cinéDIMANCHE #02 JAN ŠVANKMAJER “Qualcosa di Alice”

JAN ŠVANKMAJER Decalogo

Usa l’animazione come fosse un’operazione magica. Animare non significa far muovere cose inanimate, ma infondere loro la vita. O meglio ancora: risvegliarle alla vita. Prima di infondere la vita in qualche oggetto del film, prova a comprenderlo. A comprendere non la sua funzione utilitaristica, ma la sua vita interiore. Gli oggetti, soprattutto quelli vecchi, sono stati testimoni di azioni diverse e di destini diversi che si sono impressi su di loro. Sono stati toccati da persone nelle più diverse situazioni, in preda ad emozioni diverse e che hanno impresso su di loro i propri stati psichici. Se vuoi rendere visibili attraverso la cinepresa questi loro contenuti nascosti, devi stare ad ascoltarli, talvolta anche per diversi anni. Devi prima diventare un collezionista e solo più tardi un cineasta. Il processo di infondere la vita con l’animazione deve avvenire in modo del tutto naturale. Deve partire dagli oggetti non dalla tua volontà. Non usare mai violenza sugli oggetti! Non raccontare le tue storie con l’aiuto degli oggetti, ma le storie loro.

 


 

Francesca Matteoni

Gli oggetti che prendono vita in questo film sono animali assemblati da stracci e ossa, calzini e uova da rammendo, pezzi di carne e chiodi, cadaveri tassidermizzati. Anche Alice quando rimpicciolisce diventa una bambola dagli occhi semoventi. Ciò che da bambini si recupera nella casa o per strada e ci si mette in tasca o nella borsa a tracolla, perché “non si sa mai”, diventa qui la dimora dell’anima. Nei libri di Alice avviene un rovesciamento, giù per la buca del coniglio, che fa perdere il senno. Così nel capolavoro di Švankmajer il vivo si ribalta in ogni cosa morta, ogni scarto o segno di un tesoro infantile, inservibile. Questa è la magia di cui parla il regista: trovare la forza residuale, la memoria in quello che ci appare muto come un osso. Le parole sono ridotte al minimo, gli occhi della bambina invece si sgranano continuamente di stupore. Lei tuttavia non è ingenua né sprovveduta. Avanza come un colpo di forbice nel mondo.

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cinéDIMANCHE

 

cdNella pausa delle domeniche, in pomeriggi verso il buio sempre più vicino, fra equinozi e solstizi, mentre avanza Autunno e verrà Inverno, poi “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera“, riscoprire film rari, amati e importanti. Scelti di volta in volta da alcuni di noi, con criteri sempre diversi, trasversali e atemporali.

 

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francesca matteoni
francesca matteonihttp://orso-polare.blogspot.com
Curo laboratori di poesia e fiabe per varie fasce d’età, insegno storia delle religioni e della magia presso alcune università americane di Firenze, conduco laboratori intuitivi sui tarocchi. Ho pubblicato questi libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Higgiugiuk la lappone nel X Quaderno Italiano di Poesia (Marcos y Marcos 2010), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Appunti dal parco (Vydia, 2012); Nel sonno. Una caduta, un processo, un viaggio per mare (Zona, 2014); Acquabuia (Aragno 2014). Dal sito Fiabe sono nati questi due progetti da me curati: Di là dal bosco (Le voci della luna, 2012) e ‘Sorgenti che sanno’. Acque, specchi, incantesimi (La Biblioteca dei Libri Perduti, 2016), libri ispirati al fiabesco con contributi di vari autori. Sono presente nell’antologia di poesia-terapia: Scacciapensieri (Millegru, 2015) e in Ninniamo ((Millegru 2017). Ho all’attivo pubblicazioni accademiche tra cui il libro Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras 2014). Tutti gli altri (Tunué 2014) è il mio primo romanzo. Insieme ad Azzurra D’Agostino ho curato l’antologia Un ponte gettato sul mare. Un’esperienza di poesia nei centri psichiatrici, nata da un lavoro svolto nell’oristanese fra il dicembre 2015 e il settembre 2016. Abito in un borgo delle colline pistoiesi.