Art. inedito Manifesto Comunista Dandy

di
Francesco Forlani
furlanbassa.jpg

foto di Pier Fantin

Art. 33 Il bambino comunista dandy

Al piccolo Marcello che con un sogno fece vincere il Ghepardo nella corsa contro il Vento.
effeffe

Il bambino comunista dandy non scassa la minchia ovvero pur essendo un bambino vivace, sa quando è il momento di smetterla, cosa che tanti adulti non sanno o fingono di non sapere, il che è lo stesso. Il bambino comunista dandy a differenza degli altri non Martellerà il suo entourage domestico di perché (E perché il PCI ha cambiato nome? Perché abbiamo perso la guerra di Spagna? Perché gli aerei volano basso e i treni non volano?) ma lo Falcerà di come (Com’ è possibile! Ma come!) e dunque possiamo dire che la sua indole è più esclamativa che interrogativa. Altra caratteristica del BCD è che quando gli si dice “quando sarai grande” lui si tocca le palle (piccole ma operative).

Il bambino comunista dandy sa del resto, perfettamente, che il più delle volte il problema bambino – bambino = problema – in realtà è una questione tutta tra adulti, problematica a cui per lo più si pensa di portare una soluzione proprio attraverso il ricorso al bambino.

Si pensi al caso più emblematico di tutti, ovvero all’affidamento al nascituro delle sorti di un amore giunto al capolinea o di quello fermo alla linea di partenza e che lì resterebbe se non avvenisse il fattaccio, il guaio, l’incidente, lo scandalo. Il bambino comunista dandy , nonostante tutto questo, è sempre e comunque il frutto di un amore, il che significa frutto dell’amore per le ragioni esposte nell’articolo tre di codesto manifesto.

Il bambino comunista dandy nasce a sette mesi o a nove, raramente a otto e se a turbarlo di più sarà il pizzicotto laceraguancia della zia e il cucchiaio ficcato in bocca dallo zio dottore vecchia maniera, ciò non significa che non ami i suoi zii, anzi.

Per riconoscere un bambino comunista dandy da ogni altro basterà capire a chi vada, giustamente la sua preferenza. Se tra Zio Mimmo, primario e armato di cucchiaio, lo zio imprenditore portatore sano di cuginetti sempre al passo coi tempi e con le mode, aggiungiamo noi, e zio Renato e zio Enrico rispettivamente compositore di canzoni d’amore napoletane e l’altro inventore di macchine in grado di riprodurre il moto perpetuo, sarà proprio a questi due che dedicherà la sua maggiore attenzione.

Questo al di là ovviamente di ogni “interesse” pratico liberal capitalista, dal momento che saranno soprattutto gli altri a elargire mance consistenti; eppure il bambino comunista dandy, preferirà sin dal principio un sacro debito ad un immorale dono. E nei limiti del possibile cercherà di realizzare il timore massimo, la massima profezia contenuta nel diktat materno, se lo zio proviene dalla parte del marito, o paterno in caso contrario, riassumibile nella formula; “mi raccomando non fare come zio Renato”.

Il bambino comunista dandy si differenzia dagli altri per quell’aria da che cazzo ci faccio qui, laddove gli altri esprimono dal principio della loro esistenza lo stesso disagio formulandolo con la frase, indirizzata ai genitori: ma perché mi avete messo al mondo?
Il bambino comunista dandy cosciente del fatto di essere il frutto dell’amore, non potrà mai arrivare a pensare una cosa del genere ed è per questo che non si recherà mai da uno psicanalista.
Vd articolo riportato su un blog confratello:

http://lavocedinarciso.splinder.com/post/12917767/Il+Comunista+Dandy+e+la+Psicoa

Il bambino comunista dandy non urla, piange, non divora, ha fame, non pete, scorreggia e soprattutto rutta invece di fare il ruttino. Altro segno diciamo fisico del bambino comunista dandy è nell’avere una reazione e il suo quasi anagramma allorché una donna , una qualsivoglia purché ben intenzionata, madre, zia , sorella più grande, amica delle sorelle più grandi, lo tocca, inavvertitamente, in spiaggia, o necessariamente quando si tratterà di cambiarlo. E allora tra i pannolini e i bottiglioni di talco si ergerà la piccola bandiera che governerà il naviglio per tutto il resto della vita, alla ricerca come sarà di un porto insicuro o di solcare mari che abbiano almeno lo stesso sale e vento della vita di uno zio mitico, Renato o Enrico, a seconda dei casi.

