La lista della spesa
una proposta di Tiziano Scarpa ai lettori di Nazione indiana
Cari amici, ho bisogno di voi.
Abbiate la pazienza di leggermi. Se vi annoiate, saltate i paragrafi che seguono e andate a circa metà di questo mio intervento, leggete da “È a questo punto che ho bisogno di voi” in avanti.
Vi faccio una proposta di lavoro (ma non vi potrò pagare).
In questo primo anno di presenza in rete di Nazione Indiana, e di dibattiti dentro e fuori dalla rete, ci sono state discussioni molto accese.
Un argomento ricorrente è stato quello sull’impegno culturale e politico, sul valore reale delle cose belle, sul mercato, sulla mediazione mediatica. Spesso gli autori (di libri e non solo) sono criticati perché partecipano troppo o non partecipano abbastanza alla vita culturale e politica italiana.
La faccio breve: se non sei presente, sei un imbelle, un disimpegnato. Se sei presente, stai solo cercando visibilità promozionale, per te e per i tuoi amici, o dimostri di ragionare in base a logiche di consorteria.
Ho riflettuto su polemiche, accuse, perplessità, consigli civilissimamente espressi ecc., che si sono succeduti in questi ultimi mesi, e che non riguardavano necessariamente lo stile di comportamento di Nazione Indiana.
Li menziono di volata:
Enrico De Vivo e Gianluca Virgilio, animatori del sito zibaldoni.it, sono intervenuti l’estate scorsa su Nazione Indiana (lo scrittore deve deporre la sua verità ai piedi della comunità a venire, e non deve contribuire con le sue opere e la sua presenza all’attuale sistema politico-editoriale, che è viziato alla radice);
Mauro Covacich è intervenuto pochi mesi fa su L’Espresso (gli scrittori italiani di 40, 30, 20 anni sono potenzialmente bravi, predicano bene ma scrivono male, non hanno ancora dato opere significative);
Romano Luperini è intervenuto all’inizio del 2004 su “l’Unità” (la letteratura e in generale la creatività artistica italiana degli ultimi anni non vale nulla, il paragone con trent’anni fa è sconfortante, gli intellettuali non fanno sentire la loro voce);
Lello Voce e Malatesta sono intervenuti sul sito lellovoce.it (c’è troppa reciprocità di consensi e supporto fra gli autori italiani presenti in rete, mancano voci discordi e quindi una dialettica autentica);
Massimiliano Parente è intervenuto su “il Domenicale” e Nazione Indiana (gli scrittori fanno liste della spesa promuovendo opere di amici già noti dove ci sta dentro un po’ di tutto, il buono e il pessimo, a danno della letteratura vera).
A questi va aggiunta la grande massa di riflessioni, reazioni a caldo, battute o veri e propri trattatelli generosamente pubblicati da voi lettori/trici e visitatori/trici di questo sito nella finestrella dei commenti (a cui si accede un po’ macchinosamente cliccando nella lista di date sotto la dicitura “Archivi per mese“).
Naturalmente i riassunti che ho appena fatto sono semplificatori e fanno torto alla ponderatezza articolata con cui ciascuno di coloro che ha sostenuto questi argomenti li ha scritti. Spero di non aver irritato nessuno riassumendoli in questo modo superliofilizzato. Era soltanto una maniera di rubricarli o riportarli alla memoria con sintetica praticità.
Da tutti questi contributi vorrei prendere gli aspetti positivi e farli agire, applicandoli in qualcosa di fattivo.
È a questo punto che ho bisogno di voi.
Vorrei compilare insieme a voi una “lista della spesa” (riprendo l’espressione, argutamente irriverente, dall’intervento di Massimiliano Parente).
Vorrei che voi ci segnalaste che cosa è successo o sta succedendo di bello, di importante, di significativo nella cultura e in generale nella creatività artistica italiana, dal 1 gennaio del 2000 a oggi.
In che modo?
Vorrei che voi sceglieste un libro (romanzo, saggio, poesia, fumetti…), uno spettacolo, un film, una rivista, un sito, una casa editrice, una collana editoriale, un disco, una mostra, una galleria d’arte, un festival, una rassegna, un salone, una fiera, una rubrica giornalistica, una trasmissione radiofonica o televisiva, o altre opere o forme o attività artistiche o culturali italiane che meritino di essere segnalate per il loro grande valore. Vorrei che sceglieste una cosa, una sola (per il momento) per ciascuno di voi, una cosa che secondo voi resterà, che ha valore, che ha inciso o sta incidendo in maniera non effimera nella cultura di questi anni, che ha dato o che sta dando un contributo vero alla nostra cultura e alla nostra vita.
Che cosa vi chiedo?
Un’intervista. O meglio: le domande per un’intervista.
Ecco che cosa dovreste fare concretamente:
1. Scegliere
Scegliete un libro, o uno spettacolo, o un film ecc. Una cosa soltanto.
2. Introdurre
Fatene una breve descrizione informativa per chi non l’ha visto/letto/ascoltato ecc . (o, se preferite chiamarla altrimenti, una breve scheda critica). Diciamo che questa introduzione informativa (o scheda critica) dovrebbe occupare, al massimo, trenta righe di sessanta battute, cioè, giornalisticamente parlando, “una cartella”, ossia 1800 caratteri, spazi bianchi compresi. Al limite potrà anche non esserci, questa introduzione informativa. Ma naturalmente ci devono essere le coordinate per sapere di che cosa state parlando: i dati bibliografici, per esempio).
3. Domandare
Poi scrivete da tre a dieci domande che vorreste fare all’autore o all’autrice (o editore, artista, animatore, gallerista, gestore ecc.) a proposito di quella sua singola opera che avete scelto, o sulla sua attività, ecc.
4. Inviare
Firmate il vostro contributo con nome e cognome e inviatelo per posta elettronica all’indirizzo listadellaspesa@yahoo.it
Sarà mia cura mobilitarmi per contattare l’autore o l’autrice (o il regista o l’editore ecc.); sperare che mi dia udienza o sia reperibile; sottoporgli/le le vostre domande, sperare che sia disposto/a a rispondere; infine pubblicare l’intervista su Nazione Indiana (se non sarà possibile ottenere le risposte, pubblicherò comunque la vostra introduzione informativa / scheda critica, e, al limite, anche le domande).
Naturalmente dovrete firmarvi con il vostro nome e cognome, come gesto simbolico di responsabilità, come sottoscrizione adesiva a questa vostra attestazione di valore: “Se devo scegliere una fra le cose di valore nella cultura italiana di questi anni, scelgo questa (perché è importantissima in assoluto; oppure perché non ne parla nessuno; oppure perché ne parlano tutti ma non importa, è una cosa fondamentale e anch’io concordo con l’opinione generale o con il successo che ha questa cosa…), e sono disposto a prendermi la responsabilità personale di questa attestazione.”
Mi appello alla vostra passione e alla vostra onestà intellettuale.
Sono esclusi da questa iniziativa i componenti di Nazione Indiana (trovate l’elenco dei nostri nomi cliccando su “Chi siamo“). O meglio: naturalmente sono invitati (e caldamente) anche loro a mandare le domande per un’intervista, ma non possono essere intervistati.
Inviate le vostre segnalazioni/interviste all’indirizzo listadellaspesa@yahoo.it
Vi avverto fin d’ora che ripubblicherò sulla pagina d’apertura di Nazione Indiana questo invito altre volte per dargli maggiore diffusione.
Grazie a tutti
Tiziano Scarpa
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Per inserire commenti vai a “Archivi per mese – Aprile 2004”
Mi sembra un’ottima idea. Parteciperò.
PRIMA DELLA LISTA DELLA SPESA (parteciperò, prometto, però prima mi preme dirvi questo)(per sicurezza di essere letto l’ho incollato anche al blog precedente)
LETTERA APERTA A TIZIANO SCARPA, A GIUSEPPE GENNA, A MASSIMILANO PARENTE, E A TUTTI GLI AMICI DI NAZIONE INDIANA
Ho sempre seguito con interesse il dibattito letterario italiano che da qualche anno (tra alti e bassi) si consuma in Rete – parlo della vecchia Società delle Menti, di Carmilla, di Nazione Indiana, del blog di Mozzi e di qualunque altro tipo di contenitore digitale nel quale, con toni spesso accesi – e certe volte con cadute vertiginose – è stata comunque restituita al discorso intorno alla letteratura una vitalità che raramente ho avuto modo di riscontrare sui maggiori quotidiani italiani.
Non sono mai intervenuto pubblicamente in questo dibattito, nemmeno quando si è parlato di me. Adesso, però, alla luce di questa lunga discussione innescata da Massimiliano Parente – che in qualche modo si riccolega alla risposta di Scarpa a Luperini, ai precedenti interventi di Moresco e della Benedetti, persino alla polemica scoppiata dopo l’articolo di Covacich sull’Espresso – penso di poter dare un mio sereno e (spero) utile contributo, che vorrei fosse preso altrettanto serenamente dai destinatari e dai possibili interlocutori. Non sarò breve, e me ne scuso in anticipo.
Getterei un temporaeo colpo di spugna sulle battute (inopportune) sulla lingua tedesca di Massimiliano Parente (un intellettuale e uno scrittore che stimo molto), sull’altrettanto inopportuno ‘vaffanculo’ di Tiziano Scarpa (che pure da parte mia è oggetto di una stima probabilmente non ricambiata) e sul raus di Malatesta (che bene ha fatto a scusarsi), per spendermi in considerazioni più generali.
Condivido la reazione di Scarpa all’intervento di Luperini, ricollegandola a una reazione (giustamente indignata) nei confronti di un potere – critico e giornalistico – spesso miope, parassitario e per nulla professionale. Sono quasi dieci anni che lavoro nell’editoria, e soffro sempre davanti al pressapochismo di tante penne, note e meno note, quando recensiscono i libri senza averli letti, quando rielaborano e infiocchettano vergognosamente i comunicati spampa spacciandoli per recensioni e per farina del proprio sacco, quando parlano di libri utilizzando una lingua (e a volte anche una grammatica) che costerebbe il licenziamento immediato a un cronista sporivo alle prime armi. In un contesto simile, la mia stima va a persone come Massmiliano Parente, Tiziano Scarpa, Giuseppe Genna, per il semplice fatto (al di là della condivisione della loro idea di letteratura) che, papale papale, si fanno il culo, scrivono per atto di fede, leggono i libri di cui parlano, e ne parlano quasi sempre con cognizione di causa. È una stima, la mia, che invece non va alla maggior parte dei caposervizi cultura dei più importanti giornali italiani e ai loro luogotenenti, che non dimostrano nessun tipo di passione, scrivono articoli sciatti, non hanno idee da difendere e forse (tristemente) non hanno più idee in assoluto.
E tuttavia, questa specie di middle-ground che sono molti (più o meno) giovani e attivissimi scrittori italiani (quelli che ho nominato…), i siti internet da cui si esprimono (e si espongono, spesso coraggiosamente), gli eventi che organizzano ecc. ecc., hanno mostrato in certi casi (pochi, per fortuna, ma significativi) delle dinamiche che pericolosamente li avvicinano a quelle di un potere che cercano sinceramente – ne sono arciconvinto – di contrastare. Parlerò di eventi che mi riguardano da vicino. So che potrà suonare come una recriminazione, ma quelli conosco bene, e quelli utilizzerò cercando di dare un contributo costruttivo.
1) Qualche anno fa, nel ’98, quando ero una traccia appena percepibile sulla mappa degli addetti ai lavori, lavoravo come redattore alla Castelvecchi e (tra le mille cose che facevo là dentro, rigorosamente in nero, ma felice di esserci), diedi il mio contributo alla stesura di un romanzo che parodiava Aldo Nove e il mondo degli scrittori cannibali. Il romanzo era intitolato “Route 66” ed era firmato con lo pseudonimo di Aldo Dieci. Col fallimento della casa editrice, dovrebbe risultare ormai introvabile, ma, rileggendolo anche a distanza di tempo, mi sembra una presa in giro abbastanza intelligente e brillante – e anche parecchio cazzona, certo – per nulla offensiva nei confronti di Aldo Nove, di Niccolò Ammaniti di Tiziano Scarpa, di Alberto Castelvecchi (anche lui parodiato nel libro) visto che il bersaglio contro il quale si dirigeva era soprattutto il mondo mediatico legato alla letteratura. Mi è dispiaciuto ma soprattutto mi ha sorpreso, pertanto, che Aldo Nove l’abbia presa malissimo, che Niccolò Ammaniti se ne sia detto disgustato, e che insomma questo libro sia stato considerato, dagli ex-cannibali, nemmeno un avversario ma un nemico. Tanto più che una parodia è anche la consacrazione del successo. La mia perplessità, di conseguenza, si è trasformata in disappunto quando ho pensato (è un mio pensiero, posso sbagliarmi) che si possa avere urlato alla lesa maestà – come Baricco con “Setola” e come la Tamaro con “Va’ dove ti porta il clito” (libri che ci andavano giù, molto ma molto più pesante). Ma questo non è niente. Ognuno è libero di pensare dei libri ciò che vuole. E’ un episodio di qualche anno dopo, legato a questo, ad essere invece, secondo me, molto grave, e sul quale bisognerebbe riflettere almeno un poco.
