Monoscopio segreto (a-m)
di Franz Krauspenhaar
Il bimbo, alla televisione,
sta seduto a un metro
da quelle luci a due soli
colori, e sente e vede
come ad un circo
o allo zoo
strani animali:
Mai più il risciacquo e il secchio/ dimenticare lo sporco vecchio/ pulito e igiene, senza fatica/ Ajax si, ed è già finita […] pulito sì, fatica no!
le massaie stan cantando
le grandi gioie dell’Ajax
del lindore ancelle
incontrastate, angeli
del pulito, di paradiso
in terra il più specchiato
Ullallà, è una cuccagna! E’ un prodotto Alemagna!
e un panettone, che per il bimbo
è quello della cuccagna, l’albero
di zucchero, e canditi da levare,
come dal naso càccole
Mangiato troppo?… mangiato in fretta, eh? Pesantezza, digestione difficile? Una o due compresse di Alka Seltzer
una pasticca cade nel bicchiere
sfrizzola l’acqua come di fontana;
dell’uomo non si vedono che mani
attorno al vetro, e a quello sfrizzare
grigio, e biancosonno, distratto
Bella/dolce e cara mammina/ la più bella mammina … là là là là là là…
finché una canzoncina,
la prima, come d’Oro Zecchino;
il bimbo muove la bocca rossa
sulle note del Miele Ambrosoli,
con la coda dell’occhio già spia
la mamma; non allegra, più ansiosa
Spaghetti, pollo, peperoni, una tartina, sei bignè, lo stomaco è pesante, non ne posso più… E’ così comodo che… si può prendere anche in tram
il tizio magro, allampanato
e col nasone da cartone animato
canta del digestivo Antonetto
il portento, e poi parla da un tram;
forse il bimbo lo riconosce,
o meglio riconosce la sua
grande città, la nebulosa bolgia
in cui si vive già
fino al fondo, ristretti, a mezz’aria
Con Api si vola! E si vola sicuri con Apilube, l’olio attivo
il bimbo come fa ad avere sonno?
tutte le cose belle in carosello
come vagoni di un trenino
vengono e vanno; ora
c’è pure un auto veloce
che sfreccia, nel manto nero
della strada; e Modugno,
dal baffo fine, è il drago
che canta di benzina
come un Cerutti Gino
meridionale, volante, seduttivo
A Cavaria City c’e’/tutto quanto il vecchio West /puoi trovarci credi a me/tutto quanto fa’ per te […]
Tutto quanto fa’ per te /a Cavaria City c’e’!
altri cartoni, altre canzoncine,
il bimbo vede passare come dischi
volanti tre, quattro stufe
di pregiatissima marca Argo;
peraltro mai viste – come quasi tutto,
di quello zoo – dal vero d’un acquisto
Se è Arrigoni potete comprare a scatola chiusa
e c’è l’attore che il bimbo
ancora non conosce
(o forse non lo conoscerà
nemmeno dopo, da grande)
che dice questa cosa
tenendo in mano
la marmellata
(ha lo stesso colore del miele)
lo stesso non colore di video
asciutto, composto, assortito
con qualsiasi altra cosa
Cimabue, Cimabue /fai una cosa e ne sbagli due!Ma che cagnara, sbagliando s’impara!