37 COMMENTS

  1. Articolo delizioso! Rimpiango non aver bambino.
    la bambina comunista ama i gatti, la luna, la scrittura, la terra, il mare.
    La bambina comunista ama spiare la notte, danzare.
    la bambina comunista è selvaggia, traversa la città, la foresta, incendia, sfida ragazzi.
    La bambina comunista ama la natura, non ama la scuola, la scuola noiosa, non ama les mathématiques, racconta storie strane, sguarda il cielo, ama la libertà, dice “NO”, sogna un bambino che abita in un paese stranero, un bambino che è gentile, che ama la libertà, incendia la bandiera, sogna la luna, cosi.

  2. Che due palle gigantesche…
    Milioni di pagine e parole per nulla, senza nulla, piene di nulla. Che gente nojosa e triste, carica di problemi, con un protagonismo frustrato dal fato di anonimato. E trovano anche chi gli risponde.

  3. se mi autorizzi inserirò l’adjustement sulla bambina comunista dandy, nella pubblicazione dei corollari del Manifesto. Sempre con l’amat editor Gians Semerano (ed. Camera Verde)
    effeffe

  4. I comunisti dandy e la censura

    Ma perchè censurare qualcuno se l’idiozia (non la bêtise ) si censura da sola? Clikkandoci sopra. In più la censura della non censura ti offre anche la possibilità di non dedicare, energia, attenzione, al nemico. E’ una pratica immobile, pigra, quasi rilassante. E comunque sia sarà sempre e comunque un problema loro. Del nemico, voglio dire.
    effeffe

  5. come titolerebbe un redivivo gramsci, magari in tunica dandy o clownwesca come il billy pilgrim di vonnegut…: “forlani rivoluzionario?”.

  6. porti insicuri e bacini poco mossi
    effeffe
    ps
    nota al commento 2
    – Che gente nojosa e triste, carica di problemi, con un protagonismo frustrato dal fato di anonimato- scrisse l’ACD (anticomunistadandy)
    – Uscire dall’anonimato- aggiunse l’alcolista
    – Ma Dio secondo voi è astemio?
    effeffe

  7. IL manifesto della bambina comunista

    1 Eroine

    La bambina comunista ammira e non ammira principessa, ma preferisce pirata dai capelli nerri, la bambina legge il diario di Anne Franck, pensa all’amica prigionera che scrive, pensa a tutte le bambine ferite che si svegliano nel castello di ghiaccio.

    2 Lingua madre o sorella

    La bambina comunista impara lingue diverse, scopre civiltà del futuro e del passato, inventa città Babel, sans papiers, con vegetazione crescente, ponti di fiori, tigli, gigli, olmi.
    La bambina comunista scrive alfabeti stranieri sulla terra in polvera rossa, ideogramme, stelle, nave.
    Ama tutte le lingue.

    3 Natura

    La bambina comunista ama la bicicleta, si ferma, ripara le ferite dell’erba e dell’olmo, collezziona foglie rosse, accompagna i gatti nei giardina in rovina, traversa il rio d’argento, sguarda trasognata gli animali selvatici e scomparsi.
    La bambina ama la luna nera, blu, rossa.

    4 Scuola
    La bambina comunista non ubbidisce, non china il capo: è frondista, intelligente. Inventa idee nuove, rifiuta i limiti, farebbe esplodere carceri, farebbe indietreggiare la morte e la guerra, spostare il sole e il mare per dare colore al mondo, con canzioni.
    Farebbe tingere la terra in blu pace.

    5 Storie

    La bambina comunista ama scrivere storie, storie nasconde nell’armadio, perde un sacco di sogni, ma ritrova la trama della storia, il tempo si ferma nell’estate, mostri, angeli, la bambina tocca il cielo con la penna.

