MagiK moments
di Franz Krauspenhaar
1. SERA
Stati di eccitazione e depressione, forme maniacali ed ipomaniacali, avanti con il rimbombo del cuore, il run accelera la sua corsa lunga ma alla velocità di un centometrista del dolore; nuove sindromi maniaco depressive, psicosi depressive croniche, posologia di un lamento dilungato, la macchia di nero petrolio all’orizzonte che fa sparire di netto il sole, luttuosamente nero; nelle profilassi delle recidive maniacali e depressive, allungato contro un muro di periferia, incapace di andare a destra, a sinistra, da qualunque parte, con l’esterno temporale destro che si gonfia, una specie di soufflè tumorale che bombarda la tua faccia incrinata e rinserrata nella tua nuca triturata come in un dattero tunisino della V.G. Fruits al Cameo d’Olanda, avanzo con la mia cefalea a grappolo, e rido, perfettamente coadiuvante nelle leucopenie da farmaci.
2. NOTTE
Vago maniacale nella città curva e a mezzanotte va la ronda del piacere, sotto tempeste di elettrodi incarogniti, zip beep in guasti alla centralina delle operazioni umane, variazioni transitorie della vita, stanchezza letale, soffio irreale, letargia monumentale, perdita di peso, scotomi transitori e latte alle ginocchia, gonfiore ai polsi, rotture di coglioni contrappesi, rabbia improvvisa, rovesciamento di tavoli, febbre bicolore, lecitosi, tremori e confusione, io nudo, in un complesso quadro clinico, con esagerate convulsioni in presenza di immagini sacre, e debolezza muscolare da personal trainer malato di aids, e ulcere cutanee come sputi pulviscolari su Marte; e disidratazione delle cellule di tinnitus, scivolamento a ventisettemila virgola ventisettemila baci periodico fratto gradi di altitudine, e miraggi, sotto l’ influenza di un montaggio eisensteiniano percussivo da Billy Cobham in solo, movimenti clonici delle gambe al momento della masturbazione settimanale, atassia peristaltica, gonfiore sottocutaneo di pensieri letterari; attaccarsi dunque alle tende, al piumone da circo del letto, attaccarsi al tram in corsa, attaccarsi alle mandibole per compensare un’atavica fame di sentimenti, difficoltà nella parola, nausea, vomito e per finire diarrea.
3. MATTINA
Alla pay tv visione orizzontale di Beckett in Film al posto di Buster Keaton mentre mandano in onda il terz’ultimo brodo di cappone di Pupi Avati; ipereccitabilità dei riflessi tendinei profondi, salire le scale, scendere le scale, c’è chi scende e c’è chi sale, bella scoperta, lo sapevo già, mantice polmonare a esofago valgo, respirazione coatta, annebbiamento pinteriano della vista, ricordi era stato un invito, venite tutti quanti a casa mia, gemere, ricordare, scordare altrettanto velocemente, Santo e Johnny e la chitarra steel-miagolante come Fritz il gatto, cambiamenti morfologici del pene, funzionalità renale andata a puttane, con panoramica di sguardi in tralice rettile verso la moglie desiderata morta, seduto in quel caffè io che pensavo a te, la testa bassa come quella di Giorgio Chinaglia a Italia-Haiti, WM 1974, ubriaco di endorfine, il barista che guarda il cliente/io come a dire e questo qui chi cazzo è, salire sull’ultimo metrò, ore 0, 30, l’uomo che amava le donne e le ama ancora, e guarda le donne anche se sta male, perchè il vizio non lo si perde mai, sensazione unica, tempo di Coca Cola, come un mortaio gigante che pesta la tua bistecca-testa verso il fondale linoleumale della MM, sensazione di scivolamento all’inferno della contemporaneità, iperritabilità muscolare, a casa la domenica seduto a vedere la tv, con lo sguardo comunque perso nell’incavo del tuo umore sputato a schifìo sotto il livello del mare di Bering, il sole una specie di agglomerato inutile anzi dannoso di giallo glutinato, i primi sentori gravidi dell’estate e il caldo pellegrino distributore di sudore, fibrosi glomerulari come se piovessero.
