Stregature: Paolo Sorrentino
Paolo Sorrentino, Hanno ragione tutti, Feltrinelli, pp.319, € 18
Tony Pagoda, il protagonista del romanzo di Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione, è un personaggio che non si dimentica tanto facilmente. Sin dal suo debutto sulla pagina, questo cantante cocainomane sfatto, cinico, baro, sentimentale sino alle lacrime, assurdo e paradossale, si stampa nella mente del lettore che ne segue l’eruzione verbale mentre dilaga, a ritmo serrato, per pagine e pagine. Un essere orrendo, ma assolutamente simpatico. Vero, meglio, verace, una vera vongola che racconta come e perché filtra con la sua mente l’acqua inquinata del Golfo di Napoli e dintorni.
Ha schifo degli altri e anche di se stesso; un vero animale in grado di far leva sulle debolezze altrui per farsi largo nel mondo: sedurre donne, intortare il pubblico, tenere testa ai suoi musicisti, farsi beffe di tutti, dalla moglie alla figlia, dalla sorella alle vicine di casa. Un guaglione e un po’ tossico: un vero eroe dei nostri tempi. Sorrentino possiede senza dubbio una lingua per dar voce al monologo: un impasto di italo-napoletano, con spruzzatine di dialetto e frasi fatte perfette. Tutto ha ritmo. Ed è adatto a Tony, cantante dalla voce d’oro. Ci racconta la realtà attuale; anche se poi tutto è retrodatato di almeno trent’anni rispetto all’oggi.
Funziona perfettamente, almeno sino a due terzi del libro, quando entra in scena la contessa Fonseca e si racconta l’iniziazione di Pagoda a sesso e cocaina. Da lì in poi, invece di dar voce al delirio paranoico di Tony, Sorrentino si mette a raccontare, e il romanzo, per quanto piacevole e interessante, perde quota, a cominciare dall’improbabile fuga in Brasile. La lingua cambia: meno inventiva, meno mossa. Il finale col ritorno in Italia, nel 1999, è in discesa. Un peccato, perché Tony è grande, e la performance di Sorrentino notevole. Il regista di storie prevale sullo scrittore di parole. Non sempre narrare è davvero necessario.
Hanno ragione tutti ..o.. Hanno tutti ragione ?
.. questo è il dilemma..
chi se ne sfrega
Quando vidi lo strepitoso film ” L’uomo in più ” di Sorrentino, di cui il libro, che non ho letto, è la prosecuzione su carta, rimasi strabiliato. Pagoda era peraltro interpretato da un sorprendente Toni Servillo, che conoscevo bravo fin dai suoi inizi e soprattutto con Leo De Berardinis e Carlo Cecchi, ma nel film bravo come e più di Al Pacino. Ritengo Tony Pagoda sia un personaggio meritevole di massima attenzione, anche su carta, ma consiglio a tutti di veder il film, se vi capita.
Non ho visto il film ma ho letto il libro. Mi riconosco parecchio nella recensione. Anche a me il libro ha divertito molto per due terzi, poi si smoscia, forse non solo per le scelte narrative, ma anche perchè a Sorrentino manca il tono giusto per raccontare il declino. L’impudenza picaresca del personaggio lascia spazio a filosofemi piuttosto improbabili, e in generale l’elemento riflessivo è un po’ debordante. Poi c’è il citazionismo filmico, a volte indovinato altre meno. Ad esempio un personaggio in Amazzonia che ricorda abbastanza “Fitzcarraldo”, quello mi è piaciuto, mentre la scena sulla spiaggia con uno della band che tira le cuoia fa molto “Un mercoledì da leoni”, e quello l’ho trovato più banale. Comunque è un libro che merita la spesa, anche se non il Grande Premio Letterario.
fregature: paolo sorrentino. (andreotti- bagaglino)
per quanto riguarda la credibilità del personaggio tony pagoda (non capisco come belpolti c’è potuto cascare) si può trovare qualcosa sul blog di paolo nori
Quando vidi lo strepitoso film ” L’uomo in più ” di Sorrentino, di cui il libro, che non ho letto, è la prosecuzione su carta, rimasi strabiliato. Pagoda era peraltro interpretato da un sorprendente Toni Servillo, che conoscevo bravo fin dai suoi inizi e soprattutto con Leo De Berardinis e Carlo Cecchi, ma nel film bravo come e più di Al Pacino. Ritengo Tony Pagoda sia un personaggio meritevole di massima attenzione, anche su carta, ma consiglio a tutti di veder il film, se vi capita.
@Sofia non capisco
[…] dei libri più inutili degli ultimi 20 anni.”); parte bene ma poi s’ingolfa verso la fine Hanno tutti ragione (che qua invece si ritiene gran brutto dall’inizio alla fine); è ingolfato all’inizio ma poi […]