    6 Cibo

    La bambina a volte problema con il cibo e non mangia, non pensa il corpo.
    Vole essere nel cielo, nel vuoto.

    7 Ragazzi

    La bambina ama i ragazzi smarriti. Ha molti promessi ma ama il più povero, il ragazzo triste o matto, che porta una disgrazia, ferita nel cuore; ama il ribelle che fa la disgrazia del maestro.

    Bambina

    Con il tempo, la bambina comunista non cambia, la donna ha un cuore fanciullo, sogna l’amore con un dimonio gentile o un uomo che ama oltre.
    La donna sogna dare vita a una bambina comunista o no, gioisa di vivere;
    sogna l’uomo che vedrà il suo cuore di bambina.

  8. dear Forlani, sei proprio mitico –
    penso talvolta al picciriddhu cumunista dandy (in siciliano, very good) che si dice/va : e cchi minchia?!! – e talora, oggi, dinanzi alla banca di un’amena località di lago si ripete: e cchi minchia ?!!

  9. e cchi minchia?!!
    Enrico, il mito sei tu, altro che.
    Tutto è in questa frase. Il picciriddu comunista dandy me lo sono visto davanti, anzi al mio fianco, davanti a quella banca, e potente come la bande à Bonnot. Per la cronaca, nel bellissimo film di Philippe Fourastié, gli attori erano, tenetevi forti, Bruno Cremer, Jacques Brel, Jean-Pierre Kalfon, Annie Girardot, François Dyrek
    Insomma l’adotto io, il picciriddu…
    effeffe

    Come (minchia) posso fare per tradurre il manifesto in siciliano?
    effeffe

  10. So che sono decisamente off-topic, ma vorrei segnalare un errore nella trascrizione della canzone “Cosa sono le nuvole” di Pasolini-Modugno (qui: https://www.nazioneindiana.com/2007/07/23/juke-box-pier-paolo-pasolini/#more-4225).
    La versione corretta è “malerba soavemente delicata”, non “ma l’erba”, trattandosi di una traduzione quasi letterale di un passo dell’Otello (atto quarto, scena seconda):

    O thou weed,
    Who art so lovely fair and smell’st so sweet
    That the sense aches at thee, would thou hadst ne’er been born.

  11. carissimo Guido, quando mi sono ricercato i testi su http://www.pasolini.net (grandissimo sito curato dalla Molteni) avevo letto delle due versioni. Malerba (Pasolini) Ma l’erba in Modugno (Il testo ripreso dal “libretto” di CD Luna di giorno in cui la canzone è interpretata da Domenico Modugno). V’erano altre differenze. In particolare mi ha colpito la seguente:

    Perciò io mi dico
    finché sorriderò
    tu non sarai perduta.

    nella versione Pasoliniana
    che diventa in Modugno

    Perciò io vi dico
    finché sorriderò
    tu non sarai perduta.

    Il “mi dico”, comunista dandy diventa
    “vi dico” comunista pop.

    Avevo scelto quella di Modugno perchè era quella cantata, in atto. Chiaro è che nella voce la differenza tra ma l’erba e Malerba sfuma. Però anche a me piaceva il Malerba, come Malafemmena.
    effeffe

  12. non dovrebbe esser difficile – il rischio è di cadere nel birignao à la Camilleri – se vuoi faccio qualche tentativo nel siciliano che conosco (area ionica-ironica-buddace) durante le vacanze – post ferragosto

  13. Come l’Oscar Wilde del De Profundis credo che La maggior parte della gente sia altra gente. “Le loro idee sono opinioni altrui, la loro vita un’imitazione, le loro passioni una citazione”.Mi sorprendono le eccezioni,pure quando un po mi perplimono(in particolare se hanno l’aria vagamente clownesca)

    p.s. vorrei rivestire il ruolo dell’anarchico gonzo(confuso in un casinò.O in un casino,fatte voi)

  14. un brindisi…

    brindiamo al bambino che è in noi,
    al sogno che può osare
    al salto
    oltre le transenne
    al movimento intelligente
    allo sguardo che raggiunge
    se solo lo vogliamo.

