Letture Indiane/Post

a cura di Nazione Indiana

“Post” è il nome che viene dato, nei blog, agli articoli pubblicati (e “postare” è l’azione del pubblicare un articolo). Ma non solo. Perché “post” è una sequenza di lettere che compare in una serie di parole che identificano ognuna un’esperienza. “Post” è parte della parola “postura” così come della parola “posto”, di “postumo” e di “postmodernismo”. E di tante altre.

Nazione Indiana esce dalla rete e inaugura una serie di tre reading presso il Circolo dei Lettori di Torino. Si comincia il 19 febbraio alle 21,00. Con il tema “Post” si confronteranno Gianni Biondillo, Francesco Forlani, Sergio Garufi, Andrea Inglese e Franz Krauspenhaar, presentati da Giorgio Vasta. Si parlerà di wrestling e di lavoro, di Federico Zeri e della Madonna di Medjugorie, dei video scaricati dagli adolescenti su You tube e delle circostanze della frase, e si racconterà la storia di un ghost writer che decide di uccidere il suo alter ego pubblico e di una sbronza post crollo del Muro di Berlino.

Un viaggio intorno alla parola “post” per scoprire che senza rendercene conto viviamo tutti, più o meno serenamente, al centro di un “post”.
Per informazioni: www.nazioneindiana.com
Il Circolo dei Lettori (www.circololettori.it) è a Torino in via Bogino 9, presso Palazzo Graneri della Roccia. Info: 011.4326820 – 011.4326821
info@circololettori.it

Aggiornamento 20 febbraio 2007:
Ecco alcune foto di ieri sera
sala al circolo dei lettori a torino

altra sala al circolo dei lettori a torino

divanetti retro al circolo dei lettori a torino

il ristorante al circolo dei lettori di torino

francesco forlani in preparazione al circolo dei lettori di torino

giorgio vasta al circolo dei lettori di torino

ancora giorgio vasta al circolo dei lettori di torino

franz krauspenhaar al circolo dei lettori di torino

ancora franz krauspenhaar al circolo dei lettori di torino

gianni biondillo al circolo dei lettori di torino

francesco forlani al circolo dei lettori di torino

francesco forlani al circolo dei lettori di torino

 

sergio garufi al circolo dei lettori di torino

andrea inglese al circolo dei lettori di torino

andrea inglese al circolo dei lettori di torino

125 COMMENTS

  1. “Si parlerà di wrestling e di lavoro, di Federico Zeri e della Madonna di Medjugorie, dei video scaricati dagli adolescenti su You tube e delle circostanze della frase, e si racconterà la storia di un ghost writer che decide di uccidere il suo alter ego pubblico e di una sbronza post crollo del Muro di Berlino.”

    Ok, ma a parte offrire il logoro becero armamentario narrativo post-moderno, post-pop, post-iccio della variazione, della funambolata, dell’ironia al cubo – che non si utilizza nemmeno più per gli s-po(…)t pubblicitari degli spazzolini – c’è una qualche necessità che vi spinge a esprimervi, oppure è meglio lasciare i paltò nel guardaroba per non trovarseli impregnati di fritto d’aria?
    Nel caso, per permettermi di farmi un’idea, mi sapreste dire quale “nervatura” pensate di seguire?
    Se invece l’idea di una nervatura e di un lavoro vi fa orrore, perché il vostro modello è Capitan Rizoma e la nave dei pirati del pensiero, non pensate sia il caso di s-post-arvi, per lasciare il campo a chi sa portare qualche concetto?

  2. je so’ pazzo, je so’ pazzo
    si se ‘ntosta ‘a nervatura,
    metto tutti ‘nfaccia o muro…

  3. sempre critico a. b., io che son di Torino ci vado, vedo cosa hanno di dire, e poi giudichero’…
    Non è cosi che si fa, di solito?

  4. A proposito della pubblicità per spazzolini di cui parlava il sempre critico:

    In forma di filastrocca seria atta a soddisfare il senso della “nervatura” del sempre critico e il gusto dello scherzo dei burloni:

    Da quando ho cominciato a lavarmi i denti tre volte al giorno con una crema dentifricia consigliatami dal farmacista cinese di Belleville, la mia bocca si sta trasformando in una specie di caverna di Platone da cui chissa che un giorno non esca qualche uomo nuovo scolpito nei blocchi di marmo che si vedono sempre meno uscire dalle cave di Carrara ora che la metà del monte viene tagliata per usare il carbonato di calcio di cui il marmo é pieno per fare il famoso dentifricio (cinese).

