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La Prima Fiamma

del
maestro Furlen

francesco forlani tedoforo con scorta La sveglia è alle cinque e mezzo. L’incontro alle ore sei in corso Belgio novanta. In corso Belgio novanta per Torino 2006. La torcia non si deve spegnere nemmeno sotto pioggia, neve e vento fino a 120 km/h e il fuoco che sprigiona non deve superare i 10 cm d’altezza con un’autonomia di 15 minuti. Alta 765 mm, 108 mm di diametro e 1,850 kg di peso, è prodotta in 12.000 esemplari numerati. Mitico!! Furlen tedoforo!

Anch’io ho i miei numeri. 38/9 anni, uno meno di Biondillo, da uno a Torino. Da quindici in Francia. Anzi non lo potrò più dire. Da un anno devo formulare la mia vita in un altro modo. Per 15 anni a Caserta, per 8 a Napoli e per 15 a Parigi. Dopo le Olimpiadi? Di nuovo a Parigi, anzi non si sa. Mobili noi siamo mobili ed ogni viaggio è un trasloco.Quando arrivo al luogo dell’appuntamento è notte, e quasi tutti c’hanno tuta e scarpette da ginnastica. C’è chi se l’è comprate nuove per l’occasione e te ne accorgi dal rumore che fanno, rumore su cui inciampano di tanto in tanto, passando dal bar al salone, avvolto nelle bandiere del TOROC. (Torino Organising Committee XX Olympic Winter Games ). MOC, TOC, CCC, CIO. Tante sigle per un solo evento. E grazie a un sorteggio di due mesi prima, dovrò portare la torcia Olimpica per rappresentare, insieme a Elisabetta, il Settore Comunicazione Olimpiadi della Città di Torino. Mi alleno. Cioè in realtà dovrei allenarmi visto che tutti mi chiedono: – Allora ti stai allenando? e io rispondo – certo, che mi sto allenando, ma non è vero. Fino a una settimana fa credevo che trecentottanta metri fossero una distanza “sostenibile”. Poi, una settimana fa, una cugina atleta Marcella, mi ha detto, col cazzo, cioè non proprio, però il senso era quello. Vuoi proprio farti un’idea? E mi ha detto trasformandosi in cugina Google: I terreni di calcio per la Lega Nazionale Professionisti devono avere le dimensioni obbligatorie di m. 105 x 68. Cioè – non è una sigla- il percorso che dovrò fare, sulla lunga discesa di Superga, equivale a quasi due giri di campo. l’ultima volta che l’ho fatto, a Montpellier insieme a Michèa ho dovuto bere mezza bottiglia di Calvados per bloccare conati di vomito e conseguente svenimento. Minchia, ho detto, cioè, non proprio così, però l’ho pensato.

Il peso della torcia.
Come allenarsi. Bisognava che trovassi qualcosa di equivalente per forma e per peso. Una bottiglia di Chinò da due litri- Coca Cola era lo sponsor della torcia ma portare la torcia sponsorizzata da Coca Cola non è mica paragonabile al fatto di scrivere per il Foglio o peggio ancora il Giornale, eh no, che diamine, e poi scusate volete mettere un rutto da Coca Cola con un rigurgito da Foglio/Giornale/Libero/Repubblica, eh no, che diamine! E allora non solo non mi alleno per la corsa ma soprattutto non mi alleno con la torcia – che detto così fa pratica onanistica ma sull’argomento ho già scritto. Elenco degli oggetti che possono simulare una torcia:
– ferro da stiro (non per forma)
– estintore
– bottiglia da due litri
– confezione caffè Kimbo
– bottiglia di passato di pomodori “la Casertaine”

Alle cinque e mezza del mattino la sveglia suona. Mi vesto come per andare a lavoro e per il momento l’unica cosa ginnica che ho, sono le scarpe, d’un’oscura marca, sicuramente anglosassone e un po’, diciamo, vissute. Anche gli sguardi di quelli che incontro di notte non ancora alba, sono vissuti. Le animatrici torcia hanno toni affabili e i fanno mettere in fila. Ci fanno firmare. Ci fanno fotografare. Ci fanno vestire. Ci fanno notare che ci sono persone famose tra noi e seppure in uniforme bianca, coi guanti bianchi, col cappellino coi cinque cerchi, – cerchi alla testa, direbbe Biondillo- siamo ancora differenti, gli uni dagli altri. C’è anche una giornalista della Stampa, che si vede che è in gamba, il presidente del Toro, che si vede. Saliamo nello stesso pullmann e ci portano a Superga. Sventolio di bandiere granata ci accogli una marea di gente e applausi e sirene, lampeggianti, musica techno, dj, ed ognuno di noi porta con sé la torcia, spenta naturalmente, imbracciandola come un kalashnikov.

