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Paesaggi: Amélie Nothomb

Amélie Nothomb e Francesco ForlaniAmélie Nothomb portrait Baudelaire
foto di Béatrice Commengé
Incontro intervista a cura di
Francesco Forlani e Béatrice Commengé

La casa editrice di Amélie Nothomb, Albin Michel è a pochi metri dal quartiere diciannovesimo secolo, Montparnasse, ed è in una luce estiva che entriamo cogli apparecchi nei sacchi e un mucchio di libri, tutti tranne l’ultimo, Antecrista, esposto in pile di cento in tutte le librerie che contano.

Parigi è raramente bianca. Forse lo sono i vagoni della metropolitana nelle prime ore del mattino, come stanze accese da un rumore sordo, da una sveglia insolente. Bianca di neve, dura un attimo appena, prima che le scarpe, migliaia di scarpe traccino labirinti e percorsi come trincee, di quotidiano . Siamo ad una manciata di ore dalla fine dell’estate . Amélie Nothomb, è bianca, dalla testa ai piedi, e veste di nero.

Si possono leggere i nomi o sentirli. Ci sono libri popolati di voci, che tessono un discorso, reggono il filo del discorso.
In questo venerdì di pieno pomeriggio , risaliamo lungo il viale numero due del cimitero di Montparnasse dirigendoci verso il cenotafio di Baudelaire. Amélie s’è seduta sulla pietra ai piedi del poeta disteso come un Cristo e nemmeno troppo alto. La dea ingiustizia ha voluto che il cuore del poeta riposasse accanto a quello dell’odiato patrigno, il generale Aupick. Nessun cadavere invece sotto la pietra, soltanto l’eco di qualche poema, per chi ha l’orecchio fine come lei – un testo che mi tocca è un testo che ha una voce, ci dice con un tono categorico.

Le parole s’iscrivono nella mente ancora prima che sulla carta. I manoscritti di A.N. non presentano mai cancellature, redatti con l’inchiostro blu, non sono che la trascrizione di una lenta decantazione musicale che avviene nel cervello. Senza sbavature , né rimorsi apparenti.
Amo la musica più di ogni altra cosa, – prosegue. Il mio più grande sogno , se avessi potuto scegliere un mestiere sarebbe stato di essere compositore.

Amélie non passa mai una sola giornata senza scrivere. Non una sola giornata senza musica ; allora. Scrivere non è il contrario della vita : piuttosto è vivere due volte. Attraverso la lettura, la scrittura, si arricchisce di mille destini. Perché quando legge, Amelié diventa ” libro “. Libri come divenire. A quanti volumi la scrittrice ha affidato la propria metamorfosi durante i suoi trentasei anni di vita ?
-Ho letto sessanta quattro volte, la Certosa di Parma di Stendhal e più di cento volte le jeunes filles di Montherlant..
Non vorrebbe dimenticare nessuno, il comodino accanto al letto è troppo piccolo per appoggiarci sopra Petronio, Tacito, Cervantes, Diderot,.
Il mio santo Patrono è soprattutto Nietzsche e i giapponesi Mishima, Tanizaki-Amélie s’è alzata di scatto. Fare un elenco è sempre in sè fastidioso, no ? Ci fermeremo a Wittgenstein : ” il mondo è tutto quello che ha luogo ” . Ama ripetere questa frase. Citarla tra due guerre tra bambini in Sabotaggio amoroso.

I suoi, di libri,sono nove per quarantanove manoscritti. Amélie Nothomb ha un vero pubblico di lettori. In trentasei paesi, le parole della giovane scrittrice sono accolte da migliaia di persone. Nei cento metri che ci separavano dalla tomba di Baudelaire, siamo stati fermati nell’ordine da una coppia di neri che rappavano il suo nome, una donna anziana ed una signora elegante che discretamente le ha chiesto di farle una fotografia. La ringrazia di averla salvata coi suoi libri dall’odio verso la letteratura.

Odio? Perchè? Le ha chiesto.
A causa degli studi di lettere” Le ha risposto.
Ah capisco. E’ la battaglia più dura

I libri di Amélie in italia sono pubblicati dalle Edizioni Voland ed è legata alla sua editrice Daniela di Sora, come a una sorella.
Una donna erudita, appassionata, umana, in una piccola casa editrice che nonostante le richieste che mi fanno di pubblicare altrove, non cambiero’ mai . Qui mi sento come la favorita dell’harem”
Continuiamo la nostra passeggiata tra le tombe, in un gioco di ombre e luci, sotto gli alberi , fino alla sua panchina preferita, in ferro battuto, leggera, esposta a sud, vicino a quel che rimane di un mulino, nel mezzo di un campo. Amélie ama i cimiteri. Passeggiarci : Montparnasse, Père-Lachaise, soprattutto Montmartre, il preferito: l’ha usato per una scena cruciale del romanzo Attentato. C’è addirittura la sua tomba preferita . ” Vi si vede la statua di una ragazzina svenuta colla faccia a terra. Volto sconosciuto per sempre. Spalle delicate, piedi piccoli, nuca delicata Il grigio verde si è impossessata di lei come un supplemento di morte. “Niente rende più vivi che di vivere accanto alla morte, è la sua opinione.. L’esperienza dei limiti.

