Voglio colpire una cosa
di Silvia Tripodi
[estratti dalla silloge vincitrice dell’edizione 2015
del Premio Elio Pagliarani, Sezione Inediti,
pubblicata in volume nel 2016 presso l’editore ZONA]
Voglio colpire una cosa
Mentre sto per colpire una cosa
Un’altra cosa si frappone tra la cosa che voglio colpire e me
Così non posso più colpire la cosa
Perché adesso tra la cosa e me c’è una cosa che sta in mezzo
La cosa che sta in mezzo
Tra me e la cosa che voglio colpire
Ha un nome che non so
Non le ho ancora dato un nome
Ha nessun nome
Il suo nome sta tra il nome della cosa e il mio
Si chiama la cosa non ancora colpita
Sta tra la cosa che voglio colpire e me
Hai dato un nome alla cosa che voglio colpire
Ma io non lo conosco
Non posso colpire la cosa alla quale hai dato un nome che non so
Posso colpire la cosa che le sta davanti
Prima di farlo le dò un nome
Il nome della cosa colpita
Alla quale ho dato un nome
Ha il suono di una pietra che cade in fondo a uno stagno
La cosa colpita pesa
Cosa colpita in fondo allo stagno
Cosa colpita pesa
In fondo allo stagno
La cosa colpita alla quale non ho dato un nome
È finita dentro a uno stagno
La cosa che avrei voluto colpire invece no
La cosa che ho colpito e che è in fondo allo stagno
Ha un nome che non pesa
Peso l’ha fatta andare a fondo
Cosa colpita tocca fondo che non pesa
Le avrei dato un nome ma è acqua passata
Le acque passate fondano i pesi delle cose colpite
Qual è il nome che hai dato alla cosa
Che avrei voluto colpire
Resta la cosa pesa che posso ancora colpire
Ma non ne conosco il nome
Tra me e lo stagno nome colpito non pesa
La mano la forza l’intensità
Quando il ricordo del nome della cosa
Pesa meno della cosa
Quando una volta colpita
La cosa quando una volta colpita la cosa parabola
Verso la superficie dello stagno
Quando la certezza del nome della cosa
Finisce in fondo allo stagno insieme alla cosa che pesa
Il suono della pietra a contatto con l’acqua
Camuffa i suoni circostanti della natura
La campagna è piena di uccelli che cinguettano
Ci sono insetti e suoni misteriosi
Provengono da dietro i cespugli
Davanti ai cespugli ci sono cose con nomi che non conosco
L’ambiente circostante è una miniera
Di suoni di bisbigli di pesi sui rami
Di radici di bacche di piante
Lo stagno è sospeso tra cose che pesano
Lo stagno sembra gravare sulla terra
Non conosco il nome dello stagno
Che con la cosa adagiata sul suo fondo adesso pesa un po’ di più
Non conosco il nome del luogo nel quale si trovano queste cose
Sono cose che possono sgravarsi dei loro nomi
Hanno peso pesano hanno volume pesano
Hanno perso peso hanno volume peso
Stanno vicino allo stagno
Che riflette i colori del cielo
Una rana salta nello stagno
Plocc, fa la rana
Che salta nello stagno
Una rana nuota nello stagno
Non fa alcun rumore
La rana che nuota nello stagno
Una pietra cade nello stagno
PlOnf, fa la pietra
Che cade nello stagno
Perché forte è il suo rumore
Quando tocca l’acqua
Sì che vi affonda e
Sgnacc, ancòra fa la pietra
Ch’è affondata nell’acqua
Dello stagno e dura
Ha colpito la rana.
Porca vacca (guarda dove metti le zampe)!
non la conoscevo, ora ammiro la poesia di silvia tripodi.
grazie, beppe sebaste
Grazie, Beppe.
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Mi piace molto la tua scrittura, brava Silvia.