L’odio
A gelare i vecchi figli del pensiero di una dea che langue
L’odio porta i nostri occhi sulle bianche rive e ci mostra tutti uguali
L’odio gratta
L’odio uccide
L’odio stenta a liberarsi
Poi esplode
Nella stanza di mio padre
L’odio lucida le idee di nuova patina celeste
La bellezza innesca curve rade
Celebrando la purezza di un afflato senza ordine morale
L’odio giova a chi per l’odio di una classe di un amore s’è immolato al cicerone del museo dell’esistenza
L’odio è cieco
L’odio porta degli occhiali da malato d’astinenza
L’ odio prende il nostro spirito l’eleva l’accartoccia
Fra le nuvole del nuovo paradiso
Del millennio che darà la vita eterna
A chi d’odio riempirà la nostra terra
L’odio crea canzoni per lenire l’odio
E per legare al vizio sterile di un ideale all’odio
Che ne crea la dipendenza
L’odio sotto forma religiosa prende il posto della scienza
L’odio siamo noi col nostro carico di odio addosso a cui
Riversiamo l’odio dalla nostra pancia
Sempre vuota e insoddisfatta
L’odio scrive un alfabeto con le pieghe della faccia
L’odio passa da uno stadio fra le pagine del Mein Kampf
L’odio parte da uno stadio per finire fra le righe del Mein Kampf
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Grande Davide, sempre una spanna sopra gli alri in quanto a testi.
Se tu
dal fondo del campo aspetti che la palla ruzzoli
fino a te in mezzo ai piedi dove riesci a vederla
finché stai a (p) peso in questo canestro
di milioni di stelle
bombe innescate prima
che tu avessi una forma una qualsiasi
configurazione di atomi
non solo un nome
tu che manifesti e sentenzi con giudizi universali
sbattendo contro le sponde dell’azzurro buio
e in questa piana di terra
battuta da così tanti piedi
bombe nel bocciodromo della vita di chi è
un altro te stesso dovresti fare i conti
con la misura della sfera
con l’asse e la rotazione con cui pro-cede i giorni
e le notti per sfilare i sogni dalla tasca del tuo corpo
in una sfida che non sai consumare
tu uomo specie speciale
dovresti smettere di parlare
dovresti smettere di tenere in mano una mazza senza peso
dovresti guardare dentro i cimiteri del mondo
e guardare come eri e sei
un morto che sta nello stesso cielo e vorrebbe disegnare
comete
mentre il silenzio ti sta portando in groppa come un cane una pulce
insieme a tutto il resto senza peso senza sfacelo senza dire
nemmeno una parola
sfacendo dei e teorie esplodendo nel suo ventre
il mostro nero impressionato dai semi della sua stessa luce.
Qui l’unico esplosivo è l’uomo
e il vero
assassino dell’umanità è l’odio
innescato contro ciò che solo
è inerte
un uovo che ha detto di chiamarsi
uomo.
.
ferni