poveri curdi

di Antonio Sparzani

Me lo immagino Erdogan, quando qualche suo manutengolo gli racconterà che ieri a Milano, davanti al consolato turco, c’erano tante persone volonterose che gridavano a favore dei curdi, con tante bandiere, con dozzine di sigle diverse, la maggior parte insignificanti (dei 5 stelle neanche l’ombra), me lo immagino dire al suddetto manutengolo di non seccarlo con queste inezie senza senso, magari ridacchiando un poco e pensando a come meglio far fuori il più Curdi possibile, con tutte le armi e il denaro che l’Europa allegramente gli fornisce. Sono andato, perché comunque mi pareva giusto, ieri nel tardo pomeriggio a questa manifestazione in via Canova,, dove tutti, moderatamente, per carità, esprimevano la loro volontà di pace e di sospendere immediatamente il conflitto al confine siriano. Alcuni cantavano Bella ciao, che va sempre bene e fa bello, altri battevano le mani alle parole dell’altoparlante: così esordiva il sindacato  “esprimiamo la nostra più viva preoccupazione . . .”. Ma per favore!

C’era una bella bandierona del PD che veniva fatta continuamente sventolare. Ah sì? Ma il PD non è forse al governo di questo paese, governo che, a differenza di altri, non ha ancora deciso la sospensione della vendita di armi alla Turchia.

Ma cosa aspetta il su non lodato nostro “giallo rosso” governo a prendere invece quei provvedimenti che soli possono forse avere qualche effetto sulla situazione. Convocare ufficialmente l’ambasciatore turco, richiamare in Italia “per consultazioni” il nostro ambasciatore ad Ankara, consigliare ai cittadini italiani ora in Turchia di tornarsene a casa, bloccare le importazioni commerciali dalla Turchia, chiedere fortemente alla UE di fare altrettanto, eccetera.

Il vero è che quando si toccano i soldi tutto il resto perde importanza, guardate il caso Regeni: bloccare le importazioni dall’Egitto? Manco a parlarne, scherziamo?

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antonio sparzani
antonio sparzani
Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato anche due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia, pubblicato presso Mimesis. Ha curato anche il carteggio tra W. Pauli e Carl Gustav Jung, pubblicato da Moretti & Vitali nel 2016. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.