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I poeti appartati: Pablo Visconti

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Inediti
di
Pablo Visconti 1

Anime perse

Anime perse sono la pietra,
la cristallografia anomala del sesquiossido d’alluminio
Al2 O3, senza lacrime, senza gemme.
Non sono divenute pietra, sono la pietra,
senza più un sorriso, senza voce, senza fiato:
Bottiglie…Bottiglie…asperità, ossa, muscoli legnosi,
occhi di travertino giallo bruno, la luce lontanante dentro lo sguardo,
un puntino opaco, una capocchia di spillo.

Della pietra accantonati ai cantoni delle strade.
Ai “puntoni ”: Bottiglie…Bottiglie…barcollando
Ostacoli semoventi alle luminarie della festa,
Bottiglie…Bottiglie…e noi siamo allo specchio
E il cristallo molato e il moltiplicarsi dello specchio:
spesso vetro verde della nostra vita, culi infrangibili di bottiglie,
occhi fissi accucciati a Toledo, a Medina, a Fonseca, ‘o Conte ‘e Mola,
a San Giacomo degli Spagnoli, che Spagna hidalga di bottiglie…
Bottiglie…a via dei Giubbonari, a Garibaldi, che bottiglie…
lasciate sfiorire al chiaro di luna, che città di Spagna è questa,
di Africa, di Kiev, Leopoli, bielorussi:
che miscuglio etnico di sentimenti e alici, di cozze, melanzane
e di “sciurilli” e bottiglie…e bottiglie…
in fila come soldatini di piombo…nei vasi delle piante
a San Domenico Maggiore fioriscono bottiglie…
oh! piante delle bottiglie, vetro verde, vetro color dell’orzo
vetro verde verde, un prato spelacchiato di bottiglie
a via Nazario Sauro ‘ncopp ‘e scoglie tra gatti marini e fichi selvatici,
nei box trasparenti Telecom, bottiglie abbandonate e vetrobiglie
come occhi luccicanti nella notte,
Bottiglie…bottiglie…frammenti, pezzi
E sanguinando il cuore come le bottiglie in fiore.

E la neve, quella neve, chi l’ha più vista dal 1956,
quando ci si rompevano le gambe, palle di neve
dell’infanzia. Ora la neve…sbuffi di neve…
polvere di stelle nel letamaio delle scale a Montesanto,
nelle case abbandonate a Scampia, nelle scuole in costruzione,
a Ponticelli, polvere di neve, di talco, spruzzi di stricnina
e cadaveri innominati…la neve agli irti colli inspirando sale,
nei bagni maleodoranti di Napoli Centrale, il tapis roulant
a Napoli Centrale trasporta le ferite, a Napoli Centrale
la babilonia delle lingue e diffidenza e furtivi occhi
e gelide manine e vagoni abbandonati sui binari morti
a Gianturco, la notte come tane, “Stut cette sigarette,
dasvidania”,case carrelli di cartone e plastica e
il barone con il vestito nuovo portatogli dalla mamma,
il giaccone imbottito per l’inverno, all’angolo di
Santa Brigida con Toledo nella striscia di sole che viene dal mare
per asciugarsi i pantaloni pisciati durante la notte:
il barone non c’è più e il giaccone nuovo in una notte
divenne già vecchio.

Ciondola il cuore a riassumere: vedete che l’acqua sforza il tufo,
penetra le pareti e sinfonia d’acqua intanto affiora dalle visceri
dedicate alle viole di marzo, gambi all’aria.

(2004)

mamma è la mia medicina

una bambina per strada si rivolge al mondo
ha la chiave segreta della propria vita
negli occhi azzurri e spiritosi,
urla come un proclama la sua felicità
di stare stretta stretta al corpo di sua madre.
Ascolto questa sicura fermezza,
resto basito ma il cuore mi è balzato in petto.
Vorrei sentire anch’io queste magiche parole,
questo semplice eppure complesso afflato
questo respiro finale sotto il mare
come il tocco di Cirano che muore
senza toccare amore.
E vivere per sempre, fino alla fine,
come un sogno interrotto a metà notte
sudato come un selvaggio animale
braccato dentro le forre
nella montagna scura.

2009

NOTE
  1. Ringrazio Vladimir D’Amora e Lidia Riviello di questa opportunità. Pablo Visconti è il primo poeta che ho incontrato nella mia vita, in mezzo agli anni ottanta, grazie a uno dei più bei progetti poetici cui giovanissimo mi ritrovai a partecipare, l’Araba Felice. C’era la casa e l’energia di Anna Santoro, c’erano Nora Puntillo e Bruno Tramontano, Corrado Calenda e l’editore Gaetano Colonnese. C’erano molti e molte in quelle stanze. Pablo aveva da poco pubblicato le sue Parole dal Disamore di cui sono presenti alcuni estratti in rete. Dalla prefazione di Vittorio Russo, leggiamo: … Dieci anni fa, in un Convegno (1988) di studi su “ La poesia a Napoli tra il 1940 e il 1987” , svolsi una relazione su “L’ultima generazione e i ‘clandestini’ – e semiclandestini- transgenerazionali” , occupandomi tra l’altro di alcuni giovani poeti napoletani del tutto sconosciuti, e dunque “clandestini”, perché assolutamente inediti. Tra questi segnalai con particolare rilievo Pablo Visconti.🡅

3 COMMENTS

  1. Possibile però che i poeti debbano sempre essere appartati?

    Antropologicamente parlando, il fenomeno è molto più grave di quanto potrebbe parere al lettore occasionale… ;)

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017