ALTRI FUOCHI /Alexandra Petrova
E’ uscito presso la casa editrice Crocetti il libro di poesie Altri fuochi di Alexandra Petrova. Per Nazione Indiana Alexandra ha scelto l’ultima. Ma non avendola sotto mano vi mando questa che non è l’ultima, anzi.
Effeffe
IV
1.
Ci inoltrammo nella segale alta
prima ancora dell’alba.
Ascoltate, brava gente, pazientate, ve ne prego.
Ci sdraiammo.
Volevate una confessione? Ebbene, sì,
cominciammo in tutta fretta.
Sparavamo al dormiveglia intricato
alle sacche lacrimali, gonfie e stillanti
(ci tradivano, negli ultimi tempi)
ai sogni
e gli uccelli affamati in picchiata
li beccavano sulle loro morte calotte.
2.
Sparavamo alle visioni.
Ma una di loro
piegava, troppo bassa sulla terra.
E di fronte alla morte probabile chiedeva:
o senzatetto fratelli,
perché sparare
ci arrendiamo
ciascun io può vivere in affitto
dentro di noi
e allora da visione
diventeremo azione
chi si iscrive per primo
avrà in omaggio
un destriero, una dama e una lira
3.
No grazie, abbiamo già perso
l’io che un tempo toglieva il cappello
o il cartello di una casa in affitto.
E anche da questa bisogna sloggiare.
Posso togliermi le mutande.
Porto mutande Cacharel.
Però non credo alle réclames.
Ho sbriciolato l’ebano del mio orgoglio
negli ingranaggi dell’economia,
l’ho perso nel nomos di senzatetto.
In Palestina
il mio tempo cresce troppo in fretta
perché è un seme migratore
tipo palma.
(È agosto ormai,
e Rashid el Assuad
siede ancora al caffé
proprio come in dicembre.
Cambia solo la data dei giornali sulle sue ginocchia).
No, sogni e visioni e lacrime traditrici,
non mi servono destrieri.
Datemi invece una mitragliatrice
per difendermi da tutti i sogni visitatori.
E un po’ di acqua di fonte
in questa vita vagabonda.
Al posto dell’anestesia.
4.
Quell’acqua che riflette le colline terra di siena e ombra bruciata
le viti di hebron
e sabra con la sua amichetta chatila
e i fuochi d’artificio sminuzzanti
gambe capelli braccia ossa giunture
volano leggeri come fiori
molto spesso, perfino tutti i giorni
a destra e a sinistra
questa rossa terra di Adamo,
che ha mescolato marocco e polonia.
E datemi una goccia di amore per lei.
E non mi occorrono altre azioni.
1997
la traduzione d Pietro Alessandrini
1
Мы зашли за высокую рожь
еще до рассвета.
Вы послушайте, добрые люди, пожалуйста, терпеливо.
Мы легли.
Вы хотели признанья? Ну, что ж,
да, мы начали торопливо.
Мы стреляли по дремам дремучим
по снам
по сочащимся вспухшим слезным мешкам
(выдавали в последнее время)
а голодные птицы слетали на сны
и клевали их в мертвое темя
2
Мы стреляли в виденья.
Но виденье одно
слишком низко к земле наклонялось.
И просило пред смертью возможной оно
о безудомные, братья,
зачем нас стрелять
мы сдаемся
каждое я может снять
в нас квартиру
и тогда из виденья
мы станем деяньем
записавшийся первым
получает в придачу
и коня и девицу и лиру
3
Нет, спасибо, мы уже потеряли
я, что снимало когда-то шляпу
или квартиру.
Вот и с этой надо съезжать.
Я могу снять трусы.
Я ношу трусы Cacharel.
Но я не верю в рекламу.
Я раскрошил эбеновую гордость
в шестернях экономи(к)и,
я потерял ее в номах бездомья.
В Палестине
мое время растет слишком быстро,
потому что — залетное семя,
вроде пальмы.
(Вот уж и август,
а Рашид аль Эсвад
так и сидит у кофейни,
как сидел в декабре.
Только числа газет меняются на его коленях.)
Нет, виденья и сны, и предатели слезы,
мне не надо коней.
А подайте-ка лучше мне лент пулеметных
против всяких мечтаний залетных.
Да воды ключевой
в жизни сей кочевой.
Чтобы вместо наркоза.
