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Against Nature

Per chiunque creda che l’omosessualità sia contro natura, consigliamo vivamente di visitare la mostra Against Nature?, dove il tema trattato è l’omosessualità e i comportamenti omosessuali nelle specie animali.

La mostra, proveniente da Oslo, è ospitata dal Museo di Storia Naturale Doria di Genova all’interno del Festival della Scienza.

Sono riportate le storie delle balene maschio che si comportano vistosamente da femmina per evitare i combattimenti, dei trichechi che si coinvolgono in giochi erotici omosessuali e dei pinguini reali, dove un maschio su cinque preferisce un partner dello stesso sesso. A livello sociale troviamo, invece, i fenicotteri che si organizzano in coppie di maschi per allevare il doppio dei cuccioli, i cigni che creano coppie fedeli nel tempo sia etero che omo, le scimmie bonobo presso le quali i rapporti omosessuali tra maschi servono anche ad abbassare il livello di aggressività.

La mostra è partita in sordina, ma è arrivata alla cronaca quando le organizzazioni cattoliche hanno protestato perché il progetto è stato inserito nel catalogo didattico per le scolaresche.
La rassegna colleziona gli studi dei comportamenti omosessuali di circa 1.500 specie animali, dagli invertebrati ai mammiferi. Il curatore del museo genovese, Giuliano Doria, ha dichiarato: Oslo ha posto al Festival della Scienza, come condizione per prestare la mostra, che essa fosse allestita in un museo di Storia Naturale e noi ci siamo offerti. E’ il nostro contributo al tema della diversità scelto dal Festival quest’anno. Nessuno scandalo. L’approccio all’argomento è scientifico. Non c’è nulla di osceno o di offensivo. Magnus Enquist, etologo dell’Università di Oslo, ricorda che: Ci sono cose che vanno contro natura molto più dell’omosessualità, cose che soltanto gli umani riescono a fare, come avere una religione o dormire in pigiama.

AGAINST NATURE? Museo di Storia Naturale G. Doria
Aperta fino al 07 Gennaio 2009 – h 09:00 -19:00 Biglietto – Euro 4.00- Ridotto – € 2.80 [Gratuito fino a 18 anni].

69 COMMENTS

  1. Come adoro la natura, mi piace questo post.
    Di più ho sempre trovato stupido prendere come argomento la legge della natura per affirmare che l’omosessualità è contro natura. Mi rammento un brano di Marcel Proust che evoca la danza erotica di un calabrone, un brano magnifico.

  2. ringrazio Franco Buffoni per questo post, che ho letto con molto interesse. Ricordo una discussione proprio qui su NI forse un anno fa, nata a proposito del family day (se ricordo bene) e ho ancora quel disagio che mi venne dal leggere certi commenti che citavano una linea di pensiero di alcuni psichiatri che sostenevano che l’omosessualità sarebbe da curare… disagio e un po’ di tristezza per l’ottusità che ancora molte menti hanno. Ogni epoca ha i suoi aristotelici, commenterebbe Galileo
    ;-)

    fem

  3. gran bel post. di solito, gli argomenti degli omofobici e di molti cattolici ortodossi, tantissimi in italia, che confondono omosessualità e pedofilia, sono ‘difensivi’: nascondono le loro tendenze gay. la serenità nei confronti della propria sessualità porta al rispetto dell’altrui (omo)sessualità. dico rispetto e non tolleranza. la tolleranza è ipocrita. addirittura io non vedo la necessità di prefissi omo-etero-trans. la sessualità, deleuzianemente intesa, è un flusso desiderante anedipico. tutto il resto è nazismo.

  4. la sessualità, deleuzianemente intesa, è un flusso desiderante anedipico. tutto il resto è nazismo

    A me fa molto ridere questa. Non per la libertà di espressione affettiva che (spero) vorrebbe rivendicare. Ma per il tono. Mi ricorda la vecchia barzelletta del gay che dice all’etero: “Quando saremo il 51% sarete voi gli anormali”. Dio ci scampi da simili libertari.

  5. Si ho riso molto anche io sull’asserzione deleuziana, trovarmi nelle vesti del nazista di punto in bianco perchè non cerco altre donne che mia moglie o perchè non parteciperei ad un’orgia, lo trovo abbastanza ridicolo.
    Come trovo ridicolo oltre che deleterio usare la parola nazista in un contesto in cui sono in campo unicamente le inclinazioni sessuali di ciascuno.
    Sarebbe comico infatti dare del nazista a Dirk Bogarde in “il portiere di notte”, o a quel boss della formula 1 che si faceva frustare il sedere da una virago vestita di svastiche.
    In realtà tutta la faccenda è comica, anche la libertà degli scienziati, anche la normalità dei normali o aspiranti tali.
    Perchè uno degli argomenti che mi fanno sempre fischiare le orecchie è il considerare che qualcosa fuori dell’ordinario debba per forza essere normale, Freddy Mercury si rivolterebbe nella tomba.
    Se poi si analizza il post ci sono alcune gemme, come il fatto che tra le scimmie incularsi abbassi l’aggressività, non mi sembra che Haider fosse così mite e a guardarlo bene direi che dormiva nudo.
    L’aggressività, poi, è una funzione naturale in quel mondo che apparentemente non è inquinato dall’uomo empio che dorme col pigiama, forse, però, per una donna che dorme in sottoveste l’illuminato scienziato farebbe un’eccezione.

  6. Io sarei più cauto.

    Dire cosa sia naturale o meno, secondo natura o contro natura, è tema di filosofia della scienza alquanto complicato.

    L’atto omosessuale esiste in molti animali, se basta questo per dire che è naturale, lo è senz’altro. Ma questo vuol dire, tradotto per l’uomo, non più che l’essere omosessuali non è un “vizio” della volontà, non è una “corruzione” indotta o voluta della propria natura ma un’attitudine che ha basi biologiche. Tuttavia, anche nascere con una malattia ereditaria è una cosa naturale, biologica, quando accade. E faccio apposta questo esempio della malattia per dire che l’essere naturale non comporta alcun valore in sé, non significa che si sia “normali” in quanto “naturali”.

    Per quanto riguarda l’omosessualità tra gli animali, da biologo sono molto interessato al tema e vorrei capirci di più. E pregherei anche di non trarre conclusioni affrettate, a fronte dei pochi dati citati.

    Che i maschi di molti animali abbiano rapporti omosessuali, si sa. Basta pensare ai cani. Ma di solito si pensa lo facciano per un istinto insopprimibile, che tende a sfogarsi senza badare all’oggetto che lo consente, quando manca una femmina.

    Per quanto riguarda i Bonobo, non mi risulta che vi siano coppie fisse omosessuali, ma una larga bisessualità in cui i rapporti omosessuali quasi sempre si limitano alla masturbazione, al contrario di quelli eterosessuali.

    Ora, la domanda è: vi sono specie animali in cui vi sono coppie fisse dello stesso sesso? Questo credo sia il punto. Dal breve post di Buffoni parrebbe che ciò possa dirsi per pinguini e cigni.

