per ragazzi ma non solo. Non so, ho sempre preferito stare fuori dai giri, e scrivere difendendo quella individualità di cui parla anche Moresco. Qualcosa su cui si deve riflettere sempre: la responsabilità. Ognuno deve assumersi la propria. Editori e scrittori. Quanti scrittori, soprattutto che si rivolgono ai giovani, sono scrittori e non semplici scrivani che riempiono pagine, magari di temi sociali, solo con il cervello o la penna ma senza pancia. E senza la personalità, l’inividualità, che deve contraddistinguere ogni uomo. Ma forse sono andata fuori tema. Però sì, questo è un secolo buio, e bisogna rinascere. Forse partecipando…
La vita è breve ce n’è una sola e bisogna viverla con responsabilità, magari perdendo il treno.
PS) non sono d’accordo con Angelini che fa diventare un fatto strettamente personale la critica a personaggi come Fatucci e Forestan (che del resto se ne è andata in pensione). Di rifiuti siamo pieni tutti… e anche di libri che escono dai cataloghi.
Tesoro, io invece sono d’accordo con Angelini, di cui conosco meglio di te la vicenda nei suoi odiosi risvolti. Scrive Giovanna Zoboli, fondatrice dei Topipittori, nell’articolo pubblicato da Giuliomozzi in un recente Vibrisse: “Gli editori di libri per ragazzi NON sono un consesso di anime belle, sensibili alla poesia della vita. Ci sono fior di mascalzoni, nel settore, come dappertutto.”
Ebbene, per me avere avuto a che fare con la Fatucci è stato come avere avuto a che fare con il demonio. E mi viene da ridere quando la vedo ergersi a gran democratica, sensibile ai temi progressisti e aperta all’altro e al diverso.
Quanto alla Forestan, so che a lei tu sei andata a genio ed è logico che tu ne dica solo bene. Le riconosco sicuramente dei meriti, ma non certo quello di aver accettato sportivamente e democraticamente un mio rilievo rispetto a certi ritocchi redazionali a mio dire peggiorativi, anziché migliorativi, di una certa mia traduzione.
E lasciami dire che togliere il ***lavoro*** (vedi Aldo Nove) di punto in bianco – dopo una collaborazione durata anni – sulla base di un ridicolo screzio personale, è atteggiamento oscurantista e da ‘padrona delle ferriere’, anzi da ***caporala*** del bracciantato.
In tal senso Moresco e Aldo Nove hanno perfettamente ragione: ***restaurazione*** come ritorno alle condizioni di lavoro della fase PROTO-INDUSTRIALE.
P.S. Patrizia, scusa, è vero che sei di Fano anche tu?
Carissimo, sbagli, non sono di Fano e non sono mai andata a genio alla Forestan, avendo avuto un “piccolo screzio personale” tanti anni fa, infatti non mi ha mai pubblicato. Ma non voglio parlare delle mie storie personali, anche se me ne ha fatta una veramente da manuale. Sicuramente Giovanna Zoboli che ha lavorato con lei per tanti anni la conosce meglio.
Sono d’accordo che nell’editoria per ragazzi ci siano tanti mascalzoni, come dappertutto.
Forse sbagli persona. Di Patrizie Rossi è pieno il mondo… Non voglio essere fraintesa, ho espresso con sincerità il mio pensiero proprio perchè anche io ho avuto esperienze negative e assolutamente ingiuste con entrambe i personaggi.
E comunque sono d’accordo con quello che ha scritto Moresco.
Pietra sopra?
Secondo me tra scrittori per ragazzi non ci si mette mai “una pietra sopra” perché le pietre minimo minimo volano. Non so, per far pace si deve dire una roba stramba tipo: vermealmerlo! e l’altro risponde “e allamerlamarrone!”. Su provate…
Per dare al diabttito in corso un respiro un tantino meno NOSTRANO, copio-incollo da alicelibri.it il sg. comunicato:
Martedì 3 maggio 2005, a Venezia, verrà inaugurata la prima “Cattedra per i diritti umani dello scrittore”.
