Dislocatio [Punto di fine]
di Mariangela Guàtteri
<0.9>
Nuo è nel ventre malato senza la terra. sposta animine di cose. PostcardiVernissage. non ha da vedere – luoghi che hanno descritti – chiuse le stanze. senza movimento. fatica a risalire nelle vene (poche speranze appese alle pareti)
<0.8>
:-(non sono capace a nutrirmi. non mi so nutrire, forse mi nutrisco male)
non sa mangiare
<0.7>
cerca le sue piante e i composti psicoattivi. palpa le pareti – in sostanza il suo viaggio. si confessa; si lamenta e va in conflitto. scatena il contagio. ha paura.
sentenza
<0.6>
cambia lo stato: lo aumenta
<0.5>
:-(non sono capace di muovere il corpo. una pelle troppo tirata. ho dolore. non posso dormire)
non può uscire
<0.4>
è ben rintracciato: biancorientale, una posa sola (certa sapiente grazia) con un tempo finalmente assolto dorme. non ha da vedere
<0.3>
non importa che qualcuno veda. comunque ha una sua casa. la bocca ben chiusa. (certamente differisce ma è puntuale)
<0.2>
:-*non sono capace di trasmettere dei suoni. non faccio articolazioni. mi de/nutro*
non parla
<0.1>
è smembrato. quello che pulsa sta intorno. dei segni dei tranci – sostanze e sostantivi – stringhe dei nomi, numeri a caso, frontespizi muti, cartine geografiche mute. anagrammi per: commisera equo non tu tu – per: cinque rum se uomo – per: comunque muore
<0.0>
striscia altrove. fino dove tende. fotografie che non compaiono – di finire –, ora: la dimensione usuale (che piatta è troppo vasta. va sottratta). c’è un punto costante nell’accelerazione del palindromo. entra da lì.
*
[Dislocatio è stato pubblicato su Poesia n. 269 – marzo 2012 – a cura di Maria Grazia Calandrone. Il suo testo critico è anche on line: http://www.mariagraziacalandrone.it/attivitacritica/?magazine=poesia_marzo_2012
Dislocatio è tratto da Due dimensioni, che ha vinto il Premio Lorenzo Montano 2011 – sez. raccolta inedita -, parzialmente pubblicato da Anterem col titolo Stati di assedio.
Segnalo anche questa altra opera di Mariangela: Nuovo soggettario.]
Molto bello – non so nutrirmi- il cibo non entra nel corpo- sento: non so amare- la lingua è la memoria sola- capisco: non so vivere – la lingua sola è la fame giusta – Non so fare con il mio corpo o con il pensiero- Denutrire è nudità-
grande scrittura, come sempre, a mio parere, quella di mariangela.
e per come muove il tempo, spostandosi
ciao silvia.
felice intuizione la tua.
nell’immobilità fisica ciò che si muove è per l’appunto il tempo.
naturalmente è solo una suggestione personale, ma ho visto stamparsi davanti ai miei occhi l’immagine di mariangela quasi pietrificata (“non sono capace di muovere il corpo”)che “in una posa sola” (fissità e al contempo fissaggio), munita del suo, oramai storico e collaudato, visore oculare(“non ha da vedere”), non potendo “trasmettere i suoni” si limita (si fa per dire) ad emettere voci, per così dire, senza ritorno (la voce di mariangela ha sempre una sorta di eco incorporata che penetra e al contempo si dissolve) o, se preferite, voci da cui ritorna il “senza”.
chiedo venia per l’allucinazione
bel pezzo davvero. un corpo denutrito e autofago, qui più nella direzione del “tattile” che del “visivo”, per una prosa che tocca un lato e l’altro della pagina, passando gradualmente dal movimento al linguaggio, fermandosi poco prima dell’articolazione.
grazie, mariangela.
concordo, bei congegnini le animine di guatteri
[…] mar 2012 | NAZIONE INDIANA | Dislocatio [Punto di fine] di Mariangela Guatteri [https://www.nazioneindiana.com/2012/03/26/dislocatio-punto-di-fine/] Share […]
non ci sarebbe bisogno di ripeterlo ulteriormente, ma resta il fatto che Mariangela è e resta una delle poete contemporanee più dotate.
firmo, con piacere, il registro delle presenze!