Il 22 marzo del 2002, su invito di Tommaso Ottonieri, partecipo all’edizione romana del Poetry Slam, condotta e co-gestita da Lello Voce. Capita che vinco, e, da regolamento, avrei dovuto partecipare, qualche mese dopo, all’edizione nazionale, che si sarebbe tenuta sempre a Roma. A questo slam nazionale partecipa anche Tiziano Scarpa, che è bravissimo in questo genere di cose, e infatti vince molto spesso strameritatamente. Che cosa succede? Che il comitato (chiamiamolo così) dello Slam, gestito soprattutto da Lello Voce, reputa “inopportuno” che un co-autore di Aldo Dieci (un nemico?) coesista in uno spazio in cui ci sia anche Tiziano Scarpa e quindi, abrogando nell’hic et nunc una regola dello Slam (un po’ come Berlusconi con la Costituzione, mi chiedo? forse peggio…) si decide che io non parteciperò a quella manifestazione. Ricevo telefonate scandalizzate e solidali di altri partecipanti allo slam e di persone che ci girano attorno (Sara Ventroni, Tommaso Ottonieri, Christian Raimo), e rimango veramente sbalordito della cosa. Ora, non ho mai saputo se ci sia stata una precisa direttiva di Tiziano Scarpa (e penso, e mi auguro di no, soprattutto avendo letto un suo pezzo su un vecchio Pulp in cui a sua volta si diceva sbalordito per la ritardata traduzione dei suoi libri in tedesco a causa di uno scrittore teutonico da lui stroncato in una recensione) o se si sia trattato piuttosto di un’autocensura del comitato dello slam, e quindi, presumo, di Lello Voce in primis. Ma questo, almeno io così l’ho reputato, è un fatto MOLTO MOLTO grave. Non mi interessa naturalmente lo slam in sé, lo considero un gioco, è il principio che mi allarma. E che mi fa pensare che intorno e dentro a gruppi e a dinamiche molto salutari per la lettaratura (gli slam, i siti internet, i vostri interventi…) ci possano essere i bacilli di dinamiche di potere che tutti (e lo ripeto, SINCERAMENTE) cerchiamo con le nostre vite e le nostre opere, di debellare.
2) Giuseppe Genna. Sono uno dei tanti scrittori mandati letteralmente a quel paese, e senza molte argomentazioni, da Giuseppe Genna sulle pagine di Clarence. Ho seguito Genna sin dai suoi esordi di critico, e l’ho seguito perché mi sembrava (e mi sembra ancora) che ci fosse passione e una certa forza nelle cose che diceva e che dice. Soprattutto (anche lui) parlava e parla di libri che aveva/ha letto per davvero. Le sue recensioni, all’inizio, (per l’energia che ci metteva, e la mancanza di doppiezza) avevano lo stesso effetto liberatorio che aveva la fine del “politichese” in un contesto completamente diverso. Ma poi, così come i politici della Seconda Repubblica, dismessi i panni del politichese, si sono infilati in una dimensione linguistica in cui tutto era concesso (dire una cosa oggi, smentirla il giorno dopo, dichiarare che MAI in vita propria si sarebbe fatta un’alleanza con Tizio e invitarlo a fondare un partito insieme il giorno dopo…), Genna ha iniziato a denunciare una tale mancanza di coerenza da renderlo, ai miei occhi, molto meno autorevole. Wu Ming? (prima stroncati e poi improvvisamente incensati, pur facendo ammenda). Christian Raimo? (l’autore di “una sordida accozzaglia di stronzate in libertà” e poi “la speranza della letteratura italiana”, senza che tra un giudizio e l’altro il povero Christian abbia avuto il tempo di scrivere un nuovo libro). Andrea Cortellessa? (prima insultato pesantemente e poi considerato un critico bravissimo). Stile Libero? (stroncati a prescindere). I libri di Aldo Busi? (“Busi lo stronchiamo a prescindere! Ve lo diciamo subito, così vi mettete il cuore in pace. Lo stroncheremmo anche se avesse scritto un’opera d’arte”, firmato da Stefano Porro, sempre sul vecchio Clarence). Ora, tutto questo fa perdere di autorevolezza una voce (delle voci) che pure potrebbe(ro) dire cose molto importanti, e quindi me ne dispiace.
Concludo. Non credo di aver lavato i panni sporchi in pubblico, perché non ho inserito il mio intervento in un articolo di giornale, né l’ho letto alla radio, ma ho pensato di condividerlo con voi nella piccola comunità di questo blog. Diciamo allora che ho lavato i panni sporchi nel contesto di una famiglia allargata. Ho cercato, cioè, di muovere, se mi è concesso, una critica dall’interno. Per evitare che alcune dinamiche (allo stato embrionale, ma, secondo me, pericolose) rischino di intaccare – malgrado tutti – una cosa molto bella e molto rara in questo paese: un gruppo di persone che amano la letteratura, che lavorano, per davvero, su se stessi e sui libri agendo da scrittori, lettori, recensori e quant’altro.
Per cui, Tiziano Scarpa, e Giuseppe Genna, e Massimiliano parente (voi, che avete dato negli ultimi anni una spinta vitale alla situazione culturale di questo paese), vi chiedo di riflettere su quanto da me scritto e vi invito FORMALMENTE, e con tutta la gentilezza che posso, a questo tavolo (anche solo virtuale) di discussione.
Un caro saluto, e attendo riscontri
Nicola Lagioia
la lista è vita.
G.
caro tiziano, adesso che finalmente scopro, grazie alle tue spiegazioni nel post, come si fa a contattarvi on line [cioè in uno dei luoghi in cui i vari dibattiti si sono meglio “articolati”, considerando le possibilità dei link] riesco finalmente a farti avere appunto il link di un mio intervento recente: http://xoomer.virgilio.it/gispinat/int_ldm.htm – ti pregherei, se puoi, di estendere la segnalazione a tutto il gruppo e a carla benedetti, che cito esplicitamente, in particolare. grazie. il miei recapiti sono: log@giampaolospinato.it – http://www.giampaolospinato.it | ciao. | g.s. |
Caro Lagioia,
quando parlavo di “ponderatezza”… Lei è LA Ponderatezza!
Le cose che ha scritto su Genna io le condivido pienamente (non so se ha letto la discussione sul sito di Lello Voce, sennò vada a leggersela, non per quello che dico io ma per quello che ne scrive Carla Benedetti, che mi sembra sulla sua stessa linea d’onda).
E anche il rischio di una perdita di dialettica e di un “passaggio di testimone” del potere culturale rischiato da NI e altri siti lo avevo accennato anch’io.
Che cosa aggiungere? Che, secondo me, la proposta di Scarpa è, in sé, importante. Mi spiego. Non è importante, in quanto tale, il fatto di proporre una “lista” non unilaterale di autori e opere di rilievo degli ultimi cinque anni (anche quello, nel suo piccolo, è rilevante), ma secondo me è importante, importantissimo che Scarpa abbia rilevato un problema e si sia dato da fare per cercare una soluzione.
Il rischio che lei enuncia, caro Lagioia, c’è, eccome! La storia si ripete, i deboli si schierano contro i potenti non perché criticano il principio di potere ma perché non ce l’hanno e vogliono impossessarsene. E questo non solo a livello conscio, ma anche in maniera esistenziale e inconsapevole.
Tutta la storia, culturale oltre politico-sociale, in fondo non è che questa grande opera di assedio e occupazione dei centri di potere (gionali, riviste, radio, tv e, oggi e nel futuro prossimo, anche internet). Ora, per evitare che ciò continui, c’è bisogno proprio di questo: proposte. Se non si inventa un mezzo, un meccanismo ecc. per scardinare alla base il sistema culturale, corriamo il rischio che tra pochi anni – mi sembra ovvio – internet, che per adesso è sottovalutato da una parte dell’industria culturale e dei baroni e baronetti della cultura nazionale, sia invaso e ridotto alla stregua dell’establishment culturale esterno. Come fare per evitare che domani Giuseppe Genna diventi quello che Luperini è oggi (ho già posto, in termini quasi simili, questa questione a Scarpa)?
Caro Nicola Lagioia,
tu attendi riscontri, io attendo le tue pubbliche scuse. Ma le voglio chiare, nette, e anche in atteggiamento umile. Tu mi devi chiedere umilmente SCUSA.
Per quanto riguarda tutte le cose in cui mi menzioni, cado dalle nuvole. Niente di quello che dici sui fatti che – secondo le tue insinuazioni e ipotesi – mi riguardano ha qualche fondamento.
1. ALDO DIECI
Non ho letto quel libro, non sapevo nemmeno che io ci fossi nominato dentro. Avevo visto sì che era uscito, ma non l’ho letto.
Non sapevo che l’avevi scritto tu. Pensa un po’: all’epoca a me qualcuno aveva detto che c’entravano in qualche misura i registi di quel film “La capagira” (che tra l’altro mi piacque moltissimo, e continua a piacermi nel ricordo, che siano o no, quei registi, anche autori di quella cosa di “Aldo Dieci”). “Boh”, fu la mia reazione, e ho archiviato l’effimero episodio immediatamente.
Il caso Aldo Dieci per me NON ESISTE.
2. POETRY SLAM
Nella faccenda dello Slam non c’entro nulla di nulla. Io non organizzo gli Slam né mi sogno di mettere lo zampino nell’organizzazione. Ai concorrenti invitati non viene mai e poi mai sottoposta la lista dei concorrenti per chiedere se è di loro gradimento. Almeno, a me non è mai successo che mi chiedessero se gradivo o meno che partecipasse anche quello o quell’altro.
Io ero un semplice concorrente, un autore a cui, tre o quattro volte nella vita, è arrivata una telefonata di Lello Voce: “ti va di fare uno slam?” Ne ho fatti un paio a Roma e uno a Napoli, più una partecipazione come ospite non concorrente a Bolzano. Tutto qui. Non sapevo nemmeno che esistessero quei regolamenti che danno diritto a partecipare a edizioni nazionali o internazionali ecc., a cui accenni tu.
Non sapevo nulla di nulla: semplicemente, quando Lello mi ha invitato, tre o quattro volte nella vita, ho controllato sull’agenda e ho risposto sì o no. Fine del discorso.
Tra l’altro, fatico anche a credere che Lello Voce o chi per lui ti abbia potuto escludere per un motivo simile (o per qualsiasi altro motivo). Lello Voce è una persona leale e pulita.
(Se può consolarti, e per dimostrarti quanto io sia ammanicato negli Slam, nel primo in cui ho partecipato, autunno 2001, recitai una poesia nella prima manche eliminatoria. Bene: dalla giuria estratta a sorte fra il pubblico ottenni il punteggio più alto di tutti i dieci concorrenti, ma avevo sforato un po’ con il tempo: venne computata una penalità sbagliata, troppo grande, completamente sballata, a causa di un errore del notaio. Avrei potuto passare in finale, se la penalità fosse stata computata correttamente. Be’, quando me ne accorsi era tardi per rimediare: certo, me ne rammaricai un po’, ma non pensai affatto a complotti o malafedi, ma a cose che possono succedere nella foga degli eventi, sul palco. Temo che se una cosa simile fosse capitata a te saresti ancora lì a fantasticare che c’era sotto chissà cosa.)
Io questa cosa della tua esclusione non la sapevo proprio: se l’avessi saputo, non mi sarei di certo limitato a telefonarti per esprimerti la mia solidarietà, come hanno fatto i tuoi amici: se avessi saputo che io Tiziano Scarpa ero invitato a partecipare a una gara dove veniva escluso ingiustamente un concorrente che ne aveva diritto, sarei andato fino in fondo a verificare se una cosa simile era vera, avrei fatto casino con gli organizzatori, protestando fino ad assordarli, li avrei sputtanati pubblicamente, e in ogni caso non avrei di certo partecipato a uno Slam organizzato con delle simili schifezze sottobanco.
