Storia con assemblea condominiale
di Andrea Inglese
“Ci troviamo in una situazione così così, diciamo pure… gravida… diciamo… Ci siamo capiti. Non voglio accusare nessuno, non voglio insospettire nessuno. Quaggiù in quanti siamo, oggi?”
“Poco consona! Mi presento: Dario Zanotti, ufficio Palestre. Poco consona, la situazione.”
“D’accordo, ci troviamo in una situazione poco consona. E senza ragione apparente siamo costretti a riunirci…”
“A me le ragioni sembrano chiarissime.”
“Lei è il signor?”
“Perché me lo chiedi? Guarda che seduto dietro a un tavolo ci sono io. Tu sei semplicemente in piedi, e per di più in ciabatte.”
“D’accordo, d’accordo, ma si presenti.”
“Proprio tu, Meloni, fai finta di non conoscermi.”
“Anche se sei mio fratello, non per forza tutti lo sanno.”
“Ma non vi somigliate per niente!”
“Avrebbe dovuto dire fratellastri signora, ma se ne vergogna.”
“Comunque ha ragione. Meloni faccia parlare Meloni, l’altro intendo. Lei ha le ciabatte. Non può dirigere questo gioco… ”
“Non è per niente un gioco. Sempre io, Zanotti delle palestre. Sapete benissimo che non è un gioco…”
“Va bene, ma conduca il Meloni fratellastro! E sbrighiamoci, perché tra poco tornerà e la luce e l’acqua corrente.”
“Per come la vedo io è semplice…”
“Non preferisce parlare da sopra il tavolo? Qui in fondo si sente poco.”
“È perché sei imbriaco Sassetti!”
“Ti senti più concentrato tu, con quella bambola gonfiabile in mezzo alle braccia?”
“Signori Sassetti e Domino, vi ricordo che qui, data l’urgenza, e il carattere inspiegabile di questa riunione, non sono consentite valutazioni di carattere personale, giudizi morali, né sono permessi provvedimenti politici o religiosi.”
“Meloni mi oppongo!”
“Meloni si oppone a Meloni. Gustoso. Ma salga sul tavolo fratellastro, il Sassetti ha ragione.”
“Aspettate. Io sono in ciabatte, d’accordo. Non ho le idee chiare. Ma faccio subito una proposta sostanziosa, invece di perdermi in chiacchiere. Il bambino che è rimasto tutto solo nell’appartamento dell’ultimo piano. Dobbiamo innanzitutto decidere che farne. Non lo possiamo lasciare in una situazione di pericolo. Ormai dobbiamo gestire noi la cosa. Io propongo di portarlo in riva al lago, e chi avrà il coraggio dei propri atti, lo anneghi. Al punto in cui siamo, è ancora la soluzione più pietosa che possiamo considerare.”
“Io lo lascerei nel suo brodo, ma parlo da mamma.”
“Signora Taglia non è questione… Di quanto è accaduto da noi, e di quanto accadrà nei prossimi giorni, non possiamo lasciare tracce.”
“Giusto Meloni, lasciamo un cadavere. Che bella furbata!”
“Con quale Meloni sta parlando Domino?”
“Guardi che io sono Zanotti.”
“Ora che sono in piedi sul tavolo, e che tutti mi vedono e sentono, Meloni stai zitto. Il Meloni di riferimento sono io. La faccenda del lago non risolve il problema. Della Responsabile dei cortili, chi se ne vuole occupare?”
“State parlando di me?”
“Certo, signora Ceroli. Un mese fa, su sua richiesta, le abbiamo sbattuto fuori di casa il marito. Zanotti e Sassetti l’hanno portato in macchina fino al cementificio. Al telefono lei ha detto loro cosa farci. Ci han messo un paio di ore a seguire tutte le sue indicazioni, anche perché Sassetti, sbronzo come al solito, sbagliava continuamente mira. E non avevano neanche la strumentazione adatta. Adesso che è da sola, dovremmo occuparci noi di lei?”
“Allora adotto il bambino dell’ultimo piano.”
“E con chi si comporterà come una moglie esperta?”
“Con chi volete voi, ma non con Domino, quello non pensa altro che a infilarmi degli ortaggi nel culo!”
“Guardi Ceroli che di lei mi faccio proprio un baffo. La vede la mia Miranda come è bella, la vede che capelli lisci, che labbra morbide. E ce ne ho un’altra così, bionda e più tettona, che mi aspetta in soggiorno.”
“Scusate, ma così, a forza di fare eccezioni, di comporre nuovi nuclei familiari all’ultimo momento, giusto per pigrizia, per non occuparci dell’esecuzione dei pesi morti, e dello smaltimento cadaveri, non è che facciamo un gran favore alla comunità. Cosa c’è scritto nel giuramento, che abbiamo formulato e trascritto almeno una decina di anni fa?”
“I tempi cambiano Zanotti.”
“Domino stia zitto, è l’altro Domino che ha voce in capitolo.”
“Il mio fratellastro ha ragione su di un punto. Ma non so quale. Ammazzare oggi non lo si riesce a fare facilmente…”
“Io vorrei dire una cosa più urgente. C’è un episodio avvenuto all’inizio del secolo di cui vorrei parlare.”
“Quale secolo? Con quelle rughe che ti mascherano la faccia, meglio specificare…”
“Vuole per caso ritornare sul caso della bici da cross rubata?”
“Ragazzi dobbiamo chiudere l’assemblea, Giangi ha appena visto due uomini che si sbaciucchiavano sulle scale.”
“Sono i due commendatori della scala B! La solita manfrina. Fanno finta di amarsi durante l’assemblea condominiale, poi si sparano a colpi di pallettoni da un piano all’altro, che bisogna rifare l’intonaco ogni sei mesi…”
“È calato il sole da ben due minuti, secondo il mio minutografo. Proseguire questa confessione aperta è completamente sbagliato. Decidiamo una cosa qualsiasi, un delitto da compiere entro il mese, e andiamo a stenderci.”
I presenti approvano con un cauto battimani.