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Io sono con Chavez (grazie a Panorama)

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In un articolo apparso su panorama.it, intitolato Chavez chiude la più importante televisione privata del Paese, Paolo Papi scrive tra le altre cose:

“La frequenza del Canale 2 sarà ora occupata ora da Tves (Televisora Venezolana Social), la neonata televisione pubblica del Venezuela. Secondo Caracas sarà una tv “pubblica, pluralista, educativa, partecipativa”. Per capire che cosa effettivamente significhi, basta cliccare su Television Sur (Telesur), la tv satellitare latinoamericana di ispirazione bolivarista (cui hanno già aderito Bolivia, Ecuador e Argentina) che alcuni commentatori hanno già definito la Al Jazeera sudamericana per i suoi toni molto critici nei confronti dell’amministrazione Bush. Oggi il sito di Telesur si apre con l’immagine della neo-direttora di Tves Lil Rodríguez. E un attacco che così recita: “I venezuelani hanno celebrato oggi la nascita della nuova Televisora Venezolana Social, la prima tv pubblica del Paese”

Una gran bella notizia, no?
Ecco perchè, grazie a Panorama sono con Chavez. A proposito, Hugo, a quando un viaggio da noi in Italia?
Effeffe

47 COMMENTS

  1. non si pretende tanto, ma qualcosa che almeno accennasse ad una inversione di tipo “sociale” –
    in ogni caso alla lunga il mezzo televisivo anche pubblico cessa di essere “educativo” – sarebbe in contrasto col dominio delle merci di cui anche lo Stato è attore, ed in quanto tale ha bisogno di clienti/consumatori inconsapevoli –

  2. quale delle varie televisioni privatizzate dal vaticano chavez potrebbe restituire alla nazione italiana?

  3. FIRE AND ICE

    Some say the world end in fire,
    Some say in ice.
    From what I’ve tasted of desire
    I hold with those who favor fire.
    But if it had to perish twice
    I think I know enough of hate
    To know that for destruction ice
    Is also great
    And would suffice.

    Robert Frost

  4. “I venezuelani hanno celebrato oggi la nascita della nuova Televisora Venezolana Social, la prima tv pubblica del Paese”. Adelante propaganderos.

  5. Voi italiani di sinista non potete capire, non potete sapere.
    I miei nonni nei lontani anni 50 emigrarono in Venuzuela e lì nacquero mia mamma e mio zio.
    Poi negli anni 80 tornarono in Italia.
    Lì però hanno molti amici sia Venezuelani che italiani emigrati.
    Quando telefonano per salutarci o per sentire come stiamo ci raccontano la vita druante la dittatura di Chavez.
    Un nostro amico, ingegnere, senza moglie nè figli, fa fatica ad arrivare alla fine del mese.
    Bisogna girare con la rivoltella sotto la giacca per paura che ti assalgano.
    Questo è il Venezuela e voi scrivete a favore di Chavez, lo sapeassero i venezuelani.

  6. Bravo Francesco G, raccontaci com’era prima di Chavez quel paradiso di libertà e di ricchezza e di non violeza che si chiama Venezuela.

  7. Sarà anche un bravo scrittore EffeEffe, ma è di una stupidità politica impressionante. La fotocopia degli intellettuali ‘utili idioti’ che si affiancarono al regime comunista russo per mimetizzare al mondo esterno, con la loro faccia da signorine per bene, le peggiori atrocità.
    Ma loro erano intellettuali e vivevano, con la testa e col culo, nella loro casettina rosa piena di ideali.

    Possibile che non si riesca a capire, una volta per tutte, che mettere le mani sulla libertà di opinione, in qualunque modo e da parte di qualunque ideologia politica, è il preludio alla dittatura?

    Blackjack

  8. Seguito a sorprendermi quando constato quanta destra c’è in giro e quanta ce n’è anche qui.
    So poco di Chavez, non mi fido.
    Il mio “tovarich” era ironico.
    So poco del Venezuela di prima e di quello di adesso.
    Tuttavia mi sorprende la modalità cognitiva del politico che circola qui e fuori di qui.
    Un dualismo elementare, da scompartimento di treno, che segna la vittoria del paradigma berlusconiano sui “comunisti”, vale a dire “dittatura e milioni di morti”, senza dimenticare gli “utili idioti” formulazione che sento ripetere da quando sono ragazzino e io ero ragazzino molto tempo fa.
    Chavez “comunista”, dunque Chavez “dittatore”, dunque addio alla democrazia e alla libertà.
    Può darsi sia così, ma non credo che quelli che la mettono in questo modo ne sappiano molto più di me.
    Immagino che Chavez sia appoggiato da qualcuno, in Venezuela.
    La sua politica contro l’imperialismo USA trova appoggio in America Latina, cioè in quel sub continente che gli USA considerano l’orto di casa loro, dove tutto è sacrificabile al loro interesse, comprese intere democrazie come quella cilena.
    Non so nulla di Chavez, ma so che fa una politica oppositiva a questo stato di cose.
    Non credo sia uno stinco di santo e a sensazione diffido di lui, ma sono d’accordo sul suo anti-imperialismo.
    Accettare di vivere nel pieno delle contraddizioni dell’oggi, significa rifiutare lo schematismo berlusconiano, significa essere ancora capaci di discernere, vale a dire di scegliere: questo sì, questo no, questo non so.