Mi sarebbe al contrario piaciuto moltissimo concorrere con te, sarebbe stata l’occasione anche per conoscerci un po’ meglio. Veramente sono sbalordito dalle ipotesi e dai retropensieri che ti sei fatto e che a distanza di tempo ti fai ancora.
Scusami, ma queste tue ipotesi sono inquietanti. Rivelano un’attitudine dietrologica che non appartiene al mondo che frequento, o per lo meno al mondo che – selezionando le persone e gli ambienti per quanto è possibile – desidero e cerco di frequentare.
Se posso aggiungere una notazione sul tuo stile di comportamento, è davvero scorretto insinuare queste cose FALSE in pubblico, quando avresti potuto raggiungermi facilmente (grazie agli amici di minimum fax, che possiedono i miei numeri di telefono) o allo stesso Christian, che fa parte di Nazione Indiana, e chiedermi un “riscontro”, come lo chiami tu, in maniera trasparente, franca e adulta.
Ora attendo e pretendo le tue pubbliche e umili scuse.
Mi rivolgo ora ai lettori e visitatori di Nazione Indiana: come vedete, certe volte covano negli animi delle cose inaudite, delle ipotesi malevole di cui chi ne è oggetto non ha nemmeno il più flebile sentore e, soprattutto, non è assolutamente responsabile. Senza aver fatto nulla si provocano diffidenze, sospetti, che vengono amplificati fino a diventare addirittura deduzioni etiche generali sul marciume di un certo ambiente in base a fantasticherie assolutamente infondate, senza che chi viene vituperato sia responsabile di nulla…!
Addirittura, Nicola Lagioia si basa su queste chimere per presentare alla pubblica riprovazione alcune (cito le sue parole) “dinamiche che pericolosamente li avvicinano a quelle di un potere che cercano sinceramente – ne sono arciconvinto – di contrastare”. In questo modo vischioso, fra i mille complimenti che mi rivolge, Nicola Lagioia interviene nel bel mezzo di una polemica bella calda, butta là insinuazioni spaventose, giusto per darmi dello sgozzatore-dietro-le-quinte di concorrenti e di scassinatore di regolamenti e di Costituzioni… butta là qualche ameno sospetto, per screditare e picconare alle fondamenta la credibilità morale della persona che sta difendendo le sue ragioni. Che tristezza…
Ragazzi, certo che ci vuole veramente la pazienza di Giobbe…
Un caro saluto a tutti
Caro Tiziano Scarpa,
mi dispiace che tu chieda in modo così violento le mie “umili scuse” (quasi un invito, da tribuno, all’autoumiliazione altrui). Ti prego di rileggere quello che ho scritto.
1) Non ho detto che TU, Tiziano Scarpa, ti sei incazzato per Aldo Dieci né che l’hai letto. Ho detto che Aldo Nove ci era rimasto male (è vero, e mi dispiace, e se si sente offeso da quel libro sono pronto a dirgli “mi dispiace” cento volte, ma non a fare ammenda perché, secondo me, non era un libro offensivo, tutt’altro).
2) Ho detto che mi si era creato intorno un brutto clima per questa faccenda, e che questo clima ha determinato la mia esclusione dal divertente gioco dello slam. Un piccolissimo segnale di una cosa, ma un segnale. Ho scritto “non ho mai saputo se ci sia stata una precisa direttiva di Tiziano Scarpa, e penso e mi auguro di no… o se si sia trattato di una autocensura”. Ma che l’esclusione si sia verificata per quel motivo, mi dispiace, NE SONO CERTO. Sono a disposizione, pronto a qualunque tipo di confronto con Lello Voce, con gli altri organizzatori, con chi volete voi.
Mi rendo conto, però, che così dicendo, almeno il sospetto che tu, direttamente, sia intervenuto, l’ho fatto sorgere tra chi frequenta questo blog. Di questo, ti chiedo scusa pubblicamente. Ma la cosa che volevo sottolineare, e che però rischi di ignorare, è che certe dinamiche di potere (lo ripeto) rischiano di infilarsi in contesti che io giudico importanti e salutari. Su questa cosa, nuovamente, e con le mie ri-scuse per la questione del sospetto (vedi sopra) ti invito a riflettere – messe da parte le pretese di umiliazione altrui – in modo serio.
3)Il fatto di parlare in pubblico. Guarda che io (lo ripeto, l’avevo già detto…) non ho scritto questa cosa su un giornale e nemmeno l’ho diffusa su altri media a grande diffusione. L’ho fatto qui, nel blog, tra quattro gatti, anche perché tu hai sempre detto che qui si dicono le cose in faccia, ci si chiarisce, ci si confronta apertamente.
Per il resto, per chiarire questa cosa, io resto disponibile a qualunque confronto privato – via mail, via telefono (non ho il tuo numero), e anche di persona, quando sarai a Roma. Anzi, questo è un invito. Così ci conosciamo meglio, e dopo potrai decidere tranquillamente se non rivolgermi più la parola o se ricrederti su – almeno – qualche porzione del tuo ragionamento.
Nicola Lagioia
Allora:
tra un treno e l’altro
Caro Tiziano, grazie di quanto dici a mio proposito. Ho introdotto lo Slam in Italia e da allora se fanno tanti, ognuno fa come gli pare e il sottoscritto non ha mai chiesto il copy a nessuno. Tutto alla luce del sole. Io invito chi mi pare e piace, gli slam ad invito sono fatti così. Non so di che regolamento parli La Gioia… io quando faccio slam applico il regolamento PSI per la gara, ma ognuno – in italia – fa come gli aggrada. Ho CERTAMENTE ED INDUBITABILMENTE inventato gli slam internazionali, eppure a Rotterdam l’host del loro primo slam internazionale è un tedesco, mi chiedono persino chi invitare dall’Italia, ma nessuno mi cita da nessuna parte e nessuno invita me e io non ho niente da dire al proposito, nè penso che ci sia una congiura contro di me. Lo slam è così. Se hai qualcosa da dare lo metti in comune e gli altri – se piace loro – lo utilizzano, lo cambiano, lo stravolgono. Per quanto riguarda i ‘regolamenti’ poi se lo slam è libero ti iscrivi e paghi, se vinci guadagni, se perdi hai speso qualche euro per divertirti. Se invece lo slam è a ‘invito’, funziona come in qualsiasi festival, possono invitarti oppure no. Di che regolamenti farfuglia La Gioia? In Italia non ci sono associazioni nazionali o regole che stiano a orgazizzare passaggi da slam ‘locali’ a slam ‘nazionali’. La Gioia delira. Anzi delira al quadrato, io a stento so che esisteva un libro che si chiama Aldo Dieci, scopro adesso che l’ha scritto la Gioia, e – detto tra noi – ritengo la parodia un genere inutile e superato. Detto questo Lagioia non è stato invitato perchè chi costruisce uno slam ‘ad invito’ sta costruendo uno spettacolo, tiene presente una serie di dinamiche ‘sceniche’ e non solo letterarie. Deve fare un mix, e – a volte – cibi ottimi, stonano in certi mix. Inoltre nessun regolamento mi impone di farmi piacere la poesia di La Gioia. Inoltre ancora, il fatto che io adori la poesia di qualcuno, non significa che lo inviterò negli slam che organizzo.Sono un sincero ammiratore di Ostuni, l’ho conosciuto durante uno slam, ma non ho ancora avuto modo di invitarlo.
Tutto il resto che dice La Gioia (divieti, camarille, ecc) è munnezza. Venire a parlare a me di censure è ridicolo, è una vita che mando a cagare il mondo intero e la mia situazione editoriale ‘problematica’ – come direbbe qualche amico – ne è palese dimostrazione, non perchè io sia particolarmente bravo, ma perchè l’editoria italiana è davvero di bocca buona, capace dunque di digerire persino me, in linea di principio. Di quella politica, poi, neanche a parlarne.
La Gioia, per chi mi hai preso? Per pensare poi che a Tiziano venga anche solo in mente di chiedermi una roba del genere, beh, lo trovo ridicolo e anche un po’ paranoide. Io invito un poeta e basta, mica gli chiedo se gli piacciono gli avversari. Sarò felice di chiedere agli amici comuni che La gioia cita, come mai – dopo tanta solidarietà a La Gioia – a me non abbiano detto un fico.. prendevano per culo La Gioia? prendevano per culo me? La Gioia dice balle? sarebbe bello saperlo da loro. Stop. Ci ho perso pure troppo tempo.
PS: tiziano mi spieghi perchè quando mi citate su Nazione Indiana sia tu che Benedetti vi dimenticate sempre che io non sono intervenuto solo sul sito ma anche su L’Unità? ;-) se ripubblichi la lista, ricordalo. Grazie
abbracci a tutti
lello voce
(ma sullo slam ci ritorno, prima del prossimo treno)
Ma la questione, Nicola, non potresti chiarirla personalmente con Lello Voce?
ps, così ti vanno via i brutti ricordi: sulla homepage di Maltese dicono cose meravigliose della tua antologia, e poi ho una rivistina locale (Periodico Diagonal) con due paginone su Pacifico, il titolo dell’articolo: “opera prima di un formidabile genio”. (Ancora grazie per l’ospitalità il giorno del black-out nazionale).
Per Tiziano: ok, bellissima idea la lista della spesa, proprio ieri pensavo che ho scoperto i nuovi autori italiani proprio grazie a una lista della spesa di Matteo Galiazzo, per me è stata una cosa importante.
Ehm, mentre scrivevo e postavo, si è materializzato Lello Voce.
lello voce lello voce…tutti a parla’ de ‘sto lello voce. ma come scrive lello voce – è dislessico?
Lagioia è quello dei “tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj”? Lello Voce è “l’aspirante poeta Lello Voce” di cui parla Parente sul Domenicale? E Parente è l’autore di Melissa P? E tutti questi slam dove si svolgono, perché tutti ci vogliono andare? E se Tiziano non si ricorda di mettere che Voce è intervenuto anche sull’Unità è così importante, non ha più voce?
R.L.
E come si fa a scrivere tra un treno e l’altro? Ci riesce solo chi fa slam?
Ma cosa gli è successo a Giulio Mozzi? Perché nessuno si pone questa domanda?
ma chi cazzo è nicolalagioia? un artista d’avanspettacolo degli anni ’30?
Già, sul serio, ma chi è Nicola La Gioia? Che ha scritto? Che ha fatto? E Lello Voce?
APPELLO AL VICINO DI CASA DI GIUSEPPE GENNA
Qualcuno sa forse dov’è finito Giuseppe Genna?
E’ troppo preso dal caso Battisti o – improbabile – sta facendo un’esame di coscienza dopo alcune non stupide osservazioni fatte su lui qui e altrove?
Lancio questo appello al vicino di casa di Genna. Se inizia a sentire puzza di decomposizione dal suo appartamento, per favore chiami i carabinieri!
Non scherziamo. Genna ha dei problemi. Come tutti noi comunissimi mortali.
non intervenire mi sembra un po’ da ignavi. provo a farlo in modo discreto. volevo solo provare a pensare che dal metodo (provocazioni, insinuazioni, vaffanculi, richieste di scuse, precisazioni) si passi al merito. (non so come stanno filologicamente questa o quella questione. né m’interessa, ora. l’amicizia è una cosa il più possibile privata e se possibile lasciamola tale). sono irenico di natura, e penso che magari questo intruglio di scontri era necessariamente propedeutico al fatto che lagioia, scarpa, voce, parente, si ritrovassero a parlare.
il fatto è che la rete, con la sua finta impersonalità è il luogo più facile dove sputarsi addosso, e far naufragare amicizie. lo dico giusto per esperienza personale. e del resto frasi scritte nell’impeto di un post da blog vanno a finire che vengono sottoposte a millimetriche disamine, vagliate e citate capillarmente. la rete sono 4 gatti e tutto il mondo. e la netiquette può voler dire molto. detto questo, l’intervento di merito lo faccio appena c’ho pensato un po’. shalom.
Per Rosa Luxemburg:
si scrive con un piede sul predellino e l’altro a casa. Non è molto comodo ma a volte è necessario. Non è acrobatico né eroico. E’ un ripiego. Come quasi tutto nella vita che ci tocca.
E, sì, fare slam aiuta molto, rende elastici e un po’ irresponsabile.
Un sorriso per Rosa
:-)
lellovoce (che si ri-materiaizza)
A proposito, caro andrea barbieri, mi spighi perchè Lagioia dovrebbe spiegarsi con me. Io che c’entro con lui, Castelvecchi, Scarpa, ecc. Io faccio slam, senza se e senza ma …. ehm ehm.
W Rosa Luxemburg!
PS: Ci risentiamo tra qualche canna. vado a fare cose più serie che occuparmi di letteratura. Scusate per tutti gli errori di battitura.