4.
той воды, что сиену и умбру холмов отразила,
виноградные листья хеврона
и сабру с подружкой шатилой.
и взрывчатки дробящий салют
ноги волосы руки кости суставы
так летучи как будто цветы
очень часто буднично даже
слева и справа
эту красную Землю Адама,
марокко смешавшую с польшей.
и на каплю подайте любви к ней.
и не надо деяний мне больше.
1997
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grazie Zisko. Ricordo anche un altro testo disponibile in Italia di Alexandra Petrova, “I pastori di Dolly, Operetta filosofica in dieci scene”, per la Onyx Edizioni, uscito nel 2004. Si tratta di un testo teatrale estremamente straniante.
vorrei ricordare a voi tutti che il 15 dicembre 2005 alle Scuderie di Bologna Alexandra Petrova, accompagnata in una performance videomusicale da Roberto Paci Dalò, presenterà Altri Fuochi.
Ho visto e ascoltato Alexandra Petrova a Bolzano, circa un mese fa: un poetare meraviglioso, una musica vera, immagine e suono, forte di una presenza corporea di rara armonia. Buona fortuna ad Altri fuochi.
Ho visto e ascoltato Bolzano con Alexandra, circa un mese fa: un poetare meraviglioso, una musica vera, immagine e suono, forte di presenze corporee di rara armonia. Buona fortuna a Bolzano e a Stefano per la sua opera di frescastanpa
effeffe
Il libro di Egon è una sorpresa teorica e pratica di grande effetto. Lo pubblica un editore ottimo, è compreso in una collana di riferimento per chi non si limiti alle novità di narrativa segnalate sopra i magazine dei 2 maggiori quotidiani nazionali (peggio me sento), ha i difetti di ogni esordio ma, rispetto a molti esordi di suoi coevi – e ce n’è a frotte, a iosa, a bizzécche – contiene parecchia vita, e persino interessante. Da leggere, subito, prima che si raffreddi.
[…] abbiamo già perso
l’io che un tempo toglieva il cappello
o il cartello di una casa in affitto.
E anche da questa bisogna sloggiare.
Posso togliermi le mutande.
Porto mutande Cacharel.
Però non credo alle réclames.
Ho sbriciolato l’ebano del mio orgoglio
negli ingranaggi dell’economia,
l’ho perso nel nomos di senzatetto.
Ricordavo un vecchio numero della rivista “Poesia”.
L’ho ritrovato (dicembre 2002).
Ci sono parecchie poesie di Alexandra Petrova, c’è la sua foto in copertina.
Trascrivo una poesia.
Persona cara, non conosco la tua lingua.
Una mela cade oltre le nuvole.
Aspettiamo la pioggia.
Ormai per l’ennesima notte ci accompagniamo l’un l’altro.
Non ci amiamo fino a morirne, ma fino
al lavaggio delle strade,
fino al sole rivolto di profilo verso il Sud.
C’è sempre più spazio tra queste pareti; ecco che di nuovo
l’ultimo ripiano della libreria oggi si è reso trasparente,
ma il nostro legame è tanto oscuro e infido quanto
l’ortografia dello jat*;
tu hai detto una parola, io non l’ho capita, anche se
probabilmente è quella giusta.
Le tende sono strappate, le porte spalancate, una mano
è trattenuta appena nella stretta – macché…
Anche tu sei farina degli eventi, che di colpo si è sollevata;
una corrente, e nessuno che ci metta una toppa.
*jat: lettera dell’antico alfabeto slavo ecclesiastico
Traduzione di Mirella Meringolo
penso che ci sia una sola cosa da fare, comprare e far comprare il libro di alexandra.
la sua è una visionarierà potente che buca anche i teloni opacizzanti della traduzione. e poi è una poetessa e una persona di grande coraggio. non so fino a quando starà in questa nazione che sta diventando il porcile degli ignoranti.
trattenetela con voi, assicuratevi almeno un suo libro.
che belle. Anche quella che hai postato tu, emma.
Ciao Gina.
In rete ho trovato questa http://www.zoooom.it/rubriche/giornalino.php?id=5&tipo=POESIA
(però preferisco quella che ho ricopiato).
Ho letto. e colpo alla nuca del cuore, anzi…alla VALVOLA.
Ho deciso. LEI è MIA.
Comprato oggi… da leggere e rileggere!