    Se passate da Carrara nel vostro carosello indiano abbeverate i vostri cavalli alla fontana di Piazza Alberica: un leone veglierà alla vostra sicurezza.
    Pare, cosi nei bestiari medievali, che il leone sia figura di Cristo; come il Leone che quando avanza nel deserto, con la coda, cancella le sue tracce, cosi Cristo non lascia traccia visibile del suo passaggio affinché siano gli uomini a scovarlo. (I cavalli, molto meno raffinati del leone, usano la coda per scacciare le mosche, e non i demoni).

  5. Il problema è molto semplice, cari Indiani. Ogni vostra iniziativa, per essere davvero pregnante e incisiva, deve contenere almeno un accenno, anche minimo, a vita e miracoli della “sacra trimurti”: sono loro, i magnifici tre, gli unici oggi in Italia capaci di pensare, dire e scrivere qualcosa di intelligente e significativo: il resto è fuffa. Anzi, a ben riflettere, sono gli unici, ormai, ancora capaci di ideare, in particolare il futuro di tutti noi: solo nei loro scritti, infatti, il destino del mondo ha qualche possibilità di risolversi in speranza. Quindi, o li citate, e vi presentate come “fedeli”, o siete out, e i vostri readings destinati al fallimento. E poi, siamo seri: ma a qualcuno di voi è mai toccato l’onore di portargli le valige alla stazione quando partono per le vacanze? No? E allora…

  6. Ho capito, ancora una volta nessun concetto.
    Ma se io pago, pago un biglietto per entrare di mettiamo dieci euri, almeno un (1) concetto me lo date come consumazione?

  7. Risolvi questo apparente paradosso, caro a.b., e dopo matura riflessione, ti verrà, se ce la fai, 1 (un) concetto: La letteratura è molto fortemente vita, ma la vita non è letteratura.
    E comunque c’è un sistema molto semplice per non pagare, basta non andarci lunedì sera. Grazie.

  8. Prima che si ingeneri confusione tengo a precisare che l’incontro non è a pagamento. L’ingresso è libero. E pure l’uscita.

    Mi farebbe molto piacere che a.b. venisse. Farebbe piacere a tutti e cinque. E anche agli indiani in sala. Proprio a tutti. Ti aspettiamo, a.b.

  9. Verrei volentieri, insieme a mia sorella Fiorella, ma solo se qualcuno di Voi ci permettesse di portarGli la valigia dalla stazione, dove aspetteremmo il Vostro arrivo, fino al Circolo dei Lettori. Poi Vi aspetteremmo il mattino successivo, davanti al Vostro albergo, per portarVi i bagagli fino alla destinazione di partenza. Rigorosamente a mano. E a piedi. Un po’ come se andaste in vacanza, magari in montagna.

    Eccheccazzo! Vogliamo avere anche noi qualcosa da raccontare ai nostri nipoti.

  10. posta riposta in un posto al pesto
    pasta più tosta ad un risposto pasto
    fatti tra una fasta festa postdatata
    gli impostori impostano
    e impastati pasticci postulano

    oh pistacchi alla piastra
    eh piastrelle monelle
    dalle bretelle più gialle
    una carezza di brezza

  11. Guardo sempre con spavento quel tavolo, in genere su cavalletti, abbondantemente intovagliato, in genere con carta epperò buona, dove giacciono i bicchieri di plastica i mangiarini e il Prosecco Libero, in genere prodotto dall’azienda Porcacci Ugo convenzionata col reparto di gastro-enterologia del più vicino ospedale.

  12. Scoop
    una coppa di champagne caro tashtego te la offro io se vieni da Roma:il furlen entra in quarantena ce jour là. La data, ve lo giuro, è stata proposta dal circolo dei lettori.:-)
    effeffe
    ps
    per ab giusto una gazzosa

  13. tashtego, in anni e anni di nonchalanti sbafi affinati nelle pieghe e piaghe della Cultura*, son giunto alla conclusione che il Porcacci gli è spesso innocente, e la convenzione con la lavanderia gastrica ce l’hanno più che altro i mangiarini. L’unica tartina buona è la tartina intonsa.

    Può anche darsi, però, che in quanto a prosecchini sia ormai mitidrizzato.