4. POMERIGGIO (e poi sera, notte, ecc.)
Dallo psichiatra movimenti sussultori ondulatori dell’appendice asimmetrico del ricordo di antichi incubi, livelli ematici sotto la media nazionale lorda, ritardi psicomotori, Bella Belinda è innamorata parla da sola con l’insalata, sindrome encefalopatica del Mendel, questa vita è una catena, funzionalità renale a tutta birra – e sai cosa bevi, dottor Emmenberger prima dell’intervento mortale al commissario Barlach, enfisomi pluripurcellare del dualdeno accastonato perivalmidato, l’associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico, ad evitare inattesi fenomeni indesiderabili da interazione, per fare un pennello grande ci vuole un grande pennello, domande a sequenza alfa uno due A come Andromeda, risposte a mezza voce con leggero arrochimento nicotinico, sensazione di cadere dall’Empire State Building durante il crack del 29, vista completamente annebbiata, colore comunque semprevivo Philips, quel topo morirà, se non l’ammazzo, sfrizzolare delle tempie a resistenza cortocircuitale con versamento sudorifero, paura di irreversibili danni cerebrali, scandaglio psicologico tarato su FAST, ammissione di alcune colpe irreparabili, la mi mama l’andava in gesa ma la vutava sucialista, deglutizione a scatti singultanti, il mondo non si è fermato mai un momento, compilazione ricetta Glaucomicene Serendipitato 200 mg, tre compresse al giorno, stretta di mano mediomolliccia, uscita verso un mezzo pubblico superaffollato, fin che la barca va lasciala andare, attenzione: non utilizzare il farmaco oltre la data di scadenza indicata sulla confezione, ultima revisione da parte del Ministero della Sanità, magiK moments magico momento Maggi, utilizzo di una tenacia Krupp e di una pazienza giobbica, nuova notte insonne a pregare e bestemmiare Morfeo Negro, Don Giovanni il sole e Carmen la luna s’incontrano di continuo, nel fruscio di seta del cielo, senza fermarsi mai.
(Nella foto: Buster Keaton in “Film” di Samuel Beckett)
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questo il dolore occidentale
Siamo i figli di mezzo della storia, senza scopo né posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita.
un ritmo impressionante, junge man!
VORREIII COPRIRLAAAAAAA TUA BOCCCA
DIBACCI DI BACCI DIBACCCI
PERDIREQUANTO MIPIACCCI
EPPOITENERTISULCOR ZUMPAPPA’
questo è un commento che non vuole entrare nel contenuto, vuole essere semplicemnte una pacca sulla spalla sempre meglio di un calcio nei coglioni.
ahhhhhhhh, siamo messi male davvero male, sarà sempre così?
in oriente se la passano meglio?
baci
la funambola
un testo di pura razza milleriana Franz, Crocifissione in Rosa direi, ritmo metropol, mi piaci quando viaggi così.
Questo testo mi ha commossa. Mia sorella ha questa malattia “la maniaco dépression”. Conosco bene questa malattia : si cura fortunamente con medicinale: lithium per esempio. Mia sorella è intelligente, piena di talento ma ha sofferto: allucinazione, acquisti smirusati, eccessi, discorsi ininterrotti, internamento qualche mese.
Adesso è curata, segue una terapia e lavora. E’un po’ originale ma fa parte del suo fascino.
Quando ho letto eccitazione e depressione, il mio cuore mi ha colpito forte come un vertigini.
ciao Franz
devo ancora darti la ricetta di quel cocktail….ricordi?
Baci
carla
Grazie a tutti, surtout a Veronique. Del litio ne so qualcosa anch’io. Un abbraccio a tutti.
La depressione è il male di quando non hai più nessun valido motivo e nessuna scappatoia. Di quando il male è male è basta. Di quando non vuoi più parlare, più dormire sui letti, ma per terra senza cambiarti i vestiti, avere almeno il tuo odore – che è tuo nessuno ti può togliere. Di quando non vuoi che si aprano le finestre, e tutto deve restare dentro, che gli altri non lo contaminino più. Oppure sei un canale di passaggio frenetico, un frasario senza senso del mondo e appunti tutto in un delirio e nemmeno un getto stabile d’inchiostro sulla pagina. Poi s’impara a conviverci a non farsene sbranare – a volte. Mantenendo il terrore delle folle sui mezzi pubblici. Un abbraccio a FK e a Veronique.
