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Libertà di stampa, astrologia ed il bisogno di “sapere già tutto”

di Andrea Arrighi

Ad inizio estate (maggio-giugno) leggo sul settimanale “D” di Repubblica un articolo a proposito di una proposta di legge che vuole far scrivere, all’inizio di ogni oroscopo, che ciò che si sta per leggere “non è scientificamente provato, non bisogna crederci” o qualcosa del genere. Negli articoli che ne parlavano si diceva che allora un simile avvertimento sarebbe da mettere anche all’inizio di molti altri contributi “presunti scientifici”, come ad esempio quelli relativi al cibo ed alle diete, al benessere in generale, alle leggi di mercato ed a molte altre tematiche. Veniva detto anche che sono ben pochi quelli che “credono ciecamente all’oroscopo”. Moltissimi, a quanto pare, lo leggono, dato che quasi tutte le riviste, più o meno serie, si preoccupano di tenerne un’apposita rubrica.

Mi è capitato di conoscere meglio una astrologa in pensione mia vicina di casa, con la quale abbiamo finalmente avuto occasione di fare due chiacchiere a fine luglio, nell’atmosfera incandescente della Milano estiva. Davanti alla proposta di legge citata, questa anziana signora ha sorriso. Mi ha parlato, senza aver letto nessuno degli opinionisti (filosofi e sociologi ed altri ancora) che dibattevano al riguardo, del fatto che l’astrologia per lei è stata sempre un “trucco”, non per imbrogliare la gente, ma solo per fare accettare ai suoi clienti l’idea di ciclicità, di alternanza tra periodi positivi e negativi. La signora mi ha parlato delle varie posizioni planetarie, mi ha accennato al fatto che, se vogliamo, possiamo intendere i periodi negativi, quelli dove in termini tecnici ci sono i pianeti “opposti” al nostro segno, anche come momenti in cui è giusto tagliare con persone o situazioni con le quali non si ha più niente da dire o che sono diventate più fonte di sofferenza che di piacere. Viceversa, nei periodi “positivi”, quando ad esempio Giove, il pianeta notoriamente della fortuna, entra nel nostro segno, allora, dice lei, non bisogna aspettare, ma darsi da fare. Un po’ come a dire “aiutati che gli astri ti aiuteranno”.

Poi ci siamo bevuti diversi tè alla pesca ed abbiamo discusso allegramente su quanto il problema reale sia piuttosto la tendenza della gente a credere “troppo seriamente” a ben altri tipi di informazione, come ad esempio, gli organi di stampa. Concordammo che è qui che le persone dovrebbero essere più critiche, o meglio, avere lo stesso atteggiamento di quando leggono oroscopi. Ognuno dovrebbe appunto chiedersi “è vero ciò che mi dicono?” “La verità è questa, oppure ci sono più verità o più interpretazioni della medesima, come negli oroscopi?” Rubriche astrologiche e organi di stampa sembrano avere in comune anche due aspetti 1) si trasmettono solo messaggi “positivi”, per non scoraggiare nessuno; 2) oppure si dice ciò che si pensa la gente si aspetti di sapere in una determinata situazione. Vari esempi al riguardo possono essere le notizie relative al numero delle vittime civili e non nelle recenti guerre. Ma preferisco citare invece un articolo comparso su “Venerdi” di Repubblica del 5-8-05. Si parla di G. Weller, il giornalista USA che aveva denunciato gli orrori della bomba atomica, ma che era stato letteralmente censurato per anni perché “Il popolo americano non avrebbe apprezzato quella testimonianza (di Weller, appunto) che, se nei primi dispacci riferiva di un lavoro “pulito e selettivo” della bomba atomica, in quelli successivi ne denunciava le raccapriccianti e misteriose conseguenze”. (Articolo di P. Zanuttini).

