SUNDAYS STORYTELLING

Photo: Benji Pullen
Photo: Benji Pullen

di Andrea Cafarella 

Reset

 

Come lasciarsi cadere nel vuoto. Lo immagino un po’ come immergersi in un’enorme piscina piena d’olio. Lasciare che passato, presente e futuro siano una sola cosa nell’adesso. Dimenticare tutto. 

Sono stato destinato a questo dal primo istante in cui sono stato creato. Sono 0039765. Mia Mother dice che sono unico ma non sa spiegarmi cosa voglia dire. Mancano solo due giorni al mio Reset. Anche questo mia Mother non sa spiegarmi cosa voglia dire. Dopo cinquemila rotazioni dalla tua creazione, 450.000.000 secondi per essere esatti, ricevi il Reset. Nessuno sa bene cosa voglia dire, perché è come se nessuno lo sappia spiegare. Mia Mother dice che è il momento più bello della vita. Ma non sa spiegarmi perché. Mia Mother è sempre felice, e se gli chiedi perché, non te lo sa spiegare. Io immagino il Reset come quando c’è la neve, dentro si sta bene e Mother fa la ChC. Che è la cosa più buona che esiste, bianca e frizzante, che mentre la bevi riscalda tutto il corpo. Quando la Mother mi da il permesso di uscire dal Bunker a bere la mia ChC, è magico. Non si sente nessun rumore, in nessuna direzione, c’è l’assoluto silenzio, perché tutti sono in Bunker. Tutto è bianco. Anche la street grigia con le indicazioni luminose, è tutta assolutamente, puramente bianca. Un po’ come la ChC ma più soffice. Non esiste niente di soffice e leggero come la snow. Il bello è che quando la prendi con le mani, evapora per il tuo calore corporeo, anche se crei una palla di neve grande quanto il tuo pugno, piano piano diventa acqua. Una volta ho sentito da uno di quelli che vengono portati via per lo Shut Down, perché non sono stati Resettati, che prima si beveva e ci si lavava,  con l’acqua. Non me lo immagino, bere l’acqua. Che poi è senza nessun sapore. Chi non ha ricevuto il Reset ha delle strane manie. Come quelli che si picchiano a Institute, nonostante lo ripetano tutti i giorni che non ricevi il Reset se non rispetti le regole dell’Institute. Quelli dello Shut Down sono diversi. Per esempio non usano l’IAM, il link che ci tiene tutti assieme e che ci permette di chattare, sennò come comunicheremmo? Solo messaggi vocali, fino alla follia. Il motivo per il quale voglio fare il Reset è che voglio dimenticarmi di mio Father. Mio Father era diverso e non si è voluto fare resettare, era un Mad. Io lo Odio da quando sono stato creato, quattromilanovecentonovantanove rotazioni fa. Ma nella Bibble c’è scritto che tutto viene pulito dal Reset.  

Io voglio essere come mia Mother, dimenticare tutto, apprezzare il silenzio della snow, perenne, dentro la tua testa. Galleggiare nel bianco. Dopo il Reset non esistono più rotazioni, tutto diventa bianco e soffice, lo spazio e il tempo non esistono più, e finalmente dimenticherò quel Mad di mio Father, dimenticherò l’Odio.

Come lasciarsi cadere nel vuoto. Lo immagino un po’ come immergersi in un’enorme piscina piena d’olio. Lasciare che passato, presente e futuro siano una sola cosa nell’adesso. Dimenticare tutto.

Reset.

[testo apparso su: Sundays Storytelling]

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