Poesie edite
di Daniele Ventre
(da E fragile è lo stallo in riva al tempo, Ed. d’if, Napoli, 2010)
1.
La differenza al volto delle cose
è marchio dell’assenza nella fuga.
In mano stringo il liquido disfarsi
d’argille lungo i margini dei greti
e fragile è lo stallo in riva al tempo.
La carne offesa ai brividi del nulla,
le mie parole tendo come panni
sdruciti sulle membra delle notti
2.
L’emergere d’un’isola dal buio
al mare è la sorpresa d’un incanto.
Così nel chiaro dei mattini s’apre
il volto corrugato della nube.
9.
Ma tu che affronti con ferocia il volto
dell’altro che ravvisi nello specchio,
al gioco dell’esistere riflesso
in un cristallo di ragione e sorte,
sulla radice delle linee morte
il tempo si frammenta, nella corsa
all’avversario, al suo vantaggio eterno.
Con l’orizzonte già recede il bordo
dal giorno e dalla riva, d’improvviso
la freccia degli istanti si rovescia,
il fine delle forme ti sorprende.
Così ripieghi nello sguardo vuoto
della sconfitta e l’anomia del mondo
si mostra con la danza delle fughe
dispersa all’eco spenta delle voci.
11.
Ma non dovresti più stupirti adesso,
se una menzogna di cangianti squame
rifrange la rugiada dei bagliori
d’un’alba ingannatrice, se nel fiore
di cento gemme si nasconde il buio:
conosci tu le multiformi spire
del serpe che s’annida fra gli aranci.
18.
Ricordo un tempo liquido di gioie
e geometrie sincere, in trasparenza
sull’orizzonte di cristallo antico.
Ed era dolce, allora, in nodi alterni
scomporre il passo incerto, divinare
un turno amico delle carte, un battere
di dadi sulla via del necessario
nel vortice degli astri. Ormai ricade
in mosse ambigue il calcolo spezzato
per beffe d’un’età di similoro.
27.
Dal liquido stormire delle nubi
con l’onda delle foglie un vento verde
ascolto e frecce d’ali contro il cielo.
Un suono tenue d’erba cresce piano
sul limite dei sensi intenti e presi
al guizzo che s’insinua tra le rocce,
al trepido squittio che s’interrompe
reciso nell’agguato. Sulle corse
delle colline tesi arcobaleni
raccontano la favola degli esseri
sospesi in un riverbero di quarzo
fra l’ombra abbacinata e il sole opaco.
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sono tutte bellissime, Daniele, ma la prima mi ha proprio affondata. complimenti.
[…] Daniele Ventre: classico e di maniera, ancorato scolasticamente al porto sicuro della Tradizione (5 Ago 2012, nazione indiana, https://www.nazioneindiana.com/2012/08/05/poesie-edite/) […]
Classico e di maniera…
Ancorato scolasticamente…
Questi piccoli fraintendimenti succedono quando si è agli esordi.