“Alfabeta2” n° 12 in edicola e libreria
Una primavera in autunno
Sulla copertina del numero 12 di «alfabeta2» campeggia un titolo: Primavera dell’anno Uno. E se pare bizzarro parlare di primavera quando cadono le foglie, basta pensare a quanto è successo negli ultimi mesi per cambiare idea: l’occupazione del Teatro Valle e la riappropriazione dell’ex Cinema Palazzo a Roma, il nuovo impegno del movimento TQ, la ripresa delle lotte in Val di Susa… Vicende diverse, tutte però nel segno di un’azione (finalmente) collettiva – un’azione che «alfabeta2» accompagna, pubblicando tra l’altro il documento dei lavoratori cognitivi del Valle e i manifesti di TQ con interventi di Giorgio Vasta, Vincenzo Ostuni e Sara Ventroni, oltre a un’intervista a Nichi Vendola sul ruolo della cultura nella politica d’oggi.
Ma settembre è anche il mese in cui riprende la scuola, e di nuovo «alfabeta2» gioca sulla provocazione: La scuola è finita, titoliamo infatti, tranne indicare, nei contributi al focus (due interviste, una di Christian Raimo a Tullio De Mauro e una di Alberto Ghidini a David Cayley, accanto ad articoli di Giuseppe Caliceti, Giorgio Mascitelli, Vinicio Ongini) che a essere finita è la scuola asfittica e mercantile cui siamo abituati da anni. Alla luce dei recenti crolli borsistici il secondo focus, Per un’altra economia, un dossier molto critico nei confronti delle teorie economiche dominanti, che comprende contributi di Giorgio Lunghini e di Stefano Lucarelli e un’intervista a Cristina Tajani.
In chiusura, come sempre, un repêchage della prima serie di «alfabeta»: questa volta si tratta di una esilarante analisi di Umberto Eco sulla linguistica dei Puffi.
Quanto alle immagini del numero 12 sono di Luigi Ontani, protagonista anche di un lungo dialogo con Antonio Gnoli.
Sul supplemento «alfalibri», articoli di Maurizio Ferraris su Slavoj Žižek, Franco Voltaggio su Telmo Pievani, Emanuele Trevi su Ernst Bernhard, Giulio Ferroni su Elio Pagliarani, Massimo Bacigalupo su Gertrude Stein. Dall’anarchica Carrara Marco Rovelli firma il reportage, Con gli occhi aperti, mentre a illustrare il supplemento sono questa volta le fotografie di Uliano Lucas.
due cose ho trovato bellissime, e da sole valgono l’acquisto della rivista. la recensione di trevi sull’epistolario di ernst bernhard è bellissima e il pezzo di cortellessa sul manga parallelo.
I fiori colti (e le spine):
Editoriale: Cortellessa dovrebbe ripassare il concetto di “classe”; ma scrive bene, è elegante, anche saputello. Chissà se ricorda l’incipit del Genesi di Villa: in principio era l’Uno … Attenzione, però: la febbre da cavallo debilita.
Teatro Valle Occupato: seminare rivolta. Niente di più pressante. E condivisibile.
Manifesto TQ: niente di più inutile.
Febbre di Vasta: ma è lo stesso Vasta de “Il tempo materiale”? Non parrebbe. Consiglio Tachipirina a dosi massicce.
Le Prove aperte della Ventroni: chi cita Sofri non merita di esser letto. Dormo per terra.
Ostuni e la Qualità: Totale, parrebbe; fa molto giapponese. Parla a nome di TQ o di se stesso? O il se stesso è TQ? E TQ è Ostuni? Una pluralità contratta. Che la Qualità sia una Nozione Etica lo dice anche Confindustria.
Di Inglese e le sue Narrazioni: qui si spara a casaccio, nel mucchio: tanto qualcosa si prende. Si prende: gli allocchi, ché neppure son buoni di pappa.
Furio Colombo: aspetto ancora la furia dei venti, una tempesta, una Irene che lo porti lontano da noi. O Dio dei Venti, salvaci!
Interessanti (con spunti): Fabbri, Hassaoune, Martellanz, Lunghini, Brancaccio.
Vendola: un lieve disappunto, forse una stizza; non lo digerisco, è troppo, troppo bambinello; gli accadrà di accasarsi nei pressi di Bersani, a biascicare i giocarelli consueti.
La scuola è finita: plauso convinto (anche al vuoto di Kounellis e al ricordo di Celli-Malebolge). L’afasia può essere sconfitta.
Nel complesso, il 12 di Alfabeta è interessante; non proprio decisivo, ma meritevole.
Un abbraccio fraterno,
Sta. L.