Ancora W Luxemburg, abbasso Lello Voce!
PPS: sempre per Rosa: non è importante per nessuno che Scarpa si dimentichi di citare il mio pezzo su L’Unità ( e che lo stesso faccia Benedetti).E’ importante solo per il mio narcisismo, ma che ci vuoi fare Rosa, io ci vivo assieme in una casa di tre stanze e allora….
A poi, naturalmente, magari citengo pure alla completezza filologico-letteraria (visto che certe cose le ho scritte) ecc. Ma è ovviamente un motivo assolutamente secondario
poets go home!
Caro Lello Voce, sono semplice, se ho un problema ne parlo direttamente con chi suppongo essere la fonte del mio problema, quindi chiederei all’organizzatore dello slam che non mi ha invitato invece di incazzarmi con altri partecipanti, ecco tutto. Ma vedi che avevi già chiarito mentre scrivevo, quindi sei d’accordo la risposta a Lagioia dovevi darla proprio tu. E poi speriamo che sia finita lì, che si facciano altri slam e tante altre cose per la letteratura.
ciao
il sonno della ragione / genera voci
pace a tutti, e rilassatevi (continuo a essere dei vostri, dopo tutto)
Marcello Signorini
Caro Lagioia,
è importante che lei chiarisca con Scarpa e Voce, anche privatamente, l’equivoco (non penso sia un atto di malafede) circa lo slam. E’ importante non solo per lei (per altro non mi immischierei mai nei fatti personali altrui), ma perché lo spiacevole malinteso è un macigno che sta paralizzando la discussione su una questione ben più grave, interessante e seria che lei poneva. Si tratta di chiarire cinque righe del suo post, per salvare tutte le altre interessantissime cinquanta…
inltro questa mia con un mezzo sorriso e un’altra metà ancora incerta sul da farsi. leggo abbastanza spesso questo blog e anche altri; quasi mai, invece, ci scrivo le mie parole.
timore referenziale e poco tempo: un inchino metaforico nei confronti dei grandi, dei medi, degli aspiranti scrittori ( io appartengo a questi ultimi a rimarrò tale, immagino).
leggendo i cagnaroni ( così diciamo a Venezia e ho dimenticato se è anche italiano oppure solo slang locale), che vi si consumano, me ne lamento un pò meno.
un pensiero al mio ex concittadino ( che tra l’altro avrei voluto contattare per propormici ma non riesco a farlo): caro Tiziano, da quel che noto sei sempre in mezzo a polemiche, ma non te ne sei un pò stufato? suppongo sia il prezzo da pagare per chi vuol far rivoluzione a modo suo. anch’io combatto come posso, eppure mi risulta difficile immaginare di dover rispondere costantemente ad una tale mole d’attacchi.
ma è davvero così bello, poi, fare l’artista; quello che ci campa, per capirsi?
concludo questp mio intervento consapevole di non aver aggiunto niente di nuovo, se non una più quieta rassegnazione di fronte al fatto che:
in effetti non sono artista,oltre che per demeriti, perchè non sopporterei di dover cavillare con chiunque per qualsiasi cosa ;
l’ambiente è intossicato da paranoie e confronti velenosi;
molti eccetera tutti rivolti ad ammorbidire la mia frustrazione.
saluti, baci e abbracci
Caro Malatesta,
lei ha ragione.
Ho contattato privatamente (via mail) Tiziano Scarpa e Lello Voce. Forse avrei dovuto farlo prima. La mia intenzione non era quella di mettere alla berlina o calunniare nessuno, ma solo di porre sul tavolo di una discussione già avviata delle questioni che mi sembravano attinenti.
Ho immaginato, forse a torto, che questo blog fosse come una tavolata tra pochi amici e semplici conoscenti (non siamo sulla homepage di Repubblica) dove era lecito dire quello che ho detto, sollevare problemi, chiedere chiarimenti.
Tra l’altro, sull’altro capo della tavola c’era Tiziano Scarpa (non penso di averlo calunniato alle spalle, insomma), a cui mi sono rivolto direttamente – come mi rivolgerei a una persona con la quale ho da chiarire qualcosa, che non frequento normalmente, ma che una sera si trova al mio stesso tavolo, seppure in presenza di altri, e dunque io decido di cogliere l’occasione. Dandogli la possibilità, ovviamente, di rispondere in tempo reale, come del resto ha fatto.
Spero comunque che la questione si chiarisca, e che la discussione torni su binari più costruttivi.
Nicola Lagioia
Peccato… tutto questo outing mi stava intrippando! Mi sa che vado a trovare Lello Voce e mi ammazzo di canne insieme a lui.
Lello, LELLO! C’è posto? (io vivo in due stanze, con figlia e moglie incinta, mi sa che a casa tua si sta più comodi).
Riguardo al Genna. Conosco il suo vicino di casa. Mi ha assicurato che non è morto ma che, semplicemente sta traslocando. Diamogli respiro, pover fioeu.
G.
Biondillo accomodati, qui siamo in 3 + cane. Ma sarà un piacere.
Ps porta le cartine!
lv
ragazzi, è abominevole. siete grotteschi.
quella che è considerata nei contesti più vari la crème de la crème (a questo punto brûlée) del panorama letterario nazionale – in qualche modo anch’io ci credo, ahimé – si autopromuove a suon di gossip letterario, repliche al fulmicotone (cotone idrofobo per chi è costretto a leggere delle vostre pseudo-beghe da primedonne frustrate), insulti e insinuazioni che manco dalla de filippi o ai vecchi talk-show di funari. benissimo il confronto aperto, benissimo il dirsi le cose in faccia, benissimo la comunità allargata, fin troppo benissimo tutto; ma – scusate la franchezza – ‘ste piazzate da balconcino ai quartieri spagnoli NO. fatevele in privato, discutetene in privato. e se qualcuno fa “l’errore” di schiaffare in piazza questioni che potrebbe ben più costruttivamente e auspicabilmente porre in forma privata, beh, che gli si dia seguito in privato. non sono l’unico a voler leggere cose di tutt’altro tenore su nazione indiana.
vorrei anche aggiungere che ciò che è realmente inquietante è questo sottobosco di rancori e livori che, quantomeno apparentemente, rende la fauna letterata italiana poco dissimile da quella televisiva. ma non è così, vero?
grazie e buona serata a tutti voi.
f.
Mi scusi, Fabio, ma se lei avesse ricevuto in pubblico delle accuse e insinuazioni come quelle che Lagioia ha fatto a Voce e a Scarpa, se ne sarebbe stato zitto a lasciar dire? Risponda a questa domanda.
ah, qui si dà del lei?
va bene.
senta, Signor Giacomo, io non ho alcuna intenzione di entrare nel merito della questione perché, come ho già scritto, quelle sono beghe personali che non devono inferire con le preziose (anzi: PREZIOSE) attività di questo sito. io, la vedo così. se c’è del voyeurismo che spinge chicchessia a trovare interessanti discussioni del genere, ribadisco: non mi interessa. lagioia avrà avuto le sue ragioni, scarpa avrà avuto le sue. su questo non ci piove. fatto sta, che a me – personalmente – di richieste di scuse pubbliche con tutta la veemenza del mondo, o di altre illazioni dal profilo tanto personale, frega poco per non dire niente che il niente non esiste.
per rispondere alla Sua domanda, io avrei risposto personalmente. e comunque, questo ci tengo a precisarlo, il tono civile di lagioia non ha avuto è stato “rispettato”, perlomeno nella forma. sui contenuti, di nuovo, non mi pronuncio perché non è affar mio.
ri-grazie e ri-buonasera.
fabio.
errata corrige:
ultima frase: “il tono civile di lagioia non è stato “rispettato”, perlomeno nella forma.”
scusaTemi per la svista verbale.
f.
Ho avuto – del tutto per caso (nel blog di Marco Candida) – occasione di analizzare una frase del libro di Tiziano Scarpa (Kamikaze …). Mai mi sarei aspettato che la leggesse: la mia analisi, intendo. Abbiamo avuto uno scambio teso ma leale di parole e mi sono fatto una certa idea su di lui di cui, ovviamente, non fotte niente a nessuno (forse a me compreso). Per dire che non lo trovo assolutamente violento o scortese. E’, semplicemente, appassionato e ferocemente attaccato alla verità dei fatti. Poi ci sono le “anime belle” (peste pura), quelle che: suvvia non fate così, che si scocciano e scambiano regolarmente aggressore e aggredito, che scambiano un vaffanculo per una stilettata, quando
i veri mali sono un “beh” un inarcarsi di ciglio, uno sprezzo merdoso. Quindi, anche se continuerò – magari, non è detto … – a trovare qualcosa da ridire sulla scrittura di Tiziano, que viva Tiziano Scarpa! (Non è una rufianata: non ho nulla da pubblicare: ah, sì, vorrei mettere i sonetti di Shakespeare tradotti nel settore traduzioni inedite. Ma esiste ancora? …)
Scusami, Fabio (allora ti do del tu), ma se io in tono “civile” insinuo PUBBLICAMENTE che tu partecipi a gare di poesia facendo fuori i concorrenti sottobanco che avrebbero diritto a parteciparvi, e li fai fuori grazie al tuo essere amico dell’organizzatore di quella gara, tu come la prenderesti? Se io insinuo in tono “civile” che tu organizzi gare di poesia dove fai fuori concorrenti che avrebbero diritto a parteciparvi, e li fai fuori perché un altro concorrente ti dice “quello lì non ce lo voglio, non farlo partecipare, fallo fuori”, tu come la prenderesti? Perdonami, ma il tuo sottolineare la “civiltà” del tono mi sembra molto superficiale e, se posso dirlo senza offesa, un po’ beghino e tartufesco (non sto dicendo che lo sei tu, ma questo tuo ragionamento). Qui sono state mosse insinuazioni pesantissime sulla integrità morale di alcune persone, Lello Voce e Tiziano Scarpa. Che queste insinuazioni siano state mosse in tono “civile” è un rilievo veramente irrilevante. Invitare a risolvere la cosa in privato è alquanto bizzarra, visto che le gravi insinuazioni sono state rivolte in pubblico.
Crucifige Crucifige
teste di cazzo, è quasi Pasqua!
Esattamente, concordo con giacomo. in questa storia non c’è niente di privato, ormai ( e se fosse vero quello che dice Lagioia, non sarebbe comunque stata una faccenda privata). Non è questione di forme ma di sostanza.
sarebbe bello che coloro che sono citati, alcuni dei quali certamente hanno letto quanto sopra, facessero capolino e dicessero la loro.
ma chiedere di ‘abbassare i toni’ o farne un problema di cortesia è veramente cosa bizzarra!
PS: insisto che è abbbastanza bizzarro anche che, dopo aver tanto polemizzato con gli amici di Nazione indiana, io mi ritrovi pure a dovermi difendere da insinuazioni di questo genere. Sottolineo ancora una volta che nelle decine di slam fatti e da me condotti, l’unica irregolarità di cui io sia venuto a conoscenza (varie settimane dopo il fatto) è quella a cui si riferiva Tiziano. Durante il primo slam a cui partecipò a Roma, il conteggio del ‘notaio’ a proposito delle sue penalità fu errato di 1,5 punti. per quell’errore Scarpa non andò in finale, ma il pubblico alla fine riservò a lui l’applauso più lungo. Io durante lo show non faccio i calcoli, e quando, settimane dopo, Tiziano signorilmente me lo segnalò, mi pregò di tenere il segreto su una castronata del ‘notaio’ che avrebbe potuto danneggiare tutto il movimento slam in Italia. Punto. Sorvolo su chi fosse l’autore della castroneria.Ne restereste tutti stupiti, Lagioia per primo. Ma si trattò di un errore di calcolo, niente di più
Non sorvolerò affatto, invece, né qui nè altrove su tutti i tentativi di far passare gli Slam che organizzo come una roba combinata, dove io accetto pressioni o ricatti di chicchessia. A decidere chi invitare sono io, o, se sono host di un evento ‘libero’, a decidere è il pubblico durante le fasi eliminatorie dei giorni precedenti.
Non permetterò che faccende private di odi e rancori editoriali che sono esterni alla SlamNation italiana inquinino un ambiente sereno e che tale intende restare. Sono felice che Lagioia abbia partecipato a uno slam e che lo abbia vinto. Se crede in questo modo di portare la poesia al pubblico, faccia come gli altri e, se non viene invitato ai miei ‘internazionali’ o ‘condominiali’ , se ne organizzi di propri, che saranno certamente bellissimi, ma la pianti di mettere in dubbio la correttezza di quanto fanno gli altri, soprattutto di chi, per primo ha rischiato di suo per introdurre, tra l’incredulità e le linguacce di moltissimi, un fenomeno che oggi è una realtà con cui fare i conti.