adesso ancora è l’ora dei cartoni,
voci un po’ fesse illuminano il quadro
a reclamare un amaro, Don Bairo
l’Uvamaro, che il bimbo
non ha nessuna idea
di cosa sia, se non che vi sia l’uva
a rifornirlo, di una festa assurda
Tacabanda! Con la ricetta della nonnina /zucchero latte e fior di farina /son fabbricati i biscotti Doria /un nome da imparare a memoria. Come mai non siamo in otto? Perchè manca Lancillotto. Arriva Lancillotto, arriva Lancillotto, succede un quarantotto e tutto a posto vaaaa
un dopo l’altro, a seguir come frecce
le storie accartonate della Doria,
biscotti del fanciullo inappetente;
il bimbo la sua nonna mai la vede
forse quella ricetta è della mamma,
ma lei questi biscotti mai l’impasta;
lui se li trova come magia al mattino
e se li mangia, pensando al 48
(e a Lancillotto)
e così ride, e gli sembran più dolci
anche i salati crackers, mica male,
di medesima, pregiatissima marca
Voglio/la caramella che mi piace tanto/e che fa du-du-du-dù /du-du-du-dù /Dufour. Con Ebo Lebo si digerisce anche la suocera
canzoncina ritmata, canzoncina addolcita
un vago sentore di sesso, come di una
parvenza, qualcosa che non si conosce
ma si riconosce, una donna del sabato
(sera), Marisa del Frate, simpatica
come la mamma, che canta, e i denti suoi
sfavillano come nel Durban’s; e avanti,
subito dopo, un liquore strano,
una strana faccia, e il papà che ride
e lui non capisce il senso, ma fa
come papà, per non sbagliare
la mossa, che poi il riso
contagia, quando non è in bianco
quando non è in levare
di lamento continuo
Cosa si dà ai bambini buoni? La dolce Euchessina!E a quelli cattivi?Un bambino non è mai cattivo, ma solo indisposto. Diamo la dolce Euchessina anche a loro
ah sì, non c’è niente da dire
i bambini sono solo indisposti
questa è una frase da appendere ai muri
di scuole ed asili, da far leggere in tram,
alle poste, persino nei cortili
grigi, strinati a crepe
di moribonda calce
E che c’ho scritto Jo Condor?! /Gigante pensaci tuuu…
il gigante è gigantesco davvero ma
buono non più come il pane, che
è vecchio, stantio; bensì come
i dolci prodotti di quella fabbrica
di sorrisi croc croc, di favole
spalmate, di promesse mai
più mancate
Lasciateci dire snacckiamoci una Fiesta /questa è l’idea per tipi come noi/lasciateci dire che una non ci basta/è troppo buona Fiesta snack/3 gusti nuovi da perderci la testa/piccola ma grande Fiesta snack…Fiesta ti tenta /tre volte tanto…(buona da impazzire) Fiesta ti tenta /tre volte tanto…
con i Ricchi e Poveri è una fiesta, il bimbo
salta di qualche anno, forse è alle medie
c’è il baffo brutto e il ragazzone biondo
e la brunetta basculante e la bionda
da competizione – forse la prima
erezione del bambino mordace?
Plin, plin, tortellin… /Con sei uova di gallina/ed un chilo di farina/carne, grana, prosciuttini/ecco i veri tortellini/sono buoni sono tanti /tortellini Fioravanti
flashback, adesso: di nuovo alla scuola
piccola, elementare; e a sera
di nuovo Carosello; dal vetro
un odore di goloso richiamo
il jingle di un’esperienza fatta
i tortellini mangiati forse a cena
pochi minuti prima, o a pranzo,
una domenica dopo le Feste,
che si doveva sgravare
tutto il grasso, accumulato
addosso, disperso, a rotoli
di ciccia, oppio dei popoli
Non portatevi a casa uno qualunque… permettetevi Folonari, costa solo… mezzo bicchiere in più
forse qualche anno dopo, è bella
la musichetta del vino; il bambino
non beve vino ma gli sembra oro
quel luccicore scuro dal quadro
coi comandi a pulsanti,
l’on/off della pulsantiera
vita, esistenza infinita
E’ arrivato il signor Pietro /è arrivato stamattina /è arrivato coi milioni /del concorso Idrolitina senza sosta tutto l’anno /è una pioggia di milion /se tu bene vuoi star /e la sorte tentar /bevi sempre Idrolitina
il cantante di Napoli, l’Aurelio
della pizza col pomodoro a coppa
deve averlo visto a Canzonissima;
e ora quell’acqua, sfrizzolante
che però non guarisce dalla bua,
la mamma non la compra però mai
e gli resta quel dubbio molto acuto:
che forse quell’acqua sia come
la dolce gazzosa dell’estate,
assetata e irraggiungibile oasi d’ora
Ti ricordi quand’eri bambina?/c’era un frigo più grande di te /era Indesit/e la lavatrice girava e girava /e il grembiule bianco tornava/era Indesit/e ancora oggi che sei sposata/c’è sempre Indesit nella tua casa/ perché Indesit… è cresciuta con te!
che bella la ragazza che gira
attorno a quel bianco frigo, l’abbaglio
é assicurato; un frigo così, lui
non l’ha visto mai, sembra una
macchina americana, a fari spenti,
silenziosa, di notte, al mistero,
la macchina di Sheridan, il tenente
della televisione, buono e cattivo
in una posa sola, in un ghigno isolato
Invernizzina d’Invernizzi/l’afferman 1000 e più giudizi/e poi soddisfa la tua gola/ed il tuo stomaco consola/chi la mangia canterà…Invernizzina d’Invernizzi che bontà/ tolon tolon tolon tolon… ehhhh hop!
