bello, ma non capisco una parola, salvo la voce erotica che forse è un invito in sè.
idem, anche a me è piaciuto ma non ho capito una parola.
da qui il video non lo vedo.
ma a parte il video la domanda che pongo è: perché bisogna promuovere la lettura?
qual è il motivo di tali campagne?
lo stesso metti che sotto sta alle promozioni dell’esercizio fisico?
perché fa bene?
e la lettura, qualsiasi lettura, fa comunque bene?
anche il Mein kampf?
anche i Protocolli dei sette savi di Sion?
perché promuovere la lettura in sé?
cosa c’è di positivo e salutare nell’atto di leggere senza nessuna ulteriore specificazione su cosa si dovrebbe leggere?
ovviamente non si può fare una campagna incentrata su indirizzi di lettura, tipo LEGGETE I CLASSICI!
LEGGETE MANGANELLI!
CHI LEGGE HARMONY AVVELENA ANCHE TE, DIGLI DI SMETTERE.
bello il video.
beh, certo, se Cook non avesse saputo leggere non avrebbe scritto il suo diario e se non lo avesse scritto nessuno lo avrebbe letto e la Nuova Zelanda sarebbe rimasta terra maori. Abbasso la lettura!
a roma ogni tanto ci si chiede: facciamo a capirci?
Ma ti ho capito benissimo, diciamo che la lettura non serve nel mondo masai del diciottesimo secolo, purché gli si garantisca di restare intatto, e senza contatti. Dopo di che la lettura serve allo sviluppo, parlo della capacità di leggere e capire testi e usarli per stare nel mondo, la lotta all’analfabetismo è sempre stata funzionale allo sviluppo, vedi la lettura individuale della Bibbia tra i protestanti, che prevedeva che il maggior numero possibile di cittadini potesse farlo. Quando qualcuno sa leggere e legge, chi non legge è disarmato. La lettura ancora oggi serve al sapere. Più libri leggi, più sai leggere, più puoi leggere, più sai. E più sei utile, certo. E anche, però, più sai difenderti. Una cittadinanza che legge è più capace di esercitare il suo diritto di cittadinanza. Il vecchio detto sapere è potere è ancora valido.
Una volta scoperti da Cook che ne ha scritto, l’unica possibilità dei maori è stata imparare a leggere. E così è per ogni tribù. Il vero simbolo della nostra civiltà è il libro.
Quali libri leggere è secondario. Importante, ma secondario.
Tu sai, immagino, che ci sono ancora analfabeti anche in Italia. E la maggior parte sono analfabeti di ritorno.
Le tue domande erano retoriche.
E se non erano retoriche erano un breve sogno di ritorno agli albori della civiltà quando pochi cacciatori e pastori abitavano la terra.
tu non stai parlando di lettura, alcor.
ma di alfabetizzazione.
No caro, di lettura, l’alfabetizzazione non è un dato stabile, se la gente non continua a leggere disimpara, e meno legge meno articola anche mentalmente, è un processo continuo. Le donne dell’ Africa subsahariana si ammalano meno se riescono a fare l’equivalente delle nostre elementari, ma non basta, quello è il livello basico. I paesi a maggior tasso di sviluppo, sono quelli nei quali la lettura è maggiormente diffusa, e lo stesso vale per i gruppi sociali, i gruppi sociali più deboli sono sempre i gruppi con un tasso di diffusione della lettura più basso, non solo di alfabetizzazione, che ti permette di scrivere il tuo nome e poche semplici frasi e compitare lentamente i titoli dei giornali e qualche semplice articolo.
Un paese civile, dove il cittadino è cittadino, sostiene sempre la diffusione della lettura.
Basta fare un grafico, ci scommetterei che se siamo il sesto o settimo paese sviluppato siamo anche più o meno il sesto o settimo paese per grado di diffusone della lettura.
Che la lettura fosse uno strumento di riscatto sociale lo sapevano bene i partiti quando si occupavano del paese.
L’alfabetizzazione è la base minima, lo scavo per gettare le fondamenta.
Ma basta che tu ti legga qualche documento delle varie commissioni Onu.
Quando fai così mi innervosisci, tash, perchè so che queste cose le sai.
lo vedo, alcor.
ma parliamo di cose diverse.
quello che dici tu è una base che condivido.
è che oggi ho i miei maledetti motivi per innervosirmi a prescindere, sorry,
allora, qual è la “vera” domanda?
di Francesca Fiorletta
Anche quest’anno torna CaLibro, Festival della Lettura a Città di Castello, promosso dall’Associazione culturale “Il Fondino”,...