Altro che toni e cortesia. Giù le mani dallo Slam, plz.
lello
non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. io la mia l’ho detta, ripeto – giacomo? – che nel merito non ci entro. tu continui a farlo e sei noioso (ovviamente il tuo ragionamento, certo non tu eh). io ho biasimato anche l’intervento iniziale di lagioia, se non hai letto male, ribadendo che queste cose si affrontano in privato.
ora mi sento anche dire che faccio discorsi beghini e tartufeschi. questa bambinata che portate avanti è quanto di più sterile e vacuo io abbia mai visto. e aggiungerei anche che lo sfogo di scarpa perlomeno era il suo, e aveva delle cause (su cui, di nuovo, non torno). tu stai solo a fare il gioco di quelli che difendono il grande fratello.
ad ogni modo, se a te – giacomo? – interessa stare a valutare lo svolgersi di una polemica eminentemente privata perché sei curioso o che, capisci bene che il “problema” è tuo. io ribadisco pertanto il mio diritto a NON assistere a polemiche private su siti pubblici. adesso non farmi ripetere che a forza di ripeterle le parole perdono significato.
e comunque meglio essere (definiti) superficiali che sbandierare una (po)etica dell’onore che mi ricorda tanto i gruppetti che facevo all’asilo.
e infine, giacomo?, levami una curiosità: cos’è @unpodigiustizia.com? e @guardalasostanza.com? sono le tue maschere di bellezza?
comunque veramente, basta. si può perdere tempo in mille modi migliori di questo. mi chiamo ancora più fuori di prima, se possibile.
fabio.
Signori e signore. Pensate forse di essere in un nuovo caso Dreyfus?
Parlate, mi riferisco a quelli che non sono i protagonisti di questa storia, con una ferocia che probabilmente non avreste davanti a un rimprovero del capufficio. Sembra insomma che sentiate un irresistibile ansia di massacro (fino ad ora soltanto verbale). Calma.
Insomma, i protagonisti della storia possono aver sbagliato a volersi chiarire pubblicamente. E comunque non mi sembra che abbiano ammazzato nessuno o compromesso irreparabilmente i vostri interessi personali.
Non vi sono venuti a rubare a casa. Non vi hanno fottuto la fidanzata. Non vi hanno bruciato la macchina. Non hanno attentato alla democrazia. Non hanno leso un bene collettivo ma hanno fatto magari casino e sono contravvenuti a qualche regola di buona educazione.
Hanno messo in un blog (Lagioia) una cosa che dovevano risolvere per i fatti loro. Ma veramente questa cosa basta a scatenarvi? Cioè, voi veramente vi attaccate al primo paso falso di una persona per sentire sotto le dita una prurigine da lapidazione? Non importa verso chi, l’importante è che ci si possa schierare, si possano menare fendenti ecc. ecc.
La sindrome è la stessa dello stadio.
E POI, SE SI DOVEVANO CHIARIRE DA TEMPO, E HANNO TROVATO QUESTO BLOG PER FARLO, A COSTO DI ROMPERE LE SCATOLE A NOI, VUOL DIRE CHE QUESTO BLOG E’ SERVITO ALMENO A QUALCOSA. O NO?
forti ‘sti slam! cos’è, una specie di fantacalcio? è per questo che lagioia è incazzuso?
Ma la cosa che mi fa veramente incazzare però, scusate, dopo oltre 40 post, è che dell’iniziativa LODEVOLISSIMA di Scarpa non ne parla proprio nessuno!
Mi auguro solo che su listadellaspesa@yahoo.it stiano arrivando segnalazioni (io un’ideuzza ce l’avrei anche, devo solo trovare il tempo di mettermi sotto, ho una settimana di consegne che mi toglie il fiato…)
ciao, Gianni
Cari amici, sono un po’ avvilito.
Ringrazio tutti quelli che hanno speso una parola leale, persone con le quali avevo anche polemizzato in passato (Gino Tasca, per esempio), ma che si sono fatti vivi inaspettatamente e generosamente qui a dire come la pensavano e a mandarmi un pensiero di simpatia umana.
Dico due cose:
1. è triste lanciare un’iniziativa (come questa “lista della spesa”) che cerca di essere trasparente, che cerca di inventarsi un modo per superare qualsiasi logica di schieramento, di “amicizia” sospetta, e venire trascinati in un polverone di insinuazioni su comportamenti mafiosetti PROPRIO MENTRE si sta cercando di far decollare questa iniziativa pulita. E’ una coincidenza che dà da pensare. Gianni Biondillo ha giustamente notato come le accuse di Nicola Lagioia e le reazioni e commenti che ne sono seguiti abbiano rubato la scena all’iniziativa della “lista della spesa”. Poco male, cercherò di rilanciarla.
2. Probabilmente ho sbagliato a mandare affanculo Massimiliano Parente. Ho sbagliato dal punto di vista strategico, intendo, perché il suo modo di argomentare, e di insultare il mio lavoro, un vaffanculo se lo meritava tutto, e culturalmente lo sottoscrivo ancora. Ora Parente si riterrà autorizzato ad andare in giro a citare solo quella mia parola di tutto il mio discorso, fare la vittima, ripetere la litania che la cultura di destra non ha udienza, che anche quando cerca il dialogo non lo trova ma anzi è presa a male parole, ecc. E tutte le bravepersone che vengono qui a firmarsi con gli pseudonimi da Puffo si sentiranno autorizzate a continuare a moralizzare su toni, modi, urbanità, civiltà e darmi ipocrite lezioni di galateo al calduccio dei loro nickname. Mi assumo la responsabilità di questo errore strategico, ma lascio volentieri a chi ci trova gusto questo giochetto truccato, questo pungolare gli altri non per un vero confronto ma solo per cercare di ottenere passi “strategicamente” falsi.
Vi saluto e torno a scrivere cose belle.
La Letteratura Italiana che cambia in meglio(Portobello remix)
ma-ia-hii
ma-ia-huu
ma-ia-hoo
ma-ia-haa
RAGAZZI, Scarpa ha fatto l’indiano: ha fatto SPARIRE I MESSAGGI di ALDONOVE e di NICOLA LAGIOIA. Ma perché fa queste cose? Cosa gli dice (a volte) il cervello a quest’uomo?
aldo nove ironizza su qualsiasi cosa ma non su se stesso. (un po’ come scarpa). ma poi lui non si chiama antonello ciattanin? avrebbe dovuto rispondere come totò, in quello sketch di pasquale: e che mi importa a me. mica so’ aldonove io!
ps: SCARPA TIRA FUORI I COMMENTI CHE HAI FATTO SPARIRE!
Ha appena tolto pure lareplicadellareplicadellareplica di nicola la gioia!
MA CHE TI SEI IMPAZZITO, SCARPA? LA GIOIA E ALDONOVE, DITE QUALCOSA! QUESTA E’ CENSURA!
C’è qualcuno che si firma Aldo Nove e si spaccia per lui con toni inaccettabili, provocando Nicola Lagioia a risposte esasperate. E’ una strategia chiara: alla lunga mira a farci togliere la finestrella dei commenti, e a trasformare questo, da blog di discussione aperta quale è, a semplice sito dove si pubblicano cose senza feedback, senza commenti. Questo non è un immondezzaio. Ho tolto i commenti (l’ho fatto d’accordo con La Gioia e dopo aver innanzitutto verificato che NON erano stati scritti da Aldo Nove) per tutelare, in futuro, sempre, che questo spazio resti aperto e non venga risucchiato in un gorgo a causa di UN sabotatore. Non stracciatevi le vesti, e, per favore, non offendete. Non sono impazzito. Sono uno dei gestori del sito e mi prendo la responsabilità di gestirlo come ritengo più giusto fare, in trasparenza totale e senza nascondermi dietro un dito. Se non vi va come è gestito questo blog, vi invito a non frequentarlo (lo dico non tanto a Malatesta, ma a chiunque d’ora in poi verrà a fare la lezioncina sventolando il feticcio della censura).
Signor Scarpa, smetta per un attimo di scrivere cose belle, e risponda alla domanda di Don Juan. Perché cazzo ha tolto i commenti di NICOLA GIOIA e di ALDO NOVE?
Il comportamento di Tiziano Scarpa mi pare inappuntabile. Gestire un sito come questo, aperto a tutti i commenti non significa permettere a chiunque di venirci a postare insulti, nè a fare troller-provocazioni. Se il post non era di Aldo Nove, non vedo di che censura si possa parlare. Io non ho letto nulla, ma da quello che capisco non mi sono perso nulla. Parlare di censura mi pare «bizzarro», in questo caso
lello voce
P. S. Si tratta probabilmente dello stesso sabotatore che, all’indirizzo della “lista della spesa”, mi ha inviato un bel mega virus (del resto neutralizzato alla radice dal server di yahoo), firmandosi Baricco… O, se non è la stessa persona, si tratta comunque di qualcuno che per la censura, la democrazia, la discussione letteraria e politica e umana nutre preoccupazioni simili…
Mah. Io avevo l’indirizzo di Aldo Nove perché anni fa un editore mandò gli auguri di natale a me e altri centomila. Tra questi centomila c’era Aldo Nove. Mi ricordo che il suo indirizzo cominciava proprio con: “tarcisio”. Come con “tarcisio” cominciava quello di chi si è firmato aldo nove nei post su Nazione Indiana. Le cose sono due. 1) chi si è firmato Aldo Nove conosce bene Aldo Nove, forse è addirittura suo amico) 2) Aldo Nove si è accorto di aver fatto una figura di merda tirando fuori argomenti di merda (i laureandi, le bibliografie…), e ci ha ripensato.
Oppure: Scarpa si è messo di mezzo e ha detto: basta scrivere cazzate. Fate la lista della spesa, piuttosto.
boh.
povero tizianuccio… tutti gli danno addosso e fanno i moralisti e si nascondono dietro nickname da puffo… povero! e poi dice che parente va in giro a ripetere la litania del vaffanculo e fa la vittima… povero…
MAH!
saluti da puffo fabio (???).
Ecco, vedi, Malaparte, PERSINO TU avevi l’indirizzo di Aldo Nove, e per quale rapporto di amicizia mafiosa letteraria tra voi? Per aver ricevuto degli auguri di Natale da qualcun altro… Potresti essere stato tu a scrivere quel post e a metterci l’indirizzo di Aldo Nove, tanto per renderlo più plausibile. Mah
Ecco il cazzone di turno. Benvenuto Bonaparte. Fine criminologo che sei. I miei complimenti.
…in rete ci sono interessanti indizi dello strascico del caso Aldo Dieci… potresti averli raccolti… potresti aver messo insieme una storia verosimile… uno sfogo letterariamente raffinato… potresti aver dato in escandescenze… chissà, magari sei uno scrittore italiano invidioso di Aldo Nove… e invidioso pure di Nicola Lagioia, giovine astro e giovinastro emergente delle patrie lettere… magari certe cose le sai perche’ te le hanno dette altri scrittori, altri ‘amici’ di questi scrittori… magari sono cose che sai tu direttamente… magari sei tu l’amico’ di Aldo Nove che certe cose le sa… potresti aver soffiato sul fuoco per far uscire di testa Lagioia, con delle provocazioni bene assestate, sparate proprio dallo scrittore Aldo Nove che ce l’ha con lui per una vecchia storia che oggi torna fuori… con chi lo sa… chi sei, malaparte?… sei un infiltrato in guanti bianchi?… che ne sappiamo noi di chi sei tu, e se tutta questa cosa non l’hai messa in piedi tu? come mai sei qua a seguirla così da vicino, con tanta passione e sdegno? come mai seirimasto qui a sorvegliarla così da vicino, questa storia? sei fra i primi che hanno gridato allo scandalo per la censura… cosa ci facevi, sul luogo del delitto? tu e la tua controparte dongiovannesca… come mai qui a gironzolare attorno al corpo del reato assente?… mah. boh. beh. bu
Bravo, sposta l’attenzione su di me. Non so se sei più disonesto o paranoico o paraculo. Devo decidere. Ma lascio perdere. Versa pure una damigiana di veleno nel prossimo post, tanto non lo leggo.
Per Malaparte, l’indirizzo al quale si accedeva da uno dei commenti era “aldonove@hotmail.it” e non iniziava con “tarcisio” o robe simili.