In verità tutto mi fa a pensare a Cassandra Crossing, il film. Noi qui dentro e loro migliaia fuori. Ci scambiamo pareri e tu che fai e io che faccio, e che emozione, no quello non ce lo diciamo, “te lo leggo negli occhi” direbbe Sergio Endrigo. Ai miei compagni di viaggio dico che non mi aspettavo tanti tifosi della Salernitana a Superga, alle sette e mezza del mattino che è come vedere tanti tifosi del toro a Maddaloni, alle cinque. Quando si parte si parte e ad intervalli di cinque, dieci minuti, ci sganciano come paracadutisti chiamandoci per numero, anzi per nome, ma a me si sbaglia e me lo dice: – quindici, e poi aggiunge – Francesco.
Il panorama che si vede da qui è a dir poco metafisico. in alcuni punti decisamente lunare. La bruma, il silenzio, il rosso impressionista del cielo- ma dimmi, Francesco, mi aveva chiesto lei, Torino ti ricorda Parigi?
Adesso si, risponderei, e dal bagno di folla della cattedrale ci siamo ritrovati con sparuti gruppi ai tornanti , quasi sempre familiari e amici “telefonati” dal tedoforo.

Sono solo davanti a un villino e aspetto. con me ci sono le persone più importanti che abbia in questa città e quelli che non ci sono è come se ci fossero. Il corteo colla tedofora Barbara con cui abbiamo combinato un passaggio di testimone “appassionate” sbuca all’improvviso e a partire da lì non capisco più un cazzo.
Nel mezzo del cammin di nostra vita…

La scorta
Mi prende in consegna uno della scorta che è altro biondo e se non c’ha gli occhi azzurri potrebbe averli. Al ritrovo ci hanno detto che loro chiacchiereranno con noi. Un modo come un altro per evitare eccessi di ansia. E infatti attacca subito dicendo:
– Però Andrea Inglese c’è andato un po’ pesante con Berardinelli
La torcia non è pesante. la tengo con una mano ma intanto penso a Bjon Borg che la racchetta la teneva con due.
– Conosci Andrea?
– Certo! – mi risponde invitandomi a guardare dritto davanti ai fotografi nella macchina che mi precede
– E Nazione Indiana, mitica, come dite voi Nazione Indiana 2, che fa un po’ Rambo e se fossi in voi lo toglierei quel numero ma mi raccomando saluti la gente.
La gente non c’è ma le persone che vedo sorridono e mi vogliono bene. In realtà man mano che ci avviciniamo alla città le file si infittiscono.
– Però, signore della scorta, quando ho letto la replica di Berardinelli sul foglio col titolo che riportava: “ Gli intellettuali esistono per doversi giustificare e Berardinelli lo fa. “ a me è venuto da ridere.
– Si ride per non piangere – aggiunge lui e continua “ certo che adesso che mancano i grandi progetti culturali o politici, l’unica cosa che conti è la busta paga, e per quello bisogna poter pagare qualsiasi prezzo, anzi il fatto che te lo chiedano è già una chance. Pensi a quanto guadagni un traduttore letterario, un direttore editoriale presso Mondatori o Einaudi meno di un Web Manager, o di un idraulico.
– Ma è sempre stata così, Breton aveva teorizzato i matrimoni combinati, l’artista doveva sposare un uomo o una donna ricca. Distribuzione delle ricchezze.
– Guardi dritto e sorrida. Prendi Georgia poi, Però pure quella, che dice, prima era straordinario, Berardinelli , e ora sarebbe un demente: anzi,sembra che a devastare il suo cervello di una volta siano passati dei “lanzichenecchi cerebrali”.
– A me è piaciuta come espressione e poi capita. Le parole non sono pietre.
– Eeehhh, Quindici! Ohps scusi Forlani, ma lei lo sa che il nostro vive con i 2000 euro mensili che riceve!
– Il problema …- intanto penso a Borg, ad Atene, alla potenza di questa fiamma che brucia l’aria come un’atomica. Perché in fondo ha ragione Biagio Cepollaro quando mi diceva qualche tempo fa che esiste anche la ridondanza del bene , non solo quella del male. Che il movimento alter mondialista riunito in Scozia in occasione del G8, dopo gli attentati di Londra fu spazzato via in pochi secondi dal dramma in atto. Lo stesso fenomeno, sconfitta si è ripetuta a Torino ma a causa della gioia della gente e dei bambini esplosa al passaggio della torcia. Quella gioia non vale un solo ritardo, boicotto, “soi-disant” di sinistra alternativa. Quella gioia vale molto di più – il problema è la sinistra. La mano sinistra.
– Lei ha un “lavoro di sinistra” di cui andare fiero?- mi chiede
– No
– Possiede barche o ville? Incalza – Inquina l’ambiente e arricchisce i capitalisti comprando merci superflue? Insegna in università che sono una truffa per migliaia di studenti? Lavora in enti pubblici inutili e dannosi, o in fabbriche che producono merci idiote che rovinano il cervello dei consumatori e minacciano le basi culturali della democrazia, rendendo impensabile qualunque utopia?
– No, no, no, e poi no, rispondo- E’ grave? Dottore?