Mi sembra che allora, se è vero che esiste una libertà di stampa, che caratterizza una “democrazia coi fiocchi”, essa si manifesta nel tempo (pensiamo ai diversi dossier su stragi e scandali politici nel nostro paese o negli Usa che vengono aperti, non senza difficoltà e polemiche, solo dopo molto tempo dall’accadimento dei fatti a cui si riferiscono, quando le indagini al riguardo sono ormai archiviate) ed anche la stessa coscienza critica ha spesso tempi lunghissimi. Come esempio cito, perdonando l’eventuale retoricità, il caso di Pasolini, oggi omaggiato spesso con rassegne e ripubblicazioni, mentre in vita veniva facilmente avversato dalla stessa sinistra. Viene quasi da dire che anche la libertà di stampa, e quindi di opinione, ha periodi ciclici, positivi (in cui si manifesta pienamente, con le dovute conseguenze) e quelli negativi (in cui appunto si tace, anche sulla bomba atomica, perché non bisogna pensare negativo o dire cose che potrebbero turbare quella che si pensa essere l’opinione generale). Certo, poi anche la “gente” (tutta quanta, di destra o di sinistra che sia) si accontenta spesso e volentieri del proprio repertorio di opinioni e trova faticoso avere lo stesso atteggiamento che ha nei confronti degli oroscopi anche in relazione agli organi di stampa a cui spesso si affida. Forse, mi viene da dire con un po’ di ironia, basterebbe mostrare lo stesso approccio di “sfida”, che, di fronte ad un oroscopo negativo, scommette che invece le cose andranno del tutto diversamente.

Concludo con un ultimo episodio, a proposito del voler sapere tutto, tendenza che viene ovviamente espressa anche e proprio nella passione per l’astrologia. Durante un periodo di vacanza ho avuto l’occasione di vedermi tutto un pomeriggio di programmazione di una delle reti RAI. Si iniziava con una trasmissione religiosa, dove, notavo, ormai lo stesso cristianesimo viene interpretato in chiave molto aperta. Gesù, spiegava e sottolineava la intrattenitrice, forse suora, offre pane e pesci a tutti quanti, cristiani e pagani, durante la ben nota moltiplicazione. Il cristianesimo veniva enfatizzato come religione che fa incontrare culture e religioni diverse, a quanto ho capito. Seguivano questa programmazione i telefilm di Zorro, Don Matteo 4 ed il Commissario Rex. Alla fine di questa sequenza trovavo una libertà di stampa incredibile, anche se molto indiretta. Veniva trasmesso tra le righe un concetto secondo me abbastanza chiaro, certo interpretabile in più modi: la giustizia funziona quasi solamente con l’aiuto di forze soprannaturali o irrazionali.

Nel finale di Don Matteo il commissario chiede a Terence Hill (che ora non risolve più ogni questione a suon di pugni e revolverate, una volta trovata la possibilità di riciclarsi come pacato e saggio prete televisivo di successo) come lui abbia potuto risolvere brillantemente un caso di omicidio, evitando che finissero in carcere i soliti “presunti colpevoli” e punendo invece i soliti “presunti innocenti” in realtà veri colpevoli. Don Matteo risponde che lui ha un “informatore speciale” che lo aiuta a guardare nel cuore della gente e che però si fa “pagare bene” e a lui ha chiesto “tutto”. Che sia Dio in persona, o un super eroe oppure un pastore tedesco con un “fiuto” migliore di tutto un distretto di polizia, il concetto mi pare più o meno lo stesso. E certamente, anche in politica, il sogno è questo: poter prevedere o prevenire tutto. Tuttavia, come mostrano gli oroscopi stessi, questa è una cosa particolarmente difficile. Almeno l’oroscopo, se non altro, ci pone in un positivo atteggiamento ironico-critico spesso utile. Del resto, l’arguto Paul Fayerabend, filosofo della scienza scomparso recentemente, utilizzava proprio la “critica” ai critici all’astrologia, nel suo Dialogo sul metodo, non tanto per farci convertire alla fede in un presunto influsso degli astri sulla nostra vita, quanto per avvertirci del pericolo di parlare senza aver conosciuto prima un argomento; per invitarci a conoscere criticamente, consapevoli dei nostri pregiudizi, ogni questione, guardando alle informazioni che troviamo su un argomento, ma ancora di più a quelle che dovrebbero esserci e difficilmente si trovano.

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.