    *ah, ricordo un mitologico buffet privato in triennale popolato solo da architetti settantenni davvero signorili, nel quale m’infilai amabilmente, coi miei jeans e lo zainetto, uscendo da non so più che mostra. E lì altro che Porcacci! Altro che tartine!

  14. @luca
    I hate il prosecco, in ogni sua forma.
    e lo champagne pure (grazie effeffe: quarantena?).

    Porcacci Ugo, titolare dell’omonima azienda vinicola di cui condivide la gestione con Sculacciabuchi Ezio, è laureato a pieni voti in chimica, con una tesi sugli effetti degli acidi sulle pareti dello stomaco, una ricerca finanziata dalla società farmaceutica produttrice del Maalox: vedi tu il capitalismo, alle volte…
    il Porcacci ha lavorato per un certo tempo al Ministero per la soluzione del Problema Curdo nella Baghdad dei tempi di Saddam, facendosi le ossa come futuro produttore di “prosecchi da vernissage”.

  15. Gianni ciao, ti volevo rispondere per mail, ma lo faccio qui.
    Hai avuto una botta di culo pazzesca, venerdì notte sulle dieci ho cominciato a smontare la libreria Ikea, una delle tre librerie che ho in casa. Gli scaffali gongavano, allora ho passato tutto sabato come un nufrago in mezzo a montagne di libri pezzi di legno attrezzi. Praticamente ho applicato lungo la linea di mezzo di ogni scaffale Ikea Stolmen un listello di legno di pino 100 x 4 x 2 cm, sulla parte superiore, con la doppia funzione di NERVATURA e di “spartilibri” che tengo in due file per ogni scaffale. In più mi sono reso conto che non trovavo più niente, quindi ho ordinato finalmente per autore.
    La morale è che il nerbo è necessario in tutto, anche negli scaffali Stolmen che altrimenti, nonostante la sofisticata tecnica costruttiva a “sandwich”, gongano, come le idee, e pare di vivere in un mondo sul punto di liquefarsi. Quindi ho passato il venerdì notte, tutto il sabato e la domenica fino alle tre del pomeriggio a lavorare come un bricco.
    Se fossi venuto, sicuramente avrei polemizzato chiedendo Scusi, ma perchè su NI2.0 giustamente avete dedicato spazio alla simpatica autrice di La figa della mutua, ma avete ingiustamente dedicato zero spazio a uno dei migiori studiosi italiani di letteratura e cultura, una donna che da studentessa seguiva le lezioni di Foucault al Collège de France?
    E tu magari mi avresti risposto che nel passaggio da NI a NI2.0 si è messo mano al codice html, e nella nuova impostazione automaticamente alla parola “concetto” viene agganciata inizialmente una “a”.

  16. @ Antonio Sparzani, bartender concettuale della festa, che vorrebbe offrirmi questo drink analcolico:
    “La letteratura è molto fortemente vita, ma la vita non è letteratura.”

    Kafka e io la pensiamo all’opposto: la letteratura molto raramente riesce a essere vita. Infatti detesto la parola “letteratura” e derivati.

  17. Ok, ma a part offr il log bec arm nar post-mod, post-pop, post-ic de variazi, della funà, dell’ironi a cub – ch no si utiliz nemm pi pe gli s-po(…)t Ne pe di far id, mi sapres dir qua “nervat” pens di seg?

  18. barbieri, il reading è per lunedì prossimo. possibile che tu non capisca mai un cazzo?
    e biondillo che t’invita pure. mah.

  19. Sitting, sei tu che non hai capito una mazza, io mi riferivo a un appuntamento con Biondillo a Ravenna, il 10 febbraio.
    Sarebbe bello se tu prima di parlare pensassi che non puoi sapere tutto e che non è poi così necessaria la tua opinione su ogni cazzo e mazzo dell’orbe terracqueo.
    Come avrai (spero) capito ti sto consigliando la metamorfosi in Zitting Targets.
    Ciao e salutami i ragazzi del (tuo) club…

  20. Poesia dedicata al troll “andreina barbieri” riflesso dell’enclave letteraria in rete

    Sam’s Rhyme of the Troll

    Troll sat alone on his seat of stone,
    And munched and mumbled a bare old bone;
    For many a year he had gnawed it near,
    For meat was hard to come by.
    Done by! Gum by!
    In a cave in the hills he dwelt alone,
    And meat was hard to come by.
    Up came Tom with his big boots on.
    Said he to Troll:’Pray, what is yon?
    For it looks like the shin o’ my nuncle Tim.
    As should be a-lyin’ in graveyard.
    Caveyard! Paveyard!
    This many a year has Tim been gone,
    And I thought he were lyin’ in graveyard.’