E comincio ad avere il fiatone, e scorgo migliaia di persone, anzi non le vedo, le sento, quasi come un’utopia e tra me e me mi dico che è solo una questione di fiamma, di foco, insomma di quella vita che c’hai dentro, insieme a una smania terribile, a una coazione a ripetere, quella del crederci, a tutti i costi, all’Utopia, nonostante Berardinelli, nonostante Ferrara, Belpoliti, Augias, Siciliano,Grasso, Cortellessa. Nonostante tutti loro. Volevo continuare il discorso ma intanto ho già passato il testimone. Mi resta in mano una torcia che pare spenta ma che continua a bruciare. Dentro. L’uomo scorta mi fa un cenno con la mano chiedendomi di portare i suoi saluti a Franz, Helena, Biondillo e anche a Raos. Vengo risucchiato dal pulmino e raggiungo i tedofori che hanno corso prima di me. Adesso siamo veramente uguali. Non ci sono presidenti, giornalisti, indiani, come me. Il fuoco ha bruciato tutto. Attraversiamo le due ali di popolo e per qualche secondo ho quasi l’impressione di mettermi a volare. Innocente e in buona compagnia.

(Foto: a sinistra, il Maestro Furlen).

23 COMMENTS

  1. mi dispiace solo, che non vi sia l’immagine d’una persona che frega la fiamma dalle mani del protagonista. sarebbe stato molto più bello. Almeno quanto la gioia dei bambini ecc.

    b!

    Nunzio Festa

  2. Berardinelli scrive per uno stipendio, ma qui c’è chi scrive per una cena! Ruffianarsi così spudoratamente l’ospite, e già che c’è (o forse proprio perché c’è) la bella Yara?!
    CHI sei??? il pronipote di Rameau? Senti, fammi il favore, con te preferirei non discutere più. .-)

  3. il mio primo post. Ovviamente. era ironico. Perchè il pezzo di ff non lo trovo piacevole. Per così dire, le emozioni non ci sono. Nonostante tutto.

    b!

    Nunzio Festa

  4. Maestro mi hai messo di buon umore: soprattutto ti ho immaginato girare per la cucina con la passata di pomodoro in mano e lo sguardo fiero…

    (Ma le foto! Le foto!)

    Pero’ hai dato un’idea sovversiva ai disobbedienti. Non più la semplice rapina della torcia griffata, ma la sostituzione di detta torcia con bottiglia di passata di pomodoro fatta in casa da portare in corsa verso la marmitta bollente…

  5. Ciao cocconi sono io: il vostro Augusto…vi scrivo in gran segreto dal bagno della casa del Grande Fratello collegato via umts dal mio portatile che esegue peti in loop per non destare i sospetti degli altri inquilini della casa.

    Vi prego di visitare il mio blodge (dall’unione delle parole blog e lodge) perche spero che questo spazio possa diventare un circolo di idee, valori e conoscenza per ogni adepto del grande sole d’oriente.
    Qui potrete finalmente venire a conoscenza del perché ho deciso di intraprendere il mio folle volo nel gf.
    State connessi, per nuove news dalla casa…
    augustodemegni.splinder.com

  6. Mio cuggggino IVan ha coreografato la performance dei ragni bianchi che poi formano la colomba della pace.
    mi piace l’idea che gli animali che tessono tele e stanno nella rete lo fanno per scopi pacifistici….

  7. auguri al Furlen! (ma era oggi? ma sbaglio data? ma dimmi, insomma. stamane pre-trasloco t’ho perfino giavellottato un sms)

  8. diciannove febbraio acquario ascendente acquario. Ultimi enta poi anta. grazie Juvenail per l’augurio. Effeffe
    ps
    @Mag etereo distratto e spirito sognatore(da alcool, insomma)

  9. NI è infestata da acquari, trasgressivi e innovatori, sensibili alla musica e all’individialismo collettivo.
    Aerei e imprendibili, sfuggenti.
    David Bowie
    Mozart
    De Andre’

    dovreste essere fieri di vivere perennemente nell’era dell’acquario.
    vi canto la canzone di Hair? .-)

  10. E se aprissimo su NI uno spazio oroscopo a cura di Mag?Io ti appoggio, devo solo vedere con gli altri…
    effeffe

  11. ff il papa non sarebbe daccordo.
    come fanno poi i suoi ambasciatori a giustificare che una maga ha ispirato l’enciclica del papa?
    non è serio.
    fammi aprire piuttosto una rubrica in sicenze confuse e varia bestialità-

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017