da Sud n°5
Questo testo lo ha scritto Renata Prunas, sorella di Pasquale, fondatore nel 45 della rivista
Da SUD a SUD
di
Renata Prunas
a Rocco Scotellaro
«Spett Redazione di “Sud” – Napoli
Ho partecipato al concorso Sud del 15 luglio inviando una poesia . Avrò piacere di conoscere l’esito. Intanto invio l’acclusa poesia e prego mi siano inviati in assegno i numeri di Sud che frattanto usciranno. Saluti
R. Scotellaro
Tricarico – 10 agosto 1946»
È sorprendente scoprire, ancora oggi, che anche in una lontana ‘periferia’ qual’era la Basilicata del dopoguerra afflitta da antica povertà e nuova miseria, Rocco Scotellaro, giovane e sconosciuto poeta, non solo conoscesse SUD, neonato giornale letterario napoletano, ma ne fosse anche un attento e appassionato lettore.
Letture certamente rubate all’intensa attività politica che proprio in quegli anni videro Scotellaro non solo impegnato socialmente ma protagonista appassionato nella lotta per l’occupazione delle terre a fianco dei braccianti lucani. Nel 1944 aveva fondato la sezione del Partito Socialista di Tricarico e nel 1946, appena ventitreenne, per esplicita volontà dei contadini, ne veniva eletto sindaco per il ‘partito socialista di unità proletaria’.
Relativamente alla ricostruzione del processo di formazione culturale, delle letture, delle curiosità intellettuali di Scotellaro, ne scrive ampiamente Franco Vitelli nella postfazione del volume da lui stesso curato, Tutte le poesie di Rocco Scotellaro 1940-53: «Se mi si chiedesse di indicare per il primo punto il campo originario delle sollecitazioni non esiterei a trovarlo nella rivista SUD (1945-47), che svolgeva una infaticabile azione di rinnovamento anche attraverso la diffusione della conoscenza degli scrittori stranieri. Scotellaro leggeva il periodico e lì, nel numero del 1° gennaio del ’47, fu pubblicata una sua poesia…».
Rocco, animato da grande energia e vivacità intellettuale, doti per sua natura autenticamente popolari, desiderava quindi fortemente essere presente anche nel mondo letterario ma soprattutto partecipe di una «letteratura di uomini tra gli uomini», come scriveva su SUD Pasquale Prunas, trasmettendovi la sua cultura contadina meridionale, i suoi ideali, le sue appassionate e generose lotte politiche condotte in prima persona per il suo amato e dimenticato sud, «…allo stesso modo con cui, ma su un piano razionale, storico e critico, un altro giovane, Piero Gobetti, lo era stato nel primo dopoguerra – secondo un’affermazione di Carlo Levi – per il mondo operaio e intellettuale del nord».
Nel maggio del ’46, in occasione della campagna referendaria per la nascita della Repubblica, Scotellaro incontra Carlo Levi, pittore, scrittore, attivo antifascista, in anni precedenti arrestato e poi confinato in Lucania e Manlio Rossi Doria, già noto studioso di economia agraria del mezzogiorno.
Una stima reciproca alimenta e lega saldamente queste tre personalità così diverse tra loro e per «…il piccolo ragazzo dai capelli rossi e dal viso imberbe di bambino…», così lo ricorda ancora Carlo Levi, essi diventeranno preziosi, insostituibili amici e maestri, uniti in un rapporto solidale e quasi fraterno fino alla scomparsa di Rocco, improvvisa e inaspettata, che avverrà il 15 dicembre del ’53.
Nell’agosto del ’46 Scotellaro decide di partecipare con una sua poesia al concorso indetto alcuni mesi prima da SUD sul quale si andavano via via pubblicando testi e poesie di autori già noti, sia italiani che stranieri, come Eliot, Sartre, Emmanuel, Esenin, Ortese.
Tra le opere inviate al giornale la giuria di SUD composta da Luigi Compagnone, Anna Maria Ortese, Raffaele La Capria, Franco Rosi, Carla De Riso e Pasquale Prunas, su 82 concorrenti segnala e decide di pubblicare solo la poesia di Rocco Scotellaro, Liberate uomini l’ergastolano.
I suoi temi e la sua capacità di dare voce ai silenti «contadini laceri del sud» sono già presenti e, come motivato dalla giuria, prendono corpo in un «…effettivo nucleo drammatico svolgendolo su un notevole e reale piano poetico».
Questa poesia, fra l’altro, aveva avuto una sua precedente versione, datata giugno ’45 e così infatti è proposta nell’intera produzione poetica del 2004 curata dal Vitelli. Scotellaro ritenne invece opportuno modificarla per il concorso in alcune sue parti sostituendo, per esempio, alla parola carcerato il termine ergastolano, versione rimasta fedelmente legata a SUD anche nel titolo e che oggi riproponiamo così come fu pubblicata nel 1947.
Il giudizio positivo della giuria e la pubblicazione della sua poesia incoraggiano Scotellaro a continuare la collaborazione a SUD inviando mesi dopo al giornale un suo breve racconto, Una testuggine.
Ma sfortunatamente è in ritardo: il giornale sta per uscire con il suo ultimo numero. Una coraggiosa volontà di indipendenza politica unita a insormontabili difficoltà economiche ne determinano la chiusura definitiva nel dicembre del 1947. Arriverà in ritardo, come il suo stesso autore ci ha raccontato, quasi sessant’anni dopo, nel n° 1 di questo giornale, anche il poemetto Tempo inviato a SUD contemporaneamente da Porto Empedocle e firmato da un altro giovane coetaneo di periferia, l’allora ventiduenne Andrea Camilleri,
Il racconto Una testuggine, dattiloscritto sulle tre facciate di un doppio foglio di carta piegato in due, era ordinatamente riposto con altri in una cartellina con la dicitura «SUD – da pubblicare nel prossimo numero -». E con una piccola curiosità in più: il testo era ulteriormente piegato e spillato in un foglio di vergatina con un appunto manoscritto da Pasquale Prunas: «IL MERIDIONE PROGRESSIVO” – mensile di cultura e politica – formato Politecnico mensile – pagine 24 – prezzo lire 100».
Ancora un nuovo progetto dunque, che non solo prevedeva l’utilizzo di quel racconto, ma certamente indicava nello stesso Rocco Scotellaro un possibile prezioso collaboratore e nei suoi temi di lontane periferie culturali una fonte di ambiziose, inedite scelte editoriali.
Il tutto è parte dell’archivio storico di SUD, giornale fondato e diretto da Pasquale Prunas, anche lui appena ventunenne nel 1945 e da lui gelosamente conservato fino al 1985, anno della sua scomparsa.
Mai pubblicato da SUD, forse ancora inedito, emerge ora dal buio e vede la luce. Per la testuggine, dunque, direbbe il suo stesso autore ricordando uno dei suoi primi versi, «È fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi – con i panni e le scarpe che avevamo. – Le lepri si sono ritirate e i galli cantano, – ritorna la faccia di mia madre al focolare».
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cristo!!!!! ecco chi era l’anonimo che mi annunciava qualcosa della ortese:-))))
Con la storia che siete tutti “anonimo” mi credevo fosse stato giorgio.
Ottimo post, ma del resto, anche se non sto sempre a dirlo, ultimamente avete postato tutti delle cose strepitose, interessanti e che fanno riflettere, compreso la teo-recensione di colombati.
geo
Rievocazioni molto belle. Ancora complimenti.
Bart