A Casarsa il 25 aprile
di Gianni Biondillo
Oggi moriva, assassinato, un uomo. Lo voglio ricordare con alcune parole che ho scritto davanti la sua tomba oltre un decennio fa.
Qui sull’arida sponda delle tue ceneri
sto, Pier Paolo, dismesso
Dal mondo che mi ufa.
I figli di allora sono ora
padri ancora più bui
e i giovani sembrano mostri
morti d’inedia.
Il vento da destra mi gela le ossa.
Non mi eri padre né mi sei fratello
per un banale scarto di ere,
quello che mi hai dato è inattuale.
Giro per le tue rovine
dannato all’eterna mediocrità.
La prospettiva si curva:
ho dato le spalle alle ombre
ma ora la luce mi fa a pezzi.
[tag: Pier Paolo
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Gli ultimi tre versi (in particolare quello finale: “la luce mi fa a pezzi” ) non possono non far urlare il mio Allarme Watchmen. Infatti è, diavolo d’un Biondillo!, una fin troppo evidente citazione – pastiche dalla terribile morte di Osterman. Bene così!
C’è Alan Moore (non ho mai nascosta la mia passione per la sua scrittura) ma c’è anche “la luce della storia” delle Ceneri di Gramsci, ovviamente.
Se continuate col culto mooriano, dovrete far entrare Morozzi in Nazione Indiana :-)
Un abbraccio fraterno a Biondillo.
caco su biondillo, sulla sua esasperante banalità
Invece io ricordo che in questo “sviluppo senza progresso” menti illuminate continuano a morire e celebrare PPP morto, è continuo memento di cio’.
lo sviluppo senza progresso uccide attraverso chi decreta la giustizia da un ufficio, dipinge la bellezza da un museo, celebra la sacralità da una chiesa, proclama l’intelligenza da una cattadra.
Magdamantecca