Presentazione di “Prime” a Roma
Mercoledì 20 febbraio 2008
Fondazione Adriano Olivetti
via Zanardelli 34
00186 Roma
Alle ore 18:00
Nadia Fusini e Alberto Abruzzese
presenteranno
Prime. Poesie scelte 1977-2007(Sossella, 2007)
di Gabriele Frasca
che per l’occasione leggerà alcuni suoi testi inediti
La poesia, così come la prosa, sta semplicemente tornando a essere ciò che è sempre stata. Cinquecento secoli di silenziosa cultura tipografica sono solo una parentesi nella lunga storia, Foucault avrebbe detto “a pendenza lieve”, dell’arte del discorso e della sua inseparabile gemella che ci riguarda tutti: l’arte dell’ascolto.
Ogni epoca può fare arte con i mezzi che si trova a disposizione, schizzare via più rapida di quanto ci sta già mutando, oppure ricorrere ai mezzi precedenti e già desueti, con i quali solitamente si cerca di tenere buoni e fermi coloro i quali, per loro stessa natura, sono in perpetuo transito. […] Gabriele Frasca
Comments are closed.
*Cinquecento secoli di silenziosa cultura tipografica* sarebbero tantini…
ah…la libertà dell’arte!
“Cinquecento secoli di silenziosa cultura tipografica…”
100×500=50.000 anni.
cinquantamila anni di silenziosa cultura tipografica… per quanto nella mia ristretta e terragna mentalità cerchi di dare un senso a questa frase, esso tuttavia mi sfugge.
so che i graffiti delle caverne di lascaux risalgono più o meno a 35.000 anni fa.
so che la prima città è più o meno del 5.000 avanti cristo.
quindi la frase deve avere un senso poetico e però mi sfugge anche quello.
help.
5 o non 5, chi può andarci, ci vada, io purtroppo no…
la fonte è questa intervista:http://www.lellovoce.it/spip.php?article271
sono 5 i secoli, e non cinquecento, mi sembra una tesi più ragionevole considerando la data dell’invenzione della stampa. i graffiti non appartengono alla cultura tipografica, semmai a quella visiva. saluti a tutti
@help
ossapive.
ma mi pareva troppo ovvio et pedante rimarcarlo.
trattandosi di poeta ed essendo il poeta, anche in stato di riposo, incapace di esprimersi in modo normale, ma abbisognando egli di metafore iniettabili continuamente e direttamente in vena, mi chiedevo, dandone per scontata la natura metaforico poetante, quale significato potessero nascondere quei cinquecento secoli de gutenberg.
Il poeta magari dorme, ma tashtego ronfa*.
* cfr. commento n° 1.
“…essendo il poeta, anche in stato di riposo, incapace di esprimersi in modo normale, ma abbisognando egli di metafore iniettabili continuamente e direttamente in vena…”
Tash, davvero non ce n’è per nessuno: sei un genio! E’ la più bella e devastante foto di gruppo della poesia italiana contemporanea. Ossigeno puro! Un bianco e nero raccapriciante, ma salutare ed ecocompatibile.
p.s.
Nessun riferimento particolare a Frasca, tra l’altro uno dei pochi poeti ecocompatibili. Solo che l’istantanea di Tashtego ha del miracoloso, nella sua fedeltà assoluta al panorama fermato nello scatto.
Salvatore F. Riggi, per gli amici Tore
@tore
non capisco se 6 ironico oppure no, ma non è importante.
(io pure ammiro frasca, sto leggendo questo suo libro).
il poeta che non smette mai di poetare, che qualsisi cosa debba dire sulla poesia la dice senza spogliarsi dell’armatura da poeta, mi fa pensare a un cavaliere valoroso in battaglia che non si tolga la spada nemmeno per andare a letto e la usi anche per affettare il salame.
de-poetizzare la poesia?
de-licealizzarla?
@ tashtego
Non ero assolutamente ironico, e mi sembrava fosse chiaro. Trovo le tue parole di un’attualità drammatica per quanto riguarda la condizione preagonica dell’oggetto in questione.
sono andato a sentire Frasca, ieri sera.
da quello che avevo letto e da quello che ho udito durante il reading è un poeta complesso, ironico, con un registro molto ampio, tecnicamente quasi mostruoso.
non ha nulla del poetino ripiegato sull’ego, tutto atteggiato, che normalmente si incontra ai reading.
è un uomo maturo, pieno di energia vitale, alcuni pezzi letteralmente li canta.
bello.