Correspondances

claire

di Chiara Todeschini

“Gli scrittori simbolisti credevano nella corrispondenza tra uomo e natura, ma di quella tra uomo e uomo non ne hanno parlato, da quel che ricordo… Tu ti sei mai chiesto perché?” ho gridato a Mario mentre il treno entrava nella stazione di Voghera tra i fischi del capotreno che uscivano da sotto il berretto e fiumi di persone si accalcavano a ridosso del binario, cercando di prevedere il punto esatto in cui il treno si sarebbe fermato per guadagnare quel millimetro di vantaggio sugli altri. Proprio un millimetro, una boccata di sigaretta o la posizione di un piede a volte fanno la differenza quando si tratta di arrancare un posto. Di ottenere un premio.
Il nostro rocambolare continuo ci rende una specie unica.


– “Secondo me discendiamo dalle formiche”
– “NO dalle scimmie. 11 lettere finisce per d: filosofo danese autore di Aut Aut, questa è roba tua..”
– “Hai intenzione di tenere il muso incollato per tutto il viaggio sulla settimana enigmistica? No, perché mancano ancora 3 ore a Sanremo e io mi vado a fare un giro nella carrozza ristorante”
– “Stai buona Emma, e dimmi chi è sto danese che sono bloccato”
– “Cercatelo su Wikipedia. E comunque l’operosità delle formiche, il loro senso di conservazione abitudinario e addirittura la struttura della loro casa mi fanno pensare a una diretta discendenza. Sono anche intelligenti, dicono”
– “La finisci di provocare? ”
– “Guarda fuori, quella vecchietta stecchita com’è intransigente nella sua postura da guerriera. Che eleganza e determinazione. Avrà minimo ottant’anni… spero che la porta del treno le si fermi davanti. Secondo te vince lei o la famigliola due passi più a destra?”
– “Se vai nella carrozza ristorante mi prendi un the freddo?”
– “Dai guarda! Il treno è quasi fermo”
– “La famigliola felice”
– “Se non guardi non vale, però”
– “Piuttosto, hai avvisato la signora Pinuccia di attivare il dehors? Se no stasera non riusciamo nemmeno a mangiare in giardino”
– “Eccola, ce l’ha fatta. La vecchia, ha vinto! Lo sapevo io, te lo dicevo che è una guerriera e i guerrieri non si muovono mai a caso, hanno una strategia. Forse prende questo treno da quarant’anni e ha fatto un segno sulla banchina sul punto esatto dell’apertura delle porte. D’altronde il caso non esiste”
– “ Lo sai che mamma ci tiene a mangiare all’aperto, dentro è troppo umido per lei e se non hanno iniziato a sistemare fuori ci vorranno almeno due giorni. Sei riuscita a far diventare selvatico anche il giardino del mare…”
– “Semmai entropico, questa è la definizione adatta, e io lo trovo bellissimo così libero dai paradigmi. Comunque spero tanto che si sieda vicino a noi, potrei chiederle qualche dritta per la coincidenza a Genova, magari la vecchietta ha un simbolo anche lì e potrebbe rivelarmelo. Tanto non siamo degli abituè del treno, non lo svelerei a nessuno”
– “Niente sono bloccato e qui non c’è campo, non posso andare su internet. Mi dici chi è sto cazzo di danese o no?”
– “magari ci ha messo una vita a sapere il punto esatto, e lo prevede con una precisione esoterica. Magari se lo sente, il treno le parla… perché i vagoni non sono sempre gli stessi e il guidatore potrebbe fermarsi ogni volta qualche centimetro più avanti o indietro”
– “le riprendo stasera, se non c’è il giardino da fare, perché mi hai fatto venire il mal di testa con le tue teorie. Poi sono bloccato. Ma qualcosa da bere me lo vai a prendere?”
– “capisco perché la vecchiaia è associata alla saggezza. Si beh, anche alla solitudine e alla disperazione per la morte. Il tempo che rimane è sempre meno, sempre meno. Deve mancare l’aria. Siamo tutti in una clessidra”