    ‘My lad,’ said Troll,’this bone I stole.
    But what be bones that lie in a hole?
    Thy nuncle was dead as a lump o’ lead,
    Afore I found his shinbone.
    Tinbone! Tinbone!
    He can spare a share for a poor old troll,
    For he don’t need his shinbone.’

    Said Tom:’I don’t see why the likes o’ thee
    Without axin’ leave should go makin’ free
    With the shank or the shin o’ my father’s kin;
    So hand the old bone over!
    Rover! Trover!
    Though dead he be, it belongs to he;
    So hand the old bone over!’

    ‘For a couple o’ pins,’ says Troll, and grins,
    ‘I’ll eat thee too, and gnaw thy shins.
    A bit o’ fresh meat will go down sweet!
    I’ll try my teeth on thee now.
    Hee now! See now!
    I’m tired o’ gnawing old bones and skins;
    I’va a mind to dine on thee now.’

    But just as he thought his dinner was caught,
    He found his hands had hold of naught.
    Before he could mind, Tom slipped behind
    And gave him the boot to larn him.
    Warn him! Darn him!
    A bump o’ the boot on the seat, Tom thought,
    Would be the way to larn him.

    But harder than stone is the flesh and bone
    Of a troll that sits in the hills alone.
    As well set your boot to the mountain’s root,
    For the seat of a troll don’t feel it.
    Peel it! Heal it!
    Old Troll laughed, when he heard Tom groan,
    And he knew his toes could feel it.

    Tom’s leg is game, since home he came,
    And his bootless foot is lasting lame;
    But Troll don’t care, and he’s still there
    With the bone he boned from its owner.
    Doner! Boner!
    Troll’s old seat is still the same,
    And the bone he boned from its owner!

    qui

  21. b.b.b (bene bravi bis)
    m.m.q.p.n2 (micidiale momento, questo, per NI2).

    auguri per la vostra iniziativa di livello, con quanto ne sta già seguendo. ben arrivati nell’agone delle politiche culturali di questo splendido paese (viva remo remotti, da palermo ad aosta).

  22. a.b.
    Non c’ho capito una cippa del tuo commento. Questo significa che tu sei troppo intelligente per me.
    Inertemente rinuciatario ed immiserito tuo,
    G.B.

  23. Adoro la parola post, mi ricorda una di quelle giovani supplenti che venivano a fare lezione quando una prof, parola che invece odio, mancava. Post la giovane supplente, prof la vecchia insegnante…. Molto più di una metafora!

  24. Perché tu leggi il commento come allegoria, invece io dicevo che davvero mi sono lanciato in un lavoro allucinante e per venirne fuori mi sono chiuso in casa per quasi tutto il we.
    E significa anche che prima i libri erano aggregati per temi, genere, legami di amicizia tra gli autori, ora sono in ordine alfabetico tutti uniti: poesia filosofia saggi narrativa. Prima eri vicino a Franz, ora Franz è vicino di Kafka e della Kristoff, mentre tu sei con la Bibbia, Bianciardi, Bilenchi e Cage.

  25. Lancio per la prossima manifestazione di lettura indiana la parola “test”.
    Per raccontare il mondo col test-o occorrono infatti una bella test-a, i test-icoli nel senso di test-ardaggine da test-uggine più che di test-osterone, non fare troppo i Test-ori, non pensare che basti un at-test-ato di scuola di scrittura, non rapportarsi ai colleghi come in un test-a a test-a nelle vendite, leggere il bellissimo Primaverile – uomini nudi al test-o, test-are il mondo nel senso di fare esperienza, non confondere la finzione con la test-imonianza, non aver paura di tentare perché al massimo si farà un test-a coda ma almeno nessuno ti prenderà per una test-olina.

  26. Impossibile.
    La Trimurti parla solo attraverso il suo Portavoce ufficiale.
    Il Portavoce è l’unica bocca (autorizzata) attraverso la quale il Verbo Trinitario elargisce, per Sua somma bontà, il Vero.
    Una bocca senza lingua, ma cosa importa… Il Portavoce è solo uno strumento di diffusione di una Sapienza senza limiti e confini.

    Fulminato tra la Via Emilia e il West, non s’è mai più ripreso. Per nostra fortuna.