Promossa dal P.E.N. Club Italiano, realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, in collaborazione con l’UNESCO e l’Ateneo Veneto – che ospiterà la manifestazione – e con il contributo della Fondazione Ermenegildo Zegna, la Cattedra inaugura una serie di appuntamenti internazionali che avranno cadenza annuale, con lo scopo di fare il punto della situazione sulla libertà di espressione degli scrittori e dei giornalisti di tutto il mondo e dare impulso ai canali dell’informazione e della diplomazia perché contribuiscano a salvaguardarne i diritti umani.
Il bilancio sugli atti di repressione perpetrati nel mondo verrà stilato sulla scorta della Caselist, un elenco di casi compilato annualmente dal Writers in prison, sezione del P.E.N. International.
Alla Conferenza, aperta alla stampa e al pubblico, parteciperanno scrittori in rappresentanza di 18 nazioni e intellettuali perseguitati nei Paesi d’origine per “delitti d’opinione”, che porteranno la loro testimonianza.
L’iniziativa, come spiega il presidente del P.E.N. Italiano, Lucio Lami vuole
“Tener viva l’attenzione sul fatto che molti dei Paesi che siedono nella Commissione ONU per i diritti umani violano apertamente questi diritti, in particolare quelli di scrittori e giornalisti”.
“Già nel 2004, con il congresso di Bari – afferma Lami – avevamo denunciato all’ONU una situazione grave e in via di ulteriore peggioramento: 1500 scrittori e giornalisti uccisi e incarcerati in soli 12 mesi”.
“Con questa cattedra pensiamo di promuovere annualmente una campagna contro l’indifferenza dell’Europa nei confronti del problema e contro la sleeping diplomacy di una parte consistente dei media.”
Egregio e illustre Giuseppe Cornacchia, gli scrittori, gli intellettuale non hanno mai rappresentato nessuno. Dicono e scrivono cose sagaci, giuste, belle, oppure deboli, sbagliate, brutte. Metterla sul piano della rappresentatività non ha alcun senso, significherebbe cancellare il ruolo sociale dello scrittore e dell’intellettuale. Lei pensa forse a un albo professionale per scrittori e intellettuali, con disamina delle loro storie di vita personali per rilasciare regolare patentino? Oppure a periodiche elezioni per selezionare scrittori e intellettuali socialmente “rappresentativi”? Magari con quote ripartite a giovani, vecchi, borghesi, operai, femmine, maschi?
Se non ha capito il senso del dibattito svoltosi in queste settimane su questo sito, pazienza, si farà a meno a malincuore del Suo apporto.
fake di Angelini, credo abbia ragione roquentin riguardo al ri-pubblicare dati personali.
Oltre al fatto che è generalmente vietato divulgare i dati (numero di telefono, e-mail, indirizzi, foto) di altre persone che hai “conosciuto” su questo sito e non, o sui quali ti sei informato per altre vie, senza chiedere il loro consenso diretto.
La nuova legge sulla privacy potrà aiutarti meglio.
un post scriptum offtopic: complimenti a Ivan, un gran belloccio :)
Cara Emmina, ti racconto come sono andate le cose: mi girava per la testa il nick ‘Roquentin’ (ho letto ‘La Nausea’ troppo tempo fa perché mi tornasse subito in mente il nome del protagonista) e allora l’ho digitata su Google. Prima viene fuori ‘Un mot par jour:
Roquentin : (n.m) vieillard ridicule qui veux faire le jeune homme.”
‘Urca!’ mi son detto. Che grande senso dell’ironia ci ha ‘sto Ivan!’
Poi spunta l’altro link con tanto di foto del soggetto – cognome – studi (Scemologia… ehm, Semiologia), tutti dati inseriti in rete da lui stesso. Ci scherzo un po’ sopra e quello mi risponde come un viellard ridicule qui veux faire le jeune homme!
‘Cazzo’, mi son detto, ‘sto qua ci ha il senso of humour di un paracarro!