    Se fosse possibile avere dei link per approfondire, ne sarei grato.

    PS l’etologo che dice che avere una religione o un pigiama sia contro natura ha fatto un pessimo servizio alla scienza che pratica, se parla sul serio. Dire che la religione (ma anche il coprirsi) è contro natura significa strumentalizzare la scienza in chiave ideologico, anche perchè ci vorrebbe poco a dire, magari anche argomentando dal punto di vista antropologico, che l’Homo sapiens (così come altri ominidi prima di lui) nasce “per natura” come essere che crede nel magico e nel trascendente. In verità, queste considerazioni, così come quelle che vi si oppongono hanno una scientificità quasi nulla.

  7. lorenzo
    natura è ciò che sfugge al controllo autoriflessivo. si, anche una malattia, pullula, si anche una gravidanza, anche quella del maschio del cavalluccio marino.
    spero che tu non insegni biologia in una scuola pubblica.
    in compenso ti vedo bene in tiara, vestaglia e sottoveste come catechista bonobo. Ocio alle balene queer:)

  8. mario e valter: nazista è riferito a chi ha la libertà di picchiare degli omosessuali in strada o di parlare dell’omosessualità come di una ferita. se vi sembra comico… tranquilli, vivere in un paese dove neofascisti ed integralisti cattolici possono scorazzare liberi e sputare sentenze e manganelli non è molto comico… ammesso che conosciate deleuze e abbiate capito cos’è il flusso anedipico… ma ne dubito.

  9. pre-metto che non so cosa sia il “flusso anedipico”, quindi leo fa bene a dubitare.
    bello poi questo sentirsi distinti dalla “natura” con quell'”anche in natura”.
    è la parola natura che non avrebbe senso, a pensarci bene.
    urge una critica del concetto di natura, strattonato da destra e da sinistra, da atei e cattolici, intellettuali e pubblicitari.
    capitolo a sé è l’uso del concetto di natura/naturale in pubblicità.
    nessuno che si prenda la pena di farlo.
    eppure si potrebbe provare a sostituire la parola “natura” con la parola “tutto”, per esempio.
    ora grazie agli svedesi, sappiamo quel che sapevamo anche prima, senza che qualcuno ci portasse le prove fotografiche di inchiappettamenti tra pinguini e cetacei: gli animali compiono atti “contro-natura”.
    difficile resistere alle battutacce, tipo quella che si potrebbe fare sui bonobo che gli diminuirebbe l’aggressività dopo un inchiappettamento tra maschi: è chiaro che nel momento in cui si sceglie di inchiappettarsi si deve per forza smettere di menarsi.
    domanda cruciale per gli svedesi: esiste “in natura” la violenza carnale?

  10. gina ha scritto:
    “spero che tu non insegni biologia in una scuola pubblica”

    E’ sempre interessante notare come sui blogs basti dire che si è docenti per far scattare frasi come queste di fronte a opinioni che riguardano il proprio ambito disciplinare e che non vengono condivise.
    E’ emblematico di un attitudine deteriore sempre più diffusa nel web, che si manifesta nel giudicare e squalificare le persone da poche frasi e in virtù dell’anonimato che internet permette.

    @tashtego
    i termini
    -natura
    -naturale
    -naturalità (usato per esempio quando si discute di piante coltivate e piante OGM)

    sono oggetto di un ampio dibattito.

    Personalmente credo di aver iniziato a proporre una critica di queste parole. Ho detto per esempio che per gli animali si può dire che è naturale tutto ciò che vediamo in natura, ossia allo stato selvatico. Quindi anche i rapporti omosessuali. Affermare che i rapporti omosessuali che esistono tra gli animali siano atti contro-natura, secondo me non ha senso.

    Definire poi cosa sia naturale, o quanto sia la naturalità di certe modificazioni di quanto esiste in natura diventa più difficile.

  11. @ Tash

    hai pienamente ragione che “urge una critica del concetto di natura”.
    Soltanto che non si capisce a chi rivolgi l’invito.
    Perché tu sai [sono certo che lo sai, anzi proprio per questo dici certe cose nel tuo intervento] che questa critica ha duemila, mille, cento, cinquanta, dieci e uno anni.
    E ormai del concetto di natura non è rimasto proprio un bel niente.
    Ci credono solo il Papa e i fondamentalisti. Ci credono: usano una loro fantasia per quello che fa loro comodo. E i patiti del diritto naturale che non sempre sono nazisti, ma sono anche quelli che vogliono usare il diritto per imporre agli altri le loro idiosincrasie.

    Quindi ti stavi rivolgendo a chi ha abusato di questa parola in questo post e nei commenti.

    Il problema infatti è questo, lentamente la lingua si adegua
    alle conoscenze. Difficilmente vengono abolite le “parole malate” [Nietzsche] tipo “natura” o “dio”.

    Anche qui è necessaria la letteratura. Sarà diverso infatti, quando un’opera o una serie di opere avranno innescato un processo per cui, chi abusa della parola “natura”, immediatamente dopo se ne rende conto e arrossisce.
    Perchè, senza che lo volesse, quella parola si è portata dietro
    tante di quelle cazzate che lui non era nemmeno in grado di immaginare.

    Come capita oggi, quando uno dice che l’omosessalità non sia naturale, o, peggio, una malattia [che sempre “naturale” è].
    Se sapesse che la “natura” non esiste, che è un mito, forse, in mancanza di quel contenitore, la merda se la terrebbe in bocca invece di sputarla.

  12. @soldato blu

    se vogliamo parlare di letteratura, filologia, possiamo dire quel che si vuole. Ma la parola natura, per quanto mi riguarda – sarà che sono un docente di scienze naturali – è una parola valida quanto le altre, quindi rilancio: non ha senso dire che ha perso ogni senso – o che ha senso solo per il Papa. E’ difficilmente definibile? Bene, affrontiamo il problema. Anche la scienza è difficilmente definibile, peraltro. Quindi, io che insegno scienze naturali insegno il “nulla”, qualcosa di “abusato” o “malato”?

    No, se vogliamo avere un approccio scientifico, la parola natura è un concetto di cui non possiamo fare a meno.

    PS la malattia è una cosa naturale, gli atti omosessuali o eterosessuali sono atti naturali. L’omosessualità – nel caso ti riferissi a me – non la considero una malattia: non ho scritto questo ma fatto una associazione per far passare un concetto: il naturale non è né “buono” né “cattivo” in sè.

  13. in america un nero diventa presidente e in italia ancora ci si chiede se gay è naturale o no. non so voi, ma io mi sento tanto arretrato. in europa camminare mano nella mano con un altro uomo è indifferente quanto camminare mano nella mano con una donna. in italia la gente si gira a guardare. che bello! no? gente che assalta le sedi rai. gelli in tv. ma cosa c’entra tutto questo? nulla. sono pazzo.