Per Scarpa. Io non contesto come è gestita NI. A parte alcune incompresioni iniziali, più lo frequento e più mi ispira fiducia. Questo sistema dei collaboratori indipendenti, ognuno dei quali può postare all’insaputa e in piena autonomia dall’altro, – me ne convinco sempre di più – è un’ottima trovata. Alcuni incontri-scontri che ne nascono sono interessanti e, naturalmente, non potrebbero mai verificarsi in un altro contesto o con un altro sistema.
Quando ho scritto che Nicola Lagioia poneva una questione importante, non mi riferivo alla questione-Scarpa o alla questione-slam o alla questioneNI, ma alla questione già posta da Carla Benedetti dei “mediatori” culturali. E’ ovvio, dall’esempio di Genna, che certi sistemi di potere culturale sono destinati a riproporsi, anche sotto l’apparente etichetta di contropoteri e anche in luoghi inizialmente “puri” come internet. Il problema, per ora irrisorio, si porrà irrimediabilmente – ne sono certo – più avanti nel tempo. Che fare?
Per Massimiliano Parente. Ma perché continua a citare il mio “fili via”? L’ho censurato io stesso e le ho chiesto pubblicamente scusa “all’istante”, ho chiesto scusa a NI e ho spiegato che non dovevo farlo perché non facevo parte di NI e anche se non faccio parte di NI, ho chiesto scusa a Michele Rossi e mi sono auto-ricensurato, e lei cita ancora quella frase… Il suo vittimismo non ha limite! Perché non cita il mio democraticissimo “Massiliano Parente torni a discutere e far discutere”? Perché non cita le mie accuse fatte a suo carico, che io dicevo “più che condivisibili”, visto che almeno una – quella circa la battuta sulle traduzioni in tedesco di Scarpa – prima l’ha ipocritimanete smentita e, solo ora, l’ha dichiarata una battuta infelice – come io avevo sostenuto – e ne ha chiesto pubblicamente scusa a Tiziano? Non sarà che vuole ridurre, per sua convenienza com’è ovvio, tutte le pertinenti e ponderate quanto inascoltate o travisate spiegazioni di Scarpa a quel “vaffanculo” finale? E così, le mie critiche e accuse, alcune delle quali – ripeto – più che condivisibili – a quello sciagurato e subito rinnegato e censurato “fili via”? Mio caro Parente, così è troppo facile…
“Quando un atto è compiuto, è quello; non si cangia più. Quando uno, comunque, abbia agito, anche senza che poi si senta e si ritrovi negli atti compiuti, ciò che ha fatto, resta: come una prigione per lui. Se avete preso moglie, o anche materialmente, se avete rubato e siete stato scoperto; se avete ucciso come spire e tentacoli vi avviluppano le conseguenze delle vostre azioni; e vi grava sopra, attorno, come un’aria densa, irrespirabile, la responsabilità che per quelle azioni e le conseguenze di esse, non volute o non previste, vi siete assunta. […]
Compiamo un atto. Crediamo in buona fede d’esser tutti in quell’atto. Ci accorgiamo purtroppo che non è così, e che l’atto è invece sempre e solamente dell’uno dei tanti che siamo o che possiamo essere, quando, per un caso sciaguratissimo, all’improvviso vi restiamo come agganciati e sospesi: ci accorgiamo, voglio dire, di non essere tutti in quell’atto, e che dunque un atroce ingiustizia sarebbe giudicarci da quello solo, tenerci agganciaci e sospesi ad esso, alla gogna, per un’intera esistenza, come se questa fosse tutta assommata in un atto solo.”
Pirandello, “Uno, nessuno e centomila”
Errata corrige: “ipocriticamente” e non “ipocritimanete”, com’è ovvio… Ma già sono sicuro che qualcuno, con la storia del lapsus, parlerà di “ipocretinamente”…
carissimi puffini di nazioneindianailblog (il bello del blog è proprio che si degenera e degenerando rigenera e se ne va dove cazzo vuole lui, e poi chi se ne pò fregà di meno se io ad esempio dico che mi è piaciuto e perché mi è piaciuto il primo racconto dell’antologia del maialone, quello del giovane cognetti, e poi anche quello di aloia ma un po’ meno sempre dal maialone, e poi che l’ultimo 9, quello della balena morta, è una delle pochissime cose che valga la pena di leggere, quanto meno dai tempi di amore mio infinito?) insomma, sì, temo di essere il notaio precedentemente citato, io che l’avevo detto a lello che il notaio proprio non lo dovevo fà perché coi conti non è che si so così tanto fare (ma poi non notaio solamente ma avevo fatto la selezione per quel poetryslam di romapoesia, autunno 2001, nonché per quello precedente e per quello successivo… e dunque sono il maggior responsabile pure del triangolo fatale voce-scarpa-lagioia). ma, caro tiziano, per quanto io per i conteggi non sia il massimo proprio, ricordo distintamente alla fine della tua lettura il cronometro segnare uno sproposito di sforamento, circa due minuti, dai tre minuti prescritti per ciascuna esecuzione (capitale); e che sapevi benissimo che ogni tot secondi si perdeva una buona percetuale di punti, e che perdendo punti di certo si assottigliano le probabilità di vincere: e la stessissima cosa capitò a christian raimo nell’occasione precedente, in cui lui perse anche per questo. — ora, tiziano, credendo di conoscerti, avevo letto in questo un atto superno di magnanimità & sprezzatura, una figata dandy o cose così, e tutto sommato ti avevo apprezzato anche per questo, anche perché avevi raccolto la tua dose di ovazione: e aventi stravinto perdendo, quando, vincendo, avresti vinto e basta. è per questo e altro che il tuo (tuo!!) conteggio mi colpisce e lascia basito. (ma non sarà che hai sballato tu, e non il notaio, che è più sballato dello slammaster? prova a contare di nuovo, la cassetta dovrebbe esserci ancora). anche quanto alle rimostranze di nicola lagioia, credo di essere io un’origine dell’inguacchio: quando, per giustificargli l’esclusione da quella manifestazione (il primo slam romano non organizzato da me, fra l’altro: e quindi io lì veramente non c’entro un cazzo nemmeno come notaio dei miei stivali), gli parlai credo di un probabile imbarazzo, da parte degli organizzatori di romapoesia, nel profilarsi di una compresenza di aldo 9 con l’ex-clonazione “aldo 10” (che — parodia oppure no — si sicuro era per il 99 per cento una merdata di vendetta di castelvecchi l’editore abbandonato, e giusto in quanto tale suscitando il giusto sdegno da parte del 9-doc; cosa di cui, pur privo di me, quelli del comitato di romapoesia, lello compreso, non potevano essere all’oscuro). — tutto qui, giusto per dire BASTAAAAAAAA!!!! che ci siamo rotti. basta inciuci, facciamo-la-pace, basta capate tra fronti occidentali, & slam-dinner forever, viva la Balena, e anche il Maialone, e soprattutto, Jacopo (da Lentini), che è l’unico Notaro riconosciuto della poesia,
e tu tiz pure se la penalità ti toccava di brutto, tu quando se ti va, ti offro una bella cena, cor vino de li castelli, aa sera der derby, che tutta notte ce stamo a stornellà
tommaso ottonieri
L’indirizzo che ho letto io, ha ragione malaparte diceva “tacisio” non co cosa. L’ho letto perchè volevo appunto capire se aveva messo un indirizzo immondo tipo quello che mettiamo un po’ tutti qui, o se era un indirizzo plausibile. Volevo capire insomma se era Aldo Nove o un apocrifo. Dai, Bonaparte, fai le tue congetture. Forse sono stato io vero? Perché vado a leggere gli indirizzi?
Anche io ho letto l’indirizzo per gli stessi motivi e diceva chiaramente – l’ho saprò bene, visto che l’ho annotato – aldonove@hotmail.it.
Naturalmente, il gesto censorio di Scarpa, finalizzato a preservare la casella dei commenti, è paradossalmente “democraticissimo”. Avete visto il blog di Cotroneo sull’Espresso? Perché credete che abbia chiuso? Scarpa, si vede, frequenta il web e certe cose sa come vanno a finire…
Altra errata corrige: “lo saprò bene” (che è diventanto l’ho saprò bene per attrazione con la frase successiva…)
Erano due, cristo. Uno era hotmail e l’altro tarcisio. Perché cavolo dovrei inventare una cosa del genere? Se scarpa ha tenuto i post con gli indirizzi, controlli e riferisca. Basta. Fine.
altro lapsus sospetto. “l’ho” saprò. invece che “lo” saprò. o notiamo tutto o non notiamo niente.
Faccio un’osservazione di passaggio.
Tommaso Ottonieri scrive: “anche quanto alle rimostranze di nicola lagioia, credo di essere io un’origine dell’inguacchio: quando, per giustificargli l’esclusione da quella manifestazione (il primo slam romano non organizzato da me, fra l’altro: e quindi io lì veramente non c’entro un cazzo nemmeno come notaio dei miei stivali), gli parlai credo di un probabile imbarazzo, da parte degli organizzatori di romapoesia, nel profilarsi di una compresenza di aldo 9 con l’ex-clonazione “aldo 10”
Mi sembra che questo ribalti un po’ la situazione. Ora sono Tiziano Scarpa e Lello Voce a dovere delle pur timide scuse a Lagioiaia…
[no non credo che nessuno debba delle scuse a nessuno, tantomeno a ‘sto punto; è che — se era vera quella mia ipotesi, ma io ero fuori dal comitato e davvero potrei sbagliarmi — è stato un po’ maldestro pubblicizzare quel poetryslam come confronto tra i vincitori dei precedenti slam romani… o cose simili, che nemmeno ricordo. ma adesso, davvero, perché non dedicarci a questioni più sostanziali? come ad esempio, capire chi siamo, dove andiamo, se dobbiamo pensare che la letteratura sia viva o “necessaria” o se invece quello che dovremo sfogliare d’ora in avanti è unicamente wolverine, panorama, analsex, il carabiniere…]
Allora, direi basta con le scuse e le recriminazioni. Peace, brothers…
Ci siamo chiariti. Continuiamo a far funzionare questo blog come un luogo di discussione letteraria. Vi abbraccio tutti. E per quelli che non vogliono gli abbracci e che sono a Roma, veniteci a tirare i pomodori, questa sera, al Teatro Argentina. Facciamo il reading dell’antologia.
un abbraccio
Nicola Lagioia
E perché mai Lello Voce e Tiziano Scarpa dovrebbero scusarsi per un’ipotesi assurda e diffamante formulata da Ottonieri? Che colpa ne hanno Voce e Scarpa se Ottonieri va in giro a dire puttanate? Che sono pure insinuazioni che li mettono in cattiva luce!
Follia. Mi chiama Tiziano Scarpa e mi dice che ci sono due interventi “strani” firmati con il mio nome. Vado su Nazione indiana. Li leggo. Concordo nella sostanza ma non nella forma. E comunque non sono miei. Chiamo Tiziano e concordiamo di toglierli. Anche perchè sarebbe corretto che uno si firmasse con il nome suo. E ovviamente togliamo anche la replica di Lagioia, che non ha più senso replicando a un intervento falso e torto. Il seguito mi sembra ancora più delirante. Possibile non si riesca ad andare oltre il pettegolezzo, il veleno personale? Da parte mia, posso solo dire che dal libro di Nicola Lagioia sono stato effettivamente danneggiato. Nel sistema bibliotecario italiano “Aldo Dieci” è nell’elenco delle opere di “Aldo Nove”, con problemi non irrileventi per me e i miei lettori. Questo lo diceva già chi nelle lettere si spacciava per me.E che forse conosco. E con il quale probabilmente ho parlato. Ho dichiarato più volte i problemi avuti con la dubbia operazione “Aldo Dieci”. Forse è stato sufficiente trovare quel materiale su Internet e mettere su qualcosa, firmarla con il mio nome e via. Forse era un mio amico impazzito. O forse un mio nemico. O un nemico di Nicola Lagioia. Non credo che Nicola Lagioia abbia nemici. Non mi risulta essere un nome rilevante né una persona interessante, se per trovare spazio deve scrivere nei commenti di una proposta di Scarpa un sacco di cose che riguardano solo lui, e che sono false. Insomma mi tiro fuori da questa bruttura. Saluti a tutti
A ROSICONEEEEEEE….
ottonieri-non-può-dire-puttanate, almeno al merito di quella cosa là. ottonieri-è-uno-che-sa (e che sa misurare il tempo, se è per questo: visto che la metrica la conosce). perché-ottonieri-avrebbe-dovuto-diffamare-i-suoi-migliori-amici? la puttanata (cioè, la leggerezza) è stata dire che quello era lo slam dei vincitori: lagioia aveva vinto, e allora perché lagioia non c’era? questo di passaggio evidentemente non si ferma nemmeno a leggere (o forse è un amico, o forse è un falsoamico, cazzi suoi). l’unica spiegazione plausibile, era quella, credo che chiunque l’avrebbe pensato (considerato che aldo 9 era l’ospite d’onore, e che tutti noi, suoi amici, sapevamo quanto se la fosse presa per quella storia castelvecchi). se uno è di passaggio, perché spuffa puttanate come uno stantuffo? o invece, perché non ci spiega lui tutto, visto che la cosa lo appassina così tanto a ‘sto psicopatico? — eppure, è fatale che i blog siano intasati da psyco che passano. divertitevi, e lasciateli divertire.