  15. Grande il manifesto furlenista, ma Véronique fa concorrenza e allora mi vine voglia di partecipare alla Comune e redigere anch’io il mio Manifesto della

    Anarco- Comunista- Punkabbestia (ACP)

    La Acp non è mai stata bambina, piuttosto bestia, cresciuta tra i cannoni a gare di sputi e padronessotto, nell’età dell’acne capita si metta a sparare tonsille su e giù da un palco okkupato gridando:

    “c’ho un rigurgito antifascista se vedo un punto nero gli sparo a vista!”

    sopravvissuta all’età dei rebeldes e a quella degli eroi che falcia molti compagni, nata per la guerra, detesta la guerra, ma non ha altra scelta, non può sempre lasciarsi massacrare.

    Lotta per le sue idee, per le sue mani, per la sua voce che tenteranno in mille modi di strapparle e ficcar tra le gambe, così la Acp sa che farà sempre meno strada dei suoi compagni perché la maggior parte del tempo deve sprecarlo a togliersi i bastoni dalle ruote e dalle gambe.
    L’amore è un lusso (ma in fondo a quelle favole poco c’ha mai creduto) se non vuol dare nessuna soddisfazione ai nemici, perché ormai ha imparato che la prima arma che useranno contro di lei sarà la spada e allora sarà inflessibile, qualsiasi cosa pur di non sentirsi dire che dietro ad ogni suo sputo si cela un suggeritore, un protettore. La Acp farà solenne giuramento di reclusione.
    Ma può anche capitare che non avendo nulla cui aggrapparsi, il nemico inizi a sparare alla cieca, colpendo a caso amici e conoscenti, la Acp ha il pessimo vizio di dire sempre quello che pensa, ma per il terrore di portare peste spesso si allontana per fugare le tracce, depistare il nemico e può anche riuscirci talmente bene che qualcuno finisca per darle pure della lesbica (cosa che, anche se falsa, è ben lungi dal ritenere un’offesa), però davvero a questo punto non capisce:
    non capisce perché qualunque cosa faccia o dica, la prima cosa che guardano è la figa, anche se resta solo una sfigata.

    Ma la Acp sa che questa è sempre stata e sempre sarà la sua guerra e allora, À la guerre comme à la guerre!

  16. È già una bella fortuna essere nati, pretendere anche la vita eterna è troppo, eppure ci sono persone colte intelligenti che oltre ad avere la fortuna di essere nati (poteva anche non nascere niente) pretendono stupidamente vita eterna, quando è risaputo che tutto quello che inizia dovrà finire e tutto quello che nasce dovrà morire. Luigi Di Ruscio

  17. Dolores, nome magnifico, latino, evoca ricordi…
    Hai lama tagliente, fiera guerriera.
    Sono fuori tema, troppo forte la lotta per un cuore debole.
    L’amore è un lusso, vero.
    Cambia la guerra per l’amore, sono adepta del romanticismo nero, tra solitudine e rovine.
    Dici: ” La ACP non è mai stata bambina.”
    Bambina, si! Perché i bambini sono rivoluzionari nell’anima.

    Mi dispiace che io sia fuori tema, come al solito, effeffe!

  18. @Dolorès,

    Canto splendido, Amazzone bella, ti scorto, ti accompagno… E guai ai rozzi, bruti, stupratori!
    Viva le donne di carattere.

  19. Sì, d’accordo. Ma resta ancora da dimostrare che il comunista dandy possa restare comunista (o dandy). La dialettica hegeliana ha smontato il principio di non contraddizione, ma ha imposto la necessità della sintesi.

  20. …che infatti si ripropone attraverso la Idiolettica Bachtiniana. Ne è un esempio il testo introduttivo al Manifesto (paper version)ed camera verde