  14. intanto, un veloce appuntino, probabilmente superfluo: per esempio, la formulazione “scienze naturali” è del tutto senza senso, non esistendo allo stato attuale, scienze che non abbiano come oggetto ciò che comunemente intendiamo come naturale.
    a meno che non si voglia concedere qualcosa alle “scienze umane”, per dire.
    la parola natura va abolita senz’altro e sostituita di volta in volta con qualcosa di più specifico.
    io pure sono “naturale” se è per questo.
    anche la mia casa, la mia macchina, il televisore, il computer.
    oppure niente di tutto questo lo è.
    e allora cos’è?
    “artificiale”?
    se fosse così, un formicaio, un alveare, metti, sarebbero “artificiali” o “naturali”?

  15. @ Lorenzo Galbiati

    Non “se vogliamo parlare di letteratura, filologia” [presumo tu volessi dire: filosofia] ma se vogliamo parlare di scienza.

    Nessuno – sta qui lo sbaglio – vuole abolire quello che tu pensi ci sia dietro un termine come “natura”.
    Si vuole solo dire che quel termine è inadeguato a definire in modo scientifico quello che tu chiami “natura”.

    Che ancora si chiamino “scienze naturali” è dovuto proprio al fatto che il linguaggio comune tarda ad adeguarsi alle conoscenze raggiunte attraverso la scienza, la filosofia e, perché no, la letteratura.

    Una cosa è certa: nel paradigma scientifico attualmente egemone in Occidente il concetto di natura ha, o può avere, la stessa funzione di un’armatura medievale indosso a un astronauta.

    Sono stato tentato di finire così: spero che chi non capisce questo non insegni in una scuola pubblica.

    Ma non l’ho fatto.

  16. @leo
    Non mi piace la violenza gratuita, nemmeno da parte di chi l’ha subita a sua volta, da altri. Chi di noi non ha ferite che fanno male?

    @lorenzo tash soldato blu
    Un timido tentativo di chiarimento sul termine “natura”.
    Non è un concetto scientifico, nel senso che ciò che vi corrisponde resta largamente indeterminato. Il giorno in cui scoprissimo che ci sono scimpanzè con una batteria di sei coglioni, sarebbero altrettanto “naturali” di quelli con due.
    “Natura” è piuttosto quella che Kant definirebbe un’idea. Ha la sua applicazione più nell’ambito dei costumi che in quello dei fenomeni biologici, e finisce coll’avere un contenuto eminentemente culturale.
    Per la scienza tutto è naturale se esiste, per le culture no. Ora, uno degli elementi fondamentali della modernizzazione sta nell’universalità dei diritti individuali che trascende la particolarità dei vincoli culturali. Non sono convinto che una soluzione puramente “repubblicana” (superare i particolarismi culturali puramente e semplicemente) risolva interamente il problema. Lo risolve se parliamo di libertà di espressione affettiva degli individui, ma non quando si tratta del diritto di famiglia, nel caso di adozioni di minori da parte di coppie omosessuali. Perchè in questo caso entrano in gioco diritti terzi (quelli del bambino).

    Infine: posso dire che la difesa dei diritti omosessuali che si fonda sul comportamento animale è un clamoroso autogol? Non è perchè imitano la sessualità biologica, ma perchè si amano come vogliono (in quanto persone) che gli omosessuali vanno rispettati.

  17. @leo bloom e garufi
    il nero eletto presidente degli usa non è d’accrdo sui matrimoni gay, per dire quanto è “avanzato” (che noi qui ancora stiamo eccetera… il provincialismo dell’anti-provincialismo)

    @soldato
    “alle conoscenze raggiunte attraverso la scienza, la filosofia e, perché no, la letteratura”.
    io sono più radicale: la conoscenza propriamente detta per me è solo scientifica.
    il resto è elaborazione, ma successiva all’acquisizione, che è solo scientifica.

  18. Quanta fuffa. Un saluto da Londra. E sappiate che questo vostro discettare è in differita. Almeno dieci anni di ritardo. Siete quasi delle voci fuori campo. Bisogna sintonizzarsi sulle basse frequenze per udirvi. Un brusio.

  19. Tashtego…
    Tu pensa che le più grandi scoperte della scienza sono state delle intuizioni.

  20. anche io non sono molto d’accordo in generale con i matrimoni in chiesa. oltrettutto se obama fosse d’accordo con i matrimoni gay per lui sarebbe stato più difficile vincere. eppure vero che in certi stati degli usa l’omosessualità è condannata. ma questo non mi convince sul non-provincialismo dell’italia. però il loro problema l’hanno superato , il problema tra bianchi e neri e hanno dato ragione a m.l. king
    in italia abibamo ancora il vaticano che parla di ferita e le reazioni pubbliche sono abbastanza blande.
    per ora hanno superato la dicotomia bianco\nero.

    valter: evidentemente non t’hanno mai picchiato per strada solo perché stavi camminando mano nella mano con la tua dolce metà.

    noi ancora facciamo andare in tv un massone fascista, ci facciamo gestire da un impredidattore arrogante. e soprattutto ci sono ancora troppi maschi(listi) permalosi che parlano di violenza gratuita quando alcuni rappresentanti del loro (de)genere vengono paragonati a nazisti. questi maschietti qui bisognerebbe dargliele sul popò. perché la violenza gratuita molte donne e gay la vivono quotidinamente, in silenzio.

    scusate lo sfogo. non succederà più. ve lo prometto.

  21. @leo
    Sbagliato. Nel ’78 mi hanno picchiato in strada, in un paese del meridione, perchè avevo i capelli lunghi e l’orecchino e gli sembravo ricchione. Vedi? Le ho prese anche al posto tuo.

    @Morgillo
    Questa cosa del “qui a Londra, come siamo avanti”, potessi sentirti quant’è ridicola. I tuoi amici anglosassoni sono avanti in tutto: imperialismo, razzismo, tutta farina del loro sacco. E quanto all’accoglienza del diverso, attenzione a non scambiare la tolleranza con la comprensione. La prima dura solo finchè dura la convenienza.

  22. Che le organizzazioni cattoliche si preoccupassero dei bambini vittime dei preti pedofili piuttosto che dei bonobo con sei coglioni.

  23. Senti, io qui a Londra ci sto bbène. Mi è sempre piaciuta. I londinesi non credono a niente. Come me. Non credo siano avanti. Sono solo contemporanei. Come me. E poi qui due donne o due uomini possono sposarsi e fare o adottare figli. Quindi?

  24. E poi gli inglesi sono scarsamente tolleranti e comprensivi. Semplicemente non si interessano di cose pruriggìnose. E non perdono di certo il sonno per due donne col passeggino.

  25. negli Usa Obama è Presidente, qui per decreto gli metterebbero i figli in una classe differenziata… vive l’Italie!

