History

 di Gianni Biondillo

Giuseppe Genna, History, 517 pagine, Mondadori, 2017

History è una bambina di dodici anni affetta da un autismo assoluto. Vive in un perenne panico che le fa avere visioni del mondo allucinate e terrorizzanti. Per puro caso incrocia l’esistenza del narratore, uno scrittore anonimo e disoccupato. Misteriosamente stabiliscono una sorta di contatto. Il padre di History, tycoon legato al nuovo tecnopolo appena installato a Milano, vuole che lo scrittore aiuti i suoi scienziati a decodificare la mente della figlia.

Ancora a pagina cento, sulle oltre 500, la protagonista History non è neppure nominata. L’autore si prende tutto il tempo, dilata la scrittura fino a sfibrarla. Dell’intera sua opera quest’ultimo romanzo è forse il più coraggioso di Giuseppe Genna: una sorta di libro ultimativo, le sue colonne d’Ercole. Come potrà ancora navigare ormai uscito dal recinto rassicurante della storia?

Ché questo non è neppure romanzo in senso stretto: è un oggetto narrativo inclassificabile: pamphlet, saggio critico, trattato scientifico, poema visionario, messaggio profetico. È, secondo gli standard del mainstrem, un libro “illeggibile”, dove la regola aurea dello storytelling viene ribaltata: Genna non mostra, dice. Scrive, aulicissimo, senza posa, sibillino. Si pone come ultimo osservatore della sua patria in fiamme, l’umanesimo dentro il quale era cresciuto e ora saccheggiato, senza scampo, dalla nuova era tecnologica, che pensa in modo differente, estremo, altro. History è un libro cupo, spaventoso, eccessivo e al contempo ieratico. Pronto all’errore, con coraggio.

(precedentemente pubblicato su Cooperazione numero 47 del 21 novembre 2017)

9 COMMENTS

  1. Scrivevo giorni fa a proposito del film di Salvatores TUTTO IL MIO FOLLE AMORE: “Il nuovo filone di successo è il rapporto tra genitori eroici e figli con handicap più o meno gravi.” Il trend si conferma anche in letteratura, con la bambina autistica di Giuseppe Genna:-)

  2. Si potrebbero prendere quasi tutte le frasi di questa recensione e assegnare loro un significato opposto a quello che – mi sembra di capire – è nelle intenzioni di Biondillo. Il gioco è abbastanza facile: “è un oggetto narrativo inclassificabile” (direi anche inqualificabile); “Come potrà ancora navigare ormai uscito dal recinto rassicurante della storia?” (magari affoga); “un libro ‘illeggibile'” (eh già).
    Il “trattato scientifico” di Genna che si inventa l'”autismo assoluto” e scrive di “scienziati” come in un fumetto o in una canzone di Alberto Camerini (ma almeno Alberto Camerini sa suonare la chitarra, Genna invece non sa scrivere).

  3. Si potrebbero prendere quasi tutte le parole di Biondillo e assegnare loro un significato opposto rispetto a quello nelle intenzioni del recensore. È un giochino facile, ma non è detto che porti a conclusioni sbagliate: “è un oggetto narrativo inclassificabile” (oserei dire inqualificabile); “Come potrà ancora navigare ormai uscito dal recinto rassicurante della storia?” (magari affoga); “dilata la scrittura fino a sfibrarla” (non solo la scrittura); “un libro ‘illeggibile'” (esatto).
    Il “trattato scientifico” di chi si inventa l'”autismo assoluto” e scrive di “scienziati” come negli albi a fumetti.

  4. Alessandro, avessi voluto scrivere altro, avrei scritto altro. La dietrologia è pratica che non mi appartiene.
    Lucio: in 15 anni che conosco (e frequento rarissimamente) Genna, questa è la prima volta che scrivo qualcosa su di lui. E lui non ha mai scritto una riga su di me. Di che parliamo?

    • Forse mi sono spiegato male, o forse Biondillo è stato frettoloso nella lettura. Non ho fatto nessuna dietrologia, capisco benissimo che il recensore ha apprezzato il libro di Genna. Il mio giochino è stato quello di scherzare su un tono apocalittico à la Genna e di ribaltare il significato della recensione.
      Cercherò di essere ancora più esplicito. Se Biondillo pone un interrogativo quale “Come potrà ancora navigare ormai uscito dal recinto rassicurante della storia?” è evidente che per lui il libro di Genna spalanca orizzonti inquietanti e sconosciuti che richiedono un grande coraggio per chi scrive e pure per chi legge. Io invece penso che la logorrea fumosa di Genna sia qualcosa in cui annega chi scrive e chi legge. E in questo naufragar non vi è nulla di dolce, c’è solo noia. Non noia leopardiana e neppure noia alla Califano, che già sarebbe qualcosa.

Comments are closed.

articoli correlati

Una meravigliosa storia d’amore

di Romano A. Fiocchi Cristò (Chiapparino), La meravigliosa lampada di Paolo Lunare, 2019, TerraRossa Edizioni. È un libretto di un centinaio...

L’uomo che inventava le città

d Luigi Marfè Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore...

I due volti della corona

di Marco Viscardi Willis: "Monarchia e follia sono due stati che hanno una frontiera in comune. Alcuni dei miei matti...

“È la storia di Sarah” di Pauline Delabroy-Allard

    di Ornella Tajani La prima caratteristica dell’ossessione è la percezione al contempo ridottissima e aumentata del soggetto che la prova:...

La climatologia emozionale di Palandri

di Enrico Palandri Ho deciso di riprendere in mano e riscrivere questi romanzi e riproporli in un unico ciclo nel...

Dopo il crollo

di Bruno Morchio «Della scomparsa del passato ci si consola facilmente, è dalla sparizione del futuro che non ci si riprende.» Amin...
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Nel 2011 il romanzo noir I materiali del killer ha vinto il Premio Scerbanenco. Nel 2018 il romanzo storico Come sugli alberi le foglie ha vinto il Premio Bergamo. Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.