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
bello, ma non capisco una parola, salvo la voce erotica che forse è un invito in sè.
idem, anche a me è piaciuto ma non ho capito una parola.
da qui il video non lo vedo.
ma a parte il video la domanda che pongo è: perché bisogna promuovere la lettura?
qual è il motivo di tali campagne?
lo stesso metti che sotto sta alle promozioni dell’esercizio fisico?
perché fa bene?
e la lettura, qualsiasi lettura, fa comunque bene?
anche il Mein kampf?
anche i Protocolli dei sette savi di Sion?
perché promuovere la lettura in sé?
cosa c’è di positivo e salutare nell’atto di leggere senza nessuna ulteriore specificazione su cosa si dovrebbe leggere?
ovviamente non si può fare una campagna incentrata su indirizzi di lettura, tipo LEGGETE I CLASSICI!
LEGGETE MANGANELLI!
CHI LEGGE HARMONY AVVELENA ANCHE TE, DIGLI DI SMETTERE.
bello il video.
beh, certo, se Cook non avesse saputo leggere non avrebbe scritto il suo diario e se non lo avesse scritto nessuno lo avrebbe letto e la Nuova Zelanda sarebbe rimasta terra maori. Abbasso la lettura!
a roma ogni tanto ci si chiede: facciamo a capirci?
Ma ti ho capito benissimo, diciamo che la lettura non serve nel mondo masai del diciottesimo secolo, purché gli si garantisca di restare intatto, e senza contatti. Dopo di che la lettura serve allo sviluppo, parlo della capacità di leggere e capire testi e usarli per stare nel mondo, la lotta all’analfabetismo è sempre stata funzionale allo sviluppo, vedi la lettura individuale della Bibbia tra i protestanti, che prevedeva che il maggior numero possibile di cittadini potesse farlo. Quando qualcuno sa leggere e legge, chi non legge è disarmato. La lettura ancora oggi serve al sapere. Più libri leggi, più sai leggere, più puoi leggere, più sai. E più sei utile, certo. E anche, però, più sai difenderti. Una cittadinanza che legge è più capace di esercitare il suo diritto di cittadinanza. Il vecchio detto sapere è potere è ancora valido.
Una volta scoperti da Cook che ne ha scritto, l’unica possibilità dei maori è stata imparare a leggere. E così è per ogni tribù. Il vero simbolo della nostra civiltà è il libro.
Quali libri leggere è secondario. Importante, ma secondario.
Tu sai, immagino, che ci sono ancora analfabeti anche in Italia. E la maggior parte sono analfabeti di ritorno.
Le tue domande erano retoriche.
E se non erano retoriche erano un breve sogno di ritorno agli albori della civiltà quando pochi cacciatori e pastori abitavano la terra.
tu non stai parlando di lettura, alcor.
ma di alfabetizzazione.
No caro, di lettura, l’alfabetizzazione non è un dato stabile, se la gente non continua a leggere disimpara, e meno legge meno articola anche mentalmente, è un processo continuo. Le donne dell’ Africa subsahariana si ammalano meno se riescono a fare l’equivalente delle nostre elementari, ma non basta, quello è il livello basico. I paesi a maggior tasso di sviluppo, sono quelli nei quali la lettura è maggiormente diffusa, e lo stesso vale per i gruppi sociali, i gruppi sociali più deboli sono sempre i gruppi con un tasso di diffusione della lettura più basso, non solo di alfabetizzazione, che ti permette di scrivere il tuo nome e poche semplici frasi e compitare lentamente i titoli dei giornali e qualche semplice articolo.
Un paese civile, dove il cittadino è cittadino, sostiene sempre la diffusione della lettura.
Basta fare un grafico, ci scommetterei che se siamo il sesto o settimo paese sviluppato siamo anche più o meno il sesto o settimo paese per grado di diffusone della lettura.
Che la lettura fosse uno strumento di riscatto sociale lo sapevano bene i partiti quando si occupavano del paese.
L’alfabetizzazione è la base minima, lo scavo per gettare le fondamenta.
Ma basta che tu ti legga qualche documento delle varie commissioni Onu.
Quando fai così mi innervosisci, tash, perchè so che queste cose le sai.
lo vedo, alcor.
ma parliamo di cose diverse.
quello che dici tu è una base che condivido.
è che oggi ho i miei maledetti motivi per innervosirmi a prescindere, sorry,
allora, qual è la “vera” domanda?