Consigli ai principi vittoriosi
(post pubblicato da Tiziano Scarpa il 20 aprile 2003)
di Niccolò Machiavelli
Vale davvero la pena di raccontare questa cosa, anche perché venga imitata da altri capi di Stato, perciò non la voglio tralasciare.
Il duca Valentino prese la Romagna e trovò che era stata governata da signori impotenti: più che correggere, avevano spogliato i loro sudditi, avevano procurato materia di contesa invece che d’intesa, tanto che quella provincia era tutta piena di ladrocini, risse e ogni genere di prepotenze. Per renderla pacifica e obbediente al braccio regale, il duca giudicò necessario darle un buon governo. Perciò vi mise a capo messer Remirro de Orco, uomo crudele e sbrigativo, al quale diede pieni poteri. Costui in poco tempo la rese pacifica e unita, riscuotendo moltissima considerazione. Dopodiché il duca ritenne che un’autorità così esagerata non fosse più necessaria, perché temeva che diventasse odiosa. Allora istituì un tribunale civile al centro della provincia, con un presidente molto in gamba, presso il quale ogni città aveva un suo rappresentante. E siccome sapeva bene che l’inflessibilità recente gli aveva procurato qualche odio, per svelenire gli animi di quelle popolazioni e accattivarsele completamente, volle far vedere che, se qualche crudeltà c’era stata, non era scaturita da lui, ma dall’aspro carattere del ministro. E non appena gli si presentò l’occasione giusta, lo fece mettere una mattina, a Cesena, tagliato in due sulla piazza, accanto a un pezzo di legno e un coltello insanguinato. La ferocia di questo spettacolo fece restare quelle genti al tempo stesso soddisfatte e attonite.
Dal Principe, capitolo VII.
Traduzione di T. S.
“Ed alle genti svela/di che lagrime grondi, e di che sangue”…