Suvvia, giovanotto, che sono queste lagne? Su bello duro, come si dice a Milàn. Se continua così dovrò deferirla al mio superiore, il Capitano Franco cappello.
peppero! lascia stare le letteratura, non è roba per te, cioè non è roba neanche per me, ma io sono un ufficiale, perdio!
comunque il ragazzo ha la stoffa, anche a me ogni tanto viene il magone, soprattutto in porta carraia e durante il pao.
@ sergente peppero e @ capitano cappello
perché non provate a farvi assegnare, per un certo periodo almeno, al n.c.c.?
dando magari una mano, alla bisogna.
@Fiorello M. Annoia
per lei avremmo giusto un ruolo nelle truppe ausiliarie.
I muli degli alpini soffrono di solitudine.
si sono già scocciati di lei, sergente? strano davvero, se ripenso alle doti di ‘isaccatore’ che la vulgata militare le attribuiva. ma non si deprima, piano piano, vedrà, saprà riprendersi, con gli interessi, il posto che le compete di diritto.
Grazie Franz e Ophelia, con tutto il mio cuore.
Il testo di Franz è bellissimo. Vorrei dire che la malattia fa paura quando tu la scopri ma dopo, la vergogna se ne va. L’amore e l’amicizia aiutano a vivere meglio.
Umf…che botta, leggere ‘sto post.
Un metaforico pugno nello stomaco, Herr FK.
Anche più forte di uno vero, volendo……
p.s.
per C&C…
sono commestibili?
…ci andiamo insieme?
ci saranno anche i ciupa ciupa colorati?
ciao belè….
oggi vado a mangiare dall’Orestino….a Lecco.
specialità:
bolliti.
La depressione è un ruscello senza umore, che come l’acqua si è perso nelle pietraie, nel sottofondo di caverne scure. E senza umore muoiono i pesci, quali i pensieri, le fantasie, i progetti. Un giorno verrà la pioggia e dopo la pioggia il sole e l’acqua per incanto tornerà a fluire e il pescatore getterà la lenza e il fiume restiruirà i suoi frutti. Presto, munirsi di paglia e taccuino, l’acqua di ruscello risveglia appetiti.
così & come (una succursale di divani &divani?) ma che diavolo di roba è quella, una pianta di viagra?
Ciao Carlo, mi fa piacere rileggerti. Ancora grazie a tutti.
Ciao Franz, un caro saluto.
gran pezzo, Franz, gran ritmo, una mitragliata di bile sputata fuori, sul foglio del mondo, come all’ok corral, mantieni la rapidità del gesto e sei salvo.
Caro Capone, lieto di rivederti, ricordati di fare un fischio se vai per olio.
OK Marino, un caro saluto anche a te.
Caro Sitting, lei dovrebbe star seduto, ma sgalletta come un lombricillo incazzuto. I lombricilli incazzuti sono quelle cosette che si vedono senza pastiglie viola Leone o estratti di viola del pensiero che siano, quando ci si accorge di quanto tempo si è perso a stare male, a fottersi da soli per un mondo che è più rancoroso e malato di qualsiasi sacrosanta malattia.
“Nevrotico it’s beatiful”, sostengo da sempre. e si vedono i risultati. Mi hai fatto anche ricordare i primi movies di Woody. Compliments Franz.
se sto seduto mi addormento.
come la vera nobiltà. il tedio è la tua linfa e il tuo tormento. Sitting ammiro questo tuo garbo radical chic-art brut a seconda.
radical chic dillo a tua sorella.
Evo di poteve opevaio. E allova?
e allora mambo.
mia sorella è figlia unica.
Ragazzi, me lo dite chi vi vende il fumo?
Smokey, non fare l’innocente… la prossima volta non m freghi con la cacca di piccione stagionata, però.
Franz….
donde stay chico bonito???
tutte cheste lingua forastiere nun le capiscio, anche l’articoli scrivete difficili, cui nomi tedeschi come nela primma guerra mondiala, l’autriaci che sparevano co li cannoni e nui ca ce scantavamo.
vincenzo io t’ammazzeròòòòòòòòòòò sei troppo stupido per vivere…. :))))
vincenzo, tu sei la mia consolazione!
bacio
la fu
questa è scema.
sì, l’anacqui :)))))
la fu