  9. Forse non sarebbe da trascurare il particolare che quella televisione aveva sostenuto il tentativo di golpe studiato dall’intelligence americana, come consuetudine, (andate a leggervi “Confessioni di un sicario dell’economia”, ed. Minimum Fax) e fortunatamente fallito. “Democrazia”, spesso, è un parola vuota, se non risuona della verità di una situazione. E come dice tashtego, è indubitabile che l’anti-imperialismo di Chavez sta mettendo in crisi i piani neocon di rinnovata egemonia nell’America Latina.

  10. “i piani neocon di rinnovata egemonia nell’America Latina”. Marco, mi sa che ti confondi con Kissinger.

  11. Il bello è che il golpe è fallito, ma la televisione è stata chiusa al volo. Cristo di dio, perché dobbiamo imputtanarci dietro a un nanetto populista accussì?

    Ovviamente se qualcuno come Francesco prova a dire la sua (testimonianza) c’è sempre da rivangare un prima che era peggio di ora, che comunque è peggio di prima.

  12. Roberto, un tentativo golpe mi sembra decisamente un tentativo di ristabilire un’egemonia sul subcontinente (considerato che Chavez ha un potere di attrazione su tutti i paesi vicini, per il suo internazionalismo, ma anche per i programmi sociali che sta mettendo in atto grazie al suo sganciamento dal cappio petrolifero norteamericano). Anche il dialogo con Kirchner – il quale, da quando ha smesso di sottostare ai diktat del Fmi, ha cominciato a risollevare il suo paese – è da ascriversi in questo esercizio di anti-imperialismo (vedasi il contro-tour di Chavez vs. Bush, e lo stadio argentino affollato, e stavolta erano tutti ben presenti…). In ogni caso la televisione non è stata chiusa al volo, visto che il tentato golpe è del 2002, e la licenza, solo adesso, non è stata rinnovata.

  13. Tashtego: al di là del tuo ironico tovarich rimane il dato di fatto che è stata chiusa, ben lontano nel tempo dal tentativo di golpe che si presume abbia supportato, una televisione che era contraria e/o critica rispetto al governo venezuelano; alias Chavez.

    Non discuto le scelte economiche e politiche di Chavez, non mi pare né la sede né il posto giusto; constato solo un fatto: mettere le mani sulla libertà di opinione, in qualunque modo e da parte di qualunque ideologia politica, è il preludio alla dittatura.

    Oppure per qualcuno è permesso e per altri no? E’ anche divertente il tuo affettare, fra le righe, i si può e non si può. Un giochino simpatico tipico degli ‘utili idioti’, così come quel continuo rimarcare il berlusconismo come fonte di tutti gli italici mali e usarlo come clava a troncare pareri diversi.
    Ah già, dimenticavo: l’intelligenza sta solo a sinistra. In buona e lugubre compagnia.

    Blackjack

  14. Questi intellettuali d’antan; non finiscono mai di stupire. Tashtego, pure il francese conosci. I miei complimenti: scrittore, architetto, libero pensatore, intellettuale e… esperto di lingue.
    Ah, evito il contrappasso del più tradizionale e italico ‘addio, mio caro’; la situazione non mi pare adeguata.

    Blackjack

  15. @blackjack
    traduzione: ciao caro.
    (non mi reputo imbecille fino al punto di essere un “libero pensatore”: io penso solo cose già pensate da altri).

  16. La questione è senza dubbio spinosa, soprattutto per le ripercussioni che il gesto dell’autorità chavista sta subendo.
    Chavez è un caterpillar: dato di fatto. Non lo fermeranno certo le critiche più o meno ufficiali del mondo occidentale, dei cuginastri destrorsi latini, lo consoleranno invece i suoi seguaci, che sono tanti, dentro e fuori un Venezuela dal quale, in ogni caso, diversi sono quelli che fuggono e che ho incontrato. Pistola sotto la giacca, anche per le scarpe da tennis ti possono impallinare, laggiù.
    Ho cercato quindi aiuto, un’illuminazione che andasse aldilà delle impressioni a caldo, dell’istinto “sinistro” del giudizio. Ho spulciato su testate di questa america fortunatamente latina, ho cercato di carpire dai tg che compaiono da questa parte di mondo informazioni chiare: quali i torti, dove le ragioni.
    Sembra effettivamente che Radio Caracas Television nata nel 1953, la tv più antica del Venezuela, dichiaratamente contro Chavez, trasmettesse il degenero della società di massa (la più sanzionata della storia del Venezuela: sospesa sei volte, chiusure temporanee per tutto il possibile: dall’accusa di trasmettere pornografia, a pubblicità illegale pro tabacco, alla violazione delle regole sulla concorrenza, per es. ), e che avesse sostenuto il golpe del 1992, anche,
    ma nessuna incriminazione ufficiale, nessuna richiesta di rendiconto giuridico era stata presentata, nè era stata l’unica, nè è il solo mezzo di comunicazione all’opposizione. Bah. E ora via, cacciata, dietro le quinte satellitari, applausi per la nuova tv socialista. Vedremo.
    Fuori le manifestazioni contro l’oscuratismo, che peraltro seguono (Amnesty Internacional ha denunciato abusi sui contestatori), dentro i promanifestanti con i palloncini e i fischietti.
    Resta il fatto che il gesto è stato mi pare un po’ troppo platealmente dittatoriale. Lesivo della libertà (dove non c`è la dignità) di stampa e di espressione.
    Il polverone suscitato non è stato di giubilo, non è stato di sostegno (Reporter Senza Frontiere, la Società di Stampa Interamericana, il Parlamento EU, il Senato US solo per citare qualcuno ), è un nuovlone nero da temporale; ottima opportunità per gli US per denigrare il nemico pubblico numero uno; tutte, per gli americani nordici, sono buone scuse per attaccare pubblicamente, sono l’ennesima X sul tabellone delle cattive azioni da punire.
    Il capo della banda, il creatore di un forte rosso fronte comune, aveva forse bisogno di pubblicità? Sa che ogni buon rivoluzionario deve aver ben chiari gli obiettivi strategici, assumendosi i rischi di movimenti tattici audaci? Provocazione la sua, provocazione la tua, France?

    Paola

  17. Caro Marco,

    che poi è vero che rude Putin, loco Chavez, Amadino Mamadino, el resuerto Fidel e Kim Big Jim, sono gli ultimi masanielli che si ribellano alla strapoteosi di Bushetto nostro. Ma mi chiedo se pur di andare in culo a Panorama è possibile scambiare un tribuno della plebaglia mondiale per un eroe nazionale.

    Questo Chavez è un militare, e quando lo senti parlare, quando lo vedi col cappellone d’adunata oceanica, s’ode un tintinnare familiare. Lo sciabolare della marmaglia che nel crepuscolo del Termidoro non distingue più la democrazia dalla tirannia, la giustizia dalla nequizia, inseguendo l’ideale di un’autocrazia assolutista che poi, la si definisca comunista o socialista, è un dettaglio, una svista, forse uno sbaglio.

    Grazie dell’attenzione e alla prossima

  18. @The O.C.
    “Lo sciabolare della marmaglia che nel crepuscolo del Termidoro non distingue più la democrazia dalla tirannia, la giustizia dalla nequizia, inseguendo l’ideale di un’autocrazia assolutista che poi, la si definisca comunista o socialista, è un dettaglio, una svista, forse uno sbaglio.”
    mi piace il piglio pettoruto e futurista del tuo argomentare (si fa per dire).
    tuttavia l’equazione comunismo uguale dittatura, detta e riprtuto, non aggiunge una virgola di conoscenza al già detto ed esperito, non ci dice perché in america latina esistono ancora leader socialisti/antimperialisti, né a quali sentimenti ed esigenze vadano incontro per incassare consenso.
    l’equazioncina berlusconiana è liquidatoria, e anche chi è palesemente cattolico di destra come te bisognerebbe ne prendesse le le distanze, invece di recitare giaculatorie già sentite.
    cosa significa oggi, politicamente, uno come chavez?
    questa è la domanda corretta, mi pare, oltre a quella, altrettanto importante, che recita così: chi è e cosa sta facendo in venezuela chavez?
    paola, per esempio mette un tassello.

  19. Una riflessione per esempio sul termine populismo.
    Siamo sicuri di averla capita fino in fondo?
    effeffe

  20. Carissimo Tashtego,

    te l’ho già detto e te lo ripeto: Melville non approverebbe.

    Saluti

  21. Un altro tassello: l’equazioncina berlusconiana. Ne ha parlato Furio Messa in Piega Colombo sull’Unità. Nel senso di Chavez come Berlusconi. Que viva le televisioni.

  22. Un altro po’ di cose e non disturbo più.

    @Paola
    Se hai tempo e voglia, ti chiedo di aggiornare con qualcuno dei tuoi (sani) dubbi questa sottospecie di agiografia virtuale:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Hugo_Ch%C3%A1vez

    @francesco forlani
    Per me populismo è quando il Caudillo nostro andò in front of the camera per offrire aiuto, medicine e carburante ai “poveri americani” colpiti da Katrina.

    Un altro esempio dall’altra parte del mondo? La dichiarazione rilasciata ieri da quel bastonatore di gaypride che risponde al nome di Vladimiro Putin: “Guardate l’America: puro orrore, torture, senzatetto, Guantanamo, detenzione senza processo. Guardate l’Europa: pallottole di gomma, manifestanti uccisi per le strade. Non parlo poi dello spazio postsovietico, l’unica speranza erano i ragazzi dall’Ucraina, ma anche loro si sono screditati e le cose vanno verso una tirannia totale. Ormai dopo la morte di Mahatma Gandhi non hai nessuno con cui parlare”. Magari qualcuno dei nostri Carc è pure d’accordo, e ci ride sopra, ci ride grosso grosso.

  23. @The O.C.
    La voglia c’è, il tempo potrei riuscire a guadagnarlo per la Repubblica Bolivariana del Venezuela (uno dei primi atti di Chavez è stato proprio quello di cambiare nome al suo paese, nonchè la Costituzione),
    ma sarebbe altrettanto interessante aggiornare le informazioni sull’attuale presidente messicano, Felipe Calderòn Hinojosa (altro personaggio inquietante tutto da scoprire), visto che dimoro nel Suo orto, o è quello di qualcun’altro.

    P.S: Calderòn è in Italia, a braccetto con il nostro Ambasciatore in Messico. Con il Papa non parlerà della legge sull’aborto finalmente approvata, ma osteggiata et scarsamente applicata dal servizio pubblico.
    Paola

  24. Paola, ottima cosa smascherare i destri e i sinistri, oppure i fasciocomunisti. Vamonos, ti seguo a ruota.

    Ancora un dettaglio chavista: il caudillo ha già fatto introdurre una revisione del codice penale venezuelano che oggi prevede 40 mesi di carcere per chi esprime “mancanza di rispetto” nei confronti del presidente o del governo. Que viva viva viva.

  25. Il caso venezuelano e’ interessante per studiare la macchina della disinformazione in azione. Il non rinnovo della concessione a RCTV (non si tratta infatti di chiusura) e’ l’ennesimo caso in cui si urla e strepita senza conoscere i fatti, e senza soprattutto collegare la bocca al cervello, abitudine sottovalutata, ma che andrebbe sempre tenuta nella giusta considerazione. Ogni governo e’ nel suo pieno diritto di governare e usare nella maniera che ritiene giusta un bene inalienabile come le frequenze radio. Nel mondo ogni anno non vengono rinnovate concessioni a decine di TV private senza far gridare allo scandalo o alla lesa liberta’ di informazione.
    Questo commento e’ sicuramente fuori tema su NI, ciononostante vorrei soltanto mostrare scoperte che io per primo ho fatto, inizialmente incuriosito dalla figura di Chavez, andando a scavare un pochino nella grande rete. Lo scenario di completa falsificazione della realta’ che mi sono trovato di fronte mi ha inquietato non poco, e ritengo questo motivo sufficiente per segnalare tale situazione in un forum che mi sembra, nella maggior parte dei casi, frequentato da esseri pensanti e non pappagalli.

    Di seguito trovate link che in vario modo e in maniera DOCUMENTATA mostrano una realta’ diversa da quella presentata dai piu’ comuni mezzi di comunicazione nostrani (anche ahime’ di area “progressista”). Cio’, si badi bene, non per creare il nuovo eroe dei due (o piu’…) mondi ma solo per sfatare vere e proprie bufale. Da quanto viene mostrato e descritto pare solo di capire che ci troviamo di fronte a un governo leggittimo e soprattutto democratico, che in tale maniera si muove e agisce (almeno fino a oggi), e anche capace di riforme e politiche assolutamente straordinarie da un punto di vista progressista (ripeto fino a oggi):
    Descrizione della situazione dei mezzi di informazione in Venezuela
    http://www.zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=45&ItemID=12986
    sullo stesso sito e sui siti linkati si trovano molti report sulla situazione politica, economica e sociale venezuelana.