l’attore al baffo lo vide con Totò
in un film, eccolo qua che spinge
forse all’acquisto? È la domanda
che il bimbo ogni tanto si fa,
come se sospettasse dell’altro
in quelle facce amiche e sorridenti
non solo il gusto che prova, lui
quello di ridere, e giocare seduto
senza muoversi, affascinato,
sedotto, di norma abbandonato
Lei/Kadonett /fissa morbido morbido /lei Kadonett ha qualcosa di magico/noi la troviamo fantastica/è proprio l’ideale/e’ una lacca eccezionale perché/lei e’ la lacca per te!
vede una bionda eccezionale
una specie di fata senza errori
che volta e rigira su se stessa
come un angelo, con i capelli
che si muovon da soli, senza vento,
trainati dalla felicità forse d’amore
di un principe, che la venga
a portar via, volando, sul cavallo
d’oro, senza il piedistallo
di un aereo a reazione
Non è vero che tutto fa brodo/è Lombardi il vero buon brodo /alla sera/la mattina/tutti dicon ‘Lombardi xe bon’
e questa canzoncina se la ripete
a lungo; il brodo lui lo conosce
bene, per molto tempo – giorni?
mesi?, ha continuato a pregare
la mamma: il brodo Royco!;
ma la mamma non lo trovava più
e allora sì, col Lombardi, e dopo
è stato bravo, ha ritrovato sul piatto
il succo caldo di quel che aveva
ammirato, zitto e composto e buono
E parlando di donne ti vien naturale parlare di gambe […] Ma perché ognuna sia bella, matura od acerba, basta quel pizzico, e’ vero, di calze Malerba
gambe di donna entrano nel quadro
velocemente, e ne escono; un turbamento
come un pizzico stranito
ne viene al basso; qualcosa che si promette
da non si sa dove, né si sa
se ci sarà, di questo, una manutenzione
Dove il pascolo è più alto/li c’e’ l’erba verde verde…
ah i formaggini, questi sono più buoni
dei Mio, così pensa il bimbo
in grande; coi Milkana si sente
già cresciuto, il gusto è da spalmare,
basta affondare il Mio nella minestra,
é da fessi, è da ignari poppanti
Eh, che maniere… qui fanno tutti così perché sono piccolo e nero; è un’ ingiustizia però. Ava, come lava!
nel giro lento dei primi anni,
si svolgono gli slogan nel cervello
ma è chiaro che Calimero ha un posto
di primo piano; lo ricorderà sempre
come una dolce sfiga, come un perdente
nato, di cui un giorno provare
caramellosa nostalgia, un potente
rimpianto allucinato
Bere troppo fa male, bere male fa peggio, bevi poco… ma bene
il simpatico attore milanese, a scatti
fa vedere che l’ammirano tutti,
morirà solo, un giorno, Walter Chiari;
senza sambuca, senza Molinari,
il video acceso sul film di un vecchio amore
perduto, da troppo tempo dissolto
e fuori d’ogni pellicola apparente
di momenti, vissuti nel reale
baluginio dei giorni, e delle notti, assenti
…Sarà mezzogiorno, mezzogiorno di cuoco/e vedendo la carne Montana che stringo/alè, vengon tutti a mangiare con Gringo!…
e quest’altro chi è? Sembra uno di quelli
che poche volte ha visto, sul tardi
salire a cavallo, di corsa, di corsa
sparare, e poi allontanarsi, nel niente
di una pianura rada, inesistente
E mo’? E mo’… e mo’… Moplen! Ma signora badi ben /che sia fatto di Moplen!
un altro attore milanese, il Gino
Bramieri; e mo’ e mo’- a far le feste
alla plastica, che il bimbo non sa bene
che sia, forse qualcosa dove si mette il pane
o qualchessìa di domestico
Compagni roditori/fatico a pedalare/mi devo sgranocchiare/un dolce Ciocorì! /Compagne roditrici la bici è bella, si/ felice e riposata/ mi mangio un Biancorì!
che dolce il Ciocorì, proprio da
sgranocchiare, al bimbo fa ricordare
il pomeriggio del doposcuola
quando attende la mamma,
e la fatica del vivere è sospesa
per oggi, e si sospira di libertà
riacciuffata, in un quadrato
crocchiante cioccolata
(Continua con la seconda e ultima parte, n-z. Nella foto: Carmencita, pubblicità Caffè Paulista.)
