Quando piove ho visto le rane
poesie di Azzurra D’Agostino
disegni di Giga
[Vincitore del Premio Ciampi – Valigie Rosse 2015]
Questo libretto di poesia senza spiegazioni, avrà, credo, raggiunto il suo scopo se leggendolo, invece di pensare che manchino le spiegazioni perché vi vengono descritte cose evidenti, si pensi evidente l’assenza di spiegazioni perché esse il più delle volte non ci occorrono. Se il lettore si lasciasse tentare da una sensazione sperimentata da ciascuno di noi ma alla quale raramente concediamo udienza cosciente: la sensazione che il mondo ci venga addosso senza libretto d’istruzioni e che siamo circondati da una selva di atti onestamente inspiegabili; i quali, in un tempo meno arrogante del nostro, non si esitava a osservare con la dovuta meraviglia e a chiamarli misteriosi: gli umili misteri di ogni giorno, o quelli spaventosi e inebrianti dei pochi giorni in cui ci riveliamo a noi stessi e ritroviamo il bambino che eravamo, sempre lì, sempre in noi, a porre le sue geniali domande.
[dalla prefazione di Paolo Maccari]
Il poeta non è una panchina
Il poeta non è una panchina.
Il poeta non è un pezzo da vetrina.
Il poeta non è resistente all’acqua
e nemmeno al fuoco.
Il poeta non è becchime per gli uccelli
non è lampada e nemmeno un portaombrelli.
Il poeta non è comodo come un divano.
Il poeta non è un attrezzo.
Non si mastica il poeta.
Il poeta si vede poco, sempre da distante.
Scantona dalla strada e non è rassicurante.
*
Neve
La neve ha cancellato ogni
imperfezione. Lamiere
rottami fango asfalto
i piccoli tradimenti
le falle le crepe
i segreti di ognuno:
tutto sta composto
come fosse uno.
*
Prima
a Bianca
C’erano le foglie e ancora ci sono
e il vento a portarle e gli occhi a guardarle
c’era la pioggia la neve la brina
c’era la notte e la mattina
c’era il mondo quasi tutti intero
mancava solo un pezzetto
io, che ancora non c’ero.
*
Belle. (Credo ci sia un piccolo refuso nel terzultimo verso dell’ultimo testo, il “tutti”).