Francesca Tini Brunozzi : poesia

oeuf.jpg

Nella mano destra ho l’uovo di pasqua
nella sinistra la bomba a mano

C’è un melograno nella mia tasca

Non voglio un uomo ancora
voglio un uomo al giorno

Non voglio un uomo nuovo

Non voglio medici di torno
voglio un giorno nuovo

Nella mia stanza ho un uovo e un uomo
in mezzo al cuore, nell’uovo, un uomo

Nella mia pancia c’è l’uovo solo.

70 COMMENTS

  1. L’uova ha una forma perfetta, inserita nel o che si arrotonda, che va a scoppiare, una forma che nasconde un’altra forma tonda, una forma gravida, no?

    Ciao, effeffe, grazie per la poesia offerta

  2. Alle volte sembra che gli archetipi si combinino da soli, magari mascherandosi, quasi che chi scrive ne sia agito.

  3. è semplicemente Meravigliosa!
    la rotondità di quell’uovo,
    oltre che invitante
    è vita.

    un bacio a effeffe e complimenti a Francesca!
    :-)

  4. sembra uno di quegli ovetti durissimi, ricoperti di glassa zuccherata con dentro il cioccolato fondente!
    mangerei anche la sua ombra!
    perdonate la mia golosità!!!

  5. véronique v: è vero, sono tre oggetti, in tre versi, tre oggetti diversi, ma tu suggerisci che è lo stesso oggetto che si trasforma, cambia mantenendo la stessa forma.
    Hai presente i giocolieri che fanno girare le palle da una mano all’altra? mi sembra quel gesto. Così l’uovo della festa contiene la sorpresa come pure il melograno simbolo della fertilità assomiglia a una bomba a mano che contiene semi da far esplodere.

  6. Chapuce: sì, a me viene voglia di allungare la mano per toccare l’uovo.
    Grazie a effeffe per questa chiara icona, mi emoziona molto lì dov’è.

  7. Cappuccetto rosso: questo ovetto è davvero tosto, si capisce, però bello che sia lo zucchero a dare la durezza, ti ringrazio.
    mi piace anche l’idea che se ti mangi l’ombra l’uovo non c’è più.
    guarda bene, se togli l’ombra che l’uovo proietta sul piano e porta su di sè, l’uovo è scomparso.

  8. cerco che oggi una donna si trova a combattere per tutto ciò che vuole e che non vuole. allo stesso tempo. e questo uomo poi, lo fabbrichiamo?

  9. @Francesca,

    Grazie, l’interpretazione del mio commento mi ha fatto piacere, tanto più che corrisponde alla mia immaginazione. Leggendo la poesia,vedo una bambina che gioca con la palla all’ombra di un muro.
    Sognavo anche una bambina che gioca con le bambole russe.
    Ciascuna bambola porta in grembo un segreto unico: maternità affascinante.
    La poesia mi ha fatto pensare alla maternità, come tu dici con bellezza:”fertilità assomiglia a una bomba”, è anche il rovescio della maternità.
    Grazie per aver riposto al mio commento.

  10. ciao Francesca,
    è molto bello che tu abbia interpretato i nostri commenti!
    Cappuccetto rosso è ancora piccolina e si ferma a ciò che vede, all’impatto visivo, come i bambini.
    ma anche questo serve.
    Baci

  11. mi suggerisci un gioco delicato di introspezione/introiezione, mi viene fame di cose buone, pane caldo con l’uovo in camicia, burro fresco, palato caldo e fame primigenia. La mamma, il Bene ed il Male. La lotta tra i due Poli un teatro cosmico, il ventre e le mani dell’uomo sono piccoli teatrini dove questa pièce viene rappresentata. Il Cuore è il crogiolo dove tutto posso ricimporre. A partire dal pane caldo e dalle carezze mancanti. Grazie, sorellina

  12. Bruno: la lotta tra i due poli, è vero!
    la mano destra – che riceve (l’uovo) – è maschile
    la mano sinistra – che dona (la bomba) – è femminile.
    grazie fratellone alchemico.

  13. Nella mia stanza ho un uovo e un uomo

    Cara Francesca, grazie! Molto molto bella.

    Ti presento un uomo uovo, sarebbe l’ideale, ma, come tutti gli uomini, è molto fragile ed ha il vizio di cadere e di rompersi in mille pezzi.

    Humpty Dumpty sat on a wall.
    Humpty Dumpty had a great fall.
    All the king’s horses and all the king’s men
    Couldn’t put Humpty together again.

    c&c

  14. Antonio Gramsci, nei ‘Quaderni dal carcere’ (capolavoro della letteratura italiana tout court) si sofferma sull’uomo nuovo: è l’uomo nuovo del capitalismo fordista: e non si tratta di un individuo così diverso dall’uomo nuovo del comunismo sovietico!!!

