Leporeambo
di Daniele Ventre
Intanto che le mani si rimboccano,
la strada non si scopre divinabile,
per nebulose dal futuro labile
che per lancette sterili rintoccano.
I giorni lungo fiumi che non sboccano
dal flusso d’una sorte poco amabile
si piegano a quel dio minore e inabile
che giochi d’usurai ti infilastroccano.
E dopo, se li senti, si stupiscono,
se il mondo si disintegra e va a rotoli
non già per qualche volvolo astronomico.
In tanto borbottio diseconomico
i giorni della fine si intristiscono
ai fanatismi lividi dei botoli.