    Avete problemi di erezione? Di stipsi? Non sapete come eliminare la forfora? Volete la ricetta giusta per l’uovo sodo? Vi serve un piastrellista?

    Non avete che da chiedere. Lasciate un messaggio in bacheca. Prima o poi il Portavoce passerà e ogni vostro desiderio sarà esaudito. In fondo, ognuno ha una missione nella vita: la sua è fare luce nel buco nero delle vostre vite e del vostro (pseudo) pensiero.

    Affidatevi, sarà la vostra salvezza. E tutto a gratis, per giunta.

  27. beh, però il significato più affascinante di post, ovvero quando viene usato prima di un vocabolo per indicarne il sorpasso travagliato e navigato, non l’avete nominato.
    tipo il post rock, o il post modernismo.
    però è una bellissima iniziativa.

  28. Videoracconto parte seconda: nella selva incantata appaiono due nuovi personaggi. Entrano a turno nella macchinetta da fototessera.
    Fiorello MAnnoia
    Funiculì

    Per Binaghi, eravamo amici finché non ho letto certe tue affermazioni su Vibrisse a proposito di Dico e dintorni.

  29. P O S T
    Bjork

    1995

    Post è Bjork che prolunga il filo del microfono fino alla spiaggia per cantare al mare It’s Oh So Quiet.

  30. Eccomi nella selva incantata di a.b.
    E non mi riesce proprio di capire la ragione di tanto onore.

    Spero che non sia dovuto al fatto che non Be.Vo. Mo.Sca.

    Comunque, se me la chiedevi, ti avrei passato una foto più eloquente. Ne ho una bellissima che mi ritrae mentre carico le valigie del mio idolo sabaudo che sta partendo per una (meritata) vacanza (di riposo e meditazione) in montagna.

  31. Praticamente Fiorello ha scritto un post in cui ci sono delle allusioni. Niente di speciale per carità: non fa ridere, né commuove. Allude e basta.
    Egli/Ella è beato nell’allusione. In questa allusione dimostra di leggere tutto quello che scrivo. Potrei pensare che mi consideri il suo idolo.

  32. Ma no, a.b., ma cosa dici mai? Ti è sembrato di leggere delle ‘allusioni’ nei miei commenti? Suvvia, caro, ma come ti viene un’idea del genere…?

  33. Mi associo a Massi sottoscrivendo l’augurio di vedervi in giro per la nostra nebbiosa provincia emiliana….

    (Poi Massi organizziamo che ci andiamo insieme …….)

  34. Mi associo a Massi sottoscrivendo l’augurio di vedervi in giro per la nostra nebbiosa provincia emiliana….

    (Poi Massi ci organizziamo per andarci insieme !!!)

    Ale

  35. Continuavo a chiedermi come mai al Circolo dei Lettori non avessero ancora infilato anche NI.

    solo questione di tempo…

  36. Caro Gianni,
    Visto che la richiesta è in ascesa, sarebbe molto bello riproporre l’incontro a Milano… Anche perchè se nella ex Metropoli da bere (ma quando lascio il lago, io persevero tra il Bar Magenta e il Cantinone…) forse sembra tutto luccichio e ferri vecchi, l’esigenza di comunicare tramite i Blog mi sembra importante…
    Ti abbraccio forte :-) :-) :-) :-)
    Ps Molto bella la Poesia sulla nevicata
    davide fent

  37. Uno dei miei propositi indefettibili è stare lontano da tutti i posti, in qualsiasi luogo della terra si trovino, che si chiamano “Il cantinone” et similari.
    A proposito di “vino” l’altro giorno pensavo che il fenomeno epocale della Scomparsa Del Fiasco è passato sotto generale silenzio.

  38. “…e intanto Paolo VI non c’è più E’ morto Berlinguer Qualcuno ha l’Aids Qualcuno il Pre Qualcuno è Post senza essere mai stato niente” (Svegliami, CCCP-Fedeli alla Linea)

  39. @a.b. Siamo a post quindi direi… si divaga un pò tra spumanti e romagna e quindi colgo pure l’occasione per dire ad a.b. che Learco Pignagnoli è intervistato…

  40. “il fenomeno epocale della Scomparsa Del Fiasco è passato sotto generale silenzio”

    il fiasco non è scomparso, c’è eccome, vedrai la fine che farà il tuo libro

  41. Indubbiamente, la parola post è importante e strausata (anche a sproposito) oggi come oggi. Personalmente, nella prima delle accezioni elencate, la considero uno dei pochi neologismi provenienti dal magico mondo di internet e dell’informatica in generale che mi piacciano e che usi. Post è più immediato, cattivo, ficcante, diretto, moderno rispetto ad articolo, termine senz’altro da preservare, ma ormai diverso, che rimanda a qualcosa di più lento, riflessivo e “articolato”.