    Jo Manifesto Rojo et Nigro

    Para companero Gians ke l’est lu kriptico de Engels et l’editur adurat
    Para companero viento che le souffla et infunne hispiranza
    Para companera escarpa rota ke l’est pur et ke besuena andar
    Para companeras estrelas ke l’una roja l’est spezial
    Para companera neve ke l’est blamca et como un floco de glaz se ñfunde en lagrimas negras de la commosion
    Para companera tera ke l’est libèra et bella et shampa
    Para companero ciel ke l’est blu si l’est bel tiempo griso si l’est bruto
    Et si l’est democristiano l’est brutissimo
    Para companeros Flores et Faunas et Trieste et Trentu
    Para companera plaja ke l’est si klara et sabla et filo d’horizonte
    Para companero monte ke protege el partizan
    Et l’imbuscat lu fulmina cum lampo tonnerra er artro
    Para compañera fruta et lu melon verde comme la camera et rojo de l’interior come la camera verde
    Et lu kakis que l’est rojo dentro et fora
    Et la pruna et la mila no
    Por que l’est roja afora et blanca dintro
    Como los otros non plus communistas
    Para Cadute et Para innanze Para Ponza et Ventutene
    Para tia et mmia
    Para compañero treno que nun se sbinaria manco si bbive
    Para compañeras sigaretas et cigarillas
    Para compañeras mulheras guape et figue et tueste
    Ke les mulheras laide et cagakaze
    Se le tenian los otros
    Para compañera bannera una et una suela roja et negra
    Para compañera musica ke ce conforta et para I Pod
    Para compañera cocina clandestina
    Kol compañero Marko ke cocina para todo mundo las delicias des Pouilles
    Para lo compañero passa montagna et lo compañero passe paroles
    Para los compañeros poetas ke fan la fam ( ke fan la fam)
    Et para los scompañeros Fam Farons nada de nada una cipa
    Para guay para stinkos
    Para Vise para nosotros
    Et
    Infierno para los otros cum papa
    effeffe

  21. ABN, sia gentile: questo luogo offre spunti di discussione intelligente, spesse volte, a gratis. Magari era piu’ divertente prima, con la triade barbierana + voltolini + others, ma da interessato alle robe di poesia torno piu’ spesso con la nuova versione 2.0. Mi pare che effeeffe anche qui, in questo colonnino, provi a scrivere letteratura nel suo tono stralunato e citazionista; non samidzat, manifesti politici o critiche del western pensiero. Tanto dovevo… sono sicuro capira’: “che due palle gigantesche” e’ un buco nell’acqua.

  22. plaudo alla Pasionaria. viva dolores ibarruri, viva louise michel. viva l’ACP! viva la Commune de Parì!

  23. Lu picciriddhu cumunista dandy no scattìa, chianci, no sbrama, havi pitittu, no piritia, trunìa, e inprimisi svaragghia, mbeci di lu gruttu.

  24. beh, veronique v, se vogliamo dirla tutta dolores ibarruri non era proprio una bellezza (e nemmeno louise michel, pasionaria ante litteram della Comune). o tu ti riferisci all’autrice del post?

  25. @Dege,

    Mi riferisco all’autrice del post, certo.
    E … Louise Michel, la vergine rossa, la trovo bella, non brutta, brutta secondo autori crudeli.

  26. oh, non riesco a rispondervi di là, quindi vi risponda di qua.
    ma va @funiculì e @ff, l’ho sparata apposta grossa per farmi insultare un pò….mi diverto anche così…..
    ciao e sfagatevi.
    ditemi la verità, da uomo a uomo,
    vero che non c’è niente di meno eccitante di una femmina che spara sentenze?

Comments are closed.

articoli correlati

“STAFFETTA PARTIGIANA” concorso letterario

Nazione Indiana promuove un concorso per racconti e scritture brevi inedite sulla Resistenza e la Liberazione.

Il ginkgo di Tienanmen

di Romano A. Fiocchi Da sedici anni ((test nota)) me ne sto buono buono sul davanzale di una finestra in...

Partigiani d’Italia

E' online e consultabile dal 15 dicembre 2020 lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle...

Intellettuali in fuga dal fascismo

Patrizia Guarnieri, storica, ha ricostruito la vicenda dell'emigrazione forzata a causa del fascismo di intellettuali e scienziati, soprattutto ebrei:...

Mots-clés__

di Ornella Tajani Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore...

Mots-clés__S.P.Q.R.

S.P.Q.R. di Luigi Di Cicco This Heat, S.P.Q.R. -> play ___ ___ James Joyce - Lettera al fratello Stanislaus (25 settembre 1906. Da Lettere, a cura di...
francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017