Poi ho letto il tuo commento e ho pensato: ‘Cazzo, ‘sta qua ci ha il sense of humour di un’ornitorinca!”:-/
ATTENTI: la mosca vi guarda!
Fake, quando citi non ne azzecchi una. “qui veut faire…”. I “voeux” sono un’altra cosa. Invece di pensare una risposta spiritosa (o presunta tale) studia !
Piccoletto, questa volta non ho citato a memoria, ma ho usato il sistema del copia-incolla. Quindi, paradossalmente, ho citato giusto (= come da sito).
Colgo l’occasione per segnalare una censura della Lipparini: era apparso nel suo blog, sempre a proposito di Roquentin, un messaggio in cui lo si accusava di sentirsi un piccolo Ferdinand de Sozzùr, ma dopo un po’ il messaggio è sparito. Che Roqeuntin si sia appellato all’AMMINISTRATORE?
Lo humour dov’era, nel chiedergli forse se aveva un piercing? ahahahah, ma che battutona!
Comunque: avresti dovuto farla, questa splendida battutona, senza mettere il link diretto ai suoi dati personali.
Ciao!
No, sono stata io, Fake: e dopo aver chiesto più volte di rinunciare agli insulti personali (peraltro, più pesanti, come sai bene, di quel che hai qui citato).
Possibile che non si possa discutere senza ingiuriare?
Lipperini: possibile che non si possa discutere anche ***sorridendo***, oltre che fancendo i sussiegosi come Roquentin? (Ferdinando de Zozzùr è divertentissimo, applicato a lui). Ammetterai che ne dico di cose ***profonde***, benché col sorriso sulle labbra:-/
Emmina: ripassa i comandamenti (non dire falsa testimonianza, questa volta).
fancendo > facendo [per rispetto a Couturier]
Certe volte Angelini si merita proprio un sacchettino di caramelle al Mu, quelle che fanno sparire…
Non toucate Lucio! Altro che Charlie, noi Lucio’s Angels defenderemo our chief contro tuto e tuti! Lucio is a big fanfaron, (si dice così?) ma è really terrific! Hi Lucio, ti aspetiamo tute e 4 meze biotte per farti il daily report!
Al Burocrate: la tua idea del ruolo mistico-chiacchierologico dell’intellettuale ha poco fondamento, anche considerando che si tratta pur sempre di una persona ben dentro una società, in un ruolo o nell’altro (scrittore, critico, giornalista, libraio, editor, ecc). Degli interventi delle settimane precedenti ho capito che anche nel settore “editoria” si stanno affermando le dinamiche che Aldo Nove ben evidenzia (con le sue interviste ai precari) nel manifatturiero, nel terziario, nel commercio e anche nell’agroalimentare; mancano il business dei corsi inutili (master di tre giorni a 1000euro+iva), quello delle certificazioni fantasma, quello dei mestieri che pretendono di farsi professione con albo, quello dei concorsi truccati nel pubblico o nel finto privato, quello delle assunzioni dietro lauto pagamento, quello dell’io raccomando uno tuo e tu prendi uno mio. Tutto ben descritto da Solzenicyn (un vero intellettuale, oltre che ottimo scrittore) in “arcipelago gulag”, lì dove parla della povera gente (o della gente onesta) vessata fin nella schiavitù più miserabile dai padroni e dai loro principali alleati, i ladri (con i delatori), che aggiungono beffa a danno. Continuiamo? Mi pare abbastanza.
Qui pretendete che un libro sia più di una pecora. Dipende… riducessimo drasticamente la carta messa in circolo, ancora più gente sarebbe a spasso, la cultura (alta, troppo alta, ma l’unica che tiene) non ne avrebbe molto danno e rimarrebbero i libri che davvero contano, senza consumo eccessivo. Conviene ai padroni? Conviene ai ladri? Conviene ai convenuti/convegnisti? E cosa sono questi ultimi, padroni, ladri/delatori o popolo? Questo è il mio contributo. Io sono popolo; sto cercando di diventare padrone; non sono tagliato per fare il ladro né il delatore. Tu, Burocrate, che sei, un delatore o un ladro?