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ricordo ancor la prima pubblicità trasmessa in tv dopo che chiusero carosello. Era il borsci san marzano.
snocciolato un passato seduto nel salotto, perfino alle réclame si addice la storia.
onore al loro cantore.
il sipario di carosello può riaprirsi per sempre.
Non credo che le pubblicità di adesso potranno mai essere i caroselli di un tempo per l’avvenire. C’è qualcosa dell’infanzia nei caroselli, pure in quelli adulti, ma non perché erano di un tempo, perché sapevano fare il sogno bello. Li sto scaricando tutti…
gisy, sei dappertutto. come la madonna (per chi ci crede). ah i caroselli! non me ne perdevo uno. a me piaceva in particolare quello con yul brinner del brandy. adesso la pubblicità è roba per comatosi irreversibili. ‘notte, regina.
Neanch’io andavo a dormire senza aver visto Carosello. Effettivamente l’italiano con più di trent’anni incline alla nostalgia come sono anch’ io considera mica a torto Carosello alla stregua di un compagno d’infanzia da ricordare con affetto. Però una lucida analisi di questo fenomeno tipicamente nostrano di archeologia televisiva – in nessun altro paese allora si è riscontrato e d’altra parte come si potevano aumentare le vendite di un detersivo con un tenero pulcinello sporco piccolo e nero che diventa bianco e pulito in un paese di conflitti razziali come ad esempio gli Usa – mette a nudo una delle tante occasioni perse dalla televisione di stato e cioè quella di produrre un format serale televisivo divertente ed educativo dedicato ai bambini già in pigiama come me che a quell’ora venivano messi a letto. Un programmino serale che con una buona dose di probabilità sarebbe potuto durare fino ad oggi. Il fenomeno Carosello nacque da un punto d’incontro tra ipocrisia e consumismo moderno. La TV nazionale bigotta e soggetta a censure che percepiva un canone aveva bisogno di altre risorse riscuotibili tramite la pubblicità. Questo connubio venne realizzato tramite una cattiva comunicazione pubblicitaria e cioè realizzando storielle e codini pubblicitario. Molti di quei Jingle hanno rappresentato le favole e le filastrocche di una intera generazione e comunque io non dimentico neppure le raccolte di figurine – indimenticabile il feroce saraceno – delle scatole di detersivo ed i punti sulle confezioni dei formaggini, queste sì vere tecniche pubblicitarie in grado di far impennare le vendite, che resero felice me e quant’altri con la mucca Carolina e la Susanna gonfiabili.
Non andavo a dormire senza Carosello. L’italiano con più di trent’anni incline alla nostalgia come sono anch’ io considera non a torto Carosello alla stregua di un compagno d’infanzia da ricordare con affetto, ma una lucida analisi di questo fenomeno tipicamente nostrano di archeologia televisiva – in nessun altro paese allora si è riscontrato e d’altra parte come si potevano aumentare le vendite di un detersivo con un tenero pulcinello sporco piccolo e nero che diventa bianco e pulito in un paese di conflitti razziali come ad esempio gli Usa – mette a nudo una delle tante occasioni perse dalla televisione di stato e cioè quella di produrre un format serale televisivo divertente ed educativo dedicato ai bambini che a quell’ora venivano messi a letto. Un programmino serale che con una buona dose di probabilità sarebbe potuto durare fino ad oggi. Il fenomeno Carosello nacque da un punto d’incontro tra ipocrisia e consumismo moderno. La TV nazionale bigotta e soggetta a censure che percepiva un canone aveva bisogno di altre risorse riscuotibili tramite la pubblicità. Questo connubio venne realizzato tramite una cattiva comunicazione pubblicitaria e cioè una storiella ed un codino pubblicitario. Molti di quei Jingle hanno rappresentato le favole e le filastrocche di una intera generazione e comunque io non dimentico le raccolte di figurine – indimenticabile il feroce saraceno – nelle scatole di detersivo ed i punti sulle confezioni di formaggino, queste si vere tecniche pubblicitarie in grado di far impennare le vendite e che resero felice me e tanti altri con la mucca Carolina e la Susanna gonfiabili.