  42. Post scriptum:
    Le 443 pagine che ha scritto Gianni Biondillo mi aspettano sul comodino…stasera!
    p.s.
    (magica sera)!

  43. grazie, a.b.
    grande!
    ma come hai fatto a procurarti quella ‘mia’ vecchia foto?

    beh, di te si potrà dire tutto, tranne che tu abbia la memoria corta…

  44. Una volta parlando con Lipperini lei comincia a tirare fuori una caterva di argomenti come per scusarsi, e io le faccio: ma guarda che non sono mica un pm!
    E lei risponde: uhm, a volte lo sembri….
    Sarà questa cosa che mi rimangono in testa i particolari, ma mi percepiva come Di Pietro ai tempi di tangentopoli :-)

  45. @Gisy
    Bellissima intervista a Pignagnoli. Dice tutto quel che c’è da dire sull’umorismo, la comicità, la lingua. Anche se a me mi verrebbe di chiamarlo: Pignagnori.
    Grazie

  46. La parola pm l’ho pronunciata io, quindi al massimo, se volevi fare la tua battuta, la solita battuta della cricca, dovevi dire:
    non è che per caso volevi dire pr?
    Solo che a quel punto non c’entrava più con la mia premessa che lei si scusava.
    Non so, a me sembra che voi (che vi nascondete nell’anonimato per lanciare frecciatine, ma siete sempre gli stessi e senza acorgervene riconoscibili) non siete poi tanto intelligenti…

  47. E cazzo, non si può fare neanche una battuta… Uno deve per forza firmare una battuta? Tu lo sai chi inventa le barzellette? Non essere sempre così intirizzito e con la guardia alta, non succede niente. Nessuno complotta contro di te.

  48. Guarda anonimo, tu, da anonimo, hai fatto la solita battuta sulla cricca. Non fa nemmeno ridere. Quindi non è questione di guardia alta, è questione di palle a terra.

  49. Buongiorno. Proposta, è possibile firmarsi con nome e cognome o solo col nome? Basta anonimato, basta nickname … Perchè a volte leggo battute, e se uno le firma e ci mette la faccia almeno se ne prende la Responabilità… Invece spesso qui si lancia il sasso e si nascone la faccia…
    Poi fate come volete… contenti voi…
    Ps Caro Gianni, pensateci…
    PS2 M’ immagino le secchiate che arriveranno, ma tranquilli ho fatto il militare e ho quarant’anni… ME NE FREGO!
    Baci e Abbracci
    davide fent

  50. E’ vero, anch’io sono stanco di vedere firme come “a.b.” o “Effeffe”… Nome e cognome, è giusto.

  51. sono d’accordo, basta con l’anonimato. fosse per me, renderei obbligatoria anche la declinazione del codice fiscale.

    vostra Eva Risto

  52. Registrate la serata e fate in modo che sia possibile riascoltarla in qualche modo qui, anche un video andrebbe bene.

  53. @Giancarlo – Grazie…il merito ovviamente son sempre delle risposte. Pignagnoli è un maestro…e basta a pensare che l’umorismo sia sempre e comunque un’espressione di una letteratura deteriore…(cioè non Totti intendiamoci)

  54. Complimenti a tutti.
    Però,Gianni, il tuo intervento è stato grandioso. E la parte finale della vittima, commovente.
    P.

  55. Complimenti a tutti per la serata al Circolo dei Lettori, ieri sera a Torino. Mi scuso se i miei commenti non sono in linea con quelli che Gianni Biondillo ci ha somministrato con bravura e autoironia.

    Alcuni commenti, non ricordo tutti i nomi purtroppo.

    Primo intervento (?): il Posto

    Deliziosa carrellata sui i decenni passati attraverso la griglia di films e qualche canzone. Azzeccatissimo escamotage la lettera alla mamma.

    Gianni Biondillo

    Grande tensione emotiva, sofisticato e tagliente l’approccio ironico. Vale più di tanti editoriali…. e pure divertente.Bravo!

