La città nera
Mauro Baldrati è un habitué della rete: redattore del blog collettivo La Poesia e lo Spirito, scrive spesso anche su Nazione Indiana. Adesso dalla rete la sua firma si trasferisce sulla carta, con La città nera (Perdisa editore). Si tratta di una distopia in piena regola, un futuro che ci attende tra gli infiniti possibili, e il peggiore immaginabile, tracciato come punto di fuga a partire dal tempo presente. Da questo punto di vista, un romanzo pop come questo è decisamente un romanzo sociale. E’ il 2106, in un mondo dove le risorse sono scarse e la violenza è endemica: ma di questo mondo Roma è il capo all’incontrario, la “natural burella” che addensa il peggio. La città nera, in molti sensi. Nera perché in mano alla Guardia Pretoriana , che la governa con mano brutale, mediante agenti strafatti di droga che impongono il loro “ordine”, in nome e per conto di un governo che ha tutti gli stigmi del fascismo. Una violazione continua di ogni diritto umano, consentita dal resto del mondo perché un gorgo simile fa comodo ai traffici criminali di tutti. In questa Roma che è un campo in cui domina il terrore, e dove la gran parte della popolazione è ridotta al rango di “spettri”, clandestini che non hanno alcuna cittadinanza, e che si organizzano in bande e campi fortificati, si muove il sergente Draghi, un poliziotto che viene coinvolto dal governo per fermare un misterioso killer che, a quanto pare, è stato chiamato dalla Resistenza. La narrazione tiene fino in fondo, costruita sapientemente, e si fa divorare: si vede che Baldrati si è nutrito dei grandi autori americani della fantascienza sociale, ma anche di cinema, fumetti – nonché del suo ex lavoro di fotografo, che lo portò a realizzare una mostra, che girò per tutta Europa, sulle bande giovanili – che in questo romanzo diventano neotribali. Neotribalismo che erompe in una memorabile scena in una discoteca, dove uno “spettro” viene impiccato pubblicamente per la gioia dei festanti.
(pubblicato su l’Unità, 15/5/2010)
Marco, se metti dei tag appaiono automaticamente gli “articoli collegati”, e di Mauro che ne sono tanti in NI.
Ringrazio Marco e Nazione Indiana, anche perché questo romanzo nasce da un racconto pubblicato proprio qui:
https://www.nazioneindiana.com/2008/05/17/dark-city/