Schizzasciorda!?
Perchè no?
@Franz
vedo che ti stai affezionando al filo a piombo
A me piaceva molto “la” peroni. Se non ricordo male, per un certo periodo, credo di essermi “applicato” anche parecchio sulla “materia”.
OT (per Alcor)
Ho visto con estremo dispiacere che hai chiuso il tuo blog. Non so cosa sia successo, ma se si permette a chiunque di distruggere le poche cose intelligenti presenti in rete, è veramente la fine.
Un caro saluto.
@ OT per UC
Grazie, ma ho ancora lalucedimizar, la stella nascosta, che quando mi sarà passato il senso di rifiuto forse tirerò fuori.
Spero che tu abbia apprezzato Simic, ci sono a volte citazioni che si incastrano in quello che senti nel modo più appropriato.
Sì, stupenda e molto appropriata, Alcor, anche se non è bastata a scrollarmi di dosso la tristezza. Buona giornata a tutti.
p.s.
Gli ultimi tre commenti sono piccoli esempi di pubblicità progresso. Peccato servano a ben poco…
quando fai così, Franz, sei adorabile. Risvegli l’animo TV che c’è in tutti noi, il consumismo, la soap, la pubblicità, le battute, e poi…Gigante pensaci tuuuuu… che meraviglia, che gioia!
Sei un animale di ibrida follia mixtata a serissima applicazione, dotato della barbarie del ricordo illuminato, oltre ad una vena di feroce ironia da guru contemporaneo, esperto in marketing filologico dell’uomo occidentale.
Impossibile non cadere nella tua trappola.
ì, i caroselli che nostalgia, è vero, anche detersivo Ava con Calimero, che tenerezza. Oggi probabilmente sarebbe accusato di razzismo un passaggio del genere! Ma anche come non ricordare le pubblicità sulle ruvide pagine dei topolini, no quelle lisce di oggi sanno di petrolio, (o è una mia deformazione del rovistare indietro forse), qualcosa di avvolgente e di rassicurante in quelle ruvidità tra le mani qualcosa che non sembrava nemmeno pubblicità, i colori quando c’erano così inverosimili e le scritte così impacciate eppure poetiche… esiste un sito molto carino che sta archiviando le vecchi pubblicità vi lascio il link http://www.dimenticatoio.it bello il passato, almeno è passato.
g
Leggo con piace che anche tu ti sei documentato. Il digestivo antonetto è comodo e si prende “anche” in tram. Ieri ho rivisto tutti i filmati dei caroselli anni 50,60, 70, su internet. Il primo in assoluto, quello con Macario, è meraviglioso. “Vorrei un biglietto d’entrata e uno di uscita”.
Per questo pezzo voglio il copyright.
…quel bianco e nero, a un metro di distanza, metafora d’infanzia…
….che ricordi hai “sviscerato”!
sei Grande Franz!
Un tuffo negli anni più belli!
Ti abbraccio
carla
Franz, ora che ci ripenso, credo di aver avuto da ragazzino delle polluzioni notturne pensando a Carmencita. Credi che alcuni disturbi della personalità possano essere fatti risalire alla “pampa sconfinata dove le pistole dettano legge”? O era la “pompa sconfinata dove i pistola dettano legge”? Ho le idee un po’ confuse, scusami.
Comunque, “dotato della barbarie del ricordo illuminato” non te l’aveva mai detto nessuno, immagino.
Oh, quanto t’invidio! Come vorrei che Missy scrivesse qualcosa del genere anche per me! Un voluttuoso incrocio tra un’eau de toilette e l’ultimo grido in fatto di architettura (o arredamento) di interni.
Oh, che uomo fortunato sei, tu che non devi chiedere mai!
Ugolino, sei straordinario. Missy è un’amica molto particolare, forse non è obiettiva; ma scrive dannatamente bene, secondo me. Fa degli slogan che levati!
Era la “pompa sconfinata fatta da sdraiati sulla pampa”, credo. Prova a ricordare meglio…
Un abbraccio diabolico,
Franz
Ah, ecco: una pompa attraversando la pampa! Bene, bene…
E del fatto che prima delle polluzioni pensassi di uccidere topogigio e magozurlì, di farne a pezzi i cadaveri e disperderli nella pampa?
Che psiche contorta che mi ritrovo! Eppure, nonostante tutto, non riesco proprio ad invidiare “quelli che lo prendono anche in tram”. Lo so che ora mi dirai: beh, contenti loro…
Sarà per questo, forse, che l’unica parte sana che mi ritrovo è l’apparato digerente? La mia mancanza di “invidia”?
Che bello! Ora corro in frigo e faccio fuori le scorte di invernizzi invernizzina: me lo son proprio meritato. Tolòn tolòn tolòn tolò…
UC & FK (mai sigla fu più dangerous!):
La vostra “pompa sconfinata” è di una gioia strepitosa! Non l’avevo mai vista dal punto di vista dei ragazzini.. :-)
Per me Carmensita sapeva di giovane ragazza etnica vivace, un po’ disperata, un po’ ribelle, presa tra fornelli e storie d’amore. Un po’ come noi, a quell’età di bambine, non si sapeva ancora dove si andasse a finire.
Ma voi avete capito la verità. Ora è tutto molto più chiaro!
:-))
No, no, non te lo dico “contenti loro”. A costo di essere politicamente scorretto.
Sai che mi hai dato un’idea per un racconto? Parlo del bambino (tu) che prima delle polluzioni sogna di fare a pezzi topogigio ecc. e disperdere i loro cadaveri nella pampa sconfinata. E’ stupenda, l’idea. Te lo dedico, guarda.
ehhhhh… hop!
:-)
FK, se non mi fai fare Carmensita nel tuo racconto, bisticcio.
Carosello non è per me legato a ricordi infantili (già cominciavo a crescere), ma certo è legato allo stupore della televisione di quei primi tempi, negli infelicissimi anni tra i Cinquanta e i Sessanta appena iniziati. Mi piace questa tua poesia, Franz, ironicamente mista di quella sottile infelicità e di incanto infantile.
simpatico il Conte Ugolino…..
Sì, Carla, Ugolino lo conosco personalmente, insomma è un amico. E’ un drago, come il Cerutti Gino. Insomma, provare per credere. (Il tema è la pubblicità, sono perfettamente in topic…)
Missy cara, tu con quella bocca puoi dire cio’ che vuoi (pubblicità di un dentrificio, c’era Virna Lisi, non ricordo la marca, sono troppo “giovane”); vestita da Carmencita o senza… Ti metto nel racconto, non ti preoccupare!
Un abbraccio a O mio Kapitano, a Gianni, a Alcor, a Carla, a Michele l’intenditore di whisky (giusto?) ad Anna che ha detto tutto in due parole; complimenti.
Dimenticavo Gisy, Sitting Targets, Lady Lazarus. E’ solo un piccolo esperimento, il poemetto.
Ben vengano questi tuoi “piccoli esperimenti”, ben vengano!
un saluto a Carmensita…brinderemo prima o poi, Missy, con o senza bollicine…
Un poemetto che rende giustizia alla nostalgia e al sogno. Davvero.
“Cosa si dà ai bambini buoni? La dolce Euchessina!”E a quelli cattivi…? Oggi lo xanax e le pilloline azzurre sarebbero il giusto rimedio pubblicitario per “piccini” e meno piccini…
Bellissimi quadretti di un tempo in cui, ricordiamocelo, la TV era anche più pulita…
Marco
qualcuno mi spieghi se technorati ha qualche parentela con HAL 9000: i link a questo pezzo sono: la poesia e lo spirito. fidanzata totti. suocera sesso.
colpa della “pompa sconfinata” qui citata?
Scritto lungo e pieno di evocazioni. La prossima volta che vieni a casa porta un Botticello Folonari che anche al raos piace molto.
Folonari? Ma è ancora in commercio?
E io che ti volevo portare… clikka sulle mie iniziali.
Mi va di lusso, il botticello…
Purtroppo il Botticello è giustamente fuori commercio da decenni, insieme al vino in lattina Giacobazzi (“Giacobazzi is my wine” diceva il campione di basket). Le tue iniziali nvece sono assai benvenute!
E te credo:-)
(Giabobazzi is my wine. Stupendo.)
@Franz
http://www.themacallan.com/splash.asp ???
Oh yes.
Anch’io, anch’io, gridava disteso (supino) il vispo tereso: mi serve, in abundantiam, per digerire la testina di capretto (arcivesc-ovile) “ch’io rodo”.
Grazie, mi ci voleva proprio. Lasciate pure la bottiglia…