Letture lente. Terza vetrina d’autore per ISBF
di Grazia Verasani
La prima adesione è sentimentale, e da lettrice che vive da sempre la lettura con quella bulimia notturna che, a volte, per moltitudine di bellezza, apprende, fagocita, sottolinea, e allo stesso tempo rischia la dispersione dell’eccesso. Sono convinta anch’io che un libro vada assorbito lentamente, per giungere a sedimentarsi in cavità profonde, fedelmente inamovibili. Lo sconforto (banale ma vero) è che non basta una vita per leggere ciò che si vorrebbe leggere, e che in questo “viaggio” il pericolo sia perdere qualcosa che non urla abbastanza da farsi sentire, se non grazie a un passaparola amicale o con iniziative di libera divulgazione come questa. Da troppo tempo siamo sottoposti a una dittatura della visibilità che ci rende ciechi di fronte alle pagine “nascoste” (e non è un luogo comune che quasi sempre esse siano le migliori).
La difficoltà e il piacere di scovare ciò che non balza subito agli occhi sembra diventato il vezzo intellettuale del lettore professionista, o di quello più ingenuo (nel senso di insensibile al rumore mediaticamente recensorio di un intellettualismo di corte teso a promuovere ciò che non ne abbisogna). Di conseguenza, scegliere un buon libro comporta sempre di più quella piccola fatica solitaria di abbassare le mani sull’ultimo scaffale, muovere gli occhi sui dorsi fragili e discreti che stanno dietro alle vetrine, ed è un po’ come sedersi all’ultimo banco, o perlustrare uno sfondo, ritrovare il nascondiglio delle ultime file di un vecchio cinema, quando si poteva fumare o scambiarsi effusioni nel buio, e riscoprire così il coraggio di un dissenso, di un chiamarsi fuori, di una “nicchia” leale, non affetta da travestitismo e da aspirazioni voluttuarie.
(Continua a leggere QUI)
E’ un bellissimo articolo sulla lettura. La lettura di un libro è l’inizio di un abbagliamento: il lettore come Alice scopre un mondo in metamorfosi.
Tra i miei libri preferiti c’è L’Artiste de la Faim de Kafka, Le dernier voyage du vaisseau fantôme de Gabriele Garcia Marquez, les Armes Secrètes de Julio Cortazar, Les mémoires d’Hadrien de Marguerite Yourcenar, Il Mare non bagna Napoli de Anna Maria Ortese.
credo la prima volto che ho visto la meraviglia della lingua prendere carne è quando nella mia infanzia ho letto Colette. Mi sono trovato tra un bosco di parole, piante parole, animali parole: tutto un mondo vitale.
Ma credo che il mio più grande incanto è la poesia, perché è come linfa, mi parcorre.
Grazie per quasto canto della lettura.
Credo che la prima volta