Franco di Vella, A ‘NVIDIOSONEEEEEE….
Franco Di Vella, A FRUSTRATONEEEEE….
appunto, ott!
lasciali divertire!
perché rispondi agli psycho?
il mattino ha l’oro in bocca il mattino ha l’oro in bocca il mattino ha l’oro in bocca il mattino ha l’oro in bocca il mattino ha l’oro in boccaaaaaaaaaaaaaarrrrrrggggghhhhh!
Ora, dopo questa precisazione di Aldo Nove vero (o sempre finto?), vado a spararmi un colpo nella tempia destra, come nel finale dei “Pesci banana.”
ps: Malatesta, hai visto che c’era tarcisio nell’indirizzo?
sìììì, nov_diec, siamo i puffini: e su le mute ondate, pende un vociare, per la calma, fioco, pieno d’oziose e tremule risate. siamo gli alligalli, attaccati alle palle, di giganti che strillano da sballo: e pioggia d’oro sprizza come lacca, tra’l fievole sciacquìo della risacca, dondolando sul mar liscio di cacca
tutto ciò è buffo
UTIMA PRECISAZIONE POI STOP –
Quello slam era il primo internazionale che si teneva a Roma e il secondo in Italia (dopo BigTorino)quindi non so se qualcuno lo bbia pubblicizzato come «come confronto tra i vincitori dei precedenti slam romani… » ma era matto! Non c’era neanche Sara Ventroni, eppure aveva vinto il primo slam romano! La smettiamo di dire castronate! Ho già pregato tutti di tenere fuori lo slam da questa storia! L’ospite era Mark kelly smith e gli italiani li ho selezionati io (1200esima vlta che lo dico) indipendentemente da qualsiasi regola o comitato, come anche Ottonieri ha avuto la cortesia di precisare.
Non capisco, davvero non capisco, quest’ostinazione a tirare dentro lo slam internazioale di Roma in faccende che sono ad esso totalmente estranee.
roba da pazzi!
non ho parole a parte: “non ho parole a parte”.
ok avrò confuso qualche dato e lello c’ha raggione pure lui (e ci mancherebbe!), e però, questi sono i dati (puntualmente importati dagli amici di sparajurij nel loro sito bellissimo, e precisamente su questa pagina: http://www.sparajurij.com/tapes/azioni/romapoesia.htm):
ROMAPOESIA 2002
Stazione Termini – Sabato 12 ottobre 2002
NUOVA POESIA ITALIANA E NUOVA POESIA EUROPEA + INTERNATIONAL POETRY SLAM
[…]
PRIMA PARTE: Nuova Poesia italiana e nuova poesia europea
In contemporanea con l’uscita nelle edicole e in libreria della antologia della nuova poesia italiana, a cura di Aldo Nove e Lello Voce, prodotta dal mensile KULT, romapoesia propone le letture e le performance di dieci tra i più noti e i più bravi nuovi poeti italiani, con l’intenzione di dimostrare definitivamente il valore e l’efficacia delle nuove esperienze in versi che si producono in Italia. Insieme ai dieci autori italiani (Tiziano Scarpa, Stefano Raspini, Filippo Timi, Giuliano Mesa, Sara Ventroni, Collettivo SparaJurij, Gabriele Frasca, Aldo Nove, Giovanna Marmo, Paolo Gentiluomo) saranno presentati al pubblico italiano sette nuovi autori europei: Francesca Beard (Inghilterra), Kirill Medvedev (Russia), Volker Pieringer (Austria), Timo Brunke (Germania), Suzanne Zahnd (Svizzera), Pilote Le Hot (Francia), Eduard Escoffet (Spagna).
SECONDA PARTE: International Poetry Slam
Tre degli autori italiani presenti nella rassegna (il campione italiano di Poetry Slam Stefano Raspini e il campione romano Christian Raimo, insieme col noto poeta e romanziere Tiziano Scarpa) e gli autori stranieri daranno poi vita a un ricchissimo Poetry Slam Internazionale.
Special guests:
Marc Kelly Smith (fondatore del Poetry Slam)
Raiz (cantante degli Almamegretta)
Slammers: Francesca Beard (Inghilterra), Kirill Medvedev (Russia), Volker Pieringer (Austria), Timo Brunke (Germania), Suzanne Zahnd (Svizzera), Pilote Le Hot (Francia), Eduard Escoffet (Spagna), Tiziano Scarpa, Stefano Raspini, Christian Raimo.
da cui si evince, che
[il casino e trambusto e puttanaio insomma credo sia derivato dal fatto che raimo allo slam era finito alle spalle di lagioia, e dunque il “campione romano” (almeno quello dell’ultima edizione) era lagioia appunto]
vabbuò, basta, chissenefrega, vepregooooo…………………………………………………………………………………………………..
[post=stop]
(comunque sia, viva lo slam. andateci, oppure fatevelo da voi, è bellissimo)
è buffo tanto buffo che il puffo Seymour, il puffo Malaparte e il puffo Don Giovanni si siano messi a fare i detective dell’identità di Aldo Nove e dei suoi post spariti e dei suoi indirizzi di posta, loro che non si firmano mai se non con uno pseudonimo e mettono sempre indirizzi falsi! i puffi sono veramente buffi! allora quando l’identità è quella degli altri vi interessa! puffi! buffi! w i puffi buffi!
sì, è buffo, tremendamente buffo. anzi, direi, sospetto. tremendamente sospetto. sei sulla buona strada, sulla buonissima strada. si vede che fai lo scrittore. ti giuro che si vede.
Insisto: non curo la ‘comunicazione’ di romapoesia, quell’anno la faceva tale Quattrini, se non mi sbaglio. Controllavo invece i manifesti e le locandine, che – per fortuna- sono riprodotti allo stesso indirizzo postato da Ott (che penso sia Ottonieri). Bene andate e vedete se su quel manifesto si fa cenno a campioni o robe del genere. Io non ho dubbi che gli amici di sparajuri abbiano tirato fuori quanto mettono in Rete prima del manifesto da qualche cosa di ‘vero’ (comunicati stampa, o chissà che), lo stile è chiaramente ‘pubblicitario’ certo è che io ho invitato Raimo, Scarpa e Raspini per ragioni squisitamente artistiche. Non a caso sul manifesto non si faceva cenno a niente del genere. Chi ha vinto lo slam locale 2002 di Roma quell’anno il suo premio -unico e meritato premio, ma badate unico- (in danaro sonante) lo ha regolarmente ritirato e non mi pare che con Lagioia – con il quale mi sono complimentato a fine gara -io mi sia dato appuntamento per lo slam internazionale.Anche perchè a quella data io lo slam ‘internazionale’ non pensavo proprio di poterlo organizzare a Roma, per semplici e tiranne ragioni di budget. Non si sapeva con certezza nemmeno se si sarebbe fatto uno slam durante romapoesia. Mi rendo conto che – poichè la vincitrice del ‘romano’ dell’anno precedente (Sara Ventroni) era poi stata invitata al successivo ‘nazionale’ al teatro India – a qualcuno possa essere sembrato ‘naturale’ che ciò accadesse anche per Lagioia, ma in un contesto internazionale, in cui partecipava il meglio della poesia slam europea, io ho scelto ciò che secondo me era il meglio in Italia. Almeno dal punto di vista dello slam. Insisto anche (uffa!) sul fatto che in Italia non esiste nulla del genere dei campionati americani, tutto avviene liberamente, anche se con assoluta regolarità.
Quando poi la direzione artistica di ‘romapoesia’ ha deciso di stabilire un nesso ufficiale tra slam ‘locale’ e slam internazionale ha tenuto fede a quanto stabilito e lo ha scritto nei manifesti dello slam ‘libero’, lo ha messo cioè, in chiaro, a quanto mi consta da ‘prima’ che la gara avvenisse. Ciò è accaduto nell’ultima edizione, e il vincitore dello slam ‘libero’ ha regolarmente partecipato all’internazionale.
Credo che possa bastare. (per l’ennesima volta)
da queste parti si fuma pesante. E ad alcuni è venuto lo sballo triste (brutta storia).
G.
Gongolo con te, Puffo Buffo! I tuoi amichetti puffi che fanno gli investigatori sui nomi e gli indirizzi di posta degli altri e su chi sei tu scrittore o postatore o puffatore, sono proprio buffi! Viva i puffi buffi!
sì lello sono io, ahimé… tutto chiarito, dunque, casino-comunicazione (cioè comunicatostampa: in effetti, la parola “campione romano” – che christian, e me ne dolgo, non è stato finora – appariva e appare a chiare lettere). peccato per tutto questo polverone, che è stato assurdo sollevare; ma, d’altra parte, vedi, quanto ci muove, quanto grande è il Potere della Poesia.
frankiegoestohollywood
(òi, ma il motivo del blog non era un altro? ed era ed è cosa seria. solo che se va avanti cazzaro, chi avrà il coraggio di inserire commenti a quel merito, cioè dello stato della scrittura? eccheccazzo)
Sì, nano Gongolo, è stato un momento buffo, tanto buffo! fanno le pulci agli indirizzi di posta degli altri! loro che non si firmano mai! che non hanno mai avuto il coraggio di firmarsi e di mettere un indirizzo di posta! non me lo dimenticherò mai! è stato buffo, tanto ma tanto buffo!
W i puffi buffi!
checcevoifa’, ott! qui e’ pieno di puffi buffi! ci sono persone che firmano con il loro nome e son prese per il culo dai puffi buffi! siamo tutti puffi buffi.. e’ lo scopo di noi puffi buffi! far sembrare tutti gli altri puffi buffi come noi.. viva i puffi buffi!
Scarpa smettila. la perfomance è finita. Ok, hai fatto il puffo. Mo’ basta. Non è un gesto artistico come pensi tu. E’ una buffonata e basta.
tu invece don giovanni ti giuro che non si vede se sei uno scrittore o un puffatore perche’ sei un puffo buffo! viva i puffi buffi!
moody, un altro puffo che sa chi sono gli altri puffi ma non sa chi e’ se stesso perche’ viene qui solo con il nome da puffo! si firma da puffo buffo! Scarpa smettila di fare il puffo buffo Moody per aumentare i commenti di questo blog! sei solo un puffo buffo, Scarpa Moody! viva i puffi buffi!
ma qua’ puffobbuffi, cà simm tutt’ scicchegnacche rint’a’butteglia!!!!!!!!!
come gongolo, Puffo Buffo! Moody Scarpapuffo che pretende di toglierti la maschera, lui che si firma sempre moody e non vuol far sapere chi è! anche questo è stato un momento molto buffo, non trovi Puffo Buffo? Viva i puffi buffi!
si’, nano Gongolo, e’ stato un momento tanto buffo anche quello! ma adesso facciamo merenda con il nostro nuovo amichetto Puffo Punch, che sembra tanto simpatico. tutti e tre insieme cantiamo: viva i puffi buffi!
scusate amici, ma ai puffi buffi che gliene importa se voi li prendete in giro? tanto non si firmano mai! non si sa chi sono! loro vengono qui a dare i gradassi smargiassi con i nomi da puffi buffi, che gliene importa a loro? sono puffi buffi!
ma noi non li prendiamo in giro! siamo anche noi puffi buffi come loro! siamo tutti tutti puffi buffi! anche tu! vieni a fare merenda con noi, tìppete! e canta insieme a noi: viva i puffi buffi!
Scusami Scarpa mi era sfuggita questa cosa: io, con atteggiamento vittimistico, nel caso in cui eccetera eccetera, ripeterei la litania che “la cultura di destra non ha udienza” essendo io “la cultura di destra”? Solo per sapere cosa intendi, almeno capisco, se il sottoscritto rappresenta per te “cultura di destra”, anche la tua di cultura.
M.P.
silenzio, amici puffi! e’ arrivata una Persona Nomecognome! che spavento! scappiamo! e’ finita la merendina! non possiamo piu’ cantare la nostra canzoncina! ricomincia la solita solfa! dobbiamo lasciare spazio agli altri puffi buffi di sempre che fanno i gradassi smargiassi con le Persone Nomecognome.. canticchiamo sottovoce: evvivina i puffini buffini! arrivedercino, puffini buffini!
Gesù, voglio conoscere il vostro pusher!
G.
Che bell’asilo mariuccia… se fate i bravi oltre alla merenda vi offro anche la birra a tutti voi puffi buffi!
Oh Gianni, che abbiano letto Per cosa si uccide?
è vero!
è tutto vero!
noi abbiamo un sito bellissimo!
http://www.sparajurij.com
il resto non è la gioia
ma noia noia noia.
poi aldo dieci avrà un karma di merda per vite eterne a perdere in futuro. ma non si paga prima di morire. in vita corrente, anche se si è stati slam concorrenti, sarebbe sufficiente non ammorbarci più.
comprate la balena morta più grande della lombardia e così sia.
sparajurij
Spuffando a destra e a scarpa, Parente ha ragione di incazzarsi: ma come? Prima tutta la menata della ‘argomentazione scorrette e cavillose’ che si meritano un franco e ‘antistrategico’ vaffanculo (chi è che tenta di fare bella figura sempre e comunque, qui? chi è che fa retorica e cattiva dialettica?), e poi si riduce tutto all’identificazione Massimo Parente=Domenicale=cultura di destra=vittimismo. Bé, chi l’avrebbe mai detto all’inizio di tutta questa vicenda, che mi sarei trovato a postare un messaggio di solidarietà a Parente! Viva Parente! (e non sono lui né suo cuggino)
sono d’accordo con nonsonosuocugino. in pieno. e poi, e che cavolo, poteva essere l’inizio di un interessante dibattito-dialogo e guarda com’è andata a finire. inviterei scarpa e parente a riprendere il dibattito dall’inizio, in maniera stimolante e civile. Solidarietà a Parente che è venuto qui dentro seppur con provocazione, ma con intelligenza. Eddai aspettiamo un nuovo vivace dibattito.
mi ha detto mio cuggino, che parente stava o sta in una casa editrice di ultrasinistra, come ci è finito in un giornale di destra? e poi, mi ha chiesto mio cuggino, che cosa c’entra parente con melissa pì? (forse che mi ha detto mio cuggino che ha scritto un libro pure lui un poco zozzone?)
parente lavorava a deriveapprodi. è un infiltrato. un entrista. un comunista mascherato. prepara la rivoluzione domenicale in via senato. è parente di massimiliano parente.
Fu lui, Parente, qualche anno fa, a riportare clandestinamente Scalzone in Italia. A casa di Mughini. Al Domenicale, ogni domenica, riempie clandestinamente la redazione di cimici-spia. Alla sinistra di Bertinotti. Alla destra di Rauti. Evviva la rivoluzione.
Tanto per ritornare alla pro-post iniziale, inondata da 110 commenti quasi mai pertinenti, proporrei all’estensore la seguente operazione inversa:
caro Tiziano, dammi il nome di qualcuno e un motivo per intervistarlo e le domande gliele faccio direttamente io. Che ne dici?
Senza presunzione, saluti, paolo
Caro Paolo Izzo,
grazie del messaggio e della proposta.
Temo di non averla capita, o di essermi spiegato male io.
Cerco di essere più chiaro.
1. Se io desidero intervistare qualcuno e pubblicare l’intervista si Nazione Indiana, non ho bisogno della tua collaborazione: te lo dico senza spocchia, eh! Anzi: ti ringrazio di cuore della disponibilità, ma sono cose che posso fare da solo (le faccio già: cfr. la recente intervista a Giuliana Olivero).
2. Se non sei motivato tu a intervistare qualcuno, non vedo come potrei motivarti io, né perché.
3. Nazione Indiana, attraverso la mia persona, offre uno spazio e una collaborazione ai visitatori di questo sito. Se volete segnalare un’opera che vi sembra veramente di valore apparsa dal 1 gennaio del 2000 a oggi, noi vi offriamo uno spazio in pagina di apertura del sito, pubblicando la vostra segnalazione. Se la proposta vi interessa, benissimo, altrimenti, amici come prima.
4. Se volete accompagnare questa segnalazione con delle domande all’autore, autrice, ecc. di questa “cosa” (libro opera d’arte film ecc.), io personalmente vi offro la mia collaborazione a trovare un contatto con l’autore/autrice ecc. e inoltrare le VOSTRE domande, per poi pubblicare l’intervista sulla pagina di apertura di Nazione Indiana.
E’ un po’ più chiaro, adesso?
Trovi che ci sia qualcosa che non torna?
Dimmi se mi sono spiegato male.
Un caro saluto.
Caro Tiziano, la mia era ovviamente una boutade provocatoria e non un fraintendimento delle tue parole. La tua iniziativa è molto allettante, ma vorrei proporti una paio di elementi in risposta alla tua… risposta.
Rispetto al punto 1, la faccenda vale per tutti: anch’io o Pinco Pallino o Sempronio non abbiamo bisogno di nessun altro per fare le interviste (sempre che abbiamo un posto dove pubblicarle). Il punto 2 non è un punto, almeno non il mio. Con il 3 sono d’accordo e ho già detto che mi pare una bella iniziativa. Il 4 pone la vera questione: ma un’intervista si può fare per iscritto? O non è forse il frutto di una conversazione, di un “rapporto” nato dalla conversazione tra due esseri umani? Ti assicuro, non lo so nemmeno io: la mia non vuole essere l’ennesima provocazione. Prendila come un dibattito possibile. Anch’io ho fatto delle interviste scritte, ma nascevano sempre da un rapporto precedente all’intervista stessa, fatto di scambi di idee, di lettere, di discussioni anche accese… Il mio dubbio è se uno risponderebbe alle domande di uno sconosciuto (anche qualora lo sconosciuto fosse “raccomandato” da Nazione indiana). E la mia provocazione è nel fatto che, volendo, “chiunque” è… intervistabile! Per questo dicevo: “Dammi un nome e in qualche modo ci arrivo”. Il “motivo” cui accennavo non ha a che vedere, invece, con una mia demotivazione: era, nelle mie intenzioni, un sinonimo di “pretesto”. Un pretesto è per esempio questo nostro scambio: magari mi concedi un’intervista, prima o poi!
Cari saluti a te e a tutta la Nazione, Paolo Izzo
Caro Paolo,
forse un’intervista per iscritto non sarà la stessa cosa. Ma un’intervista a voce (fissare un appuntamento; registrate; sbobinare; scegliere le risposte più intense; montare il tutto ecc.) necessita di uno o due giorni di tempo. Io uno o due giornbi da dedicare di media a un’intervista non li ho. Tu sì?
Offro la mia disponibilità per vari motivi:
1. rendere più semplice il vostro compito, invogliare a partecipare a questa iniziativa anche quelle persone che non hanno tempo di cercare il contatto con chi desiderano intervistare ma avrebbero comunque delle domande da farfgli ecc. ecc.
2. Fare in un certo senso, e nei limiti del possibile, da garante con i lettori di Nazione Indiana e con tutti i coinvolti in questa iniziativa: garantire che chi mi manda le domande esista, che le risposte provengano veramente dall’intervistato e non siano inventate, ecc.
3. Ripeto: non è obbligatorio partecipare, questo è ovvio. Se interessa, bene, se no amici come prima.
4. In generale, in maniera molto amichevole, ti suggerirei di vedere nelle cose quello che c’è, non quello che manca. Non nelle mie, eh! Nelle mie cose fai benissimo a indicare i difetti e non i pregi.
5. Insomma, con questa iniziativa della “lista della spesa” ho offerto a te e ai lettori di Nazione Indiana il classico bicchiere mezzo pieno (o mezzo vuoto), è vero. Ma affinché lo riempiate per intero voi. Se vi va.
il senso di fondo dell’iniziativa -mi scuserà scarpa se mi faccio interprete del suo pensiero -è quella di mettere assieme una risposta collettiva alla sparata di luperini sul “nulla prodottosi in italia negli ultimi anni”. Sparata di luperini e pernicioso “senso comune” -mi sembra -molto diffuso; tanto più pericoloso e fastidioso per quella forma da profezia che si autoavvera che la caraterizza.
Che poi l’intervista scritta venga bene o male mi sembra secondario! Questo periodo della mia vita assomiglia più a un maelstrom caotico che a qualcosa di strutturato e il tempo di mettermi a ragionare su alcune domande intelligenti, purtroppo perchè l’idea mi sembra decisiva, proprio non ce l’ho. Però il tempo di fare un nome, uno qualsiasi, delle cose interessanti prodotte negli ultimi anni ce l’ho: ecco, tolti gli indiani della nazione, un nome che non è stato fatto, o fatto poco -nelle liste della spesa, nelle polemiche, e tutto il casino di puffi -è quello di Tommaso Pincio.
T.P. è “qualcosa che è avvenuto” nella letteratura italiana! Io lo butto lì, poi dato che NI è quasi una comunità viva e vitale gli altri partecipanti di queste finestrelle dei commenti potrebbero buttare ciascuno un altro nome, oppure delle direttamente delle domande che poi potremmo mettere insie e girare a Scarpa.Non so quale risonanza abbia avuto questo sasso lanciato da Scarpa ma capisco che magari non in tanti hanno tempo e voglia da spenderci (io per primo, rammaricandomene dato che invidio e ammiro questa capacità di spendersi e darsi di molti di voi), però anche limitandosi a contributi minimi, molecolari, il senso del “La lista della spesa” rimane vivo!
Caro Guido Angeli,
il tuo ragionamento apparentemente fila, ma non lo condivido.
A prima vista non ci sarebbe nulla di male nel buttare là qualche nome nella finestra dei commenti, e magari anche qualche domandina da fare agli autori.
Perché no? In fin dei conti siamo tutti impegnati in altre cose (io compreso), in altri maelstrom, come dici tu.
Ma c’è una cosa che non torna.
Te la spiego con un esempio.
Proprio oggi ho scritto a un visitatore intervenuto a questa discussione, che si diceva talmente impegnato dalla vita da non trovare assolutamente tempo per scrivere la segnalazione e pensare a tre domande: lo pregavo di fare uno sforzo, se poteva, di inviarmi comunque una decina di righe per la “lista della spesa”, e magari di pensare anche alle domande da inoltrare all’autore. Che cosa costa, a uno che ha letto e apprezzato TANTO un libro (o visto un film) ecc., darne una sobria segnalazione in dieci righe, informandoci sul contenuto di quel libro ecc. Quanto tempo può impegnarlo, pensare e scrivere tre domande? Quanto ci vuole? Facciamo dieci minuti in tutto?
Bene, ho inviato la mail.
La risposta non si è fatta attendere. E’ stata praticamente immediata. Proveniva dal Mail Delivery Service. Mi avvertiva che l’indirizzo di quel lettore era inesistente.
Sicuramente il lettore ha sbagliato a trascriverlo.
Oppure, in questa finestra dei commenti, lascia un indirizzo verosimile ma inesistente, perché non gradisce dare in pasto a tutti il suo indirizzo di posta elettronica. In questo caso, gli rinnovo il mio invito a impegnarsi per dieci minuti scrivendo dfieci righe e tre domande, e a scrivere all’indirizzo listadellaspesa@yahoo.it
L’ho aperto apposta per tutelare le caselle di posta e la privacy di tutti.
Se però quel lettore ha messo un indirizzo di posta falso, perché non vuole comparire nella “lista della spesa” con il suo nome e cognome, allora i conti non tornano.
Se i lettori che vogliono segnalare le opere importanti di questi ultimi anni non sono NEMMENO disposti a supportare questa segnalazione con il gesto simbolico (reale) di firmare con il proprio nome e cognome, questa segnalazione perde di senso, di forza.
Segnalare “Tommaso Pincio” (o chiunque altro) senza nemmeno metterci il proprio nome, la propria faccia, con la scusa che non si ha tempo, che tanto è lo stesso, che ‘perché tante storie, c’è la finestra dei commenti, no?’, è fare un danno a Tommaso Pincio (o a chiunque altro). E’ svuotare di forza e di significato quel gesto che segnala un valore.
Mi spiace, ma non sono diposto a farmi segnalare opere di valore da chi si firma Puffo Buffo o Tìppete, o da chi si firma che, so, Gregorio De Luca o Franco Foggiani inventandosi il primo nome e cognome che gli passa per la testa (come ho appena fatto io per questi due esempi) e spacciandolo per vero, senza darmi la possibilità di un minimo di riscontro, e senza dimostrare fattivamente di essere disposto a sostenere con la propria identità una scelta culturale.
Non è serio verso gli autori coinvolti (gli autori segnalati) e verso i lettori del sito.
Un caro saluto