    @Sergio: hai letto il blog di Leo Bloom??? Robba buonissima!!! :-)

  26. Di seguito posto il modulo preparato dal Circolo Mario Mieli:

    “Alla Procura della Repubblica di………………

    Il/la sottoscritto/a …………………nato a …………………… il …………………. residente in ……………………………. (…….), Via…………………………….. n…., espone quanto segue:

    la deputata Binetti Paola, iscritta al gruppo parlamentare del Partito Democratico, nonché già fondatrice del Comitato Scienza e Vita, in un’intervista al Corriere della Sera del 31 ottobre 2008, rispondendo alle domande della giornalista Alessandra Arachi sul documento del Vaticano circa l’impossibilità per gli omosessuali di diventare preti, dichiarava che «La Chiesa sta ribadendo una dottrina consolidata per la scelta dei suoi pastori. Del resto… Non dimentichiamo che proprio recentemente si è verificata la situazione drammatica dei preti pedofili». E ancora, alla specifica domanda «E la pedofilia ha a che fare con la omosessualità?» la suddetta Binetti rispondeva: «Stiamo attenti. Il documento della Congregazione per l’Educazione cattolica parla di “tendenze omosessuali fortemente radicate”… Quindi queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. Siamo davanti ad un’emergenza educativa».

    Le affermazioni della deputata Binetti appaiono sconcertanti in particolare per l’uso di una terminologia scientifica. Le stesse risultano però del tutto infondate, non basandosi su alcuna evidenza scientifica o medica, come appare evidente dalla letteratura internazionale e nazionale in proposito e dal DSM IV che annovera l’omosessualità tra le varianti naturali della sessualità umana e non la legano mai a Pedofilia o altre parafilie.

    Alla luce di queste verifiche appare evidente che le affermazioni della deputata Binetti, false ed infondate, risultano profondamente offensive della dignità e del decoro delle persone e dei cittadini ingiustamente colpiti. I timori ingerati da chi possa farvi affidamento sono tali da arrecare grave nocumento alle relazioni sociali, personali e professionali di tantissime persone omosessuali che avendo a che fare a vario titolo con l’infanzia, possono essere oggetto di specifici timori o discriminazioni.

    Io, ………………………. cittadino/a italiano/a, visibilmente e pubblicamente omosessuale, mi sento personalmente e direttamente colpito/a, offeso/a, diffamato/a e danneggiato/a dalle ingiuste affermazioni della Senatrice Paola Binetti che ledono la mia dignità di cittadino/a e di persona e sono aggravate dall’ampia diffusione delle stesse data dal mezzo televisivo e della carta stampata e dalla posizione di preminente responsabilità, di rappresentanza dei cittadini italiani e di guida politica che la suddetta attualmente ricopre come Parlamentare della Repubblica Italiana.

    Sul punto occorre sottolineare che la circostanza che la deputata Binetti sia membro del Parlamento non è elemento idoneo ad escludere rilevanza penale della condotta, atteso che l’immunità parlamentare ex art. 68 Cost. opera elusivamente rispetto ai c.d. atti di funzione.

    Le dichiarazioni rese al di fuori dall’esercizio degli atti cosiddetti di funzione, ovvero atti strettamente connessi all’attività parlamentare devono ritenersi sottoposti agli stessi limiti di ogni altro cittadino che voglia contribuire a determinare la politica nazionale mediante la libera manifestazione del pensiero (ex pluribus Cass. Pen. V 2039/1982; Cass. Pen. V 29880/2002).

    Alla luce di quanto sopra il sottoscritto/a propone formale

    DENUNCIA – QUERELA

    nei confronti della deputata Paola Binetti manifestando nei suoi confronti espressa volontà punitiva per tutti i reati che la S.V. riterrà di poter ravvisare nei fatti così come sopra esposti e, in particolare, per i reati p. e p. dall’art. 595 c.p. commi 1 e 3 nonché per tutti quei reati che la S.V. Ill.ma riterrà ravvisare nei fatti così come sopra esposti e nei confronti di chiunque altro abbia con gli stessi, a qualunque titolo, concorso.
    Chiede inoltre di essere informato ex art. 408 c.p.p. dell’eventuale richiesta di archiviazione al GIP.
    , li
    (firma)”

    Il tempo di stamparla, consultare un legale e la presento subito.

  27. @ soldato blu

    “se vogliamo parlare di letteratura, filologia” [presumo tu volessi dire: filosofia] ma se vogliamo parlare di scienza.
    –Presumi male, volevo dire filologia.

    “Si vuole solo dire che quel termine è inadeguato a definire in modo scientifico quello che tu chiami “natura”.”
    –Bene, allora proponi un termine in sostituzione, altrimenti qualcosa di inadeguato è sempre meglio di nulla.

    Una cosa è certa: nel paradigma scientifico attualmente egemone in Occidente il concetto di natura ha, o può avere, la stessa funzione di un’armatura medievale indosso a un astronauta.
    –Non è una cosa certa, è solo una tua opinione.

    Sono stato tentato di finire così: spero che chi non capisce questo non insegni in una scuola pubblica.
    Ma non l’ho fatto.

    — Io invece mi chiedo a questo punto cosa ne pensa

    @ la redazione di Nazione Indiana

    sul fatto di avere commentatori anonimi, forse noti ai redattori (si veda anche quello di gina, tra i primi,
    questo: “spero che tu non insegni biologia in una scuola pubblica.”), che si permettono di dire frasi offensive (con una circonlocuzione, ché qui si vuol essere colti e raffinati) a livello personale sulla professionalità di un altro commentatore ogni qual volta questi si espone a livello personale con nome e cognome e dichiarando la propria professione.

  28. @valter
    Tu dici:
    Un timido tentativo di chiarimento sul termine “natura”.
    Non è un concetto scientifico, nel senso che ciò che vi corrisponde resta largamente indeterminato.
    –Non per questo non è scientifico, o, se vuoi, anche scientifico. Ogni scienziato deve cercare di avere la stessa idea di ciò di cui la scienza si occupa e, fuori di dubbio la scienza si occupa della natura.

    “Gli scimpanzè con batteria di sei coglioni, sarebbero altrettanto “naturali” di quelli con due.
    –Giusto.

    “Natura” è piuttosto quella che Kant definirebbe un’idea. Ha la sua applicazione più nell’ambito dei costumi che in quello dei fenomeni biologici, e finisce coll’avere un contenuto eminentemente culturale.
    –Natura è un concetto culturale, oltrechè scientifico, non c’è dubbio, e se vuoi dico anche preminentemente culturale, se guardiamo le sue applicazioni; ma, del resto, la scienza si occupa anche della cultura, tipo l’evoluzione culturale dell’uomo.

  29. Uno dei più bei libri sulla “natura” di questi ultimi anni è stato per me:
    STUART KAUFFMAN, Esplorazioni evolutive, Einaudi, 2005.
    Vedo nell’indice analitico, da pag. 357 a pag. 377, che, com’è naturale, il termine “natura” non compare, come c’era d’aspettarselo.
    Visto che le pagine sono 20 e i termini circa 50 a pagina (tolti i 10 che sono
    nomi di altri autori) grosso modo possiamo, solo qui, contare su circa 1000
    termini scientifici che parlano di quello che si nasconde dietro la parola “natura”.
    Se poi passiamo a un dipartimento scientifico di un’università e alla sua biblioteca, uno potrebbe anche tentare di fare un ulteriore conto: Se poi andassimo alla Biblioteca Nazione o a quella del Congresso, forse sarebbe il caso di accettare la proposta Tash e chiamare questo tutto, SE SI VUOLE FARE SCIENZA.
    Se invece il problema è l’altro: la non scomparsa delle parole che sono obsolete dal punto di vista scientifico, nessuno ha voglia di impedire che vengano usate se qualcuno pensa di non poterne a fare.
    Infatti quella quasi-ironica espressione di un desiderio che qualcuno non insegni nelle scuole statali, non aveva di mira chi usa la parola “natura [nella bibliografia di Kauffman su 26 titoli, 6 usano la parola “natura”]
    ma chi la usa senza avere cognizione di che si tratta (un mito) e quindi di non avere cognizione di ciò che dice.

  30. lorenzo
    non so se ti rendi conto di quello che hai scritto in quanto scienziato.
    mi riferisco in particolare alla scientifica allusione all’effetto SALVIFICO REGOLATORE della coppia fissa, naturalmente etero, e all’accento sulla disponibilità della femmina con tutto quel che ne consegue. Allusione che ti invito a portare sino in fondo, ad esplicitare in tutto il suo naturale scientifico splendore
    per non parlare della scientifica interpretazione della frase di enquist.
    E si, ho anonimamente sperato in casa d’altri che tu non insegnassi in una scuola pubblica.
    nessun problema ad essere cancellata, e autorizzo la redazione a sganciarti la mia mail se ne fai richiesta.
    quanto al resto, i delfini si, stuprano in gruppo, E raccattano oggetti che con molta…. fantasia:) trasformano in giocattoli erotici.
    si, una banda di romei ha stuprato la gatta di una mia amica, qualche settimana fa. due la tenevano. uno la violentava, l’altro la prendeva a “sberle” se alzava la testa, un’altro infine guardava. han fatto talmente tanto casino che si è svegliato mezzo quartiere, mezzo quartiere che è rimasto, anch’esso, a guardare. l’han raccontato alla mia amica la mattina dopo. Cazzo mi ha detto lei, nessuno che sia intervenuto, che gli abbia tirato una scarpa o che ne so….un pollo congelato.

  31. @soldato blu
    Scrivi:
    “Infatti quella quasi-ironica espressione di un desiderio che qualcuno non insegni nelle scuole statali, non aveva di mira chi usa la parola “natura [nella bibliografia di Kauffman su 26 titoli, 6 usano la parola “natura”]
    ma chi la usa senza avere cognizione di che si tratta (un mito) e quindi di non avere cognizione di ciò che dice.”

    Se ti rivolgi a me, se sono io quello che non ha “congnizione di quel che dice”, ti invito, dall’alto del tuo essere autorità in materia, dal fatto che tu possa giudicare chi abbia o meno cognizione di quel che dice in relazione al concetto di natura, a essere coerente con il tuo “desiderio”, a dimostrare di avere un po’ di senso civico e pertanto a denunciare il fatto che in quanto docente di scienze naturali io non so quel che dico.
    lorenz.news@libero.it
    è la mia email.
    Aspetto una tua email per scambiarci i rispettivi dati anagrafici e quant’altro dimodoché tu possa fare un esposto al Centro servizi scolastici della mia provincia per chiedere la mia estromissione dalle graduatorie per l’insegnamento, e dimodochè io possa difendermi.
    Aspetto la tua email.

    @gina
    hai la mia email, ti invito a fare lo stesso di soldato blu.
    Ti faccio per inciso presente che io non ho parlato di nessun “effetto salvifico regolatore della coppia fissa”: concetto che, peraltro, mi sembra piuttosto incomprensibile. Quindi, non posso per nulla seguire “fino in fondo” un concetto che non ho espresso.

  32. Bastava che tu dicessi che sai benissimo che “la natura” è un mito e che usi la parola “natura” pienamente cosciente che non significa niente e che può significare tutto. E che la usi in certe situazioni “discorsive” perché non ne puoi fare a meno – senza pretendere che sia un concetto scientifico – ma perchè, in quella data situazione, non hai trovato niente di meglio.

    Se poi non fosse così, e tu, al contrario, sei tra quelli che sono convinti che quello è un termine neutrale: perchè “la natura esiste”.
    Il desiderio espresso – che è un desiderio e non una petizione di espulsione – esprimeva solo una cosa: la soddisfazione che i miei figli abbiano superato l’età scolare e non corrano il pericolo di avere insegnanti di questo tipo.

  33. Avessi mai il desiderio di far chiarezza sul termine natura, adesso so dove non rivolgermi; qui.
    Scusatemi, scusa Bloom, ma era il termine nazista che mi faceva problema, io non credo ai flussi anedipici come elementi che possano dirimere la questione dell’omosessualità nel mondo, o dell’adulterio o di qualsiasi altra soddisfazione di una pulsione erotica, personalmente non faccio molta differenza tra azioni sessuali di un tipo o dell’altro, i miei riferimenti, se così si possono chiamare, mi conducono in territori in cui è naturale una certa sobrietà, ma non per questo condanno o non accetto chi vive diversamente, come la gran parte dei miei amici, quindi quando dici “tutto il resto è nazismo” rido per non mandarti affanculo.
    Certo che vedo come il desiderio di cancellare la discriminazione sia impellente eppure frustrato, ma non penso che i matrimoni fra gay siano una soluzione, ne che la normalità o l’accettabilità di una condizione possa venire imposta per legge.
    Ci sono condizioni umane che nascono vivono e muoiono nella tribolazione, nel disprezzo o nella violenza, chiunque le vive sa di che si parla, questo dipende dal fatto che certe repulsioni sono ataviche e socialmente si sono sempre manifestate in un certo modo, essere zingari lo è per esempio.
    Anche questo è naturale, in un certo senso.
    Quello che non è naturale è la forzatura, il voyeurismo pseudoscientifico, l’artificialità di certe idee, (per artificiale intendo qualcosa prodotto secondo mezzi che non gli sono propri, come la vita comatosa protratta grazie alle macchine o la finanza d’affari).
    Per il resto mi sento sufficientemente libero per parlare senza neologismi politically correct.

