Le leggende del nonno di tutte le cose
[Esce oggi Le leggende del nonno di tutte le cose di Mauricio Rosencof (ed. Nova Delphi). Sono quattordici favole concepite dall’autore nei suoi tredici anni di prigionia, isolamento e torture. Rosencof infatti è stato un dirigente del Movimento di Liberazione Nazionale uruguayano, i Tupamaros: arrestato nel 1972 e dichiarato “ostaggio” della dittatura insieme ad altri otto detenuti, fu scarcerato nel 1985. mr]
La Leggenda del Churrinche
“Questa fiamma rossa che brilla da un albero all’altro e viene qui per posarsi in questa mano (dove berrà sorsi d’acqua che conservo per lei nella conca del mio palmo), è un uccellino che nacque dal Fuoco. Si chiama Churrinche.”
Il Nonno della Sera fece una pausa nel suo racconto al vento, mentre la fiamma, senza bruciarlo, piegava le sue ali e si posava sul pollice. Negli occhi del passerotto brillavano le scintille della sete. Le piume gli davano calore e il suo palato chiedeva acqua che, di tanto in tanto, il Nonno gli offriva. Bevve piccoli sorsi con gusto e senza fretta e, dopo aver sospirato un canto dolce, mantenne un silenzio rispettoso, perché il Nonno parlava: “C’era un tempo in cui l’aria non era turbata da nessun volo. Gli uccellini non erano ancora apparsi sulla Terra. Gli uomini contemplavano con tristezza quello spazio vuoto e con tristezza ascoltavano il silenzio dell’alba.
Durante la notte si rallegravano seduti intorno al fuoco, dove crepitavano i tronchi e le fiamme si perdevano nell’oscurità, come ardenti petali azzurri, arancioni e gialli.
Fu così grande il desiderio di quegli Uomini che l’aria del giorno si riempisse di canti e di voli che, una notte di Luna Rossa, il Fuoco, che essi adoravano, sbadigliò uno stormo miracoloso, che come foglie in un turbinio di venti, volteggiò sul Fuoco Primigenio, scuotendo le profondità della notte con la sua luce.
All’inizio fu un gomitolo fiammante, poi splendide rose di fuoco: era il cuore del Fuoco che spiegava le sue ali.
Un pugno di piume incandescenti di gorgheggi crepitanti e volo di lampi accecanti.
Gli Uomini si rallegrarono con la nascita degli uccelli. All’alba ascoltarono i loro canti e videro come le stelle scarlatte disegnavano i cieli.
Così nacque il Churrinche, per l’allegria delle mattine. Ma i suoi primi giorni non furono facili. Quando l’uccello cercò di fare il suo nido, non ci riuscì, perché la paglia si bruciava al minimo contatto con il suo corpicino incandescente.
E gli Uomini lo videro.
Allora, siccome l’Uccellino dava calore e luce, decisero di rinchiuderlo per creare lampioni e perfino fornelli su cui cuocere il pane.
E l’Uccellino fu perseguitato.
Per non far notare la sua presenza smise di cantare, e si rifugiò nelle saline. Lì le Maghe del Mare coprirono le sue fiamme con cristalli tiepidi. Allora poté tornare sulle montagne, da cui esce raramente, e costruire il suo nido senza il rischio di dar fuoco alle pagliuzze.
Ma si racconta che, nelle notti di Luna Rossa, quando i fuochi si spengono, nelle profondità della radura i Churrinches si accendono con piccole fiammelle, conservando il segreto del loro fuoco nascosto.”