da Il passaggio del tempo
di Maddalena Vaglio Tanet
Lungo Skalitzerstrasse tornavo una sera,
le foglie bagnate come corpi di lumaca
coprivano l’asfalto nuovo della strada.
A passo lento accanto ai prati,
alla loro capigliatura d’erba rada,
cercavo di vedere la volpe di città
che una volta in pieno inverno
incontrasti a tarda notte,
i fari contro gli occhi accesi dalla luna.
Era sparita nel cantiere, forse la sua tana.
Sentivo sciabordare alle mie spalle
sacchi della spesa, un respiro
e le unghie di un cane come pioggia
sul selciato. Da una macchina lontana
coscienziosamente usciva fumo
con il braccio di qualcuno e briciole
attese da passeri e cornacchie.
Il buio del parco contro un fianco,
gli spasmi della strada contro l’altro,
andavo stretta tra erbe e luci
con le fronde di altre voci
a fare ombra alla bassa mia.
Così andando e ripetendo
parole tedesche da non dimenticare,
pensai di dirti l’ho incontrata,
fulva e magra, spaventata,
a caccia di cornacchie e passeri distratti,
come un presagio di neve,
di selvatichezza.
Avrei deposto la visione della volpe
nel racconto di giornata,
un dono piccolo, non sensazionale,
per dire altro
dividendo la nostalgia di un animale,
moltiplicando nei dettagli la nostra comunione,
come due seduti al buio
nella stessa macchina, a fumare.
*
Il lago di Lindow
Avanziamo dentro la foresta
tra filamenti verdi di ombra,
le radici aggrottano il sentiero e i sassi
sviano le ruote della bici. Ancora un tratto
un gocciare di fronde,
la resistenza minima delle ragnatele,
un breve volo di gazza, infine il lago.
Lunghe frasi di sabbia preparano all’acqua,
tutta un limo, opaca,
con un fondo d’alghe sotto i piedi.
Nuotiamo lontani dalla riva
verso il centro,
ma arrivare all’isola è impossibile
– fa d’anello a un altro lago
dicono le guide del Brandeburgo.
Anche qui ci sono correnti,
intervalli di subacqueo gelo,
pesci nascosti, movimenti di carpe
e lucci maculati tra pietre sommerse,
bracciali, elastici per capelli, molte cose
perse, lentigginose di muffa e terra.
Intorno a noi bagnanti si muovono creature
con gli occhi o senza,
organica, inorganica vicenda.
è un intenso racconto in versi. i filamenti verdi di ombra hanno un che di fisico, sembrano scritti da un fisico.
grazie del commento. l’idea è proprio quella di scrivere piccoli racconti/ricordi in versi con un linguaggio a tratti piano, a tratti più denso. complimenti per Levania!
natura livida con l’alka-seltzer. Musica maestro
https://www.youtube.com/watch?v=z3niH0pVH6o
grazie, perfetta colonna sonora!