  34. capisco davvero poco di questo dibattito.
    qualora fosse un dibattito, certo.
    dunque esiste lo stupro in “natura”.
    così come esiste l’omossesualità.
    esistono in “natura” anche la violenza, la sopraffazione, la dominanza, l’ordine gerarchico, la schiavitù, il cannibalismo, lo sterminio, la tortura, l’assassinio, lo sfruttamento, eccetera: in qualsiasi ordine e specie la “natura” non si fa mancare niente.
    ciò non è né bene, né male.
    inutile fare appello alla “natura” per legittimare l’omosessualità umana, perché si può fare lo stesso anche con il cannibalismo, per esempio.
    ogni appello alla “natura” è dunque semplicemente una cazzata, come il povero padre della Englaro che implora che “la natura faccia il suo corso”.
    quindi ogni scelta etico politica umana sarà umana e basta, senza appelli alla “natura”, perché la “natura” è destra allo stato puro, sorgivo.
    secondo me, solo la cultura ha il compito, del tutto autonomo da qualsiasi altro “ordine” (caos?), di compiere scelte appunto culturali, depurate da ogni “naturalità”, cariche solo dell’artificio e dell’arbitrio dell’etica.
    eccetera.
    but, forgheddabaudidda.

  35. @soldato blu
    @tashtego
    Materia scolastica: scienze della natura
    Libro: Nuovo scienze della natura di Porzio E. e Porzio O. (uno dei libri più adottati)
    Editore: Markes
    Volumi: due + Quaderno di lavoro
    Percorso 0 del Quaderno di lavoro
    Unità di studio 1: La Terra come sistema
    Paragrafo 1: Che cos’è la natura?
    Ecco la prime righe:
    “Cielo, terra, mare, vulcani, forme di vita… tutto ciò che ci circonda e che non è stato costruito dall’uomo rientra nel concetto di natura e rappresenta perciò il campo di indagine delle Scienze della natura, che si occupano di osservare ed esplorare la realtà vivente e non vivente presente sul nostro pianeta.”

    Se io fossi professore di scienze della natura (materia che c’è solo in certi tipi di scuole, e che forse scomparirà grazie alla Gelmini; in altre scuole c’è scienze naturali, o scienze sperimentali o scienze e basta) entrando in classe inizierei prima a chiedere cosa gli alunni credono siano le scienze della natura, e poi introdurrei la disciplina in modo simile a quanto scritto dalle Porzio sopra.
    Non direi che la natura è tutto o niente, o che è un mito.
    E visto che la materia si insegna nei bienni eviterei di fare speculazioni filosofiche sul concetto di natura.
    Se invece si parla di OGM in quarta o quinta liceo, e gli alunni iniziano a dire che gli OGM non sono naturali, io imposterei una discussione con loro sul concetto di “naturalità” ossia su quanto siano naturali o meno gli OGM e le piante coltivate dall’uomo, frutto di innumerevoli incroci selettivi e talvolta anche di trattamenti fisici e chimici – per intenderci subito: questo non significa che io sia a favore degli OGM.

    Tashtego: le case in cui viviamo sono frutto del lavoro umano, sono artefatti prodotti secondo un disegno cosciente, e in quanto tali, sono meno “naturali” di una grotta. Senza contare che molti materiali usati in casa sono sintetici, ossia non presenti in “natura” (e qui potremmo dire che probabilmente non non sono presenti in nessuna altra parte dell’Universo, a meno che si voglia immaginare una società extraterrestre simile alla nostra), ma creati dall’attività antropica.
    (su cosa siano un alveare o altre costruzioni del lavoro animale: bella domanda. Io direi che sono meno naturali di un sasso ma più naturali di una pentola di acciaio inox)

    Non so se mi sono spiegato.

    Nello specifico di questo articolo, vi faccio presente che la mostra in questione si chiama “Against Nature?” Non sono io ad avergli dato questo titolo. Io anzi ho scritto fin dal primo commento che essere “naturale” o meno, per quanto riguarda l’omosessualità, significa ben poco dato che anche le malattie sono naturali.
    PREMESSO QUESTO,
    proseguendo, sono entrato nel merito, e mi sono calato nella discussione cercando di mantenermi in modo dialettico sullo stesso approccio dei curatori della mostra; ho dato per scontato che l’atto sessuale tra due individui dello stesso sesso sia naturale, nel senso che esiste in molti casi di specie animali. Ho chiesto invece se vi siano casi di omosessualità intesa come relazione duratura ed esclusiva per quanto riguarda gli animali. Ma anche l’omosessualità intesa come relazioni non durature e non esclusive è significativa – meno se è alternata (o praticata in contemporanea) a relazioni eterosessuali equivalenti, in tal caso occorrerebbe parlare di bisessualità.

    Spero ancora, peraltro, che

    @Buffoni

    legga i commenti e possa darmi dei link su pinguini e cigni per approfondire un tema che mi interessa molto (io so molto sui bonobo, per es., ma non sulla sessualità degli uccelli).

    Tornando al tema. Poichè nell’uomo i casi sopra esposti esistono, è evidente che se esistono anche negli animali, si potrà concludere senza più possibilità di smentita

    – per chi ama impostare i discorsi in questo modo, come gli autori della mostra e l’etologo norvegese, che ho criticato perchè pretendeva di dire se la religione sia naturale o meno per un essere come l’uomo, che è innanzi tutto un essere vivente in cui la cultura assume una parte fondante della sua specificità –

    che non solo l’atto omosessuale è naturale ma anche la relazione affettiva omosessuale di ogni tipo.
    Se no, sempre per chi tiene al discorso impostato in questo modo, si dovrà dire che tale relazione è naturale solo per l’uomo. Ma ci saranno alcuni che diranno che non è naturale ma frutto di una cultura che va contro natura o che permette di andarvi.

    Spero di essermi spiegato.

  36. PS Per le classi quarte o quinte di liceo: e poi sì, dal concetto di naturalità delle piante, si può anche andare a parare sul concetto di natura e affrontarlo anche dal punto di vista filosofico.

  37. La scienza si occupa di tutto, ma non ogni proposizione è una proposizione scientifica, nel senso che si esponga alla falsificabilità sperimentale.
    La natura, come ogni forma di totalità, è una categoria del pensiero, non un concetto empirico, al quale corrisponda qualcosa di sperimentalmente circoscrivibile.
    Naturale o innaturale sono termini che hanno un contenuto culturalmente variabile. Quando Marx accusava Smith e Ricardo di essere ideologi della borghesia, lo faceva perchè essi trattavano fatti storici come proprietà e lavoro salariato come se fossero fenomeni naturali, sottratti alla critica.
    La difesa dei diritti individuali deve fondarsi su una cultura che è quella del personalismo democratico, stotica anch’essa, ma identificabile come la massima consapevolezza che l’umanità abbia raggiunto di se stessa.
    Il ricorso pseudo-scientifico a ciò che è naturale o innaturale, identifica l’atteggiamento ideologico, che a sostenerlo sia un cattolico integralista o un alfiere del movimento gay.

  38. Tashtego
    Chissà perché l’intuizione non sarebbe scientifica…

    Guarda, la scienza è piena di intuizioni metafisiche… Io però preferisco le associazioni surrealiste. Quindi?

  39. No. L’omosessualità è perfettamente naturale. Anche se gli animali non si incaprettassero. Il vostro discettare invece è artificioso.

