Scrivere

Fontana
di Andrea Inglese

Dovrei dire della prossimità. Tenermi tutto assieme nella vicinanza. Pressare intorno a me la vicinanza, come in posizione di presa, di adesione, là dove si posano le dita, dove raccolgono le pupille, in una tersa visuale, il pullulare. Tutto e puntuale nelle abitudini. Cercare il baricentro da cui si diramano come cerchi irregolari le abitudini. Dire senza allontanarsi. Ma con una tremenda, fanatica pazienza, come uno scrutatore di parti rovesciate, di dorsi, di fodere. Nel movimento complesso dello sporgersi e del lanciare su di sé il peso, a frenare. Con un procedere cauto, nel movimentato gruppo dell’elencabile, lo sguardo frontale, ma tenendosi una visuale di spalle, che comprenda l’intero moto, il soggetto che traccia la figura oltre al fronte del figurato. Ma al primo movimento, si dipanano da ogni lato lontananze. La descrizione dello scrivente deraglia in premonizioni, amnesie, qualcuno fugge in avanti, cercando di ritrovarsi alla proprie spalle. Se diventa un sembiante avulso, è più semplice prenderlo per buono, senza parentela, uno sfondo sfuocato, per intero assunto in un’abitudine, diciamola vecchia, un pentolino in mano, la piastra elettrica, versa del liquido, nero se è caffè, e siamo allora di mattina, e potrebbe accadergli qualcosa, oltre a quanto, a tutto quanto, gli è accaduto, poco visibile per ora, come avvolto dal suo torace, smistato tra gambe e braccia, ma c’è sicuramente dell’altro, stiamo a vedere. E basterà questo, una prima, contenuta segnalazione. Nei limiti in cui è stata proposta, non può neppure essere smentita. Non cerchiamo più qui, ma altrove.

 

°

[Foto dell’autore in foggia acquatico-equestre]

12 COMMENTS

  1. Molto bello! Il corpo dello scrittore dentro il suo spazio.
    Sensi in agguato.
    Il corpo dello scrittore entra nel bosco o nell’acqua.
    Immersione con gridi splendidi.
    O silenzio.

    Andrea, la poesia è giungla acquatica nella narrazione.

  2. Forse la paura attraversa la scrittura: gli oggetti della casa diventano minaccia.
    La piasta elettrica, il pentolino, il caffè.
    La scomparsa del corpo accaturato dagli oggetti.

    L’ho letto in questa direzione.

  3. dalle prime righe avverto il polso e le arterie di Andrea. Questo dono di scrivere così non lo perdere, coltivalo appassionatamente, medear.

  4. bella l’immagine del pupillulare
    : )
    e condivisibile pure l’esortazione a non cercare più qui: in effetti, come suggerisce il vecchio adagio “chi cerca altrova”.
    : ))

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.