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L’odio

[Davide Giromini, anima degli Apuamater Cyberfolk, ha prodotto in tiratura ultralimitata un cd a proprio nome, Ballate di fine comunismo. Qui – di seguito il testo – si può ascoltare una delle canzoni per me migliori del cd: [podcast]https://www.nazioneindiana.com/wp-content/2009/06/lodio.mp3[/podcast]
Visto che il cd non ha distribuzione, vi consiglio di ordinarlo scrivendo qui: darmo30@yahoo.it] m.r.
28840317
di Davide Giromini

L’odio lava i nostri cuori dalle foglie morte
Ai germogli dell’azione dona caldo sangue
Risuscita meduse incravattate

A gelare i vecchi figli del pensiero di una dea che langue

L’odio porta i nostri occhi sulle bianche rive e ci mostra tutti uguali

L’odio gratta

L’odio uccide

L’odio stenta a liberarsi

Poi esplode

 

Nella stanza di mio padre

L’odio lucida le idee di nuova patina celeste

La bellezza innesca curve rade

Celebrando la purezza di un afflato senza ordine morale

L’odio giova a chi per l’odio di una classe di un amore s’è immolato al cicerone del museo dell’esistenza

L’odio è cieco

L’odio porta degli occhiali da malato d’astinenza

L’ odio prende il nostro spirito l’eleva l’accartoccia

Fra le nuvole del nuovo paradiso

Del millennio che darà la vita eterna

A chi d’odio riempirà la nostra terra

L’odio crea canzoni per lenire l’odio

E per legare al vizio sterile di un ideale all’odio

Che ne crea la dipendenza

L’odio sotto forma religiosa prende il posto della scienza

L’odio siamo noi col nostro carico di odio addosso a cui

Riversiamo l’odio dalla nostra pancia

Sempre vuota e insoddisfatta

L’odio scrive un alfabeto con le pieghe della faccia

L’odio passa da uno stadio fra le pagine del Mein Kampf

L’odio parte da uno stadio per finire fra le righe del Mein Kampf

 

 

 

2 COMMENTS

  1. Se tu

    dal fondo del campo aspetti che la palla ruzzoli

    fino a te in mezzo ai piedi dove riesci a vederla

    finché stai a (p) peso in questo canestro

    di milioni di stelle

    bombe innescate prima

    che tu avessi una forma una qualsiasi

    configurazione di atomi

    non solo un nome

    tu che manifesti e sentenzi con giudizi universali

    sbattendo contro le sponde dell’azzurro buio

    e in questa piana di terra

    battuta da così tanti piedi

    bombe nel bocciodromo della vita di chi è

    un altro te stesso dovresti fare i conti

    con la misura della sfera

    con l’asse e la rotazione con cui pro-cede i giorni

    e le notti per sfilare i sogni dalla tasca del tuo corpo

    in una sfida che non sai consumare

    tu uomo specie speciale

    dovresti smettere di parlare

    dovresti smettere di tenere in mano una mazza senza peso

    dovresti guardare dentro i cimiteri del mondo

    e guardare come eri e sei

    un morto che sta nello stesso cielo e vorrebbe disegnare

    comete

    mentre il silenzio ti sta portando in groppa come un cane una pulce

    insieme a tutto il resto senza peso senza sfacelo senza dire

    nemmeno una parola

    sfacendo dei e teorie esplodendo nel suo ventre

    il mostro nero impressionato dai semi della sua stessa luce.

    Qui l’unico esplosivo è l’uomo

    e il vero

    assassino dell’umanità è l’odio

    innescato contro ciò che solo

    è inerte

    un uovo che ha detto di chiamarsi

    uomo.

    .

    ferni

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marco rovelli
marco rovelli
Marco Rovelli nasce nel 1969 a Massa. Scrive e canta. Come scrittore, dopo il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, ha pubblicato Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L'inappartenenza. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l'Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Fa parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli. Come musicista, dopo l'esperienza col gruppo degli Swan Crash, dal 2001 al 2006 fa parte (come cantante e autore di canzoni) dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio, gruppo che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell'ambito del Meeting Etichette Indipendenti. In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo "racconto teatrale e musicale" che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone.