Poesia (semplice) d’amore

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di
Francesco Forlani

Adesso che paura di morire non mi segue
Come la ruggine sul ferro e pare intenso
Il salvamento dall’inceppo, dall’attracco

Che il core non mi esplode in petto
La saliva in bocca, il turbamento
Perfino il dolore di perderti mi solleva

Le spalle, con un solo gesto, la parola
C’est la vie c’est la vie
Anche quando vita non consola
Ma è così

Adesso che il cammino si fa lento
Il passo nel paesaggio, con le braccia in croce
Luce alla voce, sbalzo da cataratta

A quella linea di confine una frontiera
Tra passato – immenso e non fardello-
Ed il futuro in groppa, una miniera.

Come di voce roca
L’anima piena si affastella e invoca
Te

33 COMMENTS

  1. Francesco, la terzina che più mi intenerisce è:

    A quella linea di confine una frontiera
    Tra passato – immenso e non fardello-
    Ed il futuro in groppa, una miniera.

    Questa poesia è una carezza.

  2. caro francesco
    c’è luce alla tua voce. nei prossimi giorni penso di affidare a n.i pure io una poesie (semplice) d’amore.
    un saluto dall’irpinia d’oriente

  3. Poche poesie mi emozionano, forse perchè troppi ne scrivono (me compresa) ma questa davvero ..non tace.

    grazie

  4. al di là del valore di questi versi, su cui non mi pronuncio, propongo a tutti un anno sabatico dalla poesia d’amore.
    propongo in sostanza di provare amore e fare amore senza per questo doverne poetare.
    provare a potare su altri argomenti meno poetici, a piacere.
    che ne so: una poesia sulle rampe per handicappati? un sonetto sulle solette ortopediche con plantare? versi sulle funivie? sulle polizze d’assicurazione? sulla pentola a pressione? sull’alluce valgo? poesie sul cartone ondulato? sulle patatine fritte all’aceto? sulla dermatosi seborroica? sulle agenzie di viaggio? poesie sull’indice down-jones? bei versi sul gioco del bowling? sui pennarelli uniposka? sul polistirolo espanso? sul mal di schiena?
    insomma per un anno poetare su tutto, meno che sull’amore e l’amata/o.

  5. “Ed il futuro in groppa, una miniera.” ti prego, effeffe non dare retta a tashtego che è sempre un brontolone tremendo. Vai così. Una ramificata miniera. Grazie
    a.

  6. mi fa male il creato
    chè l’alluce
    si è gonfiato
    mi fa male il creato
    chè
    l’indice
    si è impennato
    mi fa male il creato
    chè l’amore
    se n’è andato
    bravo effe effe
    :))))

    la funambola

  7. caro dottor tashtego, la sua proposta è interessante. ho gradito molto la poesia del dottor forlani, che credo aduso a un costante esercizio dell’ars amandi. in pratica, ho il sospetto che il suddetto abbia scritto i versi in questione subito dopo aver espletato le sue orgasmiche funzioni, nevvero. ecco, io auguro che si faccia poesia d’amore nel “post”, al posto della solita sigaretta aspirata da sdraiati – pratica che, come medico, sconsiglio vigorosamente.

  8. Bella poesia, soprattutto i primi versi.
    Appunto: c’è bisogno di dire “core” al posto di “cuore”, oltre che per esigenze metriche?!

  9. cosa beviamo per festeggiare questa “bellezza”?
    sarà quel cuore rosso acceso, sarà la leggerezza carica di sensi,
    questa poesia che
    aleggia ancora sulla pelle…

    Vorrei veramente brindare, alla poesia!

    e che ne seguano ancora…di poesie …..

  10. OT
    “vorrei morire, per lo meno temporaneamente; ma, come ho detto, soltanto perchè ho male all’alluce.
    E ora all’improvviso mi rendo conto con quale superiorità e nobiltà un grande prosatore direbbe la stessa cosa. Dipanerebbe, un periodo dopo l’altro, la pena anonima del mondo; ai suoi occhi che immaginano paragrafi apparirebbero, diversi, i drammi umani esistenti sulla terra; e attraverso il battito dell’alluce leggermente valgo, si innalzerebbe sulla carta tutta una metafisica della disgrazia. A me, purtroppo, la nobiltà stilistica fa difetto.Ho male all’ alluce perchè ho male all’alluce. Mi fa male l’universo perchè l’alluce mi fa male. Ma l’universo che veramente mi fa male non è quello vero, quello che esiste perchè non sa che io esisto, ma quello, proprio mio, che, se passo le mani fra le dita dei piedi, mi fa credere di sentire che essi soffrono tutti soltanto per farmi soffrire”
    così…
    baci alle belle signore
    la funambola

  11. mi è saltata la caldaia…anno sfigato….odio i numeri dispari!

    sono con voi, comunque, non ostante, sempre.

  12. Chissà se trattasi di amore in senso generico, ossia per la specie umana in senso lato, o in senso specifico, ossia in senso individuale, verso una singola persona. Nel qual caso, vero che è indirizzata a me? :-)
    Cos’ho fatto per meritarmi tanto?

  13. @la funambola
    noi futuristi della “nobiltà stilistica” ce ne impippiamo!
    rattt….! tatttt!!! rattarttattaattt…..!!!!!

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017