Natale ( ‘o vero )

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  1. Grazie effeffe,

    Una grazia sentire la bella lingua napoletana,
    la sua lentezza,
    la sua dolce armonia con la realtà
    magica di un preseppe o la realtà
    nuda,
    una lingua che entra nel cuore.

    Buon natale a tutti!

  2. Il Natale di chi

    Come dovrebbe essere,
    ma non è.

    Battiti intermittenti,
    e i geloni ai piedi.

    lo scuro, a ventaglio,
    spurga lacrime.

    la coperta
    umida calimma.

    il vento
    urla sul terrazzo.

    il silenzio
    sforna paura.

    e tu, janara, appollaita
    sulla schiena,

    a sventrare, da sotto,
    i cuori dei bambini.

    e la pallida luna,
    lucida

    la via.

  3. L’albero di Natale finto

    Distratte memorie
    acute,

    sbucciano
    i secoli del quotidiano.

    innocenze
    nella polvere.

    Prua veloce
    il cuore cangiante.

    Alba spampanata
    nel petto scolora.

    strada di porpora
    il respiro raffermo,

    l’albero di Natale finto.

  4. Un buon Natale di senso,
    anche se dovrebbe avere

    il senso che ha.

    Un buon natale di senso
    a quelli che hanno perso

    il lavoro e a chi non ce l’ha.

    Buon Natale di senso a coloro
    che non hanno terra da camminare

    e cielo da guardare.

    Buon Natale di senso
    agli ultimi di questo mondo.

    Buon Natale a chi piangerà
    per il freddo e per la fame.

    Buon Natale a quelli che avranno
    da mangiare, me compreso, perchè

    dopo l’abbuffata saremo assaliti
    dalla tristezza e dalla malinconia,

    e chiederemo, come ad ogni Natale,
    il perchè, al cuore portato a spasso.

  5. a Ze Pochiello,
    ‘o pate nun le diceva:

    te piace ‘o presepe eh?

    ‘o piccirillo,
    nun le ‘mpurtava d’o presepio.

    isso, nun sape addò sta
    ‘e casa ‘stu presepio.

    isso, ha perso ‘a via d’a casa.
    ma ‘na casa nun l’ha mai tenuta.

    Ze Pochiello ‘o presepio ‘o vede
    ogni ghiuorno, dint’o scuro d’e vasci.

    maronna,
    quanti criature

    cu ‘o mucco appiso ‘e faccelle
    ‘e chiante,

    ll’uocchie chiammano
    mamme e pate nfunn’o mare.

    chisto è ‘o presepio di milioni
    e milioni ‘e criature,

    piccerille senza mamma
    e senza pate.

    e, bruciati
    ‘a sta vita ‘e legna secca,

    pampuglia ca s’appiccia
    dint’a niente.

    ‘e nisciuna
    giustizia.

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017