  40. Volevo dire – anche riprendendo una direttiva europea degli anni ’90 sull’inquinamento – che è naturale ciò che esiste sul pianeta, “nell’aria, l’acqua, la terra, e il paesaggio”, prima, o senza l’intervento di modifica o di trasformazione dell’uomo. Con tutti gli annessi di violenza e sessualità tra gli animali ecc. Poi Galbiati l’ha trascritto campionando il libro. Mi trovo abbastanza d’accordo con Galbiati, non però quando dice che le malattie sono naturali. Alcune malattie, forse; quelle derivanti dall’inquinamento, per esempio, lo sono?

    Ma la linea di demarcazione non è così netta. Perché anche l’uomo primitivo che utilizzava gli utensili modificava la natura. E’ l’esistenza stessa della specie umana che mette in discussione il concetto di naturale o non naturale. Io userei “ecosostenibile”, visto che tutta la nostra civiltà si basa sulla trasformazione, e “libertà”, nel caso di questo post, sessuale.

    E sul colpo di fioretto di Morgillo: ma cosa state lì a discutere, guardate altrove, a Londra, semplicemente il problema non esiste: non ha torto, anche se ricordo gruppi musicali come i Bronski Beat che denunciavano le discriminazioni (in Inghilterra). Tuttavia per le esperienze che ho avuto di vita in Inghilterra e in Olanda, la distanza è proprio abissale. Qui abbiamo forze politiche di governo i cui esponenti parlano di “culattoni” e l’odio/terrore di molte persone di sesso maschile verso l’omosessualità è palese. L’ho detto e scritto spesso, non dimentichiamo mai che l’Italia è il paese dove è stato scritto “Il bell’Antonio”, un romanzo nero, nerissimo sul gallismo sessuale che continua a sfregiare la nostra cultura, le nostre vite e la nostra immagine.

  41. Tash, a proposito del tuo commento Pubblicato il 5 Novembre 2008 alle 22:54: a me pare che tu abbia stravolto la logica del messaggio. La frase “contro natura?” è interrogativa e NON ha lo scopo di dimostrare che l’omosessualità è lecita perché naturale (maddài, su, sono scienziati!!) quanto invece al contrario serve a sputtanare le teorie bigotte che negano il diritto all’omosessualità perché definita un comportamento contro natura. Con la mostra si forniscono soltanto un sacco di controesempi a questo balzano tipo di motivazione “morale”. Almeno, così sembra a me.

  42. e così ho capito anch’io.
    tuttavia (forse mi sono spiegato male) ciò che voglio dire è che sia il ricorso al concetto di omossesualità contro-natura, sia la giusta replica che si tratta pur sempre di un comportamente largamente diffuso in natura, sono atteggiamenti mentali non convincenti.
    il problema della tolleranza è interamente umano, cioè etico, e perciò stesso contro natura: inutile appellarsi al non umano per giustificare l’umano.
    poi certo, l’umano è natura, così come lo è il suo artificio, ogni suo artificio: questo per chi ancora si sforza di tracciare demarcazioni tra umano e natura.
    e la natura stessa non è davvero enucleabile, coincidendo con il TUTTO.
    quindi tutti i concetti qui usabili sono ambigui, farlocchi, imprecisi, inconsistenti: accade quando si maneggia il politically correct in tutte le sue forme.
    eccetera

  43. mario, non credo che qui ci siano nazisti. credo tu abbia, come dire, la coda di paglia. ridere per non mandarmi a quel paese, suppone che tu viva, come tanti italiani purtroppo, nel quadrato magico della rassicurante educazione sobria e cattoraziocinante in cui un individuo può parlare a tutta la nazione di ferita e io non posso parlare di nazismo. maschio e femmina. tutto il resto è diversità. così va meglio?

  44. Davvero non si capisce quest’affezione al termine “natura” (se si pensa che non abbia un significato univoco, ma ambiguo), il fastidio a metterne in discussione la liceità e la resistenza a farne a meno in quelle situazioni dove può produrre ambiguità o favorirne un uso illecito.

    Copio e incollo da un post che precede quasi immediatamente questo in N.I.
    Sulle donne in tempo fascista, di Bianca Medeccia, e non perché non si potrebbero trovare infiniti esempi ancora più scandalosi, ma perchè è più facile verificare:

    *

    Sul «Popolo d’Italia», Giuseppe Pochettino ne parla come «una scuola di sano femminismo, che veramente prepara la donna quale la natura e la ragione la vogliono, la donna cioè che, entrando un domani nella società, vi prenderà il suo posto d’onore senza urti, senza rancori perché prenderà il posto di regina della casa, quello che veramente le compete».

    *

    Per chi non se ne fosse accorto, il binomio “natura e ragione” è quel composto esplosivo che viene utilizzato da Benedetto Sedicessimo per far saltare ogni progresso civile e scientifico in questo paese.
    Allora anche la parola “ragione”?

    Visto il punto al quale siamo arrivato è bene aver presente che esistono parole di cui non può sapere niente nemmeno chi le usa.
    Perché intendendo, con una certa parola, ognuno una cosa diversa, il valore comunicativo è diventato zero.

  45. copio e incollo un pezzetto del post di hronir del 16 marzo 2007:

    “I valori, il significato, lo scopo, sono cose prettamente umane. Se proprio volete, sono proprio cio’ che ci distingue dagli animali. Bisogna avere il coraggio dei valori che si propugnano invece che nascondersi dietro il dito della Natura. Considerate l’omosessualita’ una malattia? Ditelo chiaramente. Pretendete che sia una posizione dettata dal vostro Dio? E gia’ un passo avanti rispetto al tirare in ballo la Natura.”

    http://hronir.blogspot.com/2007/03/eminens.html?showComment=1225998600000#c3765345393550195462

  46. @soldato blu
    ha scritto:
    Davvero non si capisce quest’affezione al termine “natura” (se si pensa che non abbia un significato univoco, ma ambiguo),

    **Non so chi pensa che sia un termine ambiguo, di certo non io. Io penso sia prima di tutto l’oggetto di studio delle scienze naturali: geologia, biologia per prime. Poi penso che sia un termine molto difficile da definire, il che non equivale a dire che è ambiguo. Gli scienziati solitamente parlano tutti della stessa cosa quando parlano della natura. Succede spesso, infatti, nella scienza che non sia facile definire in modo univoco e condiviso un concetto o i limiti di un oggetto di studio pur avendo più o meno tutti la stessa idea di cosa si stia parlando.
    Se si entra nel dettaglio, però, sorgono dei problemi. Sono naturali una roccia, il ghiaccio dell’Antartide, una pianta coltivata, un OGM, una rachetta da tennis, un ferro da stiro, un pc? Io dico che i primi sono del tutto naturali, poi gli altri sono naturali sempre meno fino a essere artificiali, artefatti. Una scala di naturalità. Il problema è che la natura non è classificabile a compartimenti stagni. E’ l’uomo che tenta di ordinarla in insiemi e classificarla. Non c’è il bianco e il nero, ma non per questo

