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Senza atipie

 

di

Matteo Cavezzali

 

E poi c’è questo posto che si sono inventati per venirci a nascere e a morire. Tanti corridoi lunghi e identici. Quasi deserti.

Qui ho incontrato una donna grassa con le stampelle, un bambino che piangeva di stanchezza e una anziana seminuda. Uno vestito di bianco che parlava al cellulare mi guarda e mi fa: ti sei perso. Io gli ho detto di sì. E lui fa spallucce: capita a tutti.

Faccio altri corridoi, scale e corridoi. Poi una mi dice di aspettare, allora mi siedo su una sedia a forma di sedia ricoperta di finta pelle blu a forma di sedia e aspetto. Accanto a me un vecchio tossisce. Aspetto. Tossisce. Aspetto. Tossisce.

Si spogli. Mi fanno mettere nudo brillo su un tavolo mentre una, vestitissima, mi osserva attraverso una lente con sguardo disinteressato. Parla con l’altra. Che le melanzane alla parmigiana vanno fritte per bene, che non capisce come certuni, questi salutisti, pretendano di farle senza friggere, le melanzane. Anche l’altra non capisce, come fanno. Si rivesta.

Non mi dice niente, ma capisco che non ho niente. Mi da solo un foglio con scritta un sacco di roba. E in fondo si legge “senza atipie cliniche”. Insomma bene, non ho niente. Vuol dire così? Sì. Bene. Così me ne vado subito da qui.

Lo chiamano “ospitale” ma io preferisco tornare a casa per pranzo, quelle due dottoresse e la loro parmigiana mi han messo appetito. Qui, dove si nasce e si muore, sono nato anche io, ma preferirei morire da un’altra parte. Magari a casa, ucciso dalla frittura di melanzane. Caduto a faccia in giù sulla parmigiana, col pomodoro che cola sulle guance. Che su quello le dottoresse han proprio ragione. Se non le friggi non ha senso nemmeno venire al mondo in questo palazzo anonimo fatto di corridoi  tutti uguali. Tanto vale rimanere di lá. (Là dove? É lo stesso posto dove si torna poi?). Lá, dove si sta prima di arrivare in questo mondo bastardo invaso di salutisti che mangiano leggero e sono sempre dietro a farsi visitare, senza mai avere niente.

 

 

 

 

14 COMMENTS

  1. che cos’è ‘sta roba?
    ma i pezzi vengono letti/valutati prima di essere pubblicati? oppure è un raccoglitore automatico di cose scritte, più o meno, nel nostro idioma?

  2. grazie davvero. ci vuole molto impegno. energia, dedizione. comunque segnati il nome di questo autore e parliamone tra un paio d’anni. ok? ad ogni modo se hai testi da sottopormi ti lascio la mia mail communistedandy@gmail.com ma come avrai capito non è detto che saranno pubblicati effeffe

  3. effeffe, se non ti invitano ‘ndo caxxo vai?
    l’ultima volta che mi sono autoinvitato a una presentazione letteraria è finita così:

    http://www.wuz.it/mm/8159/00513315_b.jpg

    piuttosto, fai sapere al buon cavezzali che io e laserta stavamo scherzando e che lo aspettiamo tra due anni, con fiducia e con tanto tanto anore

    anche perché, sia detto per incis(iv)o, non si giudica nessuno scrittore per dieci righe – a meno che (ma questo va da sé): a) non si tratti delle righe verticali della “divisa” d’ordinanza; b) non si tratti di scrittori del calibro di fantuzzi o di zaffarano (ma in quel caso, altro che dieci righe: lì la grandezza l’avverti da subito, dopo aver masticato le prime sillabe della prima frase)

    lc

  4. di Matteo sto per pubblicare uno stralcio del suo romanzo inedito (ma non per molto) e mi darai ragione
    effeffe

    • come passa veloce il temp(i)o, due an(n)i durati lo spazio di due lumini…

      comunque ho capìto, mi stai chiedendo di tenere laserta lontano dalla tastiera :)

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017