Frase al suolo
di
Livio Borriello
io sono un volume colmo di carne, ma un volume colmo di carne non sono io
potremmo essere meccanismi addestrati a eseguire un io
è strano: io sto fuori posto in un posto preciso
in un certo senso, dio comincia alla fine dell’orecchio
un uomo è l’oggetto a più alta densità d’ignoto
che significa sentirsi vicini all’anima di un altro?
noi siamo sempre vicini e compenetrati a ogni altra anima, quando ci baciamo o quando siamo imbarazzati dal salumiere
il corpo, fa spuma. vuoti d’aria, pneumi, bolle fra i filamenti, fra le bave sonore che protende, gonfiori, riflussi nelle posture, aloni e luminescenze delle carni che trasporta, fanno di noi corpi con un nome, un senso, un’identità. altri corpi, che vedo, ne sono irrimediabilmente privi, e perciò li amo
la letteratura è un dialogo fra cadaveri, alcuni effettivi, altri facenti funzione
nel mondo c’è un solo fiore, un solo cane, una sola camicia, un solo occhio, un solo secondo
sogno un mondo in cui buongiorno significhi veramente buongiorno, e in cui dunque sia perfettamente inutile dirlo
cavalcavia che racchiude un sole decombente – io sono stato questo, più di quanto sia stato la strada, prima e dopo
tutto aspira alla bellezza, perché solo alla bellezza è concessa l’inerzia
essere vivi è fuggire da un’inerzia all’altra, e in ciò produrre ignoto
doveva essere il 1970 circa quando ascoltai we shall dance di demis uscendo la mattina da un albergo a cefalù
la carne della nuvola: sfatta, acquea, parenchimatosa, come un midollo dello scenario
Comments are closed.
affilati e splendenti
una gran bella scrittura quella di livio borriello, stimolante.. “affilata e splendente”, come dice Viola quassù. una bella sfida all’intelligenza , per una nuova frontiera dell’epigramma/racconto o del racconto/epigramma. L’eco delle lingue di Alain Robbe Grillet di LES GOMMES e JC Ballard di The Atrocity Exhibition, ancor più asciutti, stringati, fratti, frattalizzati. Consiglio vivamente la lettura di MICA ME.
Lucentezza e silenzio del corpo, anima e mistero,
siamo grumosa parola, carne di piccole briciole,
lungo viaggio dal abbraccio alla morte,
la parola è uno strascico di notte,
e invece questa poesia dà parola al mistero,
al mio murmuro, al mio desiderio di dire
come mancano gli amici
come l’amicizzia, l’amore sono voci
di stelle allontanate, come la parola
non è mai semplice come la sorgente
o il vento, come la poesia è un viaggio
lungo.
Complimenti per la creazione a Effeffe
e Livio Boriello.