    Ma soprattutto vi inviterei a guardare questo documentario IMPRESCINDIBILE sul golpe del 2002:
    http://video.google.com/videoplay?docid=5832390545689805144
    qualunche stato occidentale avrebbe immediatamente chiuso una rete televisiva che si fosse macchiata di quello che e’ un vero e proprio crimine nei confronti di un governo legittimo, e non avrebbe aspettato piu’ di 5 anni per non rinnovare la concessione.

    Naturalmente basta usare un qualunque motore di ricerca per trovare tutte le notize del caso. Scusate per lo sproloquio

  26. @tashtego..Discutere con te mi sembra alquanto superfluo al di la di quelle che sono le tue idee su Chavez..mi dici un attimo come e’ una tua giornata tipo????

  27. @alfonso ed altri.
    io mi sto affannando non poco per dire che non ho idee su chavez salvo che mi fa simpatia – la simpatia non è un’idea – il suo anti-imperialismo.
    è un mio vecchio vizio l’antimperialismo, sai, che non sono riuscito ad estirpare mai del tutto.
    e poi, poche ciance, cos’è un carc?

  28. Cara Pugnetta,

    e chi l’ha messo in dubbio che parliamo di un governo legittimo?

    grazie per la sitografia

  29. Pugnetta,

    il documentario di Bartley è cosa buona e giusta, “imprescindibile” fatica da reporter, come hai scritto. Quindi ancora grazie per il link: è questo il ‘valore aggiunto’ dei commenti di NI.

    Ma visto che parli anche di “macchina della disinformazione” in azione, te lo chiedi come mai possiamo scorrere 5, 10, 15, pagine spremendo i motori di ricerca – il mitico, affidabilissimo, superpartes Google – e non troviamo una critica dico una sul prodotto realizzato da Bartley? Com’è possibile? Come mai solo commenti entusiasti? Solo perché è pluripremiato vuol dire che è “vero”?

    Un po’ come se dici (digiti) nigergate e subito si aprono caterve di siti più o meno antisemiti (lo dico senza voler difendere Libby, Martino e Co.). Dobbiamo andare più a fondo, dobbiamo andare fino in fondo, anche a rischio di perderci.

    Insomma, anche su questo aspetto della Rete, la tanto declamata libertà e democraticità, dovremmo interrogarci un pochino, ogni tanto. O prendiamo tutto per buono, tipo l’agiografia chavista di wikipedia?
    Rispetto ai wikisti, giù meglio questi amici milanesi:
    http://www1.autistici.org/lu_cia/fuori6_old.htm

    Detto questo, permetterai che ci sia qualcuno che la pensa diversamente sulle “riforme e politiche assolutamente straordinarie da un punto di vista progressista”. Spero.

    Saluti e buon lavoro

  30. Davvero: in Italia fate vedere un “uomo forte”, e a destra come a sinistra agli Italiani gli si rigonfia la patta dei pantaloni.
    C’è ancora, in Italia, chi si masturba con quel simpatico catorcio di Fidel, l'”uomo che sussurrava ai coccodrilli”.
    Splendido e meritevole di menzione al Festival del cinema fantastico, nel suo surrealismo, l’invito a “imparare la democrazia” dal Venezuela del caudillo Chavez.

  31. “la democrazia è lo strumento principale attraverso il quale le classi dominanti illudono quelle subalterne sul loro reale stato di libertà”
    A. Kortenij, Postille alla Rivoluzione d’Ottobre, Berlino 1923, citato da C. Bedelli in Il comunismo del secondo Novecento, Pavia 1998.

  32. Caro O.C. hai perfettamente ragione, la critica e’ tale solo quando si applica a 360 gradi.
    Nel caso specifico di Chavez l’enfasi nasceva da come in questo, come in mille altri casi, la realta’, nei limiti di verifica concessici dagli strumenti -limitati- di cui disponiamo (Internet e’ uno di questi, ma non sottovaluterei la capacita’ raziocinante e il senso del ridicolo), venga stravolta.
    Sono (cerco) di essere aperto alle idee contrarie, quando queste pero’ portano a sostegno dati e prove (utilizzando quegli stessi strumenti di cui parlavo prima, imperfetti quanto si vuole, ma fino a prova contraria gli unici di cui disponiamo).
    Oggi piu’ che mai il discorso pubblico e’ completamente svuotato di sostanza e si riduce nella maggior parte dei casi a sterili derby calcistici, nei quali invece dei fatti conta solo l’appartenenza a una o all’altra parte.
    Ciao a tutti, scusate il pistolotto … e’ tempo di tornare a giocare alla mia Wii.

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017