Ma, aldilà dei cimiteri cosa ama a Parigi ? Qualsiasi posto da cui si possa vedere il cielo, percepire il silenzio sotto il rumore, lungo la Senna o al Jardin des Plantes. Lontano dai vivi . Piuttosto dalla folla dei vivi . Amélie ama il singolare e segreto . Ed anche i luoghi che ci portiamo dietro nella passeggiata li ha rivelati a poche persone. Non ha mai inseguito il successo . La sua reputazione è entrata in gioco sin dal primo libro Igiene dell’Assassino : un’ eccentrica, provocatrice, che porta cappelli inverosimili e che si diletta di strani cibi, una grafomane che scrive tre quattro manoscritti all’anno ma che ne pubblica uno solo in autunno.

Questa immagine non potrà cambiarla. Dieci anni dopo la pubblicazione del primo romanzo , le riviste le dedicano prime pagine e copertine: ” Provocare un’eruzione vulcanica mi pareva più facile che non cambiare la reputazione di uno scrittore ” fa dire alla sua eroina in Peplum, un thriller di fantascienza tanto affascinante quanto festoso, dove si diverte a immaginare il movente che ha spinto il tempo a rendere eterna la sublime città di Pompei ” gioiello storico dell’arte di vivere ” .

Meglio parlare a voce bassa nei cimiteri. Ci piacerebbe sapere di più dei suoi paesaggi interiori, per esempio di quei mondi in cui ha lasciato una parte di sé e dove ama ritornare coi pensieri.
Himeji, esplode, la piccola città d’Himeji, in Giappone, ai piedi del castello bianco, che si staglia sotto un cielo blu. Himeji, ancor più bella in Inverno sotto la neve bianca, bianco sul bianco . Ma anche altre città d’Oriente : Pagan, in Birmania, questa città mi ricorda la luna o ancora Ventiane, nel Laos, dove avevo l’impressione di vivere nel Nulla, un Nulla elegante e poetico . Città di caldo e di sole, città del sud: Il sud è un pensiero. Nietzsche mi ha insegnato il Sud. E il Laos è il Sud supremo della suprema indolenza.

E l’Europa,quest’ Europa che non scopre che all’età di diciassette anni , a cominciare dal proprio paese, il Belgio . Riapprendere, riconoscersi ed amare fu laborioso. San Giacomo di Compostela , d’una bellezza svenevole, e Napoli, la sua città italiana preferita.

Ci sono stata il 20 Febbraio 1998, protagonista di un’avventura incredibile. Un vero e proprio inseguimento . Avevo chiesto al tassista di seminare una macchina che mi seguiva e questo senza farsi pregare, sorpassando e clacsonando, rischiando di ammazzare almeno diecimila persone incrociate al volante m’aveva portata in salvo .

Sempre precisa, Amélie, nelle sue date. Una memoria fenomenale le permette di controllare al meglio il legame tra lo spazio e il tempo. Un luogo non vale che nell’istante stesso in cui il corpo lo attraversa. Laos. Un paese che resta misterioso alla fine di questo viaggio. Ed è l’anagramma di sola. Amélie è sola. Solo l’amore l’accompagna.

Voci rubate al tempo
” Mi sta bene che i tecnocrati siano estranei all’amore. Ma io , povera scribacchina, non le ero straniera, e La prego di capire fino a che punto io ne soffra.” Peplum

” Come rallegrarsi di essere meno innamorati ? E’ sempre il più innamorato, il più forte ”

“Il fuoco è una forza cieca come il tempo : sia all’uno che all’altro non importa sapere se ciò che distruggono è un gioiello della storia o una borgata, una periferia ”

Nota: L’intervista fa parte di una serie di ritratti che avevamo cominciato a fare due anni fa per la rivista Posh (Kult) di Milano.

1 COMMENT

  1. Noto solo ora e con grande sorpresa che Carmilla apre sulla nostra autrice. Affinità elettive
    effeffe

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017