– “clessidra! Ecco cos’era lo strumento costituito da due vasi conici sovrapposti e speculari comunicanti attraverso uno stretto passaggio; l’intervallo impiegato dall’acqua per scendere da quello superiore in quello inferiore dà la misura del tempo. Mi ero arenato perché la clessidra la penso sempre piena di sabbia. Mi ha fregato l’acqua”
– “in effetti l’acqua è l’elemento primordiale. Pensa al feto, nel liquido amniotico o a Talete. Eppure la vecchietta sembra così disidratata, sembra non averne più di acqua nel corpo, è rinsecchita. Sarà perché è talmente lontana dalla sua origine che ormai sta finendo la scorta? Quindi possiamo capire se siamo vicini alla morte da quanto diventiamo rinsecchiti”
– “è Talete il danese? A proposito di acqua, bere qualcosa no? Te lo richiedo”
– “dai Mario, ma se finisce per d? Eccoci a Genova, la coincidenza ovviamente è in ritardo. Chissà se sapeva anche questo. Avremo da aspettare, da bere ce lo prendiamo in stazione”
– “Sì brava, così passo dall’edicola e mi prendo un numero nuovo di enigmistica che quando mi blocco poi mi ossessiono e non ne esco più. Questo devo lasciarlo stare per un po’, lo riprendo stasera”
– “prendiamoci anche due belle bottiglie d’acqua da un litro e mezzo. Vorrei ritrovare la vecchia, così gliene regalo una, le allungo la vita e lei mi svela il segreto del punto esatto per riconoscenza. Io infondo ci credo che tra le persone ci possa essere corrispondenza”
– “comunque pensavo che dobbiamo fare qualcosa per il dehors, perché quest’anno ci sarà anche mia sorella coi bambini e staremo stretti”
– “Ecco il treno, non vedo la vecchietta, tu la vedi? Ha uno chignon tiratissimo e un vestito carta da zucchero di seta con una cintura bianca sottile in vita”
–  “Lo sapevo, mi hai fatto fare tutto di corsa, con sta mania della vecchietta che ho sbagliato a prendere l’enigmistica. Questo è solo sudoku e rebus, nessuna parola crociata”
– “è genovese allora, me lo sentivo, oppure ha qui qualche amica. È salita a Voghera, magari vive lì e viene qui a trovare qualcuno. Eppure non aveva nessuna piantina o mazzo di fiori. Le persone a modo portano sempre dei fiori quando vanno a fare visita a qualcuno. Non lo trovi un gesto squisito?”
– “siamo già a Savona, alla fine il treno è un’opzione che potremmo iniziare a tenere in considerazione, evitiamo chilometri di coda e stress. Certo, quando bisogna portare mamma è impensabile farle fare queste scorribande di sali scendi e coincidenze, ma con la scusa che mia sorella inizierà a venire sempre più spesso, potrei mollarla a lei”
– “sono certa che le coincidenze non saltano sempre. Ci sarà qualcuno che le gestisce, e decide quando un treno deve essere in orario oppure no, per assicurarsi che al nostro Paese resti ben salda l’etichetta che gli appartiene.  Ognuno ne ha una appesa al collo, ce l’hanno pure gli abiti dentro i negozi o le scatole negli armadi. Se qualcuno avesse seguito la nostra conversazione fino a qui penserebbe di certo che io e te non abbiamo un granché da dirci. Che tu sei un ragioniere quadrato e mammone, noioso e ottuso e io la mogliettina vivace e un po’ radical chic che per vezzo bizzarro riflette sul senso delle cose, con banale acutezza. E penserebbero che noi due non centriamo proprio nulla, come la maggior parte dei coniugi.
– “è ufficiale sono bloccato, chiudo con l’enigmistica così in quest’ultimo tratto possiamo parlare un po’. Sei contenta adesso?”
– “il danese è Kierkegaard”
– “tesoro, mi hai sbloccato… lo sai che ti amo?”
– “neanch’io”
– “ho detto TI AMO!”
– “NEANCH’IO”

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017