Le storie de Lo Sconosciuto
Lo Sconosciuto racconta, prefazione di Luigi Bernardi – Rizzoli Lizard pp 158 a colori – euro 20
Lo Sconosciuto, Unknow “senza la n finale” come deve precisare spesso, è forse il personaggio più forte, e più longevo, di uno dei maestri del fumetto, non solo italiano: Roberto Raviola, in arte Magnus. Il quale peraltro ha creato altri eroi-antieroi come Kriminal, Satanik, Alan Ford, Necron, I Briganti. Ma nessuno di questi ha ricevuto un’attenzione così meticolosa, così appassionata, come “il viandante” ex legionario, avventuriero, contractor, guardia del corpo, che negli anni ’70 e ’80 percorre le zone calde del pianeta passando da un’avventura all’altra, da un pericolo all’altro, da una sconfitta all’altra. E dire che si tratta di una miniserie: nato nel 1975 per la Edifumetto di Renzo Barbieri, Lo Sconosciuto si conclude nel 1976, con sei avventure. Poi Magnus lo riporta in vita nel 1982, sulle pagine di Orient Express, fino al 1984. In seguito è stato più volte revisionato, rimontato, ripubblicato, da Granata Press, Einaudi, Edizioni Grifo, e Rizzoli Lizard, con un albo risolutivo del 2012.
Unknow ha superato indenne il trascorrere del tempo, a differenza degli altri personaggi, i quali, benché amatissimi dai lettori di Magnus, restano prigionieri del loro periodo, coi suoi eccessi, le sue ingenuità, i suoi specialismi. Invece Lo Sconosciuto sembra sempre attuale, anche se non ci sono i computer (a parte l’apparizione di un “micro-Spectrum a 48 byte” in L’uomo che uccise Che Guevara), o i telefonini, e le auto sono tutte d’epoca. Perché? E’ un antieroe per eccellenza: poco o per nulla romantico, non è un seduttore, non incarna i desideri di vittoria dei lettori, ma è spesso un perdente: se riesce ad arraffare un buon malloppo, quasi sicuramente lo perde, oppure lo dona a chi ne ha bisogno: gli sfruttati, gli sconfitti, gli umiliati. Per parafrasare Benjamin, è “il combattente sentimentale nell’era del capitalismo avanzato”. Infatti se non è romantico, dietro la sua faccia dura, dietro la maschera cinica e spietata, covano sentimenti veri: la generosità, la compassione, la difesa dei deboli. Lo Sconosciuto, con la sua forza, col suo cinismo sentimentale, con le sue crisi, incarna l’archetipo dell’uomo moderno, sempre minacciato, sempre in gioco. Forse è questo il vero motivo della sua longevità.
Questo nuovo albo è un compendio di storie e di grafica. Contiene due episodi dove Unknow non è protagonista, ma narratore: Una partita impegnativa, apparso nel 1981 come inserto al Resto del Carlino, narra della “filiera” completa dell’eroina. Si va dalla coltivazione dell’oppio in Turchia al viaggio a dorso di cammello attraverso la Siria, fino allo smistamento a Marsiglia della morfina raffinata, e alla distribuzione sul grande mercato americano, con la longa mano della mafia. Il volo del Lac Leman è una “normale” vicenda di terrorismo, con un aereo dirottato e l’intervento delle forze speciali. La banalità del terrorismo, della follia e della violenza. Scritte e disegnate trent’anni fa, sono storie molto attuali. Magnus offre una delle sue migliori carrellate di personaggi grotteschi, feroci, realistici, con le predilette ambientazioni esotiche, i deserti, le città arabe che grondano cultura antica, benché sventrate dalla speculazione e dall’ingordigia degli uomini.
Poi ci sono vent’anni di copertine de Lo Sconosciuto, una intervista dove Magnus si spende con aneddoti e riflessioni su se stesso e sui personaggi, molti bozzetti inediti e la sceneggiatura originale, manoscritta, di un’avventura rimasta sulla carta, Socco Chico. E’ una vicenda ispirata a una storia realmente vissuta dall’autore bolognese nel mercato di Tangeri, “un luogo complesso e complicato, pieno di gente che viene e che va.” Proprio a due passi dalla casa di William Burroughs, un altro autore di culto contro il quale l’ossido del tempo e delle mode sembra del tutto inoffensivo.
[su Lo Sconosciuto vedi anche questo articolo di Mauro Baldrati pubblicato su Carmilla – jr]
Bravo Mauro. Grandissimissimissimo Magnus.