Miti Moderni/9: strade
di Francesca Fiorletta
andare per le strade, a sbattere. i viali illuminati nella notte, stretti e lunghi, le rotaie accese, larghe, i lampioni blu, come stormi di primavera. le conifere ai lati delimitano un percorso che non conosci, ancora. segnano un perimetro di ingordigia, il metabolismo è lento, la digestione prima di andare a dormire, l’ingestione di amminoacidi complessi va tenuta sotto controllo, medico.
smetti di fumare, guardare dalla finestra più alta, leggi l’epilogo di un libro che non ricordavi, una notte passata a leccarsi le ferite, alla fermata del tram. non passa nessuno, la rugiada è bollente, senti il fischietto di un vigile urbano, ma è solo l’upupa che albeggia, il segnale che infittisce la fine dei ricordi, l’orologio asettico, l’armadio coi ripiani lasciati vuoti, apposta per te.
riprendi a bere, tieni in mano il bicchiere carico di veleno, lo agiti piano piano, alla base, fingi di indovinarne a naso la consistenza, assapori a occhio la cantina più celebre. hai dimenticato com’era facile, un tempo, inventarsi una risata sguaiata, buttarsi a capofitto in un mare di cemento e cloruro di sodio, le piscine sopra i tetti dei palazzi, la nave scuola che fa già periferia.
allontanarsi dal centro città, ma solo di domenica, quando i nobili se ne vanno a sciare, gli uomini d’affari rimaneggiano i conti all’estero, persino gli immigrati trovano ristoro nell’orto, la selvaggina per soli adulti, la stagione della pesca volge al termine, tutti i moli sono ormai privatizzati, lo dice l’ordinanza comunale, le spiagge sono logore di pellami, la carne bovina tagliata a fette il martedì.
ascoltare i discorsi degli anziani, le passate glorie del calcetto interinale, degli esami freschi di voto all’università ti racconta il bellimbusto di Belgrado, nelle cuffie i Baustelle, a volume moderato, la frangia nera intagliata all’insù, un divaricatore al lobo sinistro, per le mani un marsupio di iuta, cucito dalle donne pakistane, l’integrazione è importante, ma non chiamatemi omosessuale.
sfogliare tante tele di fumetti, i cartelloni pubblicitari sulla strada statale, le indicazioni colorate che pretendono di spiegarti chi sei, quando hai deciso di diventare adulto, se è stato solo l’effetto dello smog, cadono ancora i meteoriti, viene da chiederti che cosa ci fai lì, senti una voce da dietro le spalle, il casello autostradale è vuoto, non hai moneta o contante, non si muore mai, alla dogana.
[…] https://www.nazioneindiana.com/2015/03/12/miti-moderni9-strade/ […]