    caro
    @Tashtego

    si può dire che il grigio sia il TUTTO. Questo è un approccio anti-scientifico. La scienza si occupa di studiare il suo oggetto di studio facendo delle classificazioni, cercando di dare un nome diverso a ogni oggetto studiato che presenti una minima differenza con un altro.
    Raccogliere tutto nel TUTTO, fare di tutta l’erba una fascio per la difficoltà di distinguere il grano dalle ortiche, è esattamente il contrario di quanto fa la scienza.
    Le classificazioni si fanno sapendo che esse sono solo convenzioni che servono allo scopo conoscitivo, sono recinti le cui porte hanno degli spiragli e si spostano di continuo, non sono a tenuta stagna.
    Quindi, la verità è che ci sono infinite sfumature di grigio, alcune delle quali più vicine al bianco, altre più vicine al nero e tutte comunque raggruppabili in gruppi che esistono solo nella mente dell’uomo che cerca di classificarle, perchè in natura sfumano l’una nell’altra senza soluzione di continuità.
    E questo non vale solo per la fantomatica natura, ma un po’ per tutti i concetti di valenza scientifica, a maggior ragione se generici e usati da altre branche del sapere o comunque nel gergo quotidiano.

    Per esempio, io sono un biologo evoluzionista. Le scienze biologiche si occupano della vita, ossia dei viventi. Definire cosa sia la vita e cosa sia la materia vivente, distinguendola da quella non vivente, presenta le stesse difficoltà che riscontriamo nel distinguere cosa sia naturale e cosa non lo sia. La materia vivente, per esempio, è la materia in cui è presente la vita, che è un processo particolare della materia, che possiamo chiamare il “processo vitale”. Ebbene, non è sempre facile identificare il momento in cui inizia o finisce la vita di un individuo. Infatti, la fecondazione non è un fenomeno istantaneo, il passaggio da spermatozoo e ovulo a nuovo individuo diploide, lo zigote, e poi alle fasi successive, presenta dei momenti in cui non si può ancora dire quando si è in presenza o meno di un nuovo individuo, o di più di un individuo, dato che possono essere concepiti dei gemelli. Nella morte, invece, non tutte le parti ossia gli organi i tessuti ecc. di un individuo muoiono contemporaneamente e in modo istantaneo, e quindi non si può dire se non in modo approssimativo che la materia vivente di un organismo in un preciso momento è diventata non vivente.

    Idem per il concetto di evoluzione, concetto più “ambiguo” del termine natura, dato che spesso è associato a un cambiamento in positivo, o dal più semplice al più complesso: due cose non sempre vere.

    Quindi,
    @soldato blu
    il fastidio a metterne in discussione la liceità e la resistenza a farne a meno in quelle situazioni dove può produrre ambiguità o favorirne un uso illecito.

    ** credo non valga tanto per il lavoro dello scienziato, il quale non fa che mettere in discussione i confini e quindi la liceità dell’uso di un certo termine e non certo per produrre ambiguità ma per dissolverla, ove possibile, facendo sempre ulteriori e più approfondite distinzioni.
    Poi ovviamente se uno scienziato usa argomenti scientifici per fare propaganda politica o religiosa, il discorso cambia.
    Infine,

    “Per chi non se ne fosse accorto, il binomio “natura e ragione” è quel composto esplosivo che viene utilizzato da Benedetto Sedicessimo per far saltare ogni progresso civile e scientifico in questo paese.
    Allora anche la parola “ragione”?”

    **A me pare che il Papa attuale fondi il suo magistero sulla coppia fede-ragione, fino ad arrivare a dire che una retta ragione è quella che esiste solo ove vi sia fede. Il che implica una grossa insidia per la scienza, che viene giudicata non del tutto “ragionevole” quando non prende in considerazione le “ragioni” della fede nella sua attività, specialmente in relazione a certi temi, quelli cosiddetti “eticamente sensibili”, oltre a quelli che toccano l’evoluzionismo, dato che vanno a parare sulla “natura” dell’uomo, natura che la Chiesa vorrebbe definire senza tenere del tutto conto dei risultati della conoscenza scientifica.

    “Visto il punto al quale siamo arrivato è bene aver presente che esistono parole di cui non può sapere niente nemmeno chi le usa.
    Perché intendendo, con una certa parola, ognuno una cosa diversa, il valore comunicativo è diventato zero.”

    **Anche questo discorso, certamente valido per certe parole usate in certi ambiti, non mi pare si possa applicare alle scienze naturali per la parola “natura”, concetto assai generico e dai confini labili ma che non vedo come possa essere sostuito da uno più preciso, e in ogni caso è facilmente declinabile in tutte le sue diramazioni; non è detto però che vi siano altri termini o concetti meno generici che gli scienziati non debbano cercare di ridefinire in modo più preciso o sostituire – anzi ce ne sono senz’altro.

    E con questo credo di aver replicato anche a Binaghi e ad altri.

  47. Toc toc…permesso? Vorrei dire la mia anche se mi rendo conto che siete andati oltre…
    Ritorno a terra, agli animali
    Parlare di omesessualità animale è un po’ volerli antropomorfizzare.
    Mentre scrivo il mio cane di un anno è in preda ad una tempesta ormonale e sta tentando in tutti i modi di farsi un cuscino. Fosse più adulto e più dominante ci proverebbe con l’altro maschio di casa, ma sa che oggi comanda l’altro e avrebbe solo da rimetterci, domani chissà. Intanto il vecchio a volte fa il gesto di montarlo per stabilire la gerarchia del maschio alfa: qui comando io e tu stai al tuo posto che sei appena arrivato! Il gesto della monta lo faceva anche la vecchia, la capobranco, con sua figlia, quando provava ad alzare la testa, stesso messaggio, comando io, possiamo giocare quanto vuoi ma alle mie condizioni. Ho tutti cani omesessuali?
    Semplici osservazioni e considerazioni di chi con gli animali vive.
    C’è un etologo da queste parti?
    Sull’omessualità dei bipedi: purtroppo secoli di cattolicesimo ci fanno scomodare il mondo animale per legittimare un libero orientamento sessuale che non dovrebbe più avere bisogno di crociate e difese. Ci vorra ancora tempo, purtroppo.

  48. se si sceglie l’argomento naturistico per difendere l’omosessualità, si fa un cattivo servizio nei confronti dell’omosessualità. L’uomo è uscito dalla natura molto molto tempo fa. E’ risaputo da tanti anni che l’omosessualità è ampiamente diffusa nel mondo animale. Già tanti anni a dietro scientific american aveva pubblicato un importante lavoro sulla diffusione dell’omosessualità nel mondo animale. Sono favorevole alla molteplicità e pluralità sessualità. Non sono favorevole alle prime tre righe di questo articolo. Non vorrei l’autore come avvocato difensore

  49. Caro Nassim, ma perché dovresti avere bisogno di un difensore? Anyway, ho ripreso l’argomento e credo di avere risposto anche alla tua obiezione nel post di oggi,8 novembre: Innaturale?

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franco buffoni
franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it