PhenomeNoilogy – act II

6 COMMENTS

  1. Flâneries, effeffe è il poeta idealista della città,
    anima della flânerie, cogliere fiocchi di luce,
    salire da terre al cielo, unire elementi mai
    uniti. Le scale hanno merletto di fiori.
    Salire
    con niente nella tasca, il cielo con breccia,
    el il cuore di effeffe.

    Un’antenna capta le notizie del mondo
    di quelli che hanno,
    e silenzio per quelli che hanno niente
    nella tasca.
    Effeffe capta il mondo in movimento,
    acquatico, trasparente
    il vertigine, il rumore quasi silenzio
    dell’acqua di un “lavoir”.

    Ora sento il canto antico delle lavandaie
    del Vomero, e credo che è questo canto
    a cantare il lento amore,
    il sole puro del canto delle ragazze
    al lavaro, il core delle anime con mani
    in dolore di acqua fredda in inverno
    del calore, nebbia di piombo in estate,
    canto della tradizione,
    in un napoletano altro tempo
    poesia del canto che raggiunge altre
    canti dal parte del mondo.

    Grazie per la promenade,
    lo sguardo,
    la sensibilità…

    véronique

  2. cara verò il canto delle lavandaie del vomero, nel PS interpretata da Roberto Murolo era un antico canto di rivolta. ti giro la nota:

    Altri titoli: Canzone delle lavandaie del vomero
    Interpreti: Nuova Compagnia di Canto Popolare (1972)

    Canto d’amore risalente al Duecento (secondo altri, al XIV secolo) divenuto canto di protesta contro la dominazione aragonese, in cui il fazzoletto (moccafora) assume il significato di terra.

  3. Grazie a te, effeffe: sai che sono appassionata
    di cultura napoletana.
    Ho canzoni di tradizione napoletana a casa,
    vedro se si trova il canto.

  4. giusto per la precisione, è “moccadora” o “moccatora”, non “moccafora” (come nel tuo ultimo commento).
    Molto bello, effeffe, con quel leitmotiv del ferro merlettato…..

  5. :-)
    effeffe
    la p di piazza era diventata K di kiazze
    di piove chiove
    più chiù
    e così quando si copiaincollette lo testo
    la t di moccatora divenette moccafora

    ettette

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017