    Francesco Forlani

    Primo intervento molto efficace, ma forse la postura ti ha giocato un brutto scherzo…, alcune frasi non arrivavano. Belle, stilisticamente parlando, le citazioni canore.

    secondo intervento
    Mi hai convinto comprerò il tuo libro, in francese ( l’ho già chiesto a Gabriella). Mi hai ricordato le figurine di Boniperti di Starnone.

    Intervento sul postmoderno

    Dotta e raffinatissima dissertazione … e ho pure scoperto il nuovo romanzo Manes. Pensa che sto per finire di leggere il saggio di Rosalind Krauss, “teoria e storia della fotografia”, Bruno Mondadori. Grazie!

    Intervento Filosofico

    L’uscita da due postumi è stata molto apprezzata anche se ….eravamo già un po’ a corto di concentrazione. Bravo comunque, anche per la breve storia dei dobloni!!!

    a tutti:

    Siete stati molto bravi a legare insieme i vari interventi!

    Mi auguro di esserci al prossimo evento.

    Saluti e grazie di nuovo.

    Un frequentatore assiduo del Circolo dei Lettori di Torino.
    Filippo.

  56. E il vino rosso cos’era, nebiolo?
    Grazie delle foto adesso vorrei sentire le voci. Grazie a Filippo per il flash sulla serata. Belli e bravi.
    Molto chic colui che indossa il fazzoletto rosso a far pandan con la riga rossa della sciarpa.
    Qualcuno sa dirmi chi è chi?

  57. lady, il figaccione col fazzoletto è forlani.
    carla bariffi, il ricciolone è biondillo.
    peccato che non faccio lo scrittore di successo come questi, sennò rimediavo. ma carla bariffi, io c’ho altre doti!

  58. non sei molto furbo, Sitting, so benissimo chi è il ricciolone!

    Vorrei conoscere i nomi nell’ordine in cui compaiono, grazie.
    poi magari un riassunto dell’esibizione di Forlani che sembra aver suscitato consensi e sorrisi.

  59. In ordine con le foto:

    Francesco Forlani
    Giorgio Vasta
    Franz Krauspenhaar
    Gianni Biondillo
    Piccola foto di gruppo con f. forlani mascherato
    Sergio Garufi
    Andrea Inglese

    Alla fine si è alzato canticchiando la strofa di una canzone, non ricordo bene le parole, era in francese, piena di vento, e s’è tolto la maschera. E’ stato un gesto libero.
    Uno dei tanti ritmi diversi, la serata è stata così, bella, piena di cambi di tempo, di parole con tante velocità.
    Biondillo è diventato tante voci. Franz F. ha fatto un viaggio nel posto di lavoro, nel corso degli anni, in questa Milano che cambia (e ce l’ha nel suo dna il cambiamento). Ha finito con un inno alle parole, forti che hanno vinto tutto il resto.
    Andra Inglese ha letto un lungo pezzo, difficile sì, dove parlava dell’essere politico di chi scrive, e della libertà del poter dire e il dove dirlo, e di questo spazio che è aperto, è una possibilità. (le sue parole avevano un bisogno, una tensione necessaria, un tono chiaro).
    Sergio Garufi ha parlato anche di arte. Del postmoderno. In un punto ha detto che le immagini quando le vediamo ci entrano dentro, sono un segno del tempo, e viaggiano, si trasformano, in continuazione. Mi sono chiesta quanto il libro sia un’immagine.
    Giorgio Vasta ha fatto il presentatore all’inizio.

    Poi volevo aggiungere che io ero in Emilia, in giro dal mattino presto, all’improvviso ho deciso di fare il giro lungo e alla sera sono arrivata col treno a Torino, dove ho degli amici carissimi.
    E dopo a casa di Jacopo, un venditore folle di assenzio, ho trovato su uno dei suoi tavoli pieni di libri, Circo dell’ipocondria di Arminio.
    Beh le parole portano avanti loro. E il giorno dopo Torino era in una bella giornata di sole.

  60. furlen su tutte le ruote
    @la barista
    ci avevo un problema col dente del giudizio
    e l’ho sputato nel momento clou della performance
    per fortuna non ho beccato il giornalista che era di fronte
    (bello il suo pezzo sull’unità) che ha creduto fosse un cicles
    (chewing gum)
    effeffe

  61. io mi auguro veramente di poter assistere ad una vostra “performance” in un futuro prossimo….
    potrei scriverci sopra!

    Siete meravigliosi!

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