Callimaco – Epigramma

trad. isometra di Daniele Ventre

 

Io lo detesto  il poema del ciclo e nemmeno la via

dove s’affanna su e giù fitta la folla mi va.

Spregio l’amante che in giro si dà, mai da pubblica fonte

bevo, le volgarità tutte mi nauseano.

Bello, oh sì, bello, o Lisania, sèi tu, ma già prima che a voce

l’abbia gridato, ripete eco: oh, ma tuo non è più!

2 COMMENTS

  1. Per me, assolutamente ignorante di studi classici, queste traduzioni scintillanti di grinta hanno tutto il fascino di inediti dell’ultimo minuto.

    Un saluto!;
    Antonio Coda

Comments are closed.

articoli correlati

L’ora stabilita di Francesco Filia

di Daniele Ventre Al di là della prima impressione a caldo, non si può avere un adeguato confronto con un’opera...

Rischio d’assenza

di Corrado Aiello Rischio l’enfasi La porosità impervia del reale La calma e la chiarezza di uno sguardo Che non cede Rischio l’attimo La rapsodia...

Kurdistan

di Daniele Ventre A tempo dato aprivano origini. Sul tetto a raso i nibbi planavano. Ci si attendeva. Un tempo d’ira batte alla...

Ipazia, Tahirih, Shaima, Hevrin e le altre

di Daniele Ventre Le culture figlie della rivoluzione neolitica e del patriarcato si contraddistinguono, fra l'altro, per quella peculiare sottospecie...

IL JOKER *

di Sonia Caporossi La tendenza al male presente in ogni uomo è il pervertimento del fondamento soggettivo dell’uso della libertà, che consiste...

Raffaela Fazio, L’ultimo quarto del giorno

Nota di lettura di Giorgio Galli Non è facile parlare della poesia di Raffaela Fazio, perché è una poesia intimamente...
daniele ventre
daniele ventre
Daniele Ventre (Napoli, 19 maggio 1974) insegna lingue classiche nei licei ed è autore di una traduzione isometra dell'Iliade, pubblicata nel 2010 per i tipi della casa editrice Mesogea (Messina).