  15. Me la ricordavo forte, e mi ha fatto piacere ritrovarla.
    Come al solito, hai il dono della “chirurgia” poetica.
    E il lampo di magnesio alla fine.
    Forse stiamo festeggiando un decennale di letture ad alta voce.
    Bah, non so.
    Però, baci

    fr.

  16. @così&come
    grazie per l’uomo uovo Humpty Dumpty e la canzoncina, se sei d’accordo, la regalo Giuseppe Iannozzi che dice “Parrebbe un gioco, una filastrocca per bambini”.
    Ho gradito molto il suo “Parrebbe” perché non dice nulla di ciò che è.
    grazie a tutti e due!

  17. @Francesca Genti
    cara Francio, grazie a te! ora corro a leggermi le tue poe e poi ti dico! umbacio

  18. Si nasce fra le braccia di un “medico qualunque” diceva Giovanni Testori… Francesca dice la stessa cosa nella sua circolarita’, mi pare, parlando del rifiuto di “medici di torno” (/turno).
    Bella, bellissima poesia…

  19. SATISFACTION

    (M. Jagger/K. Richards) Recorded May 10 – 13, 1965. Released first as a US single June 5, 1965, then released on Out Of Our Heads.
    Lead Vocal: Mick Jagger Electric Guitars: Keith Richards (lead) & Brian Jones Drums: Charlie Watts Bass: Bill Wyman Background Vocals: Keith Richards Tambourine: Mick Jagger

    ps
    che soddisfazione questo post(o) !
    Grazie Francesca!
    effeffe

  20. @effeffe
    grazie a te che mi ci hai posto!
    questo post(o) dà soddisfazioni anche me
    voilà

  21. Bomba, uovo, melograno, uomo. Uomo, giorno, giorno, giorno, uomo. Un uomo al giorno. Ma anche un giorno all’uomo. Bella, ciao. O “bella ciao”. L’uovo non resta da solo giorno dopo giorno.

  22. grande francesca…
    mi fa piacere vedere la tua gioia…
    un testo con quest’uovo che carambola fra le parole!
    bello brava!

    un bacio e un grosso complimento danzio!
    ;)

  23. Un uovo al giorno…
    Mah..forse troppo.
    Eppure certi inglesi..

    Ti leggo all’ombra di Castel dell’Ovo (Napoli).
    Davanti a me ho un vulcano pieno di fuoco, tanto affascinante
    quanto pauroso.
    E pensando alla tua piccola opera (piccola ma piena ed energetica
    proprio come un uovo) mi viene in mente la parola TRASFORMAZIONE
    e poi subito dopo METAMORFOSI, qualcosa che cambia, qualcosa
    che non cessa di mutare e per questo è viva.
    Un concentrato di forza e di energia racchiuso nell’oscurità
    di un involucro ( corpo/bomba).

    Che poesia ricca!
    Apparentemente semplice eppure densa, piena, concentrata.
    Ti consiglio la lettura di “Uovo alla kok” di Aldo Buzzi

    Un abbraccio affettuoso

    Michele

  24. Brava, Francesca. Non so commentare poesie, ma posso ascoltare quel che la tua poesia suscita in me e provare a raccontarlo. Immagini: la prima, una totalita’ conclusa, l’uovo, la bomba a mano, il melograno, la pancia. La seconda immagine e’ influenzata dai quattro oggetti, ed e’ l’immagine di qualcosa che sta ‘in bilico’, che sta diventando qualcos’altro. La terza, e’ quella di una lotta, condotta con molta eleganza, ma in modo inesorabile, ed e’ una lotta tra cio’ che puo’ rinviare continuamente a qualcos’altro e cio’ che si fa strada per essere radicalmente nuovo.
    Abbracci, M.

  25. @el molo
    @Morena
    @Carlo Molinaro

    “oggi una donna si trova a combattere per tutto ciò che vuole e che non vuole. allo stesso tempo”, “una lotta, condotta con molta eleganza, ma in modo inesorabile” è la lotta della poesia, “O bella ciao”, la lotta “tra cio’ che puo’ rinviare continuamente a qualcos’altro e cio’ che si fa strada per essere radicalmente nuovo”.
    grazie amici cari!

  26. brava Francesca!
    E’ molto bella e…molto intima! L’uovo, l’uomo, la stanza, la pancia, il cuore!
    Un abbraccio forte!
    Goria

  27. Una poetica racchiusa in un guscio; parole che erompono e che gridano : FUORI DAL GUSCI ! Brava Fra

  28. Molto bella. Già partire con una cosa nella mano destra e una nella mano sinistra ha un grande impatto. Ai tempi in cui scoprivo la poesia e mi suonava forte come in seguito mai più (16-17 anni), mi ricordo un poeta che faceva anche lui così con le mani, Yvan Goll. Mi piace come in questa tua poesia tutti gli oggetti sono una bomba, una compressione di energia latente, e il virtuosismo con cui li tieni nell’equilibrio di un gioco. Abbravaaaaaa!!!

  29. @Anna Lamberti-Bocconi
    cara Anna, sono felice che ti piaccia. Grazie per Yvan Goll, me lo studio, vedo come fa lui. Perché anche io sono convinta dell’importanza del fare con le mani, l’amore, la magia, le preghiere, i giochi, i miracoli.

  30. Ciao Francesca, complimenti.
    Come va con Guido? Con tutte queste cose che scrivi rotonde non ci capisco un granchio. Anzi un granchio temo di averlo preso io, con questa tastiera giapponese.

    E il raffreddore.

    Abbiamo conosciuto a Figline Valdarno quelli del Caffé Giubbe Rosse di Firenze, e ho assistito a una performace di Marino Mori, veramente coinvolgente. Te ne parlo. Ce ne parliamo. Possibili jam session Vercelli-Novara-Firenze?..

  31. ciao, mi piace molto questa tua poesia. Mi fa un po’ di vertigine, sembra tutto lucido e circolare – un pensiero che si rincorre – e invece niente sta fermo, e ogni parola fa un cerchio nuovo.
    E’ un ghirigòro, ma con un disegno nitidissimo! Grazie
    marusja

  32. @marusja
    mi piace l’idea del ghirigoro preciso, da bambina mi piaceva giocare allo spirograph ma credo perché si potessero combinare i colori delle biro. (http://en.wikipedia.org/wiki/Spirograph)

    il tuo commento mi ha rinfocolato l’affetto per un’ottava che è pubblicata nel mio e-book Brevi Danze uscito nella collana di Inediti e Ristampe POESIA ITALIANA per Biagio Cepollaro E-dizioni (http://www.cepollaro.it/poesiaitaliana/Inediti.htm), poesia e già pubblicata da Cepollaro nel quaderno II 2003 Poesia da fare.
    (grazie Biagio)

    la metto qui:
    ps: Vanchiglia è un quartiere di Torino

    Si avvolge dentro la testa a spirale
    il suono di questo nome – Vanchiglia –
    poi vedo: tu che aggiri quelle scale
    di casamento buono di famiglia;
    lo stesso smarrimento elicoidale
    di porpora, di interno, di conchiglia
    sconvolge la mente (come per caso)
    poi sento il sangue che cola dal naso.

  33. è un gioco?

    le mani, la tasca, il cuore e la pancia ………..sono luoghi

    l’uomo, l’uovo, la bomba e il melograno………..sono mezzi

    il giorno nuovo……….è ciò che ognuno si aspetta dal gioco della vita che è singolare per tutti nelle infinite combinazioni di mezzi e luoghi

    E’ bella e dura come un gioco
    Un bacio,
    Sabina

  34. @Sabina
    come sempre mi lasci stecchita, sorellina.
    grazie per il tuo acume giocoso, la tua lucidità divertita.
    e grazie per gli auguri!
    un bacio

  35. @peter e giada
    ciao Peter, ho incontrato Giada ad Ameno all’Asilo Bianco.
    è stato quasi un colpo, pensavo fosse con te a Prato.
    Possibili jam session Vercelli-Novara-Firenze? Facciamole!
    raccontami che fai laggiù.
    a presto,
    Fra

  36. Fecondità.
    Sta qui dentro la tua ispirazione. Ma ci sta stretta, tracima. O forse invece la fecondità ha pareti troppo vaste, e ti smarrisci. Ti piace smarrirti, e confonderti, e giocare a nascondino. Già: cercare, essere cercati.
    Un augurio grande: sentirti leggera, dentro la pancia dell’uovo.

  37. Auguri e brava. Col “Bimbi” non ho mai fatto le uova, ma sono sicuro che se ci provi tu, scriverai una bellissima poesia o forse una raccolta…La copertina te la regalo io.
    fiorenzo

  38. @fiorenzo
    ciao fiò, devo iniziare questo poemetto che si intitola Non ho Bimbi, devo proprio farlo.
    oppure mi compro il Bimbi e comincio a produrre maionesi, salse tonnate, bagnetti verdi a manetta.
    ma visto che la copertina ce la metti tu, io scrivo il poemetto.
    grazie!

  39. Mentre ìtero gli auguri, rimpolpo anche il commento di qualche giorno fa che – ci tenevo già ieri a specificartelo – parlava di “chirurgia” proprio nel senso di “lavoro della mano”, di quella cura e precisione particolari che si temprano passando dal cuore.
    ciarea, madamin e viva la 5piotte!

  40. fra l’uovo e l’uomo c’è tutto il vUOto di quella sillaba UO UO UO. Come dice una commentatrice, la donna deve ancora combattere sia per affermare che per negare. molto penetrante. brava francesca e tanti auguri di buon compleanno! brava

  41. Davvero incredibile: leggere questi versi è come avere qualcosa di avvolgente che ti gira intorno… tanto che dà quasi la sensazione di essere proprio all’interno di un uovo.
    Un bel concetto quello di UOVO, tanto denso di significati e di sensazioni fisiche e tattili (è buffo ma finora non ho mai utilizzato uova nelle mie opere: anzi, solo una volta, per descrivere una pioggia “… iniziò a piovere e si ritrovò nel bel mezzo della piazza bersagliato da goccioloni grandi come tuorli d’uovo che gli colavano tra le orecchie e il collo.”)
    Con questo scambio di uova, anche se il mio era “rotto” ti auguro un felicissimo compleanno!
    Un abbraccio
    Carla

  42. @rosaria
    sono convinta anch’io che “la donna deve ancora combattere sia per affermare che per negare”, come sono convinta che abbia, da sé, tutto ciò che serve per combattere e resistere nel combattimento, il corpo, la voce prima di tutto. Io credo davvero nel potere eversivo del far sentire la propria voce, in senso poetico, lirico. Grazie Rosaria!

  43. @Carla
    tornare dentro all’uovo, fare quest’esperienza nucleare, era ciò mi interessava come conclusione di questa poesia, e grazie a te lo comprendo ora.
    E’ il tema della solitudine, prima ancora dell’abbandono.
    E’ il risultato dell’avere trovato su di sé il bersaglio di di tutto l’eros proiettato fuori, di aver trovato dentro sé la potenzialità non solo di sopportarlo ma di viverlo. Un abbraccio

  44. Arte non ho e dalle mie antiche uova due bimbe belle nacquero, periture, ahimé, mentre non lo saranno le tue parole gravide – sempre- di molti significati.
    L’arte è la bimba bella che tu sai partorire: felice l’uomo che è dentro il tuo uovo, dentro il tuo cuore, dentro la tua arte, o donna feconda e imperitura.
    L’ammirazione sororale è il dono che ti faccio per il tuo compleanno.

  45. …l’uovo (povero) non nuovo era all’uomo (ad al suo novero).
    Ovvero: sodo d’ombra nuova, non odo ovvio ricovero, per l’uomo.
    Povero uomo! L’uovo solo annovera ombra soda, povero novero per l’uomo.
    L’uomo nuovo è quello che, annoverata l’ombra, si rassoda in povertà.
    Besos.

  46. è un gioco d’assonanze (uovo/nuovo/uomo), una girandola appesa all’incrocio/crocicchio di questi tre concetti. il tono è quasi ipnotico: sarà forse anche l’allusione all’infinito iter che si può percorrere su una superficie sferica, l’illusione dell’interminabile serie di traiettorie racchiuse tutte in una forma compiuta, limitata. In fondo cos’altro cerca la Parola poetica, se non questa inesauribile ricombinatoria di sillabe e spezzoni visivi, per poter risalire ab ovo del pensiero, all’epicentro del cuore?

    ma cos’altro c’è, però, su questo “melograno nella tasca”?

  47. Ciao Francesca,sono tornata ieri sera dalle vacanze ho letto ora la tua mail,innanzitutto ti faccio mille auguri x il tuo compleanno che la vita sia piena di doni meravigliosi,xchè la vita è un dono meraviglioso e forse noi nn ce ne rendiamo davvero conto di quanto siamo fortunati,xchè vivere in un paese che nn è in guerra è una grande fortuna,ma questa fortuna dobbiamo decidere che nn sia il privilegio di pochi,ma un diritto di tutti gli esseri umani…
    Per questo noi lottiamo,x la pace nel mondo,a partire dal nostro ambiente…come diceva Littera”…nn ha senso andare x le strade con gli striscioni a fare manifestazioni contro la guerra quando noi ogni giorno combattiamo tante piccole guerre con i nostri familiari o